Grindelwald continua la sua ascesa ma Silente non può attaccarlo personalmente. Si dovrà servire di una squadra con a capo Newt Scamander. Espandi ▽
L'ascesa al potere di Grindelwald va fermata. Il suo proposito di trasformare il mondo magico in una platea di ciechi sottoposti e di dichiarare guerra aperta al mondo dei non maghi non deve andare in porto. Ma Silente non può attaccarlo: glielo impedisce un patto di sangue stretto in giovane età, quando il suo peggior nemico era la persona a lui più cara. Tocca dunque a Newt Scamander e alla sua squadra agire per conto di Silente: insieme al fratello Theseus, all'assistente Bunty, alla collega Lally, a Yussuf Kama e al più coraggioso dei non maghi, il pasticcere Jakob Kowalski, Newt dovrà impedire che l'inganno e il terrore abbiano la meglio nell'elezione del nuovo leader del mondo magico.
Nonostante il piano-non piano della valorosa compagnia sia quello di confondere le idee ai vertici del lato oscuro, il terzo capitolo della saga nata attorno al manuale del magizoologo è molto meno confuso del suo precedente, e questo è certamente un bene.
Godibile anche se non proprio scoppiettante, più caldo del precedente, anche se non proprio emozionante, il capitolo tre della saga seconda della premiata ditta Rowling-Yates ha la fisionomia di un episodio speciale, a suo modo autoconclusivo, dedicato alle relazioni tra i personaggi più che alle novità della trama, con qualche sequenza che si fisserà nelle memoria, come quella di Newt e Theseus nella prigione tedesca o il gioco delle cinque valigie nel meraviglioso panorama del Buthan.