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Raquel Meller

Raquel Meller (Francisca Marquès López) è un'attrice spagnola, è nata il 9 marzo 1888 a Tarazona (Spagna) ed è morta il 26 luglio 1962 all'età di 74 anni a Barcellona (Spagna).

Educata dalle monache di Tudola, a sedici anni venne dimessa dal convento per divenire lavorante in un atelier di modisteria. Qui conobbe un'attrice di varietà all'epoca molto popolare, Marta Olivares, la quale, avendola sentita cantare, le propose di esibirsi in un teatrino di periferia. Questo avveniva nel 1907; due anni dopo Raquel Meller, questo il nome d'arte che Francisca López aveva scelto, era divenuta una cantante apprezzata in tutta la Spagna.
Durante gli anni Dieci, Raquel apparve sul palcoscenico del Teatro Arnao di Barcellona e poi percorse in lungo e in largo tutto il paese che era letteralmente impazzito alla melodiosa suggestione del suo canto. Nel 1920, dopo che si fu esibita all'Olimpia, toccò a Parigi subirne la fascinazione e farne un idolo: ovunque potevano vedersi esposti i suoi ritratti, tutti presero a cantare le sue canzoni, soprattutto El Relicario e La Violetera, due piccoli splendidi capolavori di José Padilla.
Donna affascinante, di una bellezza calda e seducente, due occhi nerissimi, una bocca voluttuosa, ma soprattutto una voce carezzevole e al tempo stesso densa e sensuale, Raquel non poteva essere trascurata dal cinema. Il primo film lo girò in Spagna, Los Arlequinos de seda y oro (1919), un'opera in tre parti che negli anni a venire fu rimaneggiata e ripresentata in un unicum con il titolo La gitana blanca, ma fu essenzialmente la Francia che, nel corso degli anni Venti, la volle protagonista di una serie di film costruiti appositamente su di lei. Ed è perlomeno singolare il caso di un'artista il cui pregio maggiore è la voce e che diviene interprete di film in cui la voce non può udirsi. Ma tant'è, il richiamo del nome di Raquel Meller spinse i produttori francesi a realizzare delle opere costose (poi confermatesi redditizie) come Violettes imperiales (1922) di cui interpreterà, con lo stesso regista Henri Roussell, un remake sonoro dieci anni dopo, La Terre promise (1924), Ronde de nuit (1925) e, per la regia di Jacques Feyder, una versione della Carmen (1926), in cui, scapricciandosi da vera diva, la Meller ridisegnava completamente il personaggio di Merimée e ne faceva una povera vittima, preda dei cattivi Don José, Garcia e Lucas il torero.
«On ne m'a pas demandé de faire un film sur Carmen avec Raquel Meller, mais de faire avec Raquel Meller quelque chose sur Carmen». Così dichiarava Feyder su «La Revue du Cinéma» (1930), ancora col dente avvelenato per i capricci e le stravaganze della focosa spagnola.
Gli anni passarono, Raquel continuò a cantare, in patria e all'estero, spesso negli Stati Uniti, vera e propria ambasciatrice della musica spagnola. Nel 1958, ormai settantenne, si esibì in un teatro di Madrid con uno spettacolo di rivista, Ha salido Blanco y Negro, dove ripropose il suo repertorio. Alle prime note de La Violetera il pubblico le decretò una standing ovation. Morì qualche anno dopo, dimenticata e in precarie condizioni economiche. Barcellona le ha dedicato una bellissima statua sul marciapiede del Paralel.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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