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Rassegna stampa di Tomas Milian

Tomas Milian (Tomas Quintin Rodriguez) è un attore cubano, sceneggiatore, musicista, è nato il 3 marzo 1933 a L'Avana (Cuba) ed è morto il 22 marzo 2017 all'età di 84 anni a Miami, Florida (USA).

IDA BIONDI
MYmovies.it

Esordì nel cinema in Italia nel 1959 ne La notte brava (Mauro Bolognini), dopo aver frequentato a New York l'Actors' Studio di Lee Strasberg e Elia Kazan e aver recitato in teatro. Nel giro di pochi anni si è affermato come uno dei più interessanti giovani attori del cinema italiano, sia per il rigore della sua recitazione, sia per la perfetta aderenza psico-fisica ai personaggi interpretati. Tra i non molti film in cui è apparso, in ruoli di secondo e anche di primo piano, una segnalazione particolare meritano: Giorno per giorno disperatamente (1961, A. Giannetti), in cui diede vita allo schizofrenico Dario Dominici con accenti di profonda inquietudine; Un giorno da leoni (1961, Nanni Loy), in cui tratteggiò vigorosamente il personaggio di Gino; La banda Casaroli (1962, Florestano Vancini), nel personaggio del giovane Gabriele, coraggioso e pavido al tempo stesso, travolto da una vicenda criminale più grande di lui; e soprattutto Il lavoro (Luchino Visconti), episodio di Boccaccio '70 (1961), in cui sosteneva il ruolo del protagonista, il conte Ottavio, rappresentante tipico di una particolare jeunesse dorée, e Gli indifferentì (1964, Francesco Maselli), nel complesso personaggio moraviano di Michele Ardengo. Attore di bella prestanza fisica, di notevole acume interpretativo, adatto soprattutto per le parti di debole, abulico, pavido e vile, Milian è certamente una delle più interessanti rivelazioni del cinema italiano degli anni Sessanta. Recentemente ha tratteggiato figure caratteristiche e originali in alcuni «western all'italiana».

RAI INTERNATIONAL

A New York nel 1958 frequenta l’Actor’s Studio diretto da Lee Strasberg. Alla fine degli Anni Cinquanta si trasferisce in Italia - acquisirà la cittadinanza italiana nel 1969. Milian è destinato ad affermarsi soprattutto come interprete cinematografico, recitando in un quarantennio un centinaio di titoli, per lo più realizzati in Italia. Forte di un talento naturale e di una solida preparazione, esordisce con il notevole La notte brava (1959) di Mauro Bolognini. Ne I delfini, realizzato da Maselli l’anno successivo, Milian impersona con notevole efficacia il cinico Alberto De Matteis, destinato al matrimonio con la fidanzata Fedora (Claudia Cardinale). Milian torna ad essere diretto da Bolognini ne Il bell’Antonio (1960). Con intelligenza Milian si allontana dal ruolo del giovane e ricco borghese che rischiava di divenire per lui un cliché, fornendo alcune altre dimostrazioni solide del suo talento e della capacità di adattarsi con estrema duttilità a parti diverse, come nei titoli interpretati nell’anno successivo, tra i quali vi sono L’imprevisto di Alberto Lattuada, e Giorno per giorno disperatamente di Alfredo Giannetti, in cui tratteggia con notevole bravura la figura di uno schizofrenico. In quel periodo Milian è chiamato da alcuni dei più interessanti registi che apprezzano il suo talento. La sua filmografia si arricchisce rapidamente di titoli quali La banda Casaroli (1962) di Florestano Vancini, L’attico di Gianni Puccini e offrendo quella che rimane in assoluto, una delle sue prove più mature, ne Il lavoro, l’episodio viscontiano del film collettivo Boccaccio ‘70. La collaborazione con Francesco Maselli si ripropone con Gli indifferenti (1964) nel ruolo del velleitario Michele, interpretazione che gli valse il premio "Cinema e Narrativa" ad Agrigento. A metà del decennio, Milian diviene l’interprete di un considerevole numero di western all’italiana, tra cui vi sono: La resa dei conti (1966), e Faccia a faccia (1967), entrambi diretti da Sergio Sollima; Se sei vivo spara (1967), di Giulio Questi, e, ancora, il più tardo !Vamos a matar, compañeros! (1970), diretto da Sergio Corbucci L’attore non rinuncia a lavorare comunque, anche in altre opere, come nel metaforico I cannibali (1969) di Liliana Cavani, spaziando dalla commedia di intrattenimento con Dove vai tutta nuda? (1969) di Pasquale Festa Campanile al filone gangsteristico con Banditi a Milano (1968) di Carlo Lizzani. Nel corso degli anni Settanta-Ottanta, Milian dà vita al personaggio del commissario Nico Giraldi (detto "Monnezza") ai limiti della macchietta, caratterizzato com’è da lunghi e incolti capelli, da modi gravi e da uno spiccato accento romanesco, nella serie di film tutti diretti da Bruno Corbucci. Tra i film realizzati in questi anni vi sono anche La luna (1979) di Bernardo Bertolucci, e Identificazione di una donna (1982) di Michelangelo Antonioni. Successivamente, Milian prende parte, in Italia, a Salomè (1976), di Claude D’Anna e a Gioco al massacro (1989) di Damiano Damiani. Negli anni a noi più vicini aumentano gli impegni dell’attore all’estero, diretto da registi del calibro di Abel Ferrara nel violento Cat Chaser ("Oltre ogni rischio", 1989), di Tony Scott nel mélo Revenge ("Revenge - Vendetta", 1990) e di Oliver Stone nel kolossal JFK ("JFK - Un caso ancora aperto", 1991), in cui Milian fa parte di un all star cast, assieme a divi americani appartenenti a diverse generazioni.

Courtesy of RAI International

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