Aveva cominciato giovanissima passando per le diapositive che venivano proiettate nei nickelodeons durante gli intervalli; nel 1910 era poi entrata alla Vitagraph dove per anni era apparsa in commedie, drammi, western, film storici, nella serie di «Captain Barnacle» o in quelle di «Belinda». Maurice Costello, uno dei maggiori attori della Casa, l'aveva spesso voluta al suo fianco.
Dopo questa lunga gavetta, J. Stuart Blackton, che già l'aveva diretta in A Tale of Two Cities (1911), ne fece la protagonista di un film di propaganda bellica, The Battle Cry of Peace (1915), dove si ipotizzava una invasione degli Stati Uniti da parte di un esercito (che somigliava tanto a quello tedesco).
Trasferitasi a Los Angeles, Norma fu dapprima alla Triangle; poi, divenuta la moglie di Joseph Schenck, fondò la Norma Talmadge Production. Fu allora che l'attrice cominciò a delineare il personaggio che avrebbe poi caratterizzato nei film successivi.
Pur non essendo una gran bellezza, priva dell'aggressivo glamour di tante sue colleghe, Norma riuscì egualmente ad affascinare il pubblico con la struggente femminilità della sua persona e la intensa carica del suo sguardo. Film dopo film, dette corpo ed anima ad una figura di donna borghese, tormentata da vicende sentimentali e al centro di vicissitudini dolorose, ma sempre fermamente salda nei valori morali e nella forza di chi crede nella vita. In Within the Law (1923) è una donna ingiustamente condannata che s'innamora del figlio del suo accusatore, in Secrets (1924) racconta attraverso le pagine di un diario la sua vita. In The Lady (1925), vedova d'un nobile inglese e ridotta in miseria, è costretta a cantare in una bettola per dar da mangiare al figlio; quando questi, cresciuto, diventa un assassino, è lei ad assumersi la colpa per salvarlo: in questo ruolo Norma Talmadge dimostra tutta una gamma di emozioni con un'interpretazione che la inserisce prepotentemente tra le migliori attrici della sua generazione.
Nel 1926 si cimentò anche con la commedia, ma Kiki non sortì un esito felice; alla fine degli anni Venti si congedò con due film impegnativi, Camille (1927), dove fu una romantica Margherita Gautier, e un costoso film in costume, Du Barry, Woman of Passion (1930), su cui è pietoso stendere un velo.
Poco apprezzata dagli storici anglosassoni - Iris Barry diceva che non sapeva dove stesse di casa la recitazione, Joe Franklin la considerava una grossolana equivalente nel muto di Greer Garson; a Paul Rotha non piaceva per nulla - Norma Talmadge è rimasta a lungo un mistero, anche perché per decenni i suoi film non sono stati più proiettati.
Qualche anno fa; una retrospettiva alle Giornate del Cinema Muto a Pordenone ha permesso di respingere gli ingenerosi giudizi sopra riportati: Norma Talmadge è apparsa dopo quasi settanta anni di profondo oblio, une delle più sensibili protagoniste della stagione del silenzio.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.