Bruno, padre single di un'adolescente, si trova costretto a ospitare in casa per un mese la sua ex Terry, appena uscita da un lungo percorso di recupero emotivo. Espandi ▽
Bruno si è separato dalla moglie da molti anni e sta crescendo da solo la figlia ora adolescente. Dopo la separazione Terry ha dato segni di squilibrio che hanno fatto sì che dovesse essere ricoverata in una struttura per la cura di malattie mentali. Ora è pronta per il reinserimento sociale ma per renderlo definitivo sono necessari trenta giorni da trascorrere con l'ex marito e la figlia nella loro abitazione.
Un remake di un film spagnolo che trova in Edoardo Leo e Micaela Ramazzotti gli interpreti giusti.
Guido Chiesa riesce così a fornirci il sorridente ritratto di persone che debbono cercare di comprendere la situazione che gli altri che sono loro accanto stanno vivendo. Non è un'impresa facile ma l'osservarla in un film stemperata con il sorriso, può essere di aiuto. Recensione ❯
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Il regista-culto giapponese Shinya Tsukamoto alle prese con una torbida storia di voyeurismo e gelo coniugale: a modo suo, ovviamente, in quel viola e nero che già lo aveva reso famoso con Tetsuo. Espandi ▽
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Un viaggio esclusivo e romantico, per chi ama il calcio, lo sport e la libertà di sognare. Espandi ▽
Atalanta: una vita da Dea, diretto da Beppe Manzi, ripercorre le fasi più importanti questa incredibile stagione culminata con la vittoria dell'Europa League con il punteggio di 3-0, attraverso le voci dei protagonisti. Arricchito anche dalle parole del giornalista Xavier Jacobelli e del commentatore sportivo ed ex-calciatore Daniele Adani, Atalanta - Una vita da Dea ha tutto quello che serve ai documentari sulle squadre di calcio. Quelli sui singoli calciatori riescono a entrare più nell'intimità, anche con qualche sperimentazione puramente cinematografica, come lo splendido Zidane, un portrait d XXI° siècle del 2006. Qui emerge invece la dimensione collettiva dove qualche aspetto e più approfondito e qualche altro necessariamente sacrificato. Forse aveva bisogno di qualche filmato in più e qualche testimonianza di meno. Riesce però a conservare intatta l'emozione di un'impresa che resterà nella storia. Recensione ❯
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Un capolavoro della storia del cinema, dove ogni elemento ha saputo comporre lo scenario di un futuro inquietante perché plausibile. Fantascienza, USA1982. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
In una Los Angeles piovosa e sovrappopolata, il poliziotto Deckard (Harrison Ford), dell'unità Blade Runner, viene richiamato in servizio. Espandi ▽
Nella Los Angeles del futuro, Deckard è un cacciatore di replicanti o lavori in pelle come li chiama con disprezzo il suo capo. Vorrebbe ritirarsi dal suo lavoro per la blade runner, ma gli affidano un ultimo compito, quattro modelli nexus-6 fuggiti dalle colonie spaziali e arrivati sulla Terra, con pochi giorni di vita rimasti prima della loro scadenza, che scatta dopo quattro anni di esistenza. Deckard sa riconoscere i replicanti grazie al test Voight-Kampff, che valuta le reazioni emotive di fronte a domande provocatorie, e il loro creatore, il capo della Tyrell corporation, lo mette alla prova con una replicante speciale, che non sa di esserlo, Rachel. Recensione ❯
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Una danza di proiettili scatenata da un uomo in stato di shock per il suicidio della fidanzata. Espandi ▽
La fidanzata di Goda si suicida con un colpo di pistola. Il trauma dell'evento conduce Goda verso un'ossessione per le armi da fuoco e quindi verso un limbo degradato di violenza. Trovandosi a contatto con una gang che in passato lo aveva rapinato, finisce per diventarne una delle figure centrali.
Ideale conclusione di una trilogia sulla crisi identitaria maschile, nata con Tetsuo e proseguita con Tokyo Fist, Bullet Ballet porta alle estreme conseguenze il rapporto tra trauma, alienazione e ossessione urbana. Nel suo linguaggio essenziale e rabbioso, Bullet Ballet è forse il film più cupo di Tsukamoto: meno apocalittico ma più dolorosamente vicino alla realtà. Il corpo non si trasforma più, non si ribella, non evolve: è fermo, pietrificato dalla sofferenza. Recensione ❯
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Andersen prosegue la sua ricerca personale e presenta un doc avvincente sul legame fra religione e violenza sugli animali. Documentario, USA2024. Durata 111 Minuti.
Un'affascinante indagine che sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all'etica e al nostro rapporto con gli animali. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
Kip Andersen e Kameron Waters allestiscono un'inchiesta sul rapporto fra religione e animali, scoprendo una rete di contraddizioni e ambiguità che incrocia gli interessi delle principali religioni monoteiste e la società capitalista. A partire dalla domanda «Esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale?», i due registi s'interrogano sulla propria fede, sulle necessità alimentari dell'umanità e intraprendono un giro del mondo in cui intervistano teologi, archeologi, allevatori, produttori e sciamani per rivelare ciò che definiscono «il più grande insabbiamento degli ultimi 2000 anni».
Al centro c'è ovviamente l'industria della macellazione degli animali, dagli Stati Uniti ossessionati dalla carne bovina all'India che considera le vacche creature sacre, ma il discorso discende fino alle origini della religione (soprattutto cristiana, ma anche buddista e islamica) come modo per regolare il rapporto fra uomo e natura.
I due autori commentano le loro stesse immagini come voce narrante; danno interpretazioni e tirano le fila dei loro discorsi; ipotizzano complotti e si dipingono come militante contro il sistema; costruiscono il film come un viaggio che mostra la sua stessa costruzione (ad esempio, tenendo conto di tutti i tentativi andati a vuoto di intervistare il Dalai Lama e chiedergli perché per una buddista la carne di un animale morto si può mangiare). Recensione ❯
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Kurosawa esaspera i propri personaggi drenandoli di ogni energia vitale. L'umanità privata di emozioni dell'era di internet. Thriller, Giappone2024. Durata 123 Minuti.
Un ragazzo si ritrova coinvolto in una serie di eventi che mettono a rischio la sua vita. Espandi ▽
Ryusuke Yoshii accumula una piccola fortuna rivendendo in rete, a prezzo maggiorato, merci di varia natura. Dopo che Yoshii si licenzia dal lavoro regolare in fabbrica e si trasferisce fuori Tokyo per avere più spazio, cominciano a moltiplicarsi episodi minacciosi ai suoi danni.Quel che accade intorno a Yoshii simboleggia un fenomeno globale e dolorosamente contemporaneo: l’amplificazione del rancore e la frustrazione di assistere quotidianamente al successo altrui, il sovradimensionamento di drammi privati, trasformati in tragedie. Mali tipici dell’uso (e abuso) dei social network, che Kurosawa tratta allo stesso modo in cui un tempo girava storie di fantasmi o di pandemie da virus. Maestro del paradosso, Kurosawa esaspera le caratterizzazioni dei personaggi, rendendoli dei simulacri, drenati di ogni energia vitale o residuo di umanità. Recensione ❯
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Un giallo moderno dove chiunque è un sospettato... o una vittima. Espandi ▽
La psicologa Violet Gates, rimasta vedova con un figlio piccolo dopo la morte del marito violento, decide di rimettersi in gioco conoscendo su un'app per incontri il fotografo Henry Campbell. I due si danno il primo appuntamento in un lussuoso ristorante panoramico di Chicago, ma durante la serata Violet inizia a ricevere sul suo smartphone degli strani e inquietanti messaggi - "digi-drop" inviabili solo da una distanza ravvicinata - scoprendo di essere sorvegliata da qualcuno e venendo presto ricattata: un sicario si è intrufolato in casa sua e ucciderà il figlio e la sorella di Violet, se quest'ultima non eliminerà Henry avvelenandolo durante la cena.
Partendo da un ottimo spunto iniziale, il thriller di Christopher Landon gioca con i codici del genere, anche se lo sviluppo non è all'altezza delle premesse.
Alla lunga, il congegno narrativo alla base del film tende a mostrare qualche affanno e a perdere progressivamente efficacia, scontando una certa ripetitività del meccanismo e senza risolversi in un finale originale quanto le premesse. Ma tanto basta al thriller prodotto da Blumhouse per intrattenere senza particolari pretese. Recensione ❯
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Una donna cinese vive per sé in silenzio, celebrando la prospera Belle Epoque con canti e danze. Espandi ▽
Autoreferenziale fino all'ermetismo, Caught by the Tides è un film per iniziati: senza conoscere la filmografia di Jia Zhang-ke, grande regista della sesta generazione cinese e vincitore di un Leone d'oro con Still Life, è difficile seguire i risvolti della trama di un film con pochissimi dialoghi. È come se Jia rivisitasse in continuazione la propria filmografia e la ripercorresse per estrarre nuovi significati e leggere in tralice la storia della Cina. Era stato così per I figli del fiume giallo, in cui riannodava i fili lasciati in sospeso da Unknown Pleasures e Still Life per raccontare una nuova storia d'amore tradito. Ma se allora il regista si serviva del reenactement - rimettendo sostanzialmente in scena la stessa storia, osservata da nuove angolazioni - in Caught by the Tides Jia eleva il dispositivo a sistema, riutilizzando elementi dei suoi film precedenti come found footage per raccontare venti anni di trasformazione della Cina. Recensione ❯
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Benjamin, dottorando senza borsa di studio, accetta una cattedra a contratto in un college. Espandi ▽
L'estate è finita e un nuovo anno scolastico sta per cominciare. Gli studenti affollano il cortile e i professori risalgono in cattedra. A un team di insegnanti impegnati e affiatati, si aggiunge Benjamin, un giovane supplente di matematica con zero esperienza e tante domande sulla professione. Sbarcato in una scuola ordinaria nella banlieue di Parigi, scoprirà a sue spese i problemi e le gioie della trasmissione.
Dopo aver affrontato il tema della salute da diverse angolazioni (ospedali, studi medici di città e di campagna...), dopo aver messo in scena le prove e le tribolazioni della professione medica, denunciando il progressivo disimpegno dello Stato francese, Thomas Lilti passa all'istruzione.
Sbilanciato dalla parte dei buoni sentimenti, Guida pratica per insegnanti è il perfetto grand film publique che trova il suo punto di svolta in un giovane allievo difficile. Con lui il racconto si lascia alle spalle l'intenzione verista per seguire una linea, una figura, un temperamento e un vero dramma. Un personaggio e una storia da sviluppare magari in stagioni televisive e anni scolastici successivi. Recensione ❯
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Ryan Coogler firma insieme al musicista Ludwig Göransson il suo film più originale. Horror, Azione, Drammatico - USA2025. Durata 137 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cercando di lasciarsi alle spalle le loro vite travagliate, due fratelli gemelli tornano nella loro città natale alla ricerca di un nuovo inizio. Espandi ▽
Smoke e Stack sono due fratelli che pur di lasciare il Mississippi hanno affrontato le trincee europee della Grande Guerra e hanno cercato di farsi strada nella malavita di Chicago. Tornati nella regione natia con un discreto bottino e con abbondanti alcolici, comprano da un uomo – sospettato di far parte del klan – un edificio che vogliono trasformare in un locale di musica e gioco per la popolazione nera della zona. Si affidano al cugino Sammie, un prodigio con la chitarra, inoltre reclutano il musicista Delta Slim e trovano l’aiuto anche di alcuni immigrati cinesi. La festa notturna innesca una gioia contagiosa, ma presto si avvicinano tre bianchi che chiedono di poter entrare in modo molto insistente. Sarà presto chiaro che i tre non sono quello che sembrano…
Una blues-folk-rock opera che slitta verso l’horror e l’azione, con un accompagnamento musicale sempre più marcato. Ryan Coogler firma insieme al musicista Ludwig Göransson il suo film più originale. Fieramente di genere, I peccatori è un crescendo incessante di musiche che si incontrano, si scontrano, e si fondono ai suoni dell’azione violenta così come al ballo dei corpi. La regia e il montaggio danzano a ritmi a volte placidamente insidiosi e spesso invece forsennati o irruenti, in un assedio che più volte viene fragorosamente interrotto prima del faccia a faccia finale. Recensione ❯
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Il film comprende un recap adrenalinico della prima stagione e un nuovo episodio originale, "Il giorno libero di Hoshina". Espandi ▽
In un Giappone invaso dai kaiju, Kafka Hibino lavora per lo smaltimento di spoglie dei mostri. Dopo essersi imbattuto nuovamente in Mina Ashiro, la stella delle Forze di Difesa anti-kaiju, decide di rincorrere nuovamente il suo vecchio sogno di unirsi alle Forze... ma poi, improvvisamente, si trasforma nel potentissimo "Kaiju No. 8". Con l'aiuto del giovane collega Reno Ichikawa, Kafka cela la sua vera identità mentre lotta per conquistare il suo sogno di una vita: superare l'esame per le Forze di Difesa e tornare accanto a Mina. Ma quando un misterioso kaiju dotato di intelligenza attacca una delle basi delle Forze di Difesa, Kafka si ritrova costretto a prendere una decisione cruciale... Recensione ❯
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Tsukamoto, dopo le visioni oniriche della saga dedicata a Tetsuo, prende in esame la storia di una donna sull'orlo di una crisi di nervi. Espandi ▽
È la storia di una madre che soffre di visione doppia. Vede le persone divise in due... una negativa e una positiva. Questo disturbo le provoca un forte senso di disagio e prendersi cura del piccolo diventa un compito estenuante che la porterà all'esaurimento nervoso. Quando la situazione le sfugge di mano, è accusata di abusi sul bambino che di conseguenza le viene tolto. Recensione ❯
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Una badante ruba i soldi ai suoi assistiti per aiutare il nipote. Quando viene scoperta si genererà il caos. Espandi ▽
Maria ama il suo nipotino, che dimostra un talento precoce per il pianoforte. Decisa a farne un pianista ad ogni costo, ha noleggiato un piano verticale e assoldato il maestro migliore di Marsiglia per dargli lezioni private. Ma Maria non ha i mezzi per sostenere queste spese e come la “gazza” di Rossini ruba la vita che luccica e fa la cresta sulla spesa dei suoi clienti, persone anziane di cui si occupa amorevolmente.Fermamente intenzionato a non lasciare spazio alla disperazione, l’autore raddrizza la barra e dona a La gazza ladra la forma, affatto patetica o funerea, di una cronaca ordinaria. Una sorta di sfarfallamento della narrazione che svolge una sitcom marsigliese o addirittura un ‘dramma giocoso’ come quello rossiniano, mescolando elementi drammatici e buffi con esiti lieti.Coerente, morale e solare, il film risplende di vita. Circondato dai suoi indefettibili alleati, Guédiguian realizza un film su la forza dei legami, ripetendo che la lotta non è mai vana se è preziosa per qualcuno e si combatte per chi è prezioso al cuore. Recensione ❯
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La storia e il linguaggio di una comicità cinica e scanzonata, che ha saputo raccontare la realtà lasciando un segno indelebile nell'immaginario collettivo. Espandi ▽
Con la guida di un romano doc come Carlo Verdone (ed utilizzando anche ampiamente la sua visione in materia) si percorre quella parte della storia del cinema italiano che vede in Roma la location di eccellenza sotto una molteplicità di interpretazioni e di sfumature.
Un documentario che può ricondurre all'apprezzamento e alla visione anche coloro che pensano che di cinema e televisione 'romaneschi' ce ne sia sovrabbondanza.
Con questo documentario Marco Spagnoli ci invita ad affrontare il tema secondo una prospettiva differente. Riesce cioè a proporci (sembra un ossimoro ma non lo è) una riflessione seria sulla comicità. Grazie alla voce guida di Carlo Verdone (e di ampi riferimenti alla sua filmografia) abbiamo la conferma che lui e suo fratello Luca non hanno dimenticato di essere figli di Mario, un importante docente di storia del cinema nonché direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia. Recensione ❯
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