Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | USA |
Durata | 111 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Kip Andersen, Kameron Waters |
Attori | Kip Andersen, Michael Beckwith, Melanie Joy, Kameron Waters . |
Uscita | lunedì 14 aprile 2025 |
Distribuzione | Mescalito Film |
MYmonetro | 2,32 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 aprile 2025
Un'affascinante indagine che sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all'etica e al nostro rapporto con gli animali.
BIGLIETTI QUI » Christspiracy è 60° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 347,00 e registrato 1.381 presenze.
CONSIGLIATO NÌ
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Kip Andersen e Kameron Waters allestiscono un'inchiesta sul rapporto fra religione e animali, scoprendo una rete di contraddizioni e ambiguità che incrocia gli interessi delle principali religioni monoteiste e la società capitalista. A partire dalla domanda «Esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale?», i due registi s'interrogano sulla propria fede, sulle necessità alimentari dell'umanità e intraprendono un giro del mondo in cui intervistano teologi, archeologi, allevatori, produttori e sciamani per rivelare ciò che definiscono «il più grande insabbiamento degli ultimi 2000 anni».
Al centro c'è ovviamente l'industria della macellazione degli animali, dagli Stati Uniti ossessionati dalla carne bovina all'India che considera le vacche creature sacre, ma il discorso discende fino alle origini della religione (soprattutto cristiana, ma anche buddista e islamica) come modo per regolare il rapporto fra uomo e natura.
Se si resta sul piano della narrazione, Andersen e Waters hanno senza dubbio confezionato un prodotto avvincente, sulla scia di documentari in prima persona e da assalto all'arma bianca tipici dei primi anni Duemila, dalle vette dei film di Michael Moore a prodotti più discutibili come Supersize Me. Per l'esperto Andersen si tratta della prosecuzione di un lavoro iniziato con lavori come Seaspiracy, Cowspiracy, What the Health, tutti mirati a scovare le magagne del sistema industriale capitalista e a denunciare le coperture del potere politico e mediatico; per Kameron Waters, come mostrano le prime immagini del film in cui lo si vede dialogare proprio con Andersen al termine della proiezione di Cowspiracy (e in quell'occasione porre la domanda da cui tutto parte), si tratta invece di una prima volta, anche se la sua esperienza di cristiano rinato e poi convertito all'antispecismo e alla lotta per i diritti degli animali fa da guida all'indagine.
I due autori commentano le loro stesse immagini come voce narrante; danno interpretazioni e tirano le fila dei loro discorsi; ipotizzano complotti e si dipingono come militante contro il sistema; costruiscono il film come un viaggio che mostra la sua stessa costruzione (ad esempio, tenendo conto di tutti i tentativi andati a vuoto di intervistare il Dalai Lama e chiedergli perché per una buddista la carne di un animale morto si può mangiare).
La cosa che lascia interdetti è però la semplificazione dei due autori, la mancanza di fonti storiche dei loro ragionamenti, di verifiche per le loro dichiarazioni, come quando sembrano scandalizzarsi che al tempo di Gesù non ci si ponesse tutte le domande per noi oggi scontate sull'eticità del consumo di carne o si creano paralleli storici tra un'epoca e l'altra.
Se, insomma, le premesse di Christspiracy (titolo più che mai esplicativo e provocatorio, ma in fondo non così incendiario) sono condivisibili (lo diceva già Tolstoj: «Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani»), e ancora di più lo è l'idea di togliere dal cono d'ombra in cui l'abbiamo cacciata la vergogna della violenza sugli animali, le modalità del documentario para-televisivo all'americana agiscono sempre in modo discutibile e semplificatorio, mettendo sullo stesso piano predicatori televisivi e docenti di scuole vaticane, santoni orientali ed economisti.
“Mi chiamo Kip, sono un regista di Los Angeles. I miei altri film rivelavano le collusioni tra industria della carne, casearia e della pesca con governo, Big Farm e ONG per la salute e per l’ambiente”. Si mette subito in gioco Kip Andersen e con Christspiracy prosegue l’indagine iniziata con Cowspiracy del 2014 (sul legame tra allevamenti intensivi e cambiamento climatico), What the Health del 2017 (sugli effetti della salute causati dal consumo della carne) e Seaspiracy del 2021 (che trattava il tema dell’insostenibilità della pesca). E si mette in gioco anche l’altro regista Kameron Waters, musicista e cantante gospel, nato da genitori giovanissimi e cresciuto in chiesa che si fa notare tra il pubblico durante un incontro con Andersen quando gli pone la domanda: “C’è un modo spirituale per uccidere? Gesù come avrebbe ucciso un animale?”.
Forse è proprio questo il punto di partenza di Christspiracy, che intraprende un viaggio storico per indagare le connessioni tra il mondo animale e quello religioso, svelandone di quest’ultimo anche le sue contraddizioni. Molte catene di fast-food sono apertamente cristiane come In-N-Out Burger (che hanno dei versetti scritti sui tovaglioli), Chick-Fil-A e Tyson Foods ma ci sono anche delle zone d’ombra in quella buddista quando un monaco ha ammesso che ha mangiato delle salsicce quando è stato invitato a cena mentre non è consentito prenderle in un buffet e anche l’induismo, con il governo indiano di Narendra Modi che ha messo al bando l’uccisione della vacca sacra ma ha causato un contrabbando di bovini con la complicità della polizia.
"È pericoloso fare un film del genere?". Questa la spinosissima domanda, degna del sordido incipit di un tipico true crime, che il caro Kip Andersen sceglie di porsi fin da subito; lui che, almeno cinematograficamente parlando, di cospirazioni pare intendersene parecchio. Dopo aver infatti messo a nudo - con piglio assai propagandistico e, a dirla tutta, anche un tantinello superficiale - i loschi [...] Vai alla recensione »
C'è un cinema e letteratura, oggi, che si interroga sul gesto di mangiare carne: giusto o sbagliato? Lecito o disdicevole? Una vasta inchiesta collettiva che viaggia su un doppio binario: il primo è l'indagine sulla lobby della carne, sulla barbarie degli allevamenti intensivi, l'altro è il dubbio etico che avvolge molti prima di addentare un hamburger.
È con questa domanda provocatoria che, il 16 settembre 2016, durante il Los Angeles Green Festival, il giovane videomaker Kameron Waters si è rivolto a Kip Andersen, già noto per la regia Cowspiracy (2014), sostenuto da Leonardo Di Caprio e la produzione di Seaspiracy (2021) . Colto alla sprovvista, Andersen non ha saputo rispondere sul momento e ha chiesto di incontrare Kameron in privato.
Coi suoi doc sulle «collusioni fra industria della carne, casearia e della pesca con governo, Big Pharma e ONG», Kip Andersen «credeva di aver capito tutto». Poi, però, un collega della Bible Belt gli pone un quesito che potrebbe essere il tassello che manca alla ricerca: c'è un modo etico, spirituale, per uccidere gli animali? La risposta è prevedibile (no), ma a detta dei registi cela «il più grande [...] Vai alla recensione »