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Biancaneve sarà un flop al botteghino? Arriva al cinema uno dei film più discussi di sempre

Eccesso di inclusività, eccesso di politicamente corretto. Le polemiche sul film vanno oltre la fiaba dei fratelli Grimm. E toccano anche la questione israelo-palestinese. Dal 20 marzo al cinema.
di Giovanni Bogani

Rachel Zegler (23 anni) 3 maggio 2001, Hackensack (New Jersey - USA) - Toro. Interpreta Biancaneve nel film di Marc Webb Biancaneve.
martedì 18 marzo 2025 - Focus

Non c’è pace fra le fiabe. Sono i film per ragazzi, i film pe tutti, i film dedicati alle famiglie, quelli sui quali maggiormente infuriano le polemiche. Anche per gli interessi miliardari che sollevano.

Biancaneve, il remake in live action – ovvero con attori in carne e ossa – del capolavoro Disney del 1937, in uscita nelle sale italiane giovedì 20 marzo, rischia di diventare uno dei film più discussi di sempre. La mela è avvelenata, avvelenatissima. Un investimento – secondo Forbes – di 270 milioni di dollari, ai quali si devono aggiungere quelli spesi per la promozione, rischia di diventare un clamoroso flop al botteghino. Che cosa è successo?

Cominciamo dal principio. L’idea di fare il remake del primo lungometraggio animato di casa Disney, quel Biancaneve e i sette nani che nel 1937 frantumò tutti i record d’incassi del mondo, deve essere sembrata un’idea eccezionale ai creativi Disney. I quali poi hanno scelto la protagonista, la giovane che – per l’invidia di una regina cattiva – è costretta a fuggire in un bosco, e a vivere in una capanna con i sette nani. E qui cominciano i primi guai.

Eccesso di inclusività, eccesso di politicamente corretto: le prime polemiche riguardano la scelta della protagonista. Rachel Zegler, 23 anni, di origini colombiane. Per interpretare la principessa con “la pelle bianca come la neve”, secondo le parole dei fratelli Grimm, che all’inizio dell’Ottocento avevano scritto la favola originaria, Rachel Zegler non sembrava esattamente la più adatta. Per rendere tutto più credibile, gli sceneggiatori hanno anche modificato la storia: non si chiama Biancaneve perché “ha la pelle bianca come la neve”, ma perché quando era neonata, la bimba era sopravvissuta a una tremenda tempesta di neve. “E il re e la regina decisero di chiamarla così, in omaggio alla sua resilienza”, spiegava in un’intervista la stessa Rachel Zegler. Resilienza, resilienza delle mie brame…

Perché Biancaneve, nella visione di Rachel Zegler, è un’eroina resiliente. In un’intervista concessa durante le riprese del film, ha detto che Biancaneve “sogna di diventare la leader che può diventare” e che non deve cercare il solito finale: “E vissero per sempre felici e contenti”. È anche andata oltre, dicendo che la versione del 1937 della fiaba è “sessista e datata”, e che il Principe azzurro “fa letteralmente stalking” su di lei.

The Times They Are A’Changing, i tempi stanno cambiando, cantava Bob Dylan. Neanche le fiabe restano eterne, sono permeabili allo spirito dei tempi. E certamente lo sono le case produttrici dei film. Vedremo fra poco il film, e potremo giudicare meglio: ma certo, si ha l’idea di una Biancaneve meno bianca, più tosta, e di un Principe azzurro relegato in qualche angolo. Disney insegue il futuro, mettendo da parte il passato.
 


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In foto Andrew Burnap e Rachel Zegler in una scena del film. 

Non tutti sono d’accordo, ovviamente, con questa svolta. Ma c’è un altro fronte di polemica. Riguarda le due protagoniste, Rachel Zegler e Gal Gadot, praticamente su fronti opposti riguardo alla guerra in Palestina, alla questione israelo/palestinese.

Gal Gadot, che interpreta la Regina cattiva, è israeliana: ha servito nell’esercito israeliano, e si è schierata dalla parte di Israele in modo deciso. In un recente discorso a New York ha detto: “Sono orgogliosa di essere israeliana, e tutti noi qui dobbiamo invocare la liberazione di ogni singolo ostaggio. Dobbiamo riportarli tutti a casa, testimoni dell’orrore che hanno vissuto”. Non ha speso una parola, però, sulle migliaia di bambini palestinesi uccisi, sul genocidio compiuto a Gaza. E le reazioni al suo discorso, condiviso su X, non sono mancate.

Sullo stesso social media, peraltro, Rachel Zegler non ha mai esitato a esprimere la sua posizione pro palestinese. E all’uscita del trailer, in un post ha concluso con “E ricordate sempre, free Palestine!”. Le due attrici hanno presentato insieme, lo scorso 2 marzo, l’Oscar ai migliori effetti speciali. Ragioni di promozione, ovviamente: ma secondo un articolo di People non si amano troppo, e stupirebbe il contrario.

Ma non ci sono solo polemiche relative a Biancaneve: ci sono anche quelle legate ai Sette nani. Perché di nani, in questa Biancaneve, non ce ne sono. O meglio, ci sono: ma ricreati in CGI. E la scelta non è piaciuta. L’attore Peter Dinklage, pluripremiato per Il trono di spade, forse il più noto attore nano al mondo, ha evidenziato l’ipocrisia; “Siete inclusivi scegliendo un’attrice latina, ma poi escludete attori affetti da nanismo”, ha dichiarato.

Con lui si è schierato Choon Tan, attore affetto da nanismo: “Ci hanno tolto una delle poche opportunità che abbiamo”, ha detto, ipotizzando anche il rischio che altre produzioni potrebbero essere spinte a non ingaggiare attori nani. L’attore Blake Johnston ha commentato: “Un sacco di attori muoiono dalla voglia di un ruolo come questo: la Disney ha tolto lavoro ai migliori attori nani”.

Con le migliori intenzioni, insomma – o meglio, con le migliori intenzioni inclusive, sì, ma per una precisa politica di marketing – ma col rischio di scontentare tutti. Risultato: la Disney ha chiuso l’anteprima a Los Angeles, riservandola a pochissimi giornalisti, permettendo solo le riprese alla troupe interna Disney, cancellando il red carpet e le relative interviste al volo. E ha ridimensionato ogni promozione in Europa: niente premiere in Regno Unito, e premiere organizzata in un castello in Spagna, con pochissimi giornalisti. Vedremo poi come andrà in sala.
 


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In foto Gal Gadot in una scena del film.

Negli ultimi anni, del resto, le polemiche sembrano investire molti prodotti Disney. Nel 2023 è uscito La sirenetta, remake in live action del cartoon de 1989, quello che dette il via alla nuova età dell’oro Disney. Furono polemiche feroci: perché la sirenetta Ariel era interpretata da Halle Bailey, cantante e attrice di colore. Una sirenetta black? Sarà mai possibile? E giù polemiche, disquisizioni persino sulla melanina, che non può essere presente in esseri che vivono in fondo al mare… Finché qualcuno non ha ricordato che si parla di un essere metà donna metà pesce, che vive negli abissi del mare e il cui migliore amico è un granchio parlante. Può bene avere la pelle scura.

Polemiche anche per La bella e la bestia (guarda la video recensione), remake del cartoon del 1992, uscito in live action nel 2017. La protagonista, bellissima, finisce in un castello dove vive la spaventosa Bestia, principe trasformato in mostro, che le rapisce il padre. La giovane si offre in ostaggio al posto del padre, e alla fine s’innamora della Bestia, Divenne virale il video di una madre che sentenziava che la Bestia doveva essere arrestata per rapimento. Impattarono sul successo, le polemiche? In quel caso almeno, non esattamente: La bella e la bestia (guarda la video recensione) ha felicemente superato il miliardo di dollari d’incasso nel mondo, toccando il miliardo e 260 milioni.


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