Un feel good movie dallo humour intelligente, che affronta spunti seri con testarda leggerezza. Azione, Commedia - USA2024. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quando la 93enne Thelma Post viene ingannata da un truffatore telefonico che finge di essere suo nipote, intraprende una pericolosa missione attraverso la città per recuperare ciò che le è stato portato via. Espandi ▽
Thelma Post ha più di novant'anni, è vedova da due, è autonoma ma non cammina più di tanto, anche perché cadere potrebbe risultarle fatale; ci sente solo grazie alle protesi acustiche e la maggior parte delle volte, quando incontra un viso noto, non saprebbe dire con certezza di chi si tratti. La tengono viva uno spirito indomito, una sana curiosità per il presente, e le attenzioni del nipote Daniel. Quando cade vittima di una truffa telefonica, però, la puntura nell'orgoglio è tale che Thelma decide di andarsi a riprendere i soldi che le sono stati rubati, facendo affidamento solo sulla sua determinazione e sullo scooter elettrico di un vecchio amico che vive all'ospizio
«Non pensavo di vivere così a lungo» confessa Thelma a Danny, che si preoccupa per lei e la vorrebbe sempre al sicuro tra le mura di casa. Invece l'età media si è alzata e persino il cinema ha capito che non può più mandare le attrici in pensione a quarant'anni.
L'opera prima di Josh Margolin, ispirata alla figura della vera nonna del regista (e girata nel suo vero appartamento, per le scene che lo prevedono), mette l'anziana signora al centro del racconto e costruisce attorno al suo corpo e alla sua età più che avanzata niente meno che un'action-comedy intelligente e inclusiva. Recensione ❯
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Un adattamento cinematografico del famoso romanzo di Alexander Dumas. Espandi ▽
Una nuova versione del romanzo di Dumas visivamente opulenta e ben montata. I due registi e sceneggiatori si concedono qualche licenza nella gestione dei personaggi, sfrondano il retroterra storico ma sostanzialmente sono rispettosi dello spirito del testo. Tutto si tiene anche nella lunghezza (che si rivela necessaria per non imporre tagli drastici allo sviluppo degli eventi) salvo due elementi. Il primo e più fastidiosamente ridondante è la colonna sonora musicale onnipresente, tonitruante anche e soprattutto quando non è necessario. C’è poi una scelta ammiccante e decisamente inverosimile in un film peraltro attentissimo al filologicamente adeguato. Dantès nel romanzo mette in atto la propria vendetta assumendo diverse identità. Qui la questione si risolve con maschere che sono perfettamente aderenti al volto ma una volta tolte si presentano come rigide. Una soluzione che non regge: il protagonista è Edmond Dantès non Ethan Hunt. Recensione ❯
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Un uomo torna alla sua città natale ma il viaggio non si rivelerà come aveva programmato. Espandi ▽
Jérémie torna da Tolosa alla cittadina della provincia francese in cui è cresciuto per partecipare al funerale del panettiere locale, che è stato suo datore di lavoro negli anni della giovinezza. Martine, la vedova ancora piacente, lo accoglie a braccia aperte ma Vincent, il figlio del defunto, è meno entusiasta. Anche il parroco del paese e un amico di vecchia data di Jérémie e Vincent entrano a far parte di quel gioco di equilibri (e di potere) che si sposta continuamente, ma mantiene il nuovo arrivato al centro dell'attenzione (e dei desideri) di tutti. Saranno le passeggiate nel bosco, apparentemente in cerca di funghi, il terreno su cui si giocherà la battaglia finale per la supremazia.
Il film sembra un po' un giallo alla Chabrol e un po' una fiaba nera (non a caso i personaggi si avventurano ripetutamente in un bosco misterioso), ma in realtà è tutto Alain Guiraudie, il regista e sceneggiatore francese che con una decina di titoli (il più memorabile è Lo sconosciuto del lago, ma è notevole anche il recente L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice) ha definito la sua poetica libera e impossibile da incasellare in un genere, o in una narrazione codificabile. Recensione ❯
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Una storia di rimossi e sensi di colpa in seno a una famiglia, che si interroga sull'esperienza di pre-morte. Horror, Thriller - USA, Italia2024. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quando sua figlia adolescente mostra un comportamento sempre più inquietante dopo un'esperienza di pre-morte, una madre si convince che la ragazza abbia portato qualcosa di malvagio dall'aldilà. Espandi ▽
Robin, talentuosa pianista affetta da mutismo, è vittima di un grave incidente motociclistico. La madre Claire e il padre Luca, separati, accorrono al suo capezzale: quando è ormai stata considerata clinicamente morta, Robin si risveglia e torna in vita. Ma ben presto i comportamenti della ragazza, che ha ora recuperato la capacità di parlare, diventano strani e inquietanti, come se nutrisse un rancore verso la madre in procinto di esplodere. Claire crede che la figlia sia posseduta da un’entità e cerca aiuto in ogni modo, tra lo scetticismo generale.
Titolo a rischio di confusione – con il film di Clint Eastwood del 2010 – per il debutto alla regia del produttore Robert Salerno, che gira a Roma un horror psicologico che si interroga sulla questione sull’aldilà – esiste un aldilà? Cosa avviene dall’altra parte? Si tratta di un fenomeno scientifico o soprannaturale? Come horror in senso stretto c’è pochissimo spazio per spaventi o truculenze, limitate anche da un budget evidentemente esiguo. La scelta di Salerno è di concentrarsi sulle angosce di Claire, gravata da sensi di colpa frustrati e da un rimosso indicibile, che hanno distrutto il suo matrimonio e sembrano perseguitarla. Here After – L’aldilà ha soprattutto un problema di messa in scena, di legnosità nello svolgimento, che deve chiaramente tendere a un fine e forza dialoghi e azioni inverosimili di personaggi che sembrano manichini, e non riescono mai a uscire dalle pagine della sceneggiatura per farsi carne e sangue. Recensione ❯
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Dall'omonimo bestseller di Matteo Bussola, un viaggio romantico alla scoperta dei veri sentimenti. Espandi ▽
Verona, anni Novanta. Nadia e Milo erano compagni di scuola che si sono conosciuti, e un po' innamorati, scrivendosi tra i banchi. Molti anni dopo i due si rincontrano e rispolverano l'antica attrazione, fino a decidere di sposarsi. I due continuano ad amarsi, ma con il tempo il loro rapporto di coppia si è logorato, e Milo si ritrova ad affrontare una verità lacerante: ama ancora Nadia, ma probabilmente lei non lo ama più. E poiché il rapporto fra i due era nato in forma epistolare, decide di tentare un'ultima carta: scrive a Nadia sotto pseudonimo, e la donna sembra abboccare.
La regia di Ceron è appropriatamente irrequieta e destrutturata, crea flashback e forward per ricostruire la tessitura di una storia d'amore che per Milo è ancora reale e per Nadia ha cominciato a diventare un ricordo del passato.
La trama si lascia seguire anche attraverso i salti temporali grazie a una buona fluidità compositiva, ma manca una maggiore originalità di racconto, e quel battito del cuore che Ceron ci fa ascoltare con felice intuizione, ma non provare davvero, attraverso scelte convenzionali e sottolineature esplicite (come la domanda: "Chi sei?). Recensione ❯
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Un po' meno riuscito del primo capitolo, il film di Alessandro Guida si guarda comunque con piacere. Drammatico, Commedia - Italia2024. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A tre anni dalle vicende di Maschile Singolare e dalla scomparsa di Denis, Antonio e Luca si rincontrano, cresciuti e cambiati, ma entrambi ancora profondamente segnati dalla perdita dell'amico. Espandi ▽
Antonio è diventato un famoso pasticciere, celebrato dai social e autore di seguitissime videoricette, ma nella sua vita non ci sono più i due uomini a cui ha voluto più bene, Denis e Luca. Luca però ricompare a sorpresa: ha letto un articolo in cui si parlava di Antonio come di un autore da una nota sola, uno chef incapace di proporre un nuovo dolce che lo rappresenti dopo il successo di quello al mascarpone.
Luca ha dovuto vendere il suo forno dove lui e Antonio si erano conosciuti e amati, e ora lavora come gestore di una casa famiglia per ragazzi appartenenti alla comunità LGTB+ denominata Il rifugio. Antonio decide allora di riaprire il forno di Luca e di farne un locale tutto nuovo, ma il suo vero intento è quello di riconquistare il suo ex.
Maschile plurale si lascia comunque guardare con piacere, ma ha perso un po' in ironia dissacrante e di leggerezza non banale, lasciando sulle spalle di Giraud la maggior parte del divertimento. Resta però la capacità di raccontare un microcosmo gay, per ora declinato solamente al maschile. Recensione ❯
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Il prequel della saga si rivela un horror di solida struttura narrativa. Horror, USA, Italia2024. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La giovane novizia americana Margaret giunge nella città eterna con la prospettiva di prendervi i voti al più presto, ma le cose prendono una piega sinistra che la convincerà a cambiare idea. Espandi ▽
Roma, 1971. La giovane novizia americana Margaret giunge nella città eterna con la prospettiva di prendervi i voti al più presto. La accoglie benevolmente il cardinale Lawrence che la segue sin da quando era bambina, all’orfanotrofio. E proprio in un orfanotrofio a Roma la conduce il cardinale perché Margaret vi lavori con le suore che lo gestiscono, in attesa di diventare suora anche lei. Nel frattempo, Margaret condivide un appartamento in città con l’altrettanto giovane spagnola Luz, che prenderà i voti prima di lei. Luz, più disinvolta, le fa conoscere anche la vita notturna capitolina, ma in questo clima di letizia giunge inaspettata la visita di padre Brennan, un sacerdote scomunicato che avvisa Margaret di un grave pericolo che ha a che fare con una strana orfana, Carlita, che, vilipesa da tutti, Margaret ha invece preso a ben volere. Margaret allontana seccata padre Brennan, ma le cose prendono una piega sinistra che la convincerà a cambiare idea.
La saga iniziata con il celebrato Il presagio (1976), piuttosto significativa in ambito horror, è stata sinora relativamente contenuta nella quantità: dopo la trilogia iniziale, infatti, ci sono stati solo un tardo quarto episodio televisivo oltre a una più recente (e breve) serie, anch’essa televisiva. Oltre naturalmente a un inevitabile remake. Ma l’appeal del tema è evidentemente rimasto e questo nuovo tentativo lo dimostra.
Arkasha Stevenson, dopo una discreta carriera fatta di cortometraggi e di televisione, esordisce nella regia di un lungometraggio per il grande schermo. Dimostra buone capacità sia nella gestione del racconto sia nella capacità di enucleare singoli momenti di tensione in modo da tenere sempre abbastanza sostenuto il ritmo narrativo. Recensione ❯
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Davanti all'ascesa di Donald Trump si respira tutto l'orrore di Abbasi. Una freccia avvelenata contro l'ethos americano. Biografico, USA, Danimarca, Irlanda, Canada2024. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il giovane Donald Trump inizia il suo apprendistato con Roy Cohn, un avvocato che gli insegnerà come costruire il suo impero. Espandi ▽
Donald Trump non ha ancora trent’anni ma è già divorato dal desiderio bruciante di diventare il re dell’immobiliare nella Grande Mela. Viene preso d’occhio da Roy Cohn che vede nel giovane Trump un suo alter ego ancora da sviluppare. Nel film dell’iraniano-danese Ali Abbasi il giovane Donald è nella posizione di essere promosso o bocciato, e per la prima parte della storia viene ritratto in modo favorevole, come un giovane ambizioso in una città fortemente competitiva animato dal desiderio di rivalsa. La scelta di Abbasi, da osservatore non americano, è quella di avvicinarci al suo soggetto con gentilezza e solo più avanti affondare il coltello per rivelarcene la natura sempre più crudele. Il grande pubblico penserà di trovarsi davanti ad una innocua, e a tratti persino benevola, biografia. Invece gradualmente si respira l’orrore di Abbasi davanti ad una figura della quale non ha potuto raccontare ascesa e caduta ma solo ascesa e irriducibilità, nonché mancanza totale di rimorsi. Ed è contro l’ethos americano (e occidentale) del successo a tutti i costi che il regista punta la sua freccia avvelenata. Recensione ❯
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La storia di un uomo costretto a "correre" pur di stare con la propria figlia, in un mondo disumano e senza scrupoli. Espandi ▽
Marino Bruni ha un'officina, una figlia amatissima di nome Claudia e una ex moglie, Simona, che ha appena ottenuto il divorzio da lui. Il tribunale gli ha accordato di passare con la figlia i martedì e i venerdì, e da quel momento il suo tempo è scadenzato da quei due giorni della settimana. Ma una cartella del Fisco da 50mila Euro lo costringe a chiudere l'officina e a cercare lavoro. E il lavoro, in tempi di crisi, non si trova con facilità, tranne quello sporco, che per Maino è incarnato da Cioccolatino, un rapinatore di supermercati che ha bisogno di qualcuno disposto a guidare la moto della fuga.
Martedì e venerdì è il secondo film da sceneggiatori e registi di Alessio De Leonardis e Fabrizio Moro, quest'ultimo anche autore delle musiche originali, e segue il debutto con Ghiaccio, anch'esso ambientato nelle periferie degradate della Roma periferica.
Edoardo Pesce presta con la consueta competenza la sua fisicità massiccia e il suo sguardo dolente a questo povero Cristo che si aggira per supermercati di campagna e una suburbia squallida e triste. Il film è il ritratto di un uomo che "non sa dove mettersi le mani" vessato da un mondo del lavoro disumano e spietato. Recensione ❯
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Un dramma toccante sulla lotta per la paternità e la resistenza in un Paese ostile, con un Romain Duris in stato di grazia. Drammatico, Francia, Belgio, Giappone, USA2024. Durata 98 Minuti.
Un film che racconta il Giappone di oggi da un punto di vista inusuale, in cui convivono luci e ombre. Espandi ▽
Jerome, detto Jay, è un tassista francese che vive a Tokyo, ma è soprattutto un padre separato che non vede l'ora di ritrovare sua figlia Lily. In Giappone la legge non prevede l'affido congiunto. Nel frattempo aiuta la sua amica Jessica, che si trova nella sua stessa situazione, a rivedere suo figlio. Ai genitori europei la burocrazia nipponica appare come una barriera insormontabile, bisogna ricorrere a metodi più empirici, più umani, solo così l'impossibile "caccia al tesoro" filiale può trasformarsi in una concreta opportunità di incontro.
È un commovente dramma sulla paternità e insieme un'opera di sottile denuncia sulla rigida legge nipponica in tema di affidamento, Ritrovarsi a Tokyo.
È un tema decisamente inedito, quello di cui sceglie di occuparsi Guillaume Senez, regista e cosceneggiatore di evidente sensibilità, che ci ha abituato a riflessioni sulla paternità ma anche sul senso di appartenenza. Con lo spessore umano che caratterizza le sue opere precedenti, finisce questa volta per firmare un'opera toccante e malinconica, un film sulla resistenza di un uomo, o meglio di un padre-coraggio. Recensione ❯
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Una serie dedicata a Luca Travaglia (Edoardo Leo), ex ispettore capo della Digos. Espandi ▽
Luca Travaglia, quando era a capo della sezione anti-terrorismo, in un'operazione all'ambasciata libica perde la compagna Khadija e uno degli uomini della sua squadra rimane in sedia a rotelle. A causa di quell'incidente, lascia l'incarico di ispettore e decide di trasferirsi da Roma a Milano, dove trova ospitalità nella carrozzeria di Palitha, un cingalese di 55 anni, amante dei romanzi gialli, che gli propone di aprire un'agenzia investigativa. Travaglia è un uomo distrutto che cerca conforto nell'alcool ma la nuova attività, i clienti con le loro storie lo porteranno gradualmente ad affrontare il suo trauma. A complicare la situazione la richiesta di fare da guardia del corpo a Carolina, bellissima e bionda moglie del direttore della Banca Centrale, perseguitata da uno stalker.
Il lato umano che la serie si propone di sviluppare è reso attraverso l'evoluzione di Luca che inizia a riemergere dal lutto grazie alle relazioni che stabilisce. Tra queste, quella con Palitha, a sua volta immigrato, che a tratti sembra quasi iperconformista avendo preso i peggiori difetti del contesto che lo ha accolto. Si crea così una strana coppia dai tempi comici perfetti che fa sorridere e un po' riflettere. Recensione ❯
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Un thriller sentimentale che gioca tra la suspense, la rottura dei tabù e le verità scomode sull'amore. Espandi ▽
Gabriella, proprietaria di un prestigioso hotel sulla costiera amalfitana, festeggia i suoi sessant'anni con i tre figli che, però, non sembrano riservarle molto attenzioni, ciascuno preso dalle proprie problematiche e da questioni irrisolte. Stefano, avvocato e padre di famiglia cela un amore segreto, Giulia, influencer, sembra non essere mai contenta del proprio aspetto mentre l'adolescente Nico è in piena turbolenza emotiva. Gli equilibri si modificano rapidamente quando Gabriella soccorre Elia, un uomo molto più giovane di lei con cui nasce una passione travolgente. Il passato di entrambi, oscuro e doloroso, incombe sui protagonisti, in modo diverso eppure determinante, nel domandare chi siano in realtà.
Inganno è una miniserie in 6 episodi, prodotta da Cattleya e basata sulla serie britannica Gold Digger. La sceneggiatura di Teresa Ciabatti, Eleonora Cimpanelli, Flaminia Gressi, Michela Straniero e la direzione di Pappi Corsicato privilegiano le atmosfere noir e mélo in una suspense sottile che unisce eros e drammi famigliari.
Corsicato privilegia la psicologia dei personaggi, seguendoli da vicino, spesso usando la macchina a mano e la Steady, per cogliere anche le più leggere sfumature emotive dei protagonisti, il cui passato pone loro sul volto una maschera, con aspirazioni e bisogni sottesi in cerca di un riconoscimento. Recensione ❯
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Il film segue la storia di un padre in difficoltà che acquista una SIM domestica per aiutarlo a prendersi cura della sua casa e della sua famiglia, ignaro che lei acquisirà consapevolezza e diventerà mortale. Recensione ❯
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Adattato dalla web novel coreana più venduta, il film presenta uno speciale riassunto della prima stagione e un esclusivo sneak peek dei primi due episodi dell'attesissima seconda stagione. Espandi ▽
Come si fa ad andare avanti in un mondo dominato dalla paura e dalla catastrofe imminente? Se lo domanda ogni giorno Sung Jinwoo, ragazzo coreano e hunter di livello E, il più basso, tanto che tutti lo deridono chiamandolo "l'Arma più debole dell'umanità". Sono infatti passati dieci anni da quando dei misteriosi gate si sono aperti su tutto il pianeta, collegando la Terra con reami popolati da creature oscure. A ciò è seguito il risveglio di alcuni esseri umani, ora divenuti hunter con capacità speciali dediti alla lotta contro i mostri e alla chiusura dei portali. Ed è proprio dentro uno di questi che Jinwoo perde la vita risvegliandosi come player di un misterioso Sistema, iniziando la sua scalata come hunter e forse come qualcos'altro.
L'emancipazione, e allo stesso tempo la scalata, dal e al mondo della fu "Arma più debole dell'umanità" continua nei primi due episodi della seconda stagione, mostrati in coda al mixed-by-Shunsuke iniziale, con i primi tentativi di allargare la sottotrama - che poi diventerà macro - del Sistema e le sue profonde implicazioni, sempre all'interno di questo sanguinario MMPORG che nelle sue ricadute critiche ci ricorda quanto sia proficua e ricca la narrazione di genere in Corea del Sud. Recensione ❯
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Teen drama adattamento basato sulla saga letteraria firmata da Mona Kasten, racconta un'inaspettata storia d'amore in un ambiente scolastico esclusivo tra segreti e bugie. Espandi ▽
Ruby Bell è una brillante e determinata diciassettenne che vive felicemente insieme alla sua famiglia in una piccola cittadina della provincia inglese. Amante della letteratura e della filosofia, frequenta una rinomata scuola d'élite, il Maxton Hall College, cui è potuta accedere grazie a una borsa di studio. Decisa a rimanere nell'ombra per non farsi notare dai facoltosi compagni di liceo, primi fra tutti i ricchissimi e bellissimi rampolli della famiglia Beaufort, Ruby ha un unico obiettivo: entrare a Oxford. Per raggiungere lo scopo è già riuscita a ottenere una lettera di raccomandazione da parte di un docente e tutto sembra andare per il verso giusto. Almeno fino a quando non diventa involontariamente testimone di un segreto che coinvolge la giovane Lydia Beaufort.
Tratta da "Save me", primo romanzo della trilogia di Maxton Hall della scrittrice tedesca Mona Kasten, la serie racconta la tumultuosa storia d'amore tra due adolescenti provenienti da contesti economici e sociali molto differenti. Sebbene la vicenda rifletta molti dei cliché del genere, il ritmo incalzante e le buone interpretazioni degli attori rendono la narrazione accattivante e avvincente.
Sebbene Maxton Hall non brilli per originalità e la scelta di utilizzare la voce narrante dei protagonisti, impegnati in discorsi altisonanti, risulti talvolta stucchevole, la serie riesce comunque a coinvolgere lo spettatore, solleticandone la curiosità e l'interesse. Recensione ❯
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