La stagione si rivela conclusiva e divisa più o meno nettamente a metà, con una prima parte che conferma la consueta irriverente allegria della serie e una seconda invece più drammatica. Disponibile su MGM+ (Prime Video).
di Andrea Fornasiero
La terza stagione di The Great è per molti versi conclusiva e divisa più o meno nettamente a metà, con una prima parte che conferma la consueta irriverente allegria della serie e una seconda invece più drammatica. Si tratta di una stagione più rischiosa delle precedenti, perché l'idillio amoroso tra Caterina e Pietro non è fonte di tensione narrativa quanto la loro rivalità, e allo stesso modo il tono della seconda parte della stagione si allontana dal modello che The Great ha costruito nei precedenti episodi.
Il che non significa che la serie venga stravolta, anzi sono confermate le battute sagaci ricche di turpiloquio, così come il contrasto tra idealismo e cinismo. Non mancano nemmeno gli intrighi di corte e c'è persino una rivoluzione alle porte: la terza stagione affronta infatti la celebre rivolta di Pugachev.
Non mancano dunque conflitti che facciano scintille e se, per un paio di puntate verso la fine della stagione, i dialoghi si fanno più seriosi e meno briosi, la serie trova comunque un ottimo finale, che sa giocare ancora una volta con la Storia senza perdere la propria dissacrante ironia.