Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Vittorio Moroni |
Attori | Elena Gigliotti, Alessandro Averone, Anna Ferruzzo, Anna Bellato, Eleonora De Luca Carola Stagnaro, Marta Caracciolo. |
Uscita | giovedì 14 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,95 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 7 ottobre 2023
Il film racconta la vicenda di Carmen che proviene da un passato difficile: sottratta alla madre nell'adolescenza è cresciuta in casa-famiglia. In Italia al Box Office L'invenzione della neve ha incassato 55,8 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Carmen ha un passato non facile. Da bambina è stata tolta alla madre, insieme alla sorella Sonia, e inserita in una casa famiglia. Ora è a sua volta madre di una bambina, Giada, che ha avuto con il suo compagno Massimo. La bambina è stata affidata dal giudice al padre e Carmen la può vedere solo al sabato ogni 15 giorni. Ma lei non intende accettare questa decisione perché, nonostante gli errori commessi in passato, si sente e vuole essere madre a pieno titolo.
Vittorio Moroni, con un cast di altissimo livello, realizza un'opera che sa come entrare con intensità e partecipazione in un conflitto parentale che ha il sapore amaro della realtà.
Inizia come una favola questo film. Lo fa con le immagini, al contempo poeticamente pregnanti e minacciosamente allusive, di Gianluigi Toccafondo che ci trasporta inizialmente in un mondo subacqueo in continua e fluida trasformazione per condurci in seguito in una foresta che è poi metafora della vita.
È la fiaba che Massimo e Carmen raccontavano alla loro Giada per spiegarle il suo essere venuta al mondo. Ora però le cose sono cambiate. La bambina è affidata al padre e trascorre gran parte del tempo o con la nonna paterna o nel negozio di animali che questa possiede. Carmen è esclusa per decisione del giudice dalla sua vita. Ma lei vorrebbe che loro tre, come nella canzone che le piace e che canta, stessero insieme "come fossero felici".
De Bei, Brunello e Moroni hanno scritto una sceneggiatura che parte da questo modo congiuntivo per descrivere il tormento di una giovane donna a cui le cose della vita (come le definirebbe Venditti e nel film non manca una hit di un'altra interprete della cosiddetta musica leggera a dare significato a Carmen) hanno inferto ferite mai del tutto cicatrizzate.
Lo hanno saputo fare con una sensibilità che sa cogliere anche le più sottili sfumature della psicologia della protagonista ma avevano bisogno di due elementi imprescindibili per la riuscita. Occorreva cioè una struttura di ripresa che, a partire dal testo scritto, fosse disponibile a seguire ogni variazione che gli interpreti sentissero di dover apportare all'azione. La troupe di Moroni ne è assolutamente consapevole ed è pronta ad immergersi nelle tensioni, ma anche nei momenti di ricerca di tenerezza, che si vengono a creare.
“… all’improvviso la giungla è diventata tutta bianca, e gli animali della giungla, che non avevano mai visto la neve, hanno avuto paura e sono scappati lontano lontano.” dalla favola preferita da Carmen e Giada Esuberante, spesso incontenibile. Sfacciata, manipolatrice, bugiarda fino a livelli patologici.
non trovo niente di "normale" in questo film anzi la visione è resa insopportabile, troppa enfasi e pure diseducativa,e il finale( ?) aleatorio che lascia degli interrogativi,purtroppo è no!
Un ottimo film, sia come visione registica ma valorizzata ed espressa nella eccezionale interpretazione della protagonista la quale riesce ad esprimere l'anima spaccata e disperata della fine incomprensibile per Lei del' Amore, l' inaccettabile decisione di altri su quello che lei ritiene una parte inscindibile della sua anima la separazione da sua figlia.
Ottima performance, tutto splendido, ma come cavolo finisce??????La devono finire. Questo è l'ennesimo fim con finale BOHHH
Presentato alle Giornate degli Autori della Mostra del cinema di Venezia, in sala dal 14 settembre, L’invenzione della neve è un film di grande intensità emotiva, con una grande protagonista, Elena Gigliotti, raramente vista al cinema.
Elena Gigliotti è Carmen, una madre con una tigre tatuata sulla schiena e una bimba, Giada, che è stata affidata dal giudice al padre, e che lei può vedere solo una volta ogni quindici giorni. Una bimba alla quale racconta la storia della giungla innevata: una neve che permette a mamma tigre e alla sua tigrotta di nascondersi, libere dall’angoscia di minacce esterne. Carmen è stata una bambina strappata alla madre: una madre a cui non è mai riuscita a rinunciare. A lei ha dedicato un altare, con lei parla – anche se lei non c’è – e le racconta i suoi errori, i suoi dubbi, i suoi tormenti.
Carmen ha problemi di droga, Carmen è una donna instabile, le sue gioie si trasformano in rabbia, angoscia, pianto. A punteggiare il racconto filmico, le animazioni di Gianluigi Toccafondo, volti che si stirano, fluttuano, vorticano, figure oblunghe, che ricordano “L’urlo” di Edvard Munch.
Carmen ha una personalità borderline, ha una disperata vitalità, è eccessiva, invadente, sbagliata, forse pericolosa. Vive una vita nella sua testa ed un’altra nella realtà. Carmen vive in bilico, fra la tragedia e la meraviglia, Carmen dice bugie, usa la sua forza di seduzione, fa di tutto per non perdere sua figlia e l’uomo che dice di amore. Elena Gigliotti ci restituisce un grande personaggio femminile, potente, imprevedibile. Il film è stato girato in neanche tre settimane: le sequenze principali sono state girate in un unico take, in piani sequenza praticamente senza fine. Il regista ha chiesto agli attori di reagire anche agli imprevisti, come a opportunità, di abitare la scena come la vita. “Qualunque cosa accada durante la ripresa, non ci fermeremo” ha detto il regista ad attori, operatore di ripresa, microfonista. Non ci sarà nulla che chiameremo errore”.
Un film, dunque, che da una parte rasenta il versante del documentario, dall’altra si inabissa nelle immagini di Gianluigi Toccafondo. In entrambi i casi, alla ricerca di una verità intima. Una verità che viene anche dagli attori, scelti durante un casting lungo anni, e sottoposti ad una lunga preparazione prima di girare. Il regista ha detto ad ognuno di loro: “Offri al personaggio le tue esperienze, i tuoi ricordi più intimi, le tue fragilità. In cambio, potrai plasmarne gesti e linguaggio fino a farlo diventare te”. Ha cercato di fare in modo che i suoi attori ne sapessero di più, sul personaggio, del regista e dei suoi sceneggiatori, Igor Brunello e Luca De Bei.
Ovviamente, le riprese sono in gran parte con macchina a spalla: una danza fra l’operatore – Andrea Caccia – e gli attori, senza sapere in anticipo i movimenti degli attori, quando si sarebbero fermati, dove si sarebbero diretti. Accettando il rischio dell’imprevisto, della sfocatura, dell’immagine imprecisa. Un viaggio nell’ignoto del racconto e nell’ignoto della ripresa cinematografica. E, come se non bastasse, il regista per ogni scena ha scelto un mascherino diverso, una diversa proporzione fra larghezza e altezza nel fotogramma. Un po’ come fece Xavier Dolan in Mommy: ma lì l’immagine era “quadrata”, claustrofobica, fino all’unico momento in cui si allargava, facendo respirare gli occhi dello spettatore.
Come un corpo a corpo che si materializza dalla linea fluida e metamorfica di un'immaginazione animata, L'invenzione della neve, l'ultimo film di Vittorio Moroni presentato in anteprima nella Notti Veneziane delle "Giornate degli Autori" e adesso in sala dal 14 settembre, prende forma sotto i nostri occhi in un ostico, intimo, accavallarsi di parole e movimenti: c'è Carmen, una donna bruna e profonda [...] Vai alla recensione »
Si nutre di desideri e speranze questo quarto lungometraggio di Vittorio Moroni, da una parte mostrando ambizione per come orchestra un complesso dramma personale e famigliare fondato sulla apparente linearità dell'intreccio, dall'altra ponendo attenzione a sollevare un ricco apparato emotivo di conflitti interiori e contraddizioni che spingono il film verso una dimensione inafferrabile, proprio come [...] Vai alla recensione »
Il film di Vittorio Moroni rielabora in modo personale quello che potrebbe essere uno dei tanti fatti di cronaca che scorrono sotto i nostri occhi nel quotidiano. La particolarità dell'approccio del regista è quella di adottare una messa in scena sperimentale che diventa un vero e proprio laboratorio creativo dove non ci sono tesi da esporre o un giudizio nei confronti dei personaggi, ma una ricerca [...] Vai alla recensione »
È dolce e crudele, L'invenzione della neve (Italia, 2023, 117'). E sgradevole e tenera è Carmen (Elena Gigliotti, molto intensa). La macchina da presa inizia a mostrarla nella seconda sequenza, inquadrandola di schiena, e impiega qualche minuto per scoprirne il viso. Poi la insegue per tutto il film, quasi la volesse afferrare. Ma è inafferrabile e irraggiungibile, la giovane donna raccontata da Vittorio [...] Vai alla recensione »
È un periodo, questo, di ritratti femminili sui generis, per il cinema italiano. Due di questi - tra i più importanti e riusciti - li abbiamo potuti vedere nell'appena conclusa Mostra del Cinema di Venezia: da una parte Felicità, esordio alla regia di Micaela Ramazzotti da lei stesso interpretato, presentato nella sezione Orizzonti Extra; dall'altra questo L'invenzione della neve, terzo lungometraggio [...] Vai alla recensione »
L'appena conclusa Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia ci ha regalato, al di fuori delle sue sezioni principali, almeno due ritratti femminili di grande pregnanza. Da una parte la protagonista di Felicità, esordio dietro la macchina da presa di Micaela Ramazzotti, presentato nella sezione Orizzonti Extra; dall'altra la Carmen di questo L'invenzione della neve, nuovo lavoro di Vittorio Moroni, che [...] Vai alla recensione »
Carmen è una giovane donna cresciuta tra case famiglia e assistenti sociali. Dalla relazione con il suo ex è nata una bambina, affidata dal giudice al padre e alla nonna paterna. Carmen è disperata e medita vendetta. Moroni realizza un film che si guarda tutto d'un fiato. Ritmo travolgente, dialoghi incalzanti e inquadrature disturbanti, con interpreti sempre sul filo del rasoio.
Regista davvero interessante Vittorio Moroni, ce ne siamo già occupati, recentemente autore di Denise, miniserie doc sul caso di Denise Pipitone. L'invenzione della neve, presentato alle Giornate degli autori dell'80ª Mostra di Venezia, è il suo film più ambizioso. Storia di Carmen, donna problematica alla quale una giudice a suo modo partecipe ha tolto l'affidamento della figlia, dato invece al padre [...] Vai alla recensione »
Un percorso lungo e travagliato ha accompagnato la gestazione di L'invenzione della neve, nuovo film di Vittorio Moroni presentato in anteprima alle Giornate degli Autori all'80° Mostra di Venezia e pronto per la distribuzione in sala a partire dal prossimo 14 settembre. Un percorso durante il quale il regista, per sua stessa ammissione, ha tentato "di controllare l'assenza di controllo".