Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 126 minuti |
Regia di | Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 settembre 2023
Due artisti riflettono sulle grandi guerre e le ideologie che hanno cambiato il paesaggio del XX secolo.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Nel 2014 i filmmaker Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi presentano il loro film Pays Barbare (2013) al Museo Reina Sofia di Madrid, istituzione che conserva nelle sue sale anche Guernica, il celebre dipinto di Pablo Picasso commissionato dal governo repubblicano spagnolo. Esposta per la prima volta nel padiglione spagnolo dell'Esposizione Universale di Parigi del 1937, l'opera simbolo della follia bellica prende il nome dalla cittadina dei Paesi Baschi bombardata ininterrottamente per più di tre ore dall'aviazione tedesca e italiana il 26 aprile 1937, a oltre un anno dall'inizio della Guerra civile spagnola (distruzione puntualmente ripreso dagli operatori della tedesca UFA). Per i due cineasti quell'incontro con il dipinto è la scintilla per un nuovo film, che, come i precedenti, realizzano tramite la "camera analitica", dispositivo con il quale filmano di nuovo e riassemblano i film in pellicola reperiti nelle cineteche, ma anche, soprattutto, tra gli archivi privati e familiari dei cineamatori. La loro rielaborazione ha l'obiettivo di ragionare sui grandi fenomeni che hanno attraversato il Ventesimo secolo e sulla loro persistenza: guerre, colonialismo, migrazioni. Dopo la morte di Angela Ricci Lucchi, avvenuta nel 2018, Yervant Gianikian prosegue il progetto anche a nome suo ("ho promesso ad Angela che avremmo continuato il nostro lavoro sulla violenza"), coadiuvato al montaggio da Luca Previtali e dalla scrittrice Lucrezia Lerro come voce narrante femminile.
Frente a Guernica porta il sottotitolo Versione integrale per distinguersi dalla versione mostrata a Madrid: un'installazione di acquerelli realizzati da Angela Ricci Lucchi e un film commissionato dal Museo (nel 1946 il MoMa di New York aveva chiesto al documentarista Robert Flaherty un film sullo stesso dipinto). In quattro anni di lavoro Gianikian raccoglie nove ore di materiali: quella presentata a Venezia Fuori Concorso nel 2023 è appunto una versione accresciuta di circa 30 minuti rispetto ai 93' originari.
Le immagini del passato si relazionano immediatamente al presente, in una continuità che si svela progressivamente. I registi le mettono in relazione tra loro e le integrano con testi letterari, citazioni, testimonianze (lette in colonna audio dalle voci di Gianikian e Lerro), provocando un effetto dirompente. Così i film storici della guerra civile spagnola evocano (senza mostrarli) i report giornalistici del conflitto attualmente in corso tra Ucraina e Russia: famiglie che abbandonano le proprie case, o camminano tra le macerie, l'impegno della popolazione nello sforzo bellico e al fronte (si cita l'attivista dell'antifascismo Dolores Ibárruri: "meglio morire in piedi che vivere in ginocchio"), donne e bambini che raccolgono il grano al posto degli uomini al fronte.
Lo sguardo di Gianikian e Ricci Lucchi è ad ampio raggio, non solo concentrato sulla Spagna, anzi; i fenomeni sono interconnessi tra loro e le documentazioni di eventi diversi ma in qualche modo dialoganti si rincorrono, la loro velocità di scorrimento spesso è rimodulata in rallentamenti utili all'analisi: anche Parigi è centrale nella tesi del film, come città in cui Picasso visse a lungo ma anche teatro del rastrellamento di oltre dodicimila ebrei apolidi nel 1942 nei sei famigerati giorni al Velodromo d'inverno. La Roma mussoliniana, le colonie in Tripolitania, i viaggi di Gandhi, le visite ufficiali di capi di Stato, re, ambasciatori; l'Expo di Barcellona del 1929, le vacanze in crociera di un gruppo di italiani che intercettano le bandiere con la svastica del padiglione tedesco del 1937, il secondo congresso internazionale degli scrittori antifascisti del 1937, tra Valencia, Madrid, Barcellona e Parigi, in cui la notizia della guerra civile viene tenuto nascosto ai delegati. Su tutto, si segnala un interessante spostamento di prospettiva sul vero inizio della Seconda guerra mondiale: non l'invasione della Polonia ma l'occupazione giapponese della Manciuria del 1931, precedente sottovalutato dagli storici. Integrato da Sogno e menzogna di Franco, disegni preparatori di Picasso per Guernica, il film si conclude con lo scambio tra Picasso e l'ambasciatore tedesco nella Francia di Vichy, dopo la visione del dipinto: "Lei ha fatto questo?". E il pittore: "No, voi avete fatto questo".
L'inizio è folgorante quanto minaccioso. In cadenza rallentata, un pipistrello dispiega le sue ali, mentre una scimmietta sembra emettere un grido. Il materiale pellicolare, trasferito in digitale, mostra tutto il suo logoramento. Questa inquadratura - un prelievo, un dettaglio ingrandito dell'intero fotogramma? - funge da emblema dell'intero film. Per saccadi, sfilano immagini: un catalogo inquietante. [...] Vai alla recensione »
Frente a Guernica si compone di due parti unite senza soluzione di continuità ma facilmente individuabili nelle loro singolarità. La prima, di un'ora abbondante, consta di una serie di "appunti visivi", di materiali d'archivio eterogenei presi da Yervant Gianikian durante il periodo della pandemia e in seguito rielaborati e accostati. La seconda, di circa un'altra ora, ci immette direttamente nella [...] Vai alla recensione »