El Conde

Film 2023 | Commedia 110 min.

Regia di Pablo Larraín. Un film Da vedere 2023 con Alfredo Castro, Paula Luchsinger, Gloria Münchmeyer, Jaime Vadell, Antonia Zegers. Cast completo Genere Commedia - Cile, 2023, durata 110 minuti. - MYmonetro 3,00 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 11 agosto 2023

Pinochet è diventanto un vampiro, deciso però a morire per sempre. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office El Conde ha incassato 576 .

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un'allegoria del potere che non arretra davanti a nulla. Strizzando l'occhio al cinema internazionale.
Recensione di Paola Casella
giovedì 31 agosto 2023
Recensione di Paola Casella
giovedì 31 agosto 2023

Un vampiro si aggira sulla Terra da 250 anni, a partire dalla Rivoluzione francese, nutrendosi del sangue di tutti (ma schifando il "bouquet plebeo" del plasma dei lavoratori). Nel Settecento quel vampiro si chiamava Claude Pinochet, ma dopo varie identità transitorie ha trovato la sua definitiva incarnazione in Augusto Pinochet Ugarte, il generale autore del colpo di Stato contro Salvador Allende e diventato dittatore del Cile. Pinochet, soprannominato El Conde ("il conte"), ha governato per un ventennio macchiandosi (mai direttamente) di omicidi, torture, incarcerazioni e ruberie, affiancato dalla moglie Lucia, stratega di grande influenza.

Nel 2006 El Conde, immortale in quanto vampiro, ha simulato la propria dipartita, continuando a campare nell'oscurità. Ma ora ha deciso di andare all'inferno sul serio, e convoca i cinque figli per stanare insieme a loro un'infinità di proprietà e denari nascosti. I figli, avidi e gretti, si recano nella landa desolata dove i genitori abitano insieme al maggiordomo cosacco Fyodor. Ma una suora esperta di esorcismi li raggiunge per estirpare il diavolo dal Conte e salvare quel che resta della sua anima (e dei suoi beni).

El Conde di Pablo Larraín è un'allegoria del potere, e va ad allinearsi ai suoi film precedenti dedicati a Jackie Onassis e Lady Diana.

La dittatura di Pinochet ha spesso sotteso il cinema del regista cileno, da Tony Manero a Post Mortem, da No a Neruda: ma qui il Conte è al centro della scena, e rappresenta il Male nella sua infinita capacità di manifestarsi nel tempo. E il Male non è solo in Pinochet, ma anche nella moglie e nei figli, persino nel maggiordomo, e in chiunque si avvicini a questa famiglia dedita ai furti e alla violenza, giustificati come necessari all'auto perpetuazione.

Questa volta Larraín sembra strizzare l'occhio anche al cinema internazionale, dal grottesco di Lanthimos all'oleografico di Wes Anderson (con commento fuori campo in voce femminile), dalla trilogia del potere di Sokurov all'ascetismo spirituale di Dreyer, fino all'horror humour di Frankenstein Junior e al cinismo senza scrupoli della serie Succession, che al netto della (enorme) valenza politica della figura di Pinochet è il precedente cui questa storia, di fatto, somiglia di più.

Larraín dà la stura all'umorismo nero trattenuto nel dipingere i ritratti di due icone intoccabili come Onassis e Spencer, ma purtroppo azzera l'intensa partecipazione emotiva che animava i suoi primi lavori: El Conde resta algido e concettuale, e la magnifica fotografia di Edward Lachman, così calda e sensuale in Carol di Todd Haynes, appare qui raggelata al servizio di una commedia nera e surreale senza riscontro passionale: il che, per Larraín, è una (voluta?) anomalia, parlando del proprio Paese e del suo dittatore.

Quanto a grafismi però El Conte non arretra davanti a nulla, in particolare all'efferatezza delle violenze commesse da Pinochet e al disgusto che suscitano certe sue perversioni, come quella di nutrirsi di cuori umani ancora palpitanti. Qualche bordata è particolarmente efficace (in primis quelle al governo nordamericano), così come è storicamente utile l'elenco delle nefandezze perpetrate da Pinochet durante e dopo la sua dittatura.

Ma manca l'eco del dolore del popolo cileno, così presente nei primi film di Larraín, rendendo il risultato più un esercizio di stile che una riflessione sul Male. E manca il collegamento fra gli anni della dittatura e il presente (il film è ambientato ai giorni nostri), come se il Male fosse confinato al passato. Le conseguenze attuali della dittatura di Pinochet si restringono ad una - ma fulminante - battuta: "Il suo più grande successo è stato quello di trasformarci negli eroi della cupidigia".

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 15 ottobre 2023
Marco Minniti
Asbury Movies

Tra i titoli che destavano più curiosità in questa appena avviata 80a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, c'era senz'altro questo nuovo lavoro di Pablo Larraín, El Conde. Una curiosità che nasceva in parte dal soggetto insolito, per il regista cileno - una rivisitazione in chiave horror/grottesca della vita del dittatore Augusto Pinochet - in parte da un ragionamento apparentemente di segno [...] Vai alla recensione »

martedì 3 ottobre 2023
Emanuele Bucci
Ciak

Augusto Pinochet (Jaime Vadell) vive ancora tra noi, ed è sempre stato un vampiro: nato 250 anni fa, soldato dell'Ancien Régime, nemico delle rivoluzioni dalla Francia ad Haiti all'Algeria passando per la Russia, prende il potere in Cile col colpo di Stato fascista che rovescia, tra cadaveri e torture, il governo democraticamente eletto del socialista Salvador Allende.

domenica 17 settembre 2023
Daniele De Angelis
Cineclandestino

Parafrasando il pensiero di Karl Marx, la reiterazione ossessiva di una tragedia non può che declinare nella farsa, prima o poi. Su questo deve aver riflettuto a fondo Pablo Larrain, prima di dare alla luce il suo El Conde, visto in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023 e prontamente approdato sulla piattaforma Netflix, deus ex machina del progetto.

martedì 12 settembre 2023
Roberto Manassero
Film TV

Augusto Pinochet è sempre stato il centro eluso del cinema di Larraín. Alla dittatura del generale cileno, iniziata con il colpo di stato del 1973 e formalmente terminata nel 1990, il regista ha dedicato una trilogia (Tony Manero, Post Mortem, No - I giorni dell'arcobaleno), più un quarto film, Il club, che di quel mondo raccontava i resti. Fino a oggi, però, Pinochet non era mai stato mostrato da [...] Vai alla recensione »

martedì 5 settembre 2023
Federico Pedroni
Duels.it

L'11 settembre 2023 saranno passati cinquant'anni dalla morte (dall'omicidio?) di Salvador Allende e dal tragico esito di un golpe militare che avrebbe tenuto il Cile sotto il giogo della dittatura militare per quasi un ventennio. Il regime del generale Augusto Pinochet - dopo anni e anni di omicidi, torture, violenze e repressioni - cadde grazie a un plebiscito popolare indetto nel 1988.

venerdì 1 settembre 2023
Cristina Piccino
Il Manifesto

Pablo Larraín lo ha definito «una metafora semplice, per ricordarci che oggi la destra politica sta esplorando nuovi modi con cui conquistare elettori e poteri». Niente di più vero considerando la prontezza «mimetica» degli odierni adeguamenti. Chi è allora El Conde, Il Conte che dà il titolo al suo nuovo film - solo su Netflix dal 15 settembre - in concorso alla Mostra di Venezia dove il regista cileno [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 settembre 2023
Alessandra Levantesi
La Stampa

Giornata di mostri en vedette a Venezia 80: anche se si tratta di mostri di opposta natura - El Conde è un cinico Dracula, Dogman un reietto dal cuore gentile - rispecchianti gli opposti modi di cinema dei loro registi. Partiamo da Pablo Larrain, i cui biopic usano disegnare, sottraendolo alla cronaca, una sorta di contro-ritratto segreto del personaggio di turno, Neruda, Jackie o Spencer che sia. Vai alla recensione »

venerdì 1 settembre 2023
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

L'orrore disinnescato dalle risate (tante e sovente amare). Il regista cileno Pablo Larraín aveva dedicato tre film («Tony Manero», «Post Mortem», «No - I giorni dell'arcobaleno») al quindicennio in cui il suo Paese subì la feroce dittatura di Pinochet, inquadrando attraverso molteplici simboli la repressione, la spietatezza, infine la tensione verso la libertà.

venerdì 1 settembre 2023
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

A suo modo scontenta leggermente di più Pablo Larraín, che con il suo "El conde", targato Netflix, trasforma Pinochet in un vampiro, che proviene dai secoli remoti, chiudendo probabilmente (ma anche sperabilmente) il cerchio della memoria sulla dittatura cilena, con un horror grottesco dove il Male si ricicla costantemente. In un bianco e nero di stordente bellezza di Ed Lachmann, con una spoglia campagna [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 settembre 2023
Filiberto Molossi
La Gazzetta di Parma

Racconta un personaggio storico, ma lo fa in modo decisamente più originale (e folle), anche il cileno Pablo Larrain che gira con "El Conde" in un sontuoso bianco e nero una black comedy grottesca e splatter trasformando Pinochet in un Dracula moderno: idea notevole, nella certezza che gli orrori (qui documentatissimi) dell'avido e sanguinario dittatore possono trovare realistica spiegazione solo attraverso [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 settembre 2023
Giovanni Spagnoletti
Close-up

«Ho trascorso anni immaginando Pinochet nelle vesti di un vampiro, come un essere che non smette di imperversare nella storia, sia nella nostra immaginazione che nei nostri incubi. I vampiri non muoiono, non scompaiono, e nemmeno i crimini e le ruberie di un dittatore che non ha mai affrontato la giustizia. Io e i miei collaboratori volevamo mettere in evidenza la brutale impunita` che Pinochet rappresenta. [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 agosto 2023
Valerio Sammarco
La Rivista del Cinematografo

Il potere, le sue ramificazioni, la sua sete di sangue, il suo infinito ciclo, l'eredità (im)possibile. L'ossessione di Pablo Larraín, il potere, da quell'obitorio teatro di Post Mortem (2010) ai voli notturni di un vampiro in cerca di giovani cuori da frullare per mantenersi eterno: El Conde riporta il regista cileno in gara a Venezia per la quinta volta.

giovedì 31 agosto 2023
Pietro Masciullo
Sentieri Selvaggi

"Perché non riesco a morire?" ripete ossessivamente un anziano vampiro immerso nelle tenebre della storia. Con lui non riescono a morire istinti ferini e autoritari, sete di potere e intollerabili crimini contro l'umanità, traumi individuali e collettivi. Insomma, chi tiene in vita tutto questo ancora oggi? Ecco, dopo la trilogia cilena sul pre e post colpo di Stato dell'11 settembre 1973, dopo le [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 agosto 2023
Emanuela Martini
Cineforum

Il generale Augusto Pinochet, che era stato presidente della giunta militare cilena dal settembre del 1973 e dal 1974 presidente (leggi: dittatore) della Repubblica cilena fino al clamoroso NO del plebiscito popolare che nel 1988 aveva portato alla sua destituzione, morì nell'ospedale militare di Santiago il 10 dicembre del 2006. Aveva 91 anni, sulle spalle migliaia di morti e di desaparecidos, un [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 agosto 2023
Elisa Battistini
Quinlan

Dopo la trilogia femminile sul potere e le sue spire (Jackie, Ema, Spencer), Pablo Larraín affronta una figura che è parte consustanziale della sua filmografia, Augusto Pinochet, e lo fa con un horror grottesco in cui il dittatore è un vampiro di circa 250 anni di età. Lo spettro del militare fascista che ha governato il Cile dal golpe del 1973 al 1990 attraversa le opere fondamentali di Larraín a [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 agosto 2023
Mattia Pasquini
Ciak

In attesa del Maria con Angelina Jolie che dovrebbe chiudere la trilogia iniziata con Jackie e Spencer (presentati proprio al Lido entrambi), ad arricchire un concorso già molto interessante, la Mostra internazionale d'arte cinematografica riporta a Venezia 80 Pablo Larraín. Che con El Conde torna a percorrere le vie più surreali del suo cinema, mescolando il biografismo delle ultime prove con l'abitudine [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 agosto 2023
Serena Nannelli
Il Giornale

Quest'oggi in concorso al Festival di Venezia 2023, viene presentato al pubblico "El Conde", la dark-commedy in salsa horror diretta dal regista Pablo Larrain, che la stampa ha invece visionato ieri sera. Il film sbarcherà su Netflix già a partire dal 15 settembre ma sarà difficile che arrivi in testa alla classifica dei più visti della piattaforma.

giovedì 31 agosto 2023
Giacomo S. Pistolato
NonSoloCinema

Augusto Pinochet è ancora vivo. O quantomeno, non morto. Si nasconde in una cadente hacienda ai confini della Terra del Fuoco con la moglie e il fidato maggiordomo. Lontano dalle scorribande del passato, aspetta che arrivi la sua ora. L'attesa potrebbe essere lunga tuttavia, perché lo spietato ex dittatore cileno in realtà è un vampiro la cui sete di sangue sembra essersi ormai estinta.

NEWS
PREMI
sabato 9 settembre 2023
 

Il regista e sceneggiatore si aggiudica il premio per il film prossimamente su Netflix. Vai all'articolo »

MOSTRA DI VENEZIA
giovedì 31 agosto 2023
Paola Casella

Una commedia nera su Pinochet. In Concorso a Venezia e dal 15 settembre su Netflix. Vai all'articolo »

NETFLIX
giovedì 31 agosto 2023
 

Regia di Pablo Larraín. Un film con Alfredo Castro, Paula Luchsinger, Gloria Münchmeyer, Jaime Vadell, Antonia Zegers. In concorso a Venezia 80 e dal 15 settembre su Netflix.  Guarda il trailer »

TRAILER
venerdì 11 agosto 2023
 

Regia di Pablo Larraín. Un film con Alfredo Castro, Paula Luchsinger, Gloria Münchmeyer, Jaime Vadell, Antonia Zegers. In concorso a Venezia 80. Guarda il trailer »

winner
miglior scenegg.ra
Festival di Venezia
2023
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