L'assenza materna sublimata dall'immaginazione di una Roma acquatica e di un pianeta della cura. Un esordio sorprendente. Documentario, Italia, Lituania2023. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una sera d'estate di molti anni fa Roma è deserta: una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia attraversa la città per salvarla. Espandi ▽
"Quando vedo Roma vedo mia madre. E' così da quando lei è morta". Una sera d'estate di molti anni fa: la città è deserta, è in corso la finale del campionato del mondo di calcio. Una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia, nel buio della notte, attraversa Roma: vuole trovarla e salvarla. Virginia deve attraversare le profondità delle acque, della storia, dei miti, delle sciagure e dei bagliori vitali di una Roma senza tempo. Così può vedere di nuovo sua madre che emerge dall'oscurità del Tevere per volare verso Amor, "il pianeta della cura" circondato dall'acqua e dove le vie, le piazze, le fontane ricordano quelle di Roma e gli animali sono liberi di circolare. Recensione ❯
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Un ritratto toccante delle battaglie di una generazione. E uno sguardo originale su Firenze. Documentario, Italia2022. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di come è nato il quartiere Isolotto di Firenze. Espandi ▽
Con filmati d'epoca e attraverso il ricordo di molti testimoni, Federico Micali racconta la storia singolare del quartiere dell'Isolotto, a Firenze. Dove un prete coraggioso si schierò con decisione dalla parte del "popolo", degli operai che lottavano per il loro posto di lavoro, e arrivò ad offrire loro gli spazi della chiesa per le riunioni sindacali. Mentre lui portava la Messa all'aperto, in piazza. Un esperimento rivoluzionario di una Chiesa locale più autenticamente cristiana, con lo sguardo rivolto agli ultimi, in aperta disobbedienza alle gerarchie ecclesiastiche.
Federico Micali sa raccontare i movimenti,i pensieri, i respiri di una comunità. Il suo cinema è attratto da ciò che è "collettivo", dai fili invisibili che uniscono le persone.
Stavolta racconta la sintonia di un quartiere operaio e di un prete anticonformista, che pagherà caro il suo schierarsi con gli ultimi. Ne emerge un ritratto toccante delle speranze e delle battaglie di una generazione che credeva di poter cambiare il mondo. Uno sguardo originale su Firenze: una Firenze lontana anni luce da quella delle "camere con vista" a cui il cinema ci ha abituato. Recensione ❯
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Un documentario prezioso capace di entrare in uno spazio intimo, dove le donne rivelano segreti mai svelati prima sulla maternità. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti.
Intorno a un'ostetrica esperta, una comunità di donne in gravidanza nasce e si confronta nel parco del
Bosco di Capodimonte, a Napoli. Espandi ▽
Un gruppo di donne incinte si ritrovano all'aria aperta (anche quando piove) insieme a Teresa De Pascale, ostetrica settantenne e fondatrice di Terra Prena, "un'associazione che favorisce l'incontro e lo scambio di esperienze durante il periodo della gravidanza e dopo il parto". Il gruppo è disomogeneo per età, provenienza, ceto sociale, ma unito dall'unicità del periodo di gestazione, e spesso dalla preoccupazione per il parto a venire, che per molte è il primo.
Teresa le guida, le consiglia, talvolta le abbraccia con slancio materno, e le accompagna nel lungo viaggio per diventare madri, anche dopo che il loro bambino è nato, perché "C'è sempre un'ambivalenza durante la gravidanza", dice De Pascale, sdoganando la sensazione che ogni puerpera ha provato quando una parte di sé si è detta con sgomento: "Non potrò più tornare indietro".
Tempo d'attesa è più di un documentario: è un viatico verso una maternità consapevole, fuori dai tempi affrettati che la società e la professione medica spesso impongono, ed è la testimonianza del clima di fiducia che si può creare fra donne anche molto diverse fra loro, così come nei confronti di una figura femminile con maggiore esperienza e un grande cuore. Recensione ❯
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Un doc che riesce a portare nella realtà dell'isola-carcere di Gorgona con la giusta discrezione e il necessario equilibrio. Documentario, Italia, USA2022. Durata 91 Minuti.
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario. Espandi ▽
Sull'isola di Gorgona, che si trova a 19 miglia dalle coste della Toscana, c'è un penitenziario del tutto particolare che è concepito come una colonia agricola dove i detenuti svolgono diverse attività come quella, per esempio, di coltivare l'orto, fare il pane oppure occuparsi del bestiame. Sul posto non c'è praticamente nulla. L'unica residente è Luisa Citti, discendente di una delle famiglie che hanno vissuto nel luogo dall'Ottocento. Nella casa di reclusione c'è il direttore Carlo Mazzerbo che dialoga con i detenuti. A Gorgona non possono essere ammessi chi fa parte della criminalità organizzata né chi ha problemi di tossicodipendenza.
Sembra un film fermo nel tempo. Gorgona però non è, soltanto, né un documentario carcerario, né sul luogo. Emergono piuttosto le persone che si trovano lì. I volti, le attività quotidiane già raccontano molto della loro storia, integrata poi dai racconti davanti la telecamera.
Premiato come miglior documentario al 63°Festival dei Popoli, Gorgona porta dentro la realtà dell'isola-carcere con la giusta discrezione, il necessario equilibrio. Il documentario, il cinema, sono però soltanto un passaggio temporaneo. Ciò che sembra contare, per Tibaldi, è mostrare un'esperienza che resterà per sempre. Recensione ❯
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Un'originale rilettura dell'uccisione di Pasolini che punta alla verità (ancora latitante). Documentario, Italia2022. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film inchiesta alla ricerca della verità politica dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini Espandi ▽
La mattina del 2 novembre 1975 su una spiaggia di Ostia veniva trovato il martoriato cadavere di Pier Paolo Pasolini. Il documentario torna ad interrogarsi su quella morte grazie a numerosi contributi di persone che, a vario titolo, all'epoca conobbero Pasolini o presero parte alle indagini come inquirenti, testimoni o avvocati di parte.
Una rilettura dell'uccisione di Pasolini realizzata in modo originale e con nuove ed ampie testimonianze. Nel corso dei decenni intercorsi tra quella tragica mattina e il tempo presente più di un documentarista ha affrontato il mistero, che grava tuttora, a proposito dell'uccisione del poeta, scrittore, intellettuale e regista. Il lavoro di Angelini si pone nella linea della ricerca avendo però una prospettiva ed una scrittura differenti.
Vengono così evidenziati i molteplici motivi che, aggiunti alle incongruenze che emergono dall'indagine, rendono più che sospetta la versione ufficiale e fanno riflettere sulla sentenza d'appello che tornava a condannare Pino Pelosi cancellando la dizione 'in concorso con ignoti'. Recensione ❯
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Proteste lavorative come misura del cambiamento. Il documentario evocativo che si fa esperienza immersiva. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che ripercorre un evento dimenticato della nostra storia recente: una grande mobilitazione per chiedere lo sviluppo del territorio sardo. Espandi ▽
Grazie al materiale audiovisivo contenuto all'interno degli archivi della preziosa Cineteca Sarda, il regista Peter Marcias ricostruisce la storia delle lotte dei lavoratori dell'isola, iniziate tragicamente con l'eccidio dei minatori di Monteponi nel 1922 fino alle grandi mobilitazioni sindacali tra il 1992-93 che coinvolsero ventisette Comuni del Sulcis Iglesiente, uniti nella richiesta di un nuovo piano di sviluppo socio-economico per il territorio, ancora oggi tra i più poveri d'Italia. A fare da Virgilio in questo aspro inferno di rabbia disperata e soprusi denunciati, c'è l'ex professore di Diritto del Lavoro dell'Università di Cagliari, Gianni Loy (oggi Garante dei diritti dei detenuti della stessa città), accompagnato dalle riflessioni di due registi europei, simboli del cinema d'impegno sociale, Ken Loach e Laurent Cantet, che contribuiscono a porre l'accento sulle ingiustizie del mondo lavorativo di ieri e di oggi, a tutela di quei diritti fondamentali che dovrebbero essere riconosciuti a tutti gli uomini e le donne. Recensione ❯
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Il racconto della strage di Alcamo Marina in un film di impegno civile che risarcisce l'onorabilità di chi fu ingiustamente accusato. Drammatico, Italia2019. Durata 86 Minuti.
La "strage di Alcamo Marina", in cui furono assassinati due giovani carabinieri. Espandi ▽
Nella notte del 27 gennaio 1976 l’appuntato Salvatore Falcetta e il carabiniere Carmine Apuzzo venivano uccisi a sangue freddo nella caserma di Alcamo Marina in cui stavano dormendo. Per l’omicidio vennero condannati cinque uomini, tutti assolti in appello per non aver commesso il fatto. Sull’accaduto l’ombra di Gladio e l’utilizzo della tortura. Giovanni Calvaruso non fa opera di fiction quando mostra l’uso sistematico di waterboarding e di scariche elettriche nei confronti di coloro che dovevano confessare azioni mai commesse. Si limita a ricostruire quanto ormai accertato come realmente accaduto. L’aver deciso di porre in rilievo quanto accadde quasi cinquant’anni fa non è solo un encomiabile e doveroso atto di risarcimento dell’onorabilità degli imputati ma anche un esempio del fatto che il cinema di impegno civile continua ad avere un senso e una funzione. Recensione ❯
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Un viaggio che ripercorre la storia di due bronzi di Riace conservati straordinariamente. Espandi ▽
Ci sono un quando, un dove, un chi e un come: il 16 agosto 1972, a 300 metri dal litorale di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria, a 8 metri di profondità nel Mar Jonio, vengono ritrovati due statue ascrivibili alla storia della Grecia classica; a segnalarne la presenza alle forze dell'ordine è un sub dilettante romano, Stefano Mariottini, in vacanza presso degli amici del luogo; i Carabinieri si occupano del ripescaggio delle statue, che vengono mandate all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed esposte per la prima volta al pubblico nel 1981, tornando quindi in Calabria per essere collocate definitivamente nel Museo Archeologico di Reggio.
Ma ci sono altri quando, dove, chi e come: le statue sono soltanto due? Che fine hanno fatto lance e scudi? È stato per primo Mariottini a ritrovarli? In che città devono essere ospitate? La Calabria è i Bronzi di Riace, i Bronzi di Riace sono la Calabria.
La storia, intera o ancora da scrivere; i misteri, veri o presunti; i protagonisti, conosciuti o inascoltati. C'è tutto dentro Semidei. Il film è una questione di sguardi, di osservazioni, di visioni. Ci sono gli archeologici e gli storici dell'arte che scrutano prima da fuori e poi da dentro per capire chi sono il Giovane (o l'Eroe) e il Vecchio (o lo Stratego) - così si chiamano il Bronzo A e il Bronzo B. Recensione ❯
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Brava e precisa, Calabria ci mostra quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. Documentario, Italia2022. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Esmeralda Calabria sfida i preconcetti per restituire dignità alla memoria e con coraggio squarcia un velo sull'Albania, uno dei Paesi a noi più vicini ma a noi più sconosciuti. Espandi ▽
Gli intrecci della storia e delle vite di chi è andato via: Redi scappa dall'Albania nel 1997 per sfuggire ai disordini scoppiati in tutto il paese e raggiunge il fratello Ekland in Italia, dove si diplomerà al Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ekland, musicista del Teatro dell'Opera di Tirana, aveva lasciato clandestinamente l'Albania qualche anno prima. Meteli Hasa e Afe¨rdita Hasko Hasa, i genitori di Redi ed Ekland, primo ballerino dell'Opera di Tirana lui, insegnante di violoncello all'Accademia Musicale di Tirana lei, ora vivono in Puglia.
Gli intrecci della storia e delle vite di chi è rimasto: Bojken Lako, figlio di Bujar Lako, l'attore più importante del cinema albanese, scrive, dirige e produce programmi radio e tv. Irini Qirjako, Irena Saraci, Sabahet Vishnja e le altre, tutte componenti del Coro Jehona, il più importante gruppo di musica tradizionale albanese, si esibiscono nel paese e in giro per l'Europa.
Redi Hasa, con il suo violoncello e le sue musiche, ci guida alla scoperta di quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. C'è tutta l'Albania dentro questo film, un paese dove ancora qualcuno parla a bassa voce e, come nel finale obliquo e inquieto, qualcuno ancora si chiede chi è entrato a casa sua. Recensione ❯
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Un incalzante doc di denuncia sul lavoro della dottoressa Cattaneo: restituire la dignità umana a tutti. Documentario, Italia, Svizzera, Svezia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Storia di morti senza identità, corpi a cui nessuno sa dare un nome. Espandi ▽
La dottoressa Cristina Cattaneo dirige il LABANOF, Laboratorio ai Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano. La sua missione è quella di restituire un'identità ai numerosi cadaveri o scheletri che vengono trovati senza documenti. Con il suo team inizia a rintracciare ogni volta dei segni utili che ne possono permettere l'identificazione. Ma non è mai facile. Tra i suoi obiettivi, c'è quello di fare in modo che a tutte le persone decedute dei quali non si conoscono le generalità venga riconosciuto il diritto al nome e creare così una banca dati europea.
Dietro ogni persona scomparsa c'è una storia e quella delle loro famiglie che li stanno cercando. Si parte sempre da un indizio, anche dagli stessi oggetti: scarpe, occhiali, telefono, crocifisso, portafoglio.
Sconosciuti puri è un incalzante documentario di denuncia sull'assenza delle istituzioni e la lentezza della burocrazia. Emerge la figura di una donna che combatte tra mille difficoltà, anche in piena pandemia, che ci accompagna nel corso del documentario ma che, nella sua discrezione, cerca anche di essere invisibile e mantiene solo la sua voce per restituire nome e cognome a tutte le persone scomparse come gesto di rispetto della dignità umana. Recensione ❯
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Una donna si trova al capezzale di un morto che chiedeva di vederla. Per lei però è un totale sconosciuto. Espandi ▽
Amelia Jandolo è un'insegnante di ricamo e cucito nella Napoli degli anni '50. Una sera si trova davanti un giovane che pretende che la segua a casa perché Felice, il fratello morente, chiede con insistenza di vederla. Giunti a destinazione trovano che l'uomo è già deceduto. Tutti pensano che lei ne sia l'amante ma Amelia non lo conosce. Le rimarrà il desiderio di scoprire chi abbia usato il suo nome facendosi passare per lei. L'indagine la porterà a conoscere una realtà inattesa.
Daniele Salvo realizza un film con uno stile classico che aderisce alla vicenda che porta sullo schermo.
In un film che potremmo definire di altri tempi possiamo scoprire la possibilità di una narrazione che tenga conto delle possibilità interpretative messe a disposizione da un testo letterario portandone in luce gli elementi, grazie ad un cast equilibrato che aderisce a una regia che può permettersi, senza alcun timore reverenziale, di dedicare il film a Bernardo Bertolucci. Recensione ❯
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Un film sul ricordo e sui rimpianti, in cui l'intimità discreta ma partecipe di Bigoni trova corrispondenze col cinema di Soldini. Drammatico, Italia2022. Durata 83 Minuti.
I limiti di un amore, l'esaurirsi del tempo a disposizione, la fine. Cinque stanze si infila nei meandri della vita di una coppia e ne svela le fragilità, giocando con il tempo e con gli spazi. Espandi ▽
K, un uomo ormai prossimo alla pensione, sta leggendo una lettera che gli ha scritto la moglie Lara, gravemente malata, prima di andarsene di casa. I due sono stati sposati per circa trent'anni. All'inizio della loro relazione si sono amati intensamente ma la morte della loro figlia di quattro anni ha condizionato per sempre la loro vita. Da quel momento K si è allontanato da Lara. Negli ultimi sei mesi poi l'uomo ha iniziato una nuova relazione con Silvia. Non si rende conto del suo stato di salute. Quando accade, è già troppo tardi.
Cinque stanze oltrepassa la sua innegabile organizzazione dello spazio della scena e, attraverso la fotografia di Italo Petriccione, racconta molto dei suoi personaggi attraverso i primi piani, i silenzi.
Da parte di Bigoni, c'è una cura esemplare nel disegnare gli stati d'animo 'provvisori quasi d'amore' che avvicinano i suoi protagonisti a quelli del cinema di Soldini. Qui non hanno la possibilità di fuga, di provare a reinventarsi una vita. Ma nel finale, proprio nell'ultima stanza, il film respira e trasforma la sua rabbia in tenera malinconia. Recensione ❯
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Tre amici nell'entroterra calabrese. La festa patronale è in arrivo. Un documentario di prossimità, sincero
e potente. Espandi ▽
A Crotone, il 13 dicembre di ogni anno, si festeggia Santa Lucia portando avanti la tradizione dei Fuochi: grandi piramidi di legno vengono costruite e fatte ardere da gruppi di giovani e adulti appartenenti ai diversi quartieri della città, che si sfidano con l’obiettivo di realizzare la struttura più alta e il falò più bello. Il rito antichissimo vuole simbolicamente restituire la luce a Santa Lucia, acciecata secondo la leggenda, e diventa un momento di unione tra ragazzi che condividono una vita problematica tra povertà e mancanze in un contesto spesso difficile, come quello del quartiere Fondo Gesù. Il documentario di Matteo Russo si addentra in una realtà complessa e nella quotidianità amara di tre ragazzi, tentando di illuminare le loro vite buie. Nel suo lungometraggio d’esordio, il regista crotonese Matteo Russo si concentra sulla propria terra d’origine ponendo lo sguardo su uno spaccato di gioventù negata, priva di sbocchi, oppressa da situazioni familiari disastrate e da uno scenario sociale desolante. Senza ammorbidire la realtà e filmando anche qualche screzio tra i protagonisti, Musso cerca in quei ragazzi e nei loro silenzi delle scintille che possano illuminarne il cammino verso un’incerta età adulta. Recensione ❯
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L'artista che è riuscito a elevare il kitsch e il pop per trasformarli in capolavori come pochi artisti visionari nella storia recente. Espandi ▽
Il ritratto intimo di questo personaggio così polarizzante arriva al cinema per raccontare le dinamiche nascoste dietro la persona, l'artista e il marchio Koons. Passando dall'America all'Europa e al Qatar attraverso varie decadi, il film sarà un'occasione unica per capire l'uomo che ha preso gli oggetti di uso quotidiano prodotti in serie e li ha trasformati nella più alta forma d'arte, elevando il loro status da ordinario a sublime. Attraverso le parole di Koons, della sorella, della moglie e dei figli, ma anche di critici, galleristi, artisti e studiosi come Mary Boone, Jeffrey Deitch, Massimiliano Gioni, Antonio Homem, Dakis Joannou, Stella McCartney, Andy Moses, Norman Rosenthal, Scott Rothkopf, Julian Schnabel, Linda Yablonsky, il docu-film condurrà in un viaggio intimo nella mente di Jeff Koons, con l'obiettivo di scoprire cosa lo motiva oggi e cosa ha plasmato nel corso della sua carriera la sua incomparabile visione. Un mondo in cui gli oggetti quotidiani e la nostalgia per il pop del XX secolo trascendono le loro forme originali, si trasformano in opere d'arte, lasciando che lo spettatore guardi dentro le proprie riflessioni. Recensione ❯
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Un doc struggente che rende giustizia alle storie di tre donne italiane. Documentario, Italia2022. Durata 55 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1941: l'Italia fascista precipitava nella guerra, ma le donne si affannavano per partecipare al concorso
ideato da Zavattini e raccontare la loro vita. Per farne un film: questo... Espandi ▽
Nel 1941 l'imprenditore Giuseppe Visconti di Modrone chiese ad un celebre pubblicitario, Dino Villari di concepire una campagna promozionale per una nuova cipria prodotta dalla sua azienda. Villari ingaggiò lo sceneggiatore Cesare Zavattini, e insieme lanciarono il concorso "I film della vostra vita", cui le italiane avrebbero potuto partecipare raccontando la loro vera storia. Le storie più belle sarebbero state pubblicate e radiosceneggiate, e la migliore sarebbe diventata addirittura un film.
La scelta dei volti femminili è particolarmente interessante, perché quei volti (e corpi) contengono un'idea di modernità, un principio di emancipazione. Attraverso di loro Cipria racconta una storia d'Italia in parte declinata al femminile
Cipria, come dice il sottotitolo del film, non è solo il racconto delle vite di tre donne che non ci sono più, ma il film della nostra vita di italiani e italiane, immortalata nella sua dimensione quotidiana da un'angolazione non assurta in precedenza all'onore della Storia. Recensione ❯
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