Il film di Giulio Base è un gioco sul cinema e sulla letteratura costellato di citazioni e di rimandi che riguardano tanto il capolavoro di Proust quanto la scena cinematografica italiana. Da giovedì 2 novembre al cinema.
di Paola Casella
Una lussuosa villa sui Castelli Romani, 1974. Pietro è uno scrittore e sceneggiatore di grandi speranze. Ariane, star del cinema d'oltralpe, l'ha voluto con sé perché "è l'unico sceneggiatore italiano che parla francese" e ha bisogno di lui per scrivere un adattamento della Recherche di Marcel Proust, che pare abbia sollecitato l'interesse di Luchino Visconti. Per Pietro, Visconti è sempre stato un mito irraggiungibile, e non gli par vero di poter lavorare con lui. Ma il rapporto con Ariane non è dei più sereni. Riuscirà questa strana coppia a raggiungere il proprio obiettivo?
À la recherche, diretto, intrepretato (in francese) e coscritto (con Paolo Fosso) da Giulio Base, è un duetto fra due visioni del mondo caratteristiche degli anni Settanta, ma è anche un gioco sul cinema e sulla letteratura costellato di citazioni e di rimandi che riguardano tanto il capolavoro di Proust quanto la scena cinematografica italiana, con riferimenti ad aneddoti del dietro le quinte e perfino gossip e insinuazioni.
Se l'obiettivo di Ariane e Pietro è quello di "unire il tempo perduto con quello ritrovato", À la recherche funziona invece come una foto d'epoca che cristallizza un certo modo di pensare e di agire ormai datato.