The Full Monty - La serie

Film 2023 | Commedia

Regia di Andrew Chaplin, Catherine Morshead. Una serie con Robert Carlyle, Mark Addy, Lesley Sharp, Hugo Speer, Paul Barber. Cast completo Genere Commedia - Gran Bretagna, 2023, Valutazione: 1 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

Condividi

Aggiungi The Full Monty - La serie tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento lunedì 10 luglio 2023

Comedy drama di 8 episodi che racconta cosa è successo ai protagonisti di Full Monty venticinque anni dopo.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 1,00
CRITICA
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE NO
Il sequel di Full Monty è una miniserie fuori contesto che dimentica il film e non trova una ragion d'essere.
Recensione di Gabriele Prosperi
lunedì 10 luglio 2023
Recensione di Gabriele Prosperi
lunedì 10 luglio 2023

Sono passati 25 anni dagli eventi che portarono allo strip tease di sei uomini disoccupati e squattrinati; dal 1997 i ragazzi, oggi non più tali, delle vecchie acciaierie sono rimasti a Sheffield, dove hanno costruito nuove relazioni, cresciuto (o perso) figli, e devono oggi fare i conti con i nuovi problemi che la società e la politica inglese difficilmente riescono a riconoscere e, quindi, ad affrontare. Ritroviamo così Gaz (Robert Carlyle) e Dave (Mark Addy), Guy (Hugo Speer) e Cavallo (Paul Barber), Lomper (Steve Huison) e Gerald (Tom Wilkinson) in una spirale di vicende rocambolesche che li vede coralmente protagonisti.

Nel 1997 erano passati 25 anni dalla gloriosa e fortunata epoca industriale di Sheffield; quei 25 anni creavano un gap netto e preciso tra un'epoca di benessere, produttivo e sociale, e una nuova era, post-industriale e soprattutto post-Thatcher, in cui la classe operaia (nello specifico quella occupata nelle acciaierie che avevano fatto temporaneamente emergere la città) si ritrova disoccupata e sulla soglia della povertà. Con tutti i rischi che questo stato al limite comportava... e questo è tutt'altro che un commento secondario.

Forse inconsapevolmente (e la visione del suo sequel seriale lo confermerebbe) lo sceneggiatore Simon Beaufoy, nel suo intento di raccontare "politicamente" le condizioni di povertà, di disagio sociale e di disuguaglianza postmoderne, si ritrovò invece a cristallizzare in un film a basso budget un cambiamento assai più complesso da raccontare.

Full Monty seppe toccare una serie di argomenti gravosi; fu, in questo senso, un film "thatcheriano" - intendendo così quei prodotti, tipici nel Regno Unito degli anni Novanta, segnati dal ritiro dalla scena politica di Margaret Thatcher, la quale lasciò un paese alle prese con un rinnovamento sociale e culturale che passava necessariamente anche dalla rilettura del recente passato.

Temi come la disoccupazione, i diritti dei padri, la depressione, l'impotenza, l'omosessualità, la cultura della classe operaia e il suicidio, trovavano però tutti un comune denominatore, forse una chiave di lettura, o, meglio ancora, un elemento catalitico, enzimatico. Un fattore stimolante che perdurava e cresceva in 90 minuti e che si palesava solo nella conclusione del film, non mostrandosi e proprio per questo brillando, laddove il regista Peter Cattaneo decise di bloccare la visione di ciò che ogni spettatrice e, soprattutto, ogni spettatore voleva e doveva davvero vedere: finalmente, liberamente, rivoluzionariamente e senza timore alcuno, bensì con grande coraggio, sei diversi e normali peni, penzolanti su un palcoscenico, esposti a un pubblico sia maschile che femminile.

Full Monty raccontava il complesso processo di riequilibrio, che proprio negli anni Novanta fu sospinto - anche dalle nuove e faticose conquiste di genere politiche (con la lady di ferro in testa) - e una profonda riflessione sulle stesse identità di genere, sulle contraddizioni e sulla crisi del maschile nella nostra società,sulla sua intimità ed emotività, difficilmente o stereotipicamente rappresentate prima.

La nostra malaugurata epoca di prodotti derivati, che si caratterizzano più per una mancanza di coraggio e di volontà di rischiare, piuttosto che di creatività, viene, purtroppo, riaffermata in questo sequel, in cui si dimentica - o forse non si è mai compreso - il proprio valore interpretativo.

Dimenticatevi quindi ogni sorta di spogliarello: Full Monty - La serie si è scordata il film, seppur sia prodotta dallo stesso Uberto Pasolini e malgrado mantenga interamente il cast, precipitosamente invecchiato, i cui personaggi appaiono stanchi e nostalgici di un tempo anch'esso lontano. Un'amnesia confermata dal fatto che l'evento che davvero legò i sei squattrinati nel 1997 e che giustificherebbe ancora oggi una loro amicizia, lo strip tease, non viene mai (davvero mai!) citato fino al sesto degli otto episodi che compongono la miniserie. E in quel sesto episodio, solo fugacemente e senza alcuna ripercussione narrativa, esso viene ricordato in parte con nostalgia e in parte con denigrazione.

La miniserie Disney+ è dimentica non solo del film e del suo impatto interpretativo, ma anche di alcuni elementi narrativi fondamentali: Beaufoy, richiamato a scrivere questo sequel insieme ad Alice Nutter, non permette mai allo spettatore di creare i necessari ponti temporali che garantirebbero la definizione stessa di sequel.

Sono nuovamente passati 25 anni (citando il primo episodio: «Sette primi ministri e otto politiche di riqualificazione del nord dopo») ma le storie di questi sei uomini, non più squattrinati, non più in difficoltà, in realtà non c'è davvero il bisogno di raccontarle.

I problemi che affrontano derivano, ancora in questo caso, dalle politiche sociali del recente passato, ma sono tremendamente scollate l'una dall'altra. Ne deriva che i nuovi personaggi - dalla inaspettata figlia di Gaz (Talitha Wing) a Hetty (Sophie Stanton) migliore amica di Jean (Lesley Sharp) - sono disfunzionali a quella stessa coesione narrativa. La moglie innamorata - a tratti dura, cosciente, indipendente - del panciuto Dave, in particolar modo testimonia questo scollamento: quella stessa Jean che nel film del 1997 fu il soggetto essenziale per definire la proiezione del maschile sul femminile e del femminile sul maschile, essendo il personaggio sul quale l'intero disagio e l'insicurezza estetica del marito si costruivano e si mostravano.

Oggi Jean, più dolorosamente, è nuovamente artefice di un simile effetto, raccontando le conseguenze della perdita di un figlio sul rapporto di coppia, ma in assenza di un elemento narrativo che coniughi i tanti, altri, temi affrontati (dal suicidio infantile alla morte per malnutrizione, dalla disoccupazione all'immigrazione) la sua vicenda la rende antagonista, una scarlatta adultera e, perciò, alla ricerca di una redenzione che è, ahinoi, anche sociale. Un vero passo indietro, rispetto al film, nel leggere la condizione femminile e i rapporti di genere contemporanei.

A mancare è proprio un elemento di coerenza: senza un evento come fu, per il film, lo spogliarello attorno al quale far convergere le varie storyline drammatiche, la storia risulta vaga e soprattutto non dà i presupposti necessari allo spettatore per reinvestire in quei personaggi. Non è però l'assenza dello strip tease a definire l'insuccesso di questa miniserie, così come non è la nostra morbosità a definire il film un cult: Full Monty non mostrava i membri maschili, bensì raccontava la loro mostrazione, la loro manifestazione e spettacolarizzazione. L'uomo poteva essere oggetto, non solo un esclusivo soggetto narrativo; un oggetto di visione e di fortissima attrazione sia per lo spettatore (diegetico e non) sia per la spettatrice. La miniserie è costruita su soggetti funzionali, carichi di emozioni e di nostalgia, ma manca un oggetto. Manca cioè un buon motivo per raccontare questa storia.

Sei d'accordo con Gabriele Prosperi?
Powered by  
PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 23 luglio 2023
renato belluati

Full Monty la serie è la versione aggiornata ad oggi del film. Come tanti anni da l'anima del film non era lo spogliarello, semmai il dramma della disoccupazione e del licenziamento, nella serie viene colta alla perfezione la crudeltà del liberismo e della gestione della società fondata sulla spending review. Per questo motivo sono attivi ancora gli stessi protagonisti del [...] Vai alla recensione »

NEWS
DISNEY+
lunedì 10 luglio 2023
Gabriele Prosperi

I protagonisti del film cult di Peter Cattaneo tornano in una miniserie da 8 episodi. Su Disney+. Vai all'articolo »

DISNEY+
lunedì 15 maggio 2023
 

Ambientata venticinque anni dopo il film originale, arriva la serie che segue lo stesso gruppo di fratelli mentre vivono la loro vita. Dal 5 luglio su Disney+. Guarda il trailer »

Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati