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La notte più lunga dell'anno, un esordio troppo ragionato e intrappolato nella sua stessa scrittura

Nella lunga notte del solstizio d'inverno a Potenza si intrecciano quattro storie. Presentato al 39 Torino Film Festival e da giovedì 27 gennaio al cinema.
di Simone Emiliani

giovedì 2 dicembre 2021 - Torino Film Festival

Tutto comincia in un’area di servizio. I protagonisti sono già avvolti nel buio. Potenza è uno spazio spettrale, interrotto soltanto dai fari delle auto sulla strada. I personaggi delle quattro storie si trovano, per motivi diversi, a un bivio della loro esistenza. La loro vita può cambiare, precipitare da un momento all’altro, rimanere maledettamente la stessa, oppure è solo un tempo da consumare come nel caso dei tre ventenni.

Simone Aleandri, dopo aver diretto alcuni documentari come Sono cosa nostra e As Time Goes By. L’uomo che disegnava i sogni, approda nel lungometraggio di finzione con un film in cui le storie si sfiorano ma non si intrecciano mai e l’unico punto di raccordo è la figura del benzinaio Sergio.

La notte più lunga dell’anno è eccessivamente intrappolato nella sua scrittura, probabilmente per cercare tutti gli incroci possibili nelle diverse vicende. Forse è un film che aveva bisogno di essere meno controllato e seguire l’impulso di lasciarsi andare.
 

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