Frammenti di altri film, di archivi e di musei. Stralci di testi e biografie. Un ritratto del desiderio e della violazione che medita sull'affermazione e sul rifiuto della soggettività. Espandi ▽
In Exhibition - raccolta di immagini riprodotte da altri film, musei e archivi, per non parlare del calembour in apertura "Love Laughs at Locksmiths - Houdini" - si intrecciano testi e biografie eterogenei: una donna sposa il Muro di Berlino e fa della propria casa in Svezia un museo di miniature architettoniche per «conservare le linee parallele delle mura». Mary Richardson per solidarietà con una suffragetta in carcere squarcia la Venere e Cupido di Velázquez. A questo punto subentra la narrazione in prima persona e si succedono citazioni dalla pittrice Agnes Martin, dai casi studio di Freud e sul paradosso dell'otre di Klein.
Frammenti, copie e stralci sono volti a delineare un ritratto del desiderio e della violazione, diventando una meditazione sull'affermazione e rifiuto della soggettività, oltre che affrontare il cortocircuito the tormenta l'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica: «Il film come bene ha necessità di essere visto. Una volta mostrato, è facile riprodurlo senza limitazioni d'accesso. Nel diritto d'autore, tale vulnerabilità si chiama "analog hole"». Visivamente affascinante, in contrasto con la voce narrante volutamente monocorde, il film al pari di un saggio è anche dotato di fonti bibliografiche.