Titolo originale | The Wheel of Time |
Anno | 2021 |
Genere | Avventura, Fantasy |
Produzione | USA |
Regia di | Uta Briesewitz, Salli Richardson-Whitfield, Wayne Yip |
Attori | Rosamund Pike, Hammed Animashaun, Barney Harris, Daniel Henney, Madeleine Madden Michael McElhatton, Álvaro Morte, Johann Myers, Zoë Robins, Marcus Rutherford, Josha Stradowski, Sophie Okonedo, Kae Alexander (I). |
MYmonetro | 2,19 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 settembre 2021
La serie tv basata sull'omonima serie di romanzi best seller di Robert Jordan che ha venduto più di 90 milioni di copie.
CONSIGLIATO NÌ
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In un mondo in cui la magia è posseduta prevalentemente dalle donne, definite per tale motivo Aes Sedai, l'equilibrio e la stabilità sono messe a repentaglio dalla ricomparsa del Dragone, una figura maschile che, nella sua ultima reincarnazione, ha quasi distrutto l'esistenza. La Ruota del Tempo, potere mistico che garantisce l'equilibrio e la reincarnazione degli esseri viventi, rischia così di essere nuovamente messa sotto scacco. L'Aes Sedai Moiraine (Rosamund Pike) dovrà viaggiare per tutte le terre insieme al suo custode, Lan Mandragoran (Daniel Henney) alla ricerca della nuova reincarnazione, per scoprire se si tratta di un uomo dal grande potere su cui fare affidamento oppure un nemico da combattere.
La serie Amazon è il classico esempio di una serie-evento: adattata dalla copiosa saga bestseller di Robert Jordan, La ruota del tempo si sviluppa come una narrazione a se stante, spesso allontanandosi dai libri originali non tanto per quanto riguarda l'intreccio, quanto per la percezione degli eventi narrati.
Un problema già mostratosi sia in ambito seriale con Il trono di spade - per la quale molti furono i e le fan scontenti delle riduzioni e dei cambi di rotta narrativi attuati da David Benioff e D. B. Weiss sui testi di George R. R. Martin - sia in ambito cinematografico - in questo caso il paragone è con la trilogia cinematografica de Il signore degli anelli (Peter Jackson) tratta dai testi di J. R. R. Tolkien.
Il paragone è d'obbligo: i riferimenti, anche a livello testuale nella saga letteraria, sono molteplici, ma il problema di fondo non risiede tanto nell'incoerenza con il testo originale, quanto nella capacità del prodotto di appassionare. La ruota del tempo sembra non riuscire mai a individuare una strada, dapprima approntando un genere, quello del racconto formativo, basato sul ritrovamento, da parte di Moiraine, dei cinque candidati che potrebbero essere il nuovo Dragone.
Segue quindi un racconto fantasy-horror, dove esseri spaventosi chiamati Trolloc, che ricordano gli orchi tolkieniani, deludono sia dal punto di vista grafico sia per la loro poca originalità, a tratti facendo pensare di essere in un nuovo capitolo della trilogia di Peter Jackson, altre volte in un episodio di Buffy, l'ammazzavampiri. E ancora, il romance tra uno dei cinque candidati e una giovane novizia, che stenta costantemente ad avviarsi.
Non solo il difficile incastro di generi. Anche a livello produttivo possiamo riscontrare varie difficoltà: la trama dei romanzi di Jordan permette effettivamente una serie di integrazioni culturali, in primis il rapporto di genere. "L'unico potere" è infatti in mano alle donne, detentrici della stabilità del mondo e principali protagoniste del racconto, un potere che - e viene spesso ribadito - ha permesso alle donne di essere alla pari, capovolgendo alcune relazioni stereotipate.
Nello specifico, sono le donne, spesso, a essere spietate, fredde, algide nell'affrontare la missione prefissata, mentre gli uomini appaiono succubi del potere, emotivi, in preda alla paura; emozioni che però derivano non tanto dal potere femminile, dovuto al suddetto capovolgimento, quanto invece dalla possibilità che uno dei cinque ragazzi rintracciati da Moiraine sia il Dragone. La serie si concentra poco sulla struttura di questo mondo di finzione - non introducendo il tema principale dei testi originali, ovvero la percezione del tempo - e troppo su questo "talent fantasy".
La paradossale centralità della figura maschile non passa solo per la riproposizione di una Daenerys Targaryen in salsa maschile, ma anche per la presenza di una guest star d'eccellenza, Álvaro Morte (La casa di carta), nelle vesti di un uomo folle e oscuro che, per via del potere da lui accumulato, sarà un pericolo per il mondo. Troppo evidentemente lo scopo produttivo di Amazon è quello di avviare un nuovo Trono di spade, pescando elementi narrativi a destra e a manca ma mai integrandoli in maniera efficace.
Effetti speciali scadenti, una riduzione eccessiva dei testi originali, generi che non riescono a mescolarsi e a trovare una direzione, nonché il decentramento narrativo che impedisce di empatizzare e immedesimarsi con una o l'altro personaggio, rendono La ruota del tempo un prodotto non scadente ma davvero deludente, con grandi difficoltà per lo spettatore e la spettatrice di proseguire dopo il primo o il secondo episodio.
Il ciclo si sta ripetendo: il Drago è rinato e il Tenebroso lo cerca per portarlo dalla propria parte. Moiraine, delle incantatrici Aes Sedai, crede sia uno tra cinque ragazzi del remoto villaggio dei Fiumi gemelli, che viene attaccato dai mostruosi Trolloc obbligando i giovani a seguire la misteriosa donna e il suo compagno. Adattamento della omonima serie di romanzi di Robert Jordan (ultimata poi [...] Vai alla recensione »