Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Alessandro Celli |
Attori | Dennis Protopapa, Giuliano Soprano, Alessandro Borghi, Barbara Ronchi, Ludovica Nasti Federica Torchetti, Josafat Vagni. |
Uscita | venerdì 3 settembre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,24 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 settembre 2021
Due grandi amici, quasi fratelli, tra l'amore, il crimine e l'ambizione in un mondo del futuro che assomiglia spaventosamente al nostro. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Mondocane ha incassato 118 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In un futuro prossimo, la città di Taranto è stata tagliata fuori dal resto del paese ed evacuata a causa dei danni provocati dall'acciaieria. All'interno delle recinzioni, gang criminali si danno battaglia per il controllo del territorio. Tra di esse le Formiche, un esercito di ragazzini capeggiato dal temibile Testacalda. Mentre dall'esterno la polizia cerca di mantenere l'ordine come può, i due adolescenti Pietro e Christian vengono in contatto con le Formiche e attirano l'attenzione di Testacalda, che dovrà capire quale dei due ragazzi prendere sotto la sua ala.
Solido esercizio di commistione tra i toni del post-apocalittico e quelli del proto-cyberpunk, Mondocane segna il proseguimento della missione con la quale Matteo Rovere si è messo in testa di re-iniettare l'energia di genere nel cinema italiano.
Qui alla produzione dopo aver firmato Il primo re nel 2019, Rovere lascia il passo a un soggetto originale di Alessandro Celli, autore d'esperienza in TV e nei corti, ma al primo lungometraggio.
Non cambia il progetto generale, che è sacrosanto e necessario: reinterpretare i codici di certi generi che dominano l'immaginario globale e applicarli al nostro territorio. Come in La terra dei figli, premessa simile e tono molto diverso. Oppure come Rovere già faceva in chiave fondativa romana ne Il primo re, e nelle corse sportive a Imola in Veloce come il vento, e perfino nel controverso esordio Un gioco da ragazze, ammiccante e torbido teen drama.
Quello di Mondocane è un universo rassegnato, pessimista come il genere richiede; un'ambientazione che incuriosisce, in cui Roma non è più la capitale, in cui dopo la "grande evacuazione" al massimo si può scappare in Africa, eppure la macchina da presa non si muove dagli scorci stranianti di Taranto vecchia e nuova. La prima senza legge, con le sue tribù di guerrieri e i suoi mezzi d'assalto blindati, la seconda quasi distopica nel voler ricreare una normalità da vignetta che nasconde le storture del sistema.
Al suo meglio il genere post-apocalittico catapulta verso il parossismo le inquietudini del presente, e in questo Mondocane centra l'obiettivo, declinando la storia travagliata della città, l'eredità industriale, la geografia unica e le vicende dell'Ilva in un racconto d'azione che affonda le radici nel reale e fa tappa in luoghi significativi come il rione Tamburi e la Cittadella. In più lo fa abitando il suo mondo distopico con la sicurezza di chi non deve spiegarlo eccessivamente (talvolta al limite dell'incomprensibile per quanto riguarda il funzionamento di questa nuova società).
Fotografia e regia tengono bene il passo di un progetto ambizioso, regalando anche un finale particolarmente intenso. Qualcosa in più andrebbe però chiesto alla sceneggiatura, un po' scarna nella struttura di base, e all'incostante recitazione. Borghi è a suo agio nel ruolo di un cattivo con il fervore didattico del maestro, e Barbara Ronchi gli fa da contraltare sul lato opposto della legge. Sono i giovani però il cuore del film, con i volti d'altri tempi dei protagonisti Dennis Protopapa e Giuliano Soprano a fare il grosso del lavoro, e con il contributo decisivo della piccola star Ludovica Nasti, già famosa per L'amica geniale e qui alla conferma.
Film temerario e a suo modo di rottura, che come Testacalda vuole "fare la guerra", Mondocane mette il cinema nostrano di fronte a domande spesso rimaste inespresse, e ci spinge a chiederci come alzare il livello della narrazione di genere una volta deciso di affrontarla. Le risposte non gli competono, ma il suo spirito baldanzoso è sufficiente a farci riflettere.
MONDOCANE disponibile in DVD o BluRay |
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Quando l’angoscia di un futuro incerto per tutta l’umanità , dovuto a malattie, miseria, mancanza di sicurezza, e benessere , si intreccia contemporaneamente ad un presente orribile fatto di abusi violenza , criminalità e sopravvivenza precaria ,allora la storia del film mondocane , si presenta come una realtà possibile non solo [...] Vai alla recensione »
Al netto del plauso per la Produzione per il tentativo di percorrere una via anomala nel cinema italiano, Mondocane è un film che si smarrisce dentro la sua stessa ambizione. Troppo banale la sceneggiatura e troppo debole la regia. Non basta giochicchiare con le lut in postproduzione, ci sarebbe voluta una poetica più compiuta, un'idea vera di linguaggio cinematografico, una personalit&agr [...] Vai alla recensione »
Il debutto di Celli,che cura sogetto e sceneggiatura con Antonio Leotti,guarda al postapocalittico(più americano che nostrano e con lontani accenni alla saga di Mad Max)e alle crime series nostrane("Gomorra" in primis).Le tematiche affrontate sono arcinote(la giovinezza e innocenza perdute,l'amicizia che volge al termine,la maturazione attraverso la violenza)ma il regista cura [...] Vai alla recensione »
In una Taranto futuribile, dove la croce non ha più nessun significato e la capitale d’Italia non è più Roma, si muovono due ragazzini persi in un mondo alla deriva. Mondocane e Pisciasotto cercano di entrare nella banda delle Formiche con a capo Testacalda, un gigione e crudele Alessandro Borghi. Taranto, dopo la chiusura dell’acciaieria, è divisa in zone gestite [...] Vai alla recensione »
Gran bel film. È la prima volta che mi capita di vedere un film tutto italiano per due giorni di seguito.
Taranto, non troppi anni nel futuro. I dintorni della città pugliese sono desolati, brulli e spogli: uno scenario post apocalittico alla Mad Max in cui vige la brutale legge del più forte è quella che caratterizza Mondocane - disponibile in streaming su CHILI. Moltissimi sono fuggiti da ciò che resta della città, entro i confini cittadini sono rimasti solo i più poveri, che lottano ogni giorno per la propria sopravvivenza, e delle gang che rivaleggiano per il dominio del territorio. Tra queste, c’è quella capeggiata da Testacalda, adulto al comando di una banda di strada composta quasi esclusivamente da minorenni: tanti bambini a cui sono stati sottratti innocenza, famiglia e futuro, trasformati in soldati per necessità e in criminali per contingenza.
Pietro e Christian sono due orfani tredicenni, molto amici e molto legati, che decidono di unirsi proprio alla ghenga di Testacalda ma scoprono ben presto che non basta volerne far parte per poterci entrare: ci sono delle prove di ingresso, autentici sbarramenti che servono a scremare i potenziali ingressi per mantenere alto lo “standard” di chi va a comporre la banda. Non tutti possono entrare, non tutti sono abbastanza risoluti, incattiviti e disposti a tutto per poter diventare parte del gruppo. Pietro è più audace, fisicamente pronto: lui supera i test senza troppi problemi, guadagnandosi il rispetto dei nuovi compagni, che lo ribattezzano immediatamente Mondocane. Christian è meno portato, fa fatica e fallisce la prova, finendo per rimediare l’appellativo poco onorevole di Pisciasotto: il suo destino sembra segnato ma Pietro lo lega a doppio filo al suo, imponendo alla gang la presenza di Christian a meno di non voler perdere la sua. Sembra un gesto d’affetto, di cameratismo e di amicizia: probabilmente lo è anche ma questo sviluppo crea una spaccatura profonda tra i due amici che, nonostante rimangano formalmente uniti, fronteggiano per la prima volta una realtà in cui non sono alla pari e che li pone su due piani diversi.
Film distopico e post-apocalittico da manuale per quanto riguarda l’ambientazione, Mondocane prosegue nel solco recente tracciato dal cinema italiano, che ha deciso di misurarsi in maniera quasi scientifica con produzioni di genere estremamente specifiche e circoscritte. Alla regia c’è l’esordiente Alessandro Celli, formatosi soprattutto all’interno del mondo televisivo, che porta su schermo uno scenario che strizza l’occhio agli anni '80 pur rimanendo sempre suggestivo e affascinante, oltre che chiaramente adattato alla contemporaneità e ai tempi che viviamo. Quella di Mondocane è una storia ambiziosa, dura e arcigna, che esula dal realismo crudo a cui il cinema italiano ci ha abituato e che ci porta in una realtà parallela, di fantasia, certo, dove però brutalità, violenza e sopruso sono la merce di scambio più comune e che funge da chiaro ma non scontato parallelo con la nostra quotidianità.
Per quanto riguarda il cast, il nome di richiamo è certamente quello di Alessandro Borghi, che interpreta Testacalda, e che è alla prima collaborazione con Celli così come Barbara Ronchi, protagonista femminile nel ruolo di Katia. È anche la prima volta insieme sul set per i due protagonisti, nonostante entrambi vantano ormai un’esperienza pluridecennale tra cinema e televisione, con ben più di dieci film a testa e tante produzioni televisive alle quali hanno partecipato, pur senza incontrarsi mai. Tra gli altri interpreti, tutti giovanissimi, contiamo Adriano e Lavinia Novelli, Dennis Protopapa, Giuliano Soprano e Ludovica Nasti, quest’ultima già nota al grande pubblico per aver vestito i panni di Raffaella Cerullo nella serie tv de L’amica geniale (guarda la video recensione). A chiudere il cast, Josafat Vagni e Federica Torchetti.
Ricorda Anna, almeno inizialmente, l'esordio nel lungometraggio di finzione di Alessandro Celli, presentato a Venezia come unico film italiano nella 36. edizione della "Settimana della Critica". Si intitola Mondocane e fa venire in mente Anna perché con la recente serie di Niccolò Ammaniti, tratta dal romanzo dello stesso autore, l'opera prima del regista romano, già autore di cortometraggi premiati [...] Vai alla recensione »
Mondocane è ambientato nella città di Taranto. Anzi, nelle città di Taranto. C'è Taranto Nuova, di più recente costruzione, in cui uno Stato classista e autoritario mantiene l'ordine col pugno di ferro sfruttando il disagio dei più poveri. E c'è un'altra Taranto, la Zona Interdetta, una terra di nessuno in cui vivono disperati di ogni sorta, vagabondi e gang giovanili.
Taranto, o quello che ne resta: i tredicenni Pietro detto Mondocane (Dennis Protopapa) e Christian detto Pisciasotto (Giuliano Soprano) sopravvivono in un territorio parzialmente interdetto, semi-abbandonato e devastato dall'inquinamento delle acciaierie. Il riscatto, ai loro occhi, può essere entrare nella gang-setta delle Formiche, capeggiata dal padre-padrone Testacalda (Alessandro Borghi).
Una coppia cult, due mostri sacri (ma pure un po' profani) della musica, 50 anni di carriera, 26 dischi in studio, una storica collaborazione con Moroder, un'influenza imprescindibile per Joy Division, Duran Duran, ma pure Sonic Youth, Beck, e poi, e poi... Sssh. Silenzio. Riavvolgiamo il nastro. «Frequently asked question: chi sono gli Sparks?». Ron e Russell Mael.
"Nella favela nata all'ombra dell'acciaieria i figli dell'abbandono sopravvivono senza legge": recita così la didascalia che apre Mondocane, esordio alla regia di Alessandro Celli, ma anche ennesimo e riuscito episodio di quel progetto ambizioso e lodevole che Matteo Rovere (qui nei panni di produttore) sta perseguendo per ridare linfa, vigore, energia e immaginazione al cinema di genere italiano. Vai alla recensione »
È un film che tiene insieme molti vettori, Mondocane (a Venezia78 per la SIC e già in sala), primo lungo di Alessandro Celli, joint venture produttiva tra l'approccio pulp di Minerva Pictures e quello più performativo e trasversale rispetto ai generi di Groenlandia di Rovere e Sibilia. C'è il desiderio di raccontare un coming of age affidato a un'umanità derelitta, c'è la voglia di riattivare un immaginario [...] Vai alla recensione »
Più stratificato di quanto si potesse pensare, pur in alcuni inciampi fisiologici; anzi ibrido, necessariamente spurio, tra industria e realismo, film di genere e antropologia, film di formazione e politica in senso ampio, esistenziale, ecosistemico; ruvido ed emotivo, Mondocane (già nelle sale) è il primo film in concorso alla Settimana della Critica, che si preannuncia quantomeno attraente, sfolgorante, [...] Vai alla recensione »
"Nella favela nata all'ombra dell'acciaieria, i figli dell'abbandono sopravvivono senza legge. Dimenticati nella città simbolo di un paese segnato dal degrado ambientale". Siamo a Taranto. Da qualche parte in un futuro prossimo diviso in zone recintate, classi sociali, bande che sopravvivono rubando, uccidendo, legandosi ai rituali di famiglie senza padri né madri.
Anche in Italia si pensa a un cinema distopico, post apocalittico. La "Groenlandia" di Matteo Rovere da anni si confronta con i generi, li rielabora, dimostra che da noi si possono girare action, avventure sulla fondazione di Roma, e adesso ragionare su un futuro ben poco roseo. In Mondocane il nostro è un Paese fantasma, che vive sulla memoria dei bei tempi andati.
Si respira un sentore di apocalisse nel cinema nostrano, e non solo per via della sua crisi resa ora ancor più conclamata dalle conseguenze della pandemia. Scomparse temporaneamente dal radar delle commedie mainstream - probabilmente appostate nell'ombra in attesa di tempi migliori -, affiorano infatti interessanti tentativi di un cinema di genere che prova a riflettere, via metafora, sulle condizioni [...] Vai alla recensione »
Lasciandosi alle spalle l'omonimo titolo del famigerato classico di Gualtiero Jacopetti del 1962, peraltro non primo di motivi di interesse sul lungo periodo e a largo spettro, ecco che a poco più di sessant'anni di distanza l'esordiente Alessandro Celli fa piazza pulita dello spazio tra le due parole e trasforma sul piano lessicale e soprattutto semantico il retaggio presente del Mondo cane che fu [...] Vai alla recensione »