Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Matteo Rovere |
Attori | Filippo Nigro, Chiara Chiti, Desiree Noferini, Nadir Caselli, Chiara Paoli Valeria Milillo, Stefano Santospago, Franco Olivero, Elisabetta Piccolomini, Tommaso Ramenghi, Valentina Carnelutti, Cecilia Carponi, Chiara Martegiani. |
Uscita | venerdì 7 novembre 2008 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 1,61 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 settembre 2015
Elena e le sue amiche Michela e Alice sono le bad girl di un prestigioso liceo privato. L'arrivo di un giovane professore idealista farà scattare l'innesco di un gioco pericoloso. In Italia al Box Office Un gioco da ragazze ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 421 mila euro e 251 euro nel primo weekend.
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Elena Chiantini e le sue amiche Michela e Alice sono le bad girl di un prestigioso liceo privato. Figlie viziate di ricchi imprenditori, hanno come modello Kate Moss e Paris Hilton e si atteggiano ad adulte assumendo pose spregiudicate sotto le strobo e l'effetto di ecstasy, cannabis e cocaina. Annoiate dalla quotidianità, dai genitori e dalle istituzioni, non accolgono di buon grado l'arrivo di un nuovo professore, un giovane idealista deciso ad aprire gli occhi e le menti dei suoi alunni con le letture di Philip Roth e J.D. Salinger. Elena, che del gruppetto è la leader indiscussa, decide di coinvolgere l'insegnante in un gioco pericoloso.
Un gioco da ragazze, che sembra essere la risposta borghese al proletario Albakiara, si propone di analizzare il lato oscuro degli adolescenti contemporanei ma finisce per essere fuorviante. La condizione privilegiata delle giovani protagoniste ritratte a colpi di cliché - sono tutte ricche, belle, magre, stupide, tossiche e anoressiche - potrebbe indurre in tentazione le ragazzine che nel mondo reale sognano una vita diversa leggendo i gossip sulle stesse eroine di Elena, Michela e Alice. La realtà raccontata da Matteo Rovere rappresenta oltretutto una piccolissima percentuale dell'adolescenza italiana che non conosce il lusso di domestici, cani con pedigree, scuole private e feste inondate da champagne. La vita di borgata, quella che più spesso finisce sulla pagina della cronaca e in rete - con i filmati di violenze carnali, mobbing e atti vandalici - non sarebbe stata altrettanto cinematografica, probabilmente. La scelta di "imbellettare" la violenza e la perversione giovanile attraverso uno scenario sfarzoso della provincia benestante risulta perciò diseducativo e altamente pericoloso. Lontano dai crimini sessuali di John McNaughton, dalle cattive ragazze di Mark Waters e da quelle interrotte di James Mangold, lontano dalle crudeli intenzioni di Roger Kumble e dalle regole dell'attrazione di Roger Avary (che pure sembrano aver offerto un immaginario ideale al regista romano), il film di Rovere è un gioco fine a se stesso che si abbandona alla bellezza della fotografia e dell'elegante contorno scenico. Tingendo di nero le ultime battute lascia in sospeso le sorti delle protagoniste senza offrire alcuna soluzione al malessere sociale né l'ombra del pentimento sui volti acerbi delle tre ragazzacce.
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Il buon Matteo Rovere ci propone uno specchio generalizzato ed estremizzato della gioventù d'oggigiorno, spostandosi poi sulla società borghese ricca e fiorente ma in grado di generare mostri. Pur con degli innegabili difetti e limiti, imputabili forse alla scarsità del cast (in cui brilla il solo Filippo Nigro) e alla volontà di voler stupire [...] Vai alla recensione »
Ho visto questo film ieri sera in tv e sono rimasta senza parole. La storia di tre adolescenti ricchissime che fanno branco in un continuo di violenza, bullismo e svalutazione del prossimo da un punto di vista che le fa apparire cattive e spregiudicate, pur essendo evidentemente cresciute in un clima di anaffettività, solitudine emotiva e mancanza di gestione genitoriale.
Il film si fonda su di un trucco che lo rende oltremodo falso: Elena ed il professore hanno comportamenti parossistici. La cagnetta in calore non sembra una donna, ne' tantomeno una ragazzina ormonalmente carica, il suo professore non si comporta come un uomo adulto, per giunta nel film ha una moglie adulta ed un figlioletto (Siamo ad anni luce da "Cosi' come sei" di Lattuada-1978 e cito questo film [...] Vai alla recensione »
Questo film è SCOMODO perchè riflette la realtà dei giorni nostri: genitori che credono di educare un figlio dandogli un coprifuoco. In realtà dietro queste ragazze c'è il VUOTO...l'unico che cerca di prendersi la briga di insegnar loro qualcosa in più della buona educazione e della divina commedia, è il professore.
un bel film, il regista Matteo Rovere è stato molto bravo ha fatto notare in tutti i particolari cosa puo piacere a le ragaze borghesi un po fuori di testa da tutti i tipi di droghe a come possono avere tanti ragazzi a le loro passioni tipo riviste da leggere a i video su youtube. Poi la ragazza che interpreta elena (chiara chitti) moooltoo brava a recitare quella parte e moolto bellaa! da mio [...] Vai alla recensione »
Come da titolo, non fidatevi, il film è piuttosto interessante. E' ben girato, ben recitato e coglie realisticamente aspetti della vita della ricca borghesia del centro-nord Italia. NON vuole rappresentare TUTTA la gioventà italiana di oggi, il che sarebbe assurdo e ridicolo. Il regista è colto e preparato, come si capisce anche dall'omaggio ai fratelli Taviani nella scena del cineforum.
Questo film, secondo me, merita di essere visto per i temi importantissimi che affronta!
preoccupazione per quello che il film dice? e perché, se il 99 x 100 della ragazze non hanno nulla a che fare con quelle del film, non fosse altro che perché il 99 x 100 delle ragazze non sono ricche? però io non ne sarei così sicuro: non sarei così sicuro che le persone ricche siano stupide o superficiali e che le povere siano intelligenti e profonde, e che la povert&agra [...] Vai alla recensione »
Come al solito: un film ai limiti della decenza. Malgrado, sicuramente, certe storie siano realmente esistenti nella vita di tutti i giorni, e "ricco e potente" non vuol dire proprio "corretto e onesto" (quasi mai, appunto), il tutto è dipinto in maniera troppo teatrale: la realtà è ben altra cosa e molto più schifosamente banale.
adatto ai maggiorenni per scene spinte.
Nel film predominano perversione, invidia,sfiducia reciproca, inganni, tranelli ma cio' che supera tutto e' la perversione da parte delle tre ragazze interpreti del film che arrivano a tutto pur di averla vinta.Se davvero l'essere umano femminile arriva a tutto cio' c'e' da preoccuparsi.Il film e' comunque intenso e interessante e nel complesso simpatico.Voto 7
In un'aria di isterismo collettivo una storia di potere effimero giovanile destinata all'autodistruzione, recitato come peggio non si potrebbe (professore a parte) e dall'audio scadente, "un gioco da ragazze" è la caricatura di un mondo parallelo dai risvolti vincenti a circuito chiuso, la rappresentazione di agiata solitudine e di fredda responsabilità a monte, [...] Vai alla recensione »
"Un gioco da ragazze" è una teen story molto cattiva e amorale. Porta in sé una critica spietata agli adolescenti e al ceto medio-alto, ma dimentica di spiegarne i motivi e le ragioni profonde: questo lo rende davvero nullo perché, a questo punto, gratuito. Le interpretazioni sono televisive e alcuni attori non possono essere definiti tali, a cominciare dalla moglie del professore, ma la lista è molto [...] Vai alla recensione »
Film fatto male, troppo esagerato, con dei dialoghi falsi e soprattutto troppo breve...il finale sembra quasi tagliato!! Non è un film denuncia.....si tratta di una storia troppo studiata a tavolino per arrivare al cuore!! Film da evitare...
Tre ragazzine anoressiche, con atteggiamento da borette di periferia, convinte di essere al centro del mondo. A parte Filippo Nigro, che è bravo, se questi qua hanno fatto un film direi che più o meno chiunque potrebbe avere aspirazioni a recitare in una qualche pellicola. Io non ho mai detto che dovrebbero vietare certa roba ma in questo caso sono necessariamente costretto a fare un'eccezione!!
Tre liceali belline, ricche di famiglia e cattivelle angariano le compagne "sfigate", umiliano gli insegnanti per il misero stipendio, ricattano genitori danarosi e distratti. A scuola indossano la divisa, ma ciò non le fa sentire affatto uguali alle altre. La leader del gruppo, Elena, è la più bastarda; il suo accanimento trasformerà il gioco in dramma.
Il cinema italiano non sarà salvato dai ragazzini, ormai è un’evidenza. Dopo essersi abbattuta su Albakiara, la maledizione della Generazione K si è avventata anche sull’opera prima di Matteo Rovere. Qui si racconta la storia di una cerchia di amiche poco più che diciassettenni. Siamo nella provincia italiana: Lucca (parte per il tutto) è una fucina di Ragazze interrotte, annoiate e senza scrupoli. [...] Vai alla recensione »
Ragazzacce forever. Il progetto di Matteo Rovere (tratto dal romanzo di Andrea Cotti) non sarebbe male, perché basato sul tentativo di sbaragliare le melense eroine del filone Federico Moccia. Qui seguiamo le imprese di quattro diciassettenni belle, magre, ricche e proterve, annoiate allieve di un liceo privato e disinteressate a qualsiasi cosa che non si relazioni con droga, sesso & shopping: la capobranco [...] Vai alla recensione »
Orecchiando la storia di Un gioco da ragazze potevano nascere molte curiosità. Basta con adolescenti che diventano gelatine al primo incontro, qui siamo in un altro ambito. Quello di cui spesso danno conto le cronache: bullismo. Perdipiù femminile. Il cinema made in Usa ci ha raccontato qualche volta come sono le cattive ragazze di laggiù. Matteo Rovere, giovanissimo, 26 anni, esordiente nel lungo [...] Vai alla recensione »
Il cattivismo non rende un film interessante, ma lo rende meno molesto di un film buonista. Infatti al cattivismo - di cui fu maestro Dino Risi - non si è più abituati, in quanto la televisione, ormai matrice del cinema, ne diffida. Un gioco da ragazze di Matteo Rovere, presentato al Festival di Roma, è un esempio di come le cattive intenzioni di cattive adolescenti non bastino però a garantire la [...] Vai alla recensione »