Un gioco da ragazze |
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Un film di Matteo Rovere.
Con Filippo Nigro, Chiara Chiti, Desiree Noferini, Nadir Caselli, Chiara Paoli.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 7 novembre 2008.
- VM 14 -
MYMONETRO
Un gioco da ragazze
valutazione media:
1,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La crudeltà è negli occhi di chi la guarda.di GiuliaLocatelliFeedback: 100 |
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giovedì 24 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho visto questo film ieri sera in tv e sono rimasta senza parole. La storia di tre adolescenti ricchissime che fanno branco in un continuo di violenza, bullismo e svalutazione del prossimo da un punto di vista che le fa apparire cattive e spregiudicate, pur essendo evidentemente cresciute in un clima di anaffettività, solitudine emotiva e mancanza di gestione genitoriale. L'intento del film è far apparire un'adolescente con evidente sindrome di onnipotenza come una crudele tentatrice e gli adulti del caso come le sue povere vittime. La realtà è che sono proprio gli adulti in questo film ad essere di una violenza senza fine. Elena applica un evidente meccanismo di seduzione con qualunque uomo lei incontri sulla sua strada e un meccanismo altrettanto becero di svalutazione e prepotenza verso chiunque, in primis verso le sue amiche del cuore. Nel momento in cui appare a scuola questo nuovo professore dai tratti Keatinghiani, si può pensare che per Elena e le sue amiche sia arrivata la salvezza da quel mondo adulto freddo e crudele a cui sono abituate e che hanno preso ad esempio, che troveranno una strada per loro stesse, un cammino, un impegno nella realtà. Ovviamente, essendo l'unica modalità relazionale che conosce, Elena mette in pratica il gioco della seduzione anche con questo insegnante. Ma, invece di riceverne in cambio una risposta veramente adulta e pedagogica e cioè che possono esistere una relazione e un rapporto affettivo adulto-bambino o adulto-ragazzo senza che sia coinvolta la sfera sessuale, riceve soddisfazione al suo gioco al massacro e pane per la sua onnipotenza. Qualunque donna può dire di no ad un uomo in qualunque momento, anche durante l'atto sessuale e lui è tenuto, per rispetto, a fermarsi. Questo non vale per Elena e per il professore, che, pur 'incastrato' in un gioco diabolico, non smette di ansare e cavalcare al 'basta' di lei, che, lo ricordiamo tanto per la cronaca, è minorenne. In seguito, avrà quello che si merita un uomo di quel calibro, capace di andare in tilt per una ragazzina con evidenti problemi sociali e familiari. Le uniche che ci smenano davvero sono appunto le adolescenti, che mai conosceranno la gioia di un rapporto umano reale e il meraviglioso contenimento e la sicurezza che possono dare le linee di confine mostrate da un mondo adulto che sappia fare il suo mestiere.
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