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Luca, un raggio di sole che illumina un edificante racconto di formazione

Per il suo debutto nel lungo, Enrico Casarosa pesca nell'immaginario della sua infanzia e nella nostra cultura popolare, ambientando la sua storia in un mare quieto e liscio che accoglie l'altro come un dono. Dal 18 giugno su Disney+.
di Marzia Gandolfi

mercoledì 16 giugno 2021 - Recensioni

Da qualche parte tra Monterosso e Portovenere, nuota Luca Paguro, creatura marina che pascola pesci belanti e nutre una curiosità invincibile per il mondo di sopra, quello degli uomini che bevono vino, ascoltano la Callas e pescano quelli come lui. A ragione sua madre lo controlla a vista e minaccia di spedirlo negli abissi profondi se non si terrà lontano dalla superficie. Ma Luca non ci sta e 'sbarca' sulla spiaggia degli umani scoprendo di esserne uno e di poterne assumere la forma fuori dall'acqua. A iniziarlo al mistero è Alberto Scorfano, orfano che 'colleziona' i piaceri della terraferma. Insieme decidono di costruire una Vespa, di vincere una gara estrema e di godersi una vita asciutta ma niente andrà come previsto e la superficie si dimostrerà un 'mostro' più temibile di loro.

Dopo Coco, viaggio vivificante nel mondo dei morti che celebrava la cultura messicana ma pativa le critiche di appropriazione culturale, la Pixar ha fatto il possibile per assicurarsi un'uscita sensibile con Soul nel 2020, un anno marcato dalle manifestazioni del movimento Black Lives Matter.

Tutto comincia quando Pete Docter, autore star pluripremiato agli Oscar, decide di ambientare il suo intrigo nell'universo jazz newyorkese. Chi dice jazz dice protagonista nero, chi dice personaggio afroamericano dice l'impossibilità per il team Pixar, principalmente bianco (a immagine del mondo dell'animazione) di avanzare nella produzione, che arruola allora Kemp Powers, drammaturgo e scrittore estraneo al mondo del disegno ma originario del Queens e quarantenne come l'eroe del film.

Co-sceneggiatore, accreditato poi co-regista, è il primo afroamericano a firmare un film dello studio, si rivela presto un alleato prezioso. A Powers si aggiungono una dozzina di impiegati neri della Pixar sollecitati a commentare lo script e le proiezioni giornaliere. L'obiettivo? Evitare i cliché e prevenire le accuse di appropriazione indebita o di rappresentazione caricaturale del mondo del jazz e della cultura afroamericana in generale. Non è evidente a tutti ma se si appartiene a una minoranza sottorappresentata, che ha passato la vita a interrogarsi sull' 'autenticità', è facile indovinare se il personaggio sullo schermo è stato scritto da un afroamericano o no, da un messicano o no.


L'autenticità culturale non deve per forza saltare agli occhi ma al contrario permettere al pubblico di lasciarsi trascinare dalla storia senza che le sue 'credenze' inciampino nell'incoerenza o nell'incomprensione culturale. Sarà anche per questo che Luca, il nuovo e mediterraneo film Pixar, porta la firma di Enrico Casarosa, che ha il nome solenne di un tenore italiano e le origini indiscutibilmente liguri.

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