Titolo originale | Matthias & Maxime |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Canada |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Xavier Dolan |
Attori | Xavier Dolan, Harris Dickinson, Anne Dorval, Marilyn Castonguay, Catherine Brunet Pier-Luc Funk, Adib Alkhalidey, Christopher Tyson, Gabriel D'Almeida Freitas, Samuel Gauthier, Antoine Pilon, Micheline Bernard, Camille Felton, Anne-Marie Cadieux, Monique Spaziani, Jacques Lavallée, Louise Bombardier, Louis-Julien Durso, Claude Gasse, Johanne Garneau, Agnes Stuart, Guenièvre Sandré, Julie Beauchemin, Alexandre Bourgeois, Thomas-Emmanuel Côté, William Pelletier, Audrey McDonald, Jean Harvey, Connor McMahon, Dakota Jamal Wellman, Beverly Lowe, Nathalie Doummar, Alice Pascual, Félix Paquette, Max Barnwell, François-Nicolas Dolan, Maude Demers-Rivard, Christiana Bujold Bouchard, Victor Billo. |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,95 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 giugno 2020
Xavier Dolan torna sui temi che costituiscono la sua poetica: la sessualità come ricerca identitaria e i legami amicali e famigliari. In Italia al Box Office Matthias & Maxime ha incassato 69,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Maxime sta per abbandonare Montreal per trasferirsi il più lontano possibile: in Australia, dove conta di mantenersi facendo il cameriere in un bar. Il giovane uomo è circondato dagli amici di infanzia, un gruppo chiassoso e dissacrante che continua a volersi bene nel modo in cui lo fanno i bambini: giocando, ruzzolando, prendendosi a cazzotti. Intorno a lui non ci sono maschi adulti ma tante figure femminili, fra cui la madre alcolizzata e invelenita che lui conta di affidare a una guardiana in sua assenza dato che fino a quel momento, grazie alla latitanza di suo padre e suo fratello, è sempre stato il solo ad occuparsene. Maxime ha un angioma sul viso che contiene in sé il disegno di una lacrima, primo indizio della sua differenza: un indizio incancellabile che gli impedisce di nascondersi. A nascondersi molto bene invece è il suo amico d'infanzia Matthias, figlio di un padre lontano che ha gli ha preparato un futuro di avvocato. La mamma di Matthias è affettuosa e (fin troppo) presente, così come la fidanzata. A turbare gli equilibri nella compagnia di amici è il filmino studentesco che Erika, la sorella di Marco, unico membro del gruppo apertamente gay, gira scegliendo per soggetti proprio Maxime e Matthias. Per il primo quella partecipazione è una scelta, per Matthias è invece la punizione per una scommessa persa. Ma il film accenderà i riflettori su entrambi, e sulla loro amicizia.
Xavier Dolan torna sui temi che costituiscono la sua poetica: la sessualità come ricerca identitaria e i legami amicali e famigliari. Tutto è raccontato con il consueto stile impaziente di un regista che ha girato il suo primo lungometraggio a 19 anni e non si è più fermato, con la fretta di rappresentare il (suo) mondo in maniera bulimica e impavida.
Dolan ha la capacità di calamitare a sé un affetto travolgente, e di amore travolgente racconta. Matthias e Maxime è un film sull'energia che muove il sole e le altre stelle, e più l'elastico si tende nel tentativo di combattere quel sentimento, più torna a colpirci in faccia, come uno sputo, come un telecomando tirato con rabbia perché non basta a controllare l'altro. Matthias, già pilotato a distanza dal padre, fa del suo meglio per sottrarsi ad un altro telecomando: quello che ha in mano Maxime, che non lo usa e aspetta perché, marchiato dalla nascita, ha imparato ad accettare il suo destino. Matthias invece cerca di adattarsi alla vita "normale" da famigliola felice che appare su un cartellone stradale sponsorizzato dalla Chiesa. Intorno a loro il caos è grande e Dolan lo alimenta con accelerazioni, tagli veloci, musiche che oscillano fra un pop contagioso e un repertorio classico dal respiro melodrammatico. La tensione è ben gestita fino alla scena clou che si svolge nella cucina di una festa, con il geniale controcampo di un gruppo di amici che corre a mettere in salvo il bucato da un improvviso temporale. È quella la conclusione naturale di un film che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, perché è costruito interamente intorno al contenuto non visto del filmino amatoriale di Erika, e non può che concludersi con la sua reinterpretazione: tutto ha gravitato intorno a quel momento di verità che avrebbe dovuto iniziare una rivoluzione, e invece è rimasto nel non detto.
Invece il film va avanti perché Dolan non può fermarsi, deve continuare la sua sfida al cinema che l'ha preceduto (in particolare quello del suo connazionale Denys Arcand con le sue Invasioni barbariche) e insiste a dire la sua, ancora e ancora, con quella precipitosità linguistica che rende il personaggio di Maxime, interpretato dal regista-sceneggiatore canadese, leggermente balbuziente. C'è bisogno dell'energia di Dolan e della sua capacità di raccontare l'amore come non etichettabile, come cantava Bette Midler (qui interpretata da una voce maschile): che sia un fiume o un rasoio, che sia una dolorosa necessita' o un fiore del quale siamo noi, purtroppo e per fortuna, i semi.
Il film “Matthias & Maxime” è in linea con due precedenti successi di Xavier Dolan. Considerato l’enfant prodige del cinema canadese, a soli vent’anni Dolan si era fatto notare a Cannes nel 2009 dove aveva presentato il suo primo lungometraggio “J’ai tué ma mère”, di cui aveva scritto anche la sceneggiatura.
Dopo tanto tempo mi è venuta voglia di lasciare nuovamente una recensione.. Il motivo è l'inaspettata bellezza di questo film. Regista e attore protagonista sono la stessa persona, e nonostante la sua giovane età è stato davvero bravo, se non perfetto. Belle scene, belle musiche, simpatico ma anche profondo. Vedrò altri suoi film
Ha ragione Pier Maria Bocchi quando, scrivendo di Matthias e Maxime su FilmTv, invita a dimenticare il cliché critico dell'enfant prodige, in relazione al cinema di Xavier Dolan, non tanto per la maturità dell'opera in sé - come sostiene Bocchi - quanto per finirla di considerare vergine rivelatore un regista che ha debuttato nel 2009 e che ha imposto la fissità degli schemi come chiave per interpretare [...] Vai alla recensione »
In un momento determinante di Matthias & Maxime il formato cambia, si allarga, in 65 mm. Dura relativamente poco, giusto il tempo di un temporale improvviso e di un bacio. Xavier Dolan sembra cincischiare ancora con il cinema, dopo Mommy. Eppure la scena è emblematica: si apre e si chiude con una lampadina accesa che fa i capricci a intermittenza e che per un istante fa sprofondare tutto nel buio assoluto, [...] Vai alla recensione »
Il bacio tra Matthias e Maxime, il primo, quello "cinematografico" che per scherzo li unisce per sempre in un corto amatoriale più vero del vero, è un bacio non innamorato. È un bacio rimosso, immaginato, mai visto: nasce e muore in quella brevissima durata, ed è un bacio non spontaneo. Ma è in questa forzatura "attoriale" fuori campo, una partecipazione dettata da scommessa e intraprendenza, che Matthias [...] Vai alla recensione »
Nonostante una certa cinefilia austera e rigorosa continui a rifiutare il cinema di Xavier Dolan, ormai ex-fanciullo prodigio (30 anni lo scorso marzo) della cinematografia franco-canadese, perché lo considera impostato, manierato e finto, chi vi scrive non riesce a nascondere, magari con qualche occasionale riserva espressa anche in queste pagine, la propria ammirazione per un talento così evidente [...] Vai alla recensione »
Oggi in concorso due nomi amati dai cinefili. Soprattutto il primo, il canadese francofono Xavier Dolan, che aveva esordito nemmeno ventenne con un bellissimo film di ribellione famigliare, J'ai tué ma mère, e poi ha trionfato nel mondo con Mommy, Gran Premio a Cannes nel 2014. E che ha cominciato presto a ripetersi, facendo del suo stile una maniera.
È fantascienza immaginare che Xavier Dolan possa bissare i riconoscimenti della giuria qui ottenuti in passato per Mommy (2014) e il meraviglioso È solo la fine del mondo (2016). La sua ottava regia Mathias et Maxime è uno sbrodolato dramma agrodolce ambientato in un gruppo di amici e genitori degli stessi nella Montreal di oggi. Un bacio scambiato tra i protagonisti del titolo durante un corto studentesco [...] Vai alla recensione »
Matthias & Maxime, nuova prova del figliol prodigo Xavier Dolan, tornato sulla Croisette dopo qualche lacrima e l'autoesilio a Venezia. Il trentenne regista québécois fa baciare gli eponimi amici d'infanzia per gioco, anzi, per un filmino amatoriale e poi sta a guatare le conseguenze relazionali, lavorative e personali. Maxime, vistosa voglia sul viso e Australia nell'immediato futuro, lo interpreta [...] Vai alla recensione »
Matthias ha tutto dalla vita: una ragazza che lo ama, una famiglia importante alle spalle e un lavoro che gli sta garantendo una carriera di successo. Maxime, invece, ha un'esistenza che è l'esatto opposto. Il ragazzo, infatti, deve inventarsi ogni giorno una prospettiva e, schiacciato da una madre terribile che cerca invano di salvare, la disperazione invade ogni suo gesto.
Xavier Dolan ce la fa, a rialzare la testa dopo l'intoppo di The Death and Life of John F. Donovan, la sua prima avventura "americana", il film che lo ha tenuto due anni al banco di montaggio e che, una volta dato in pasto a pubblico e critica, è stato letto da molti come un incidente nella carriera lanciatissima di quello che non vuole essere più chiamato "l'enfant prodige" del cinema québécois.
Matt e Max sono amici d'infanzia, destinati a vite differenti ma ancora dipendenti da una consuetudine di affetti che sembra sempre meno consona alla loro età. Matthias è avvocato, ha una compagna, vive in una scissione tra le prospettive di una vita adulta e le consuetudini di un'adolescenza ormai finita. Maxime, il volto attraversato da un angioma rosso intenso, sopporta il peso di una madre incline [...] Vai alla recensione »
Due amici, un filmino amatoriale, un bacio e tutto un mondo che vorrebbe spalancarsi, ma resta lì imprigionato, tra le chiacchiere, gli sballi, le speranze, le paure. Non più ragazzi, non ancora uomini. Maxime, una mamma alcolizzata e incontrollabile, sta partendo per l'Australia. Matthias farà forse l'avvocato. Dolan si rinchiude nel suo mondo (cinematografico), si rimette in gioco, vorrebbe afferrare [...] Vai alla recensione »
Due amici d'infanzia si baciano per aiutare una loro amica che sta girando un cortometraggio amatoriale. A seguito di questo bacio apparentemente innocuo si insinua un dubbio ricorrente, spingendo i due ragazzi a confrontarsi con le loro preferenze, e sconvolgendo l'equilibrio della loro cerchia sociale e delle loro vite. Matthias & Maxime è stato accolto con grande affetto alla settantaduesima edizione [...] Vai alla recensione »
Matthias e Maxime (lo stesso Dolan) non sono più adolescenti, sono arrivati sulla soglia dei 30 anni e forse è il caso che decidano la propria vita. Vivono in maniera differente la propria omosessualità e una bacio scambiato per gioco cinematografico spinge la loro amicizia a qualcosa di più. E Maxime sta partendo per l'Australia. Ma gli ostacoli (personali) non sono pochi.
Tutti a piangere per il piccolo film romantico di Xavier Dolan girato in 48 giorni a Montreal, Matthias et Maxime - in concorso, storia d'amore fra due amici, Matt e Max, Gabriel D'Almeida Freitas e lo stesso Dolan, che si conoscono fin da quando erano piccoli, ma non avevano ancora capito la reale natura dei loro sentimenti. Lo capiscono quando Max, senza lavoro, colpito da una voglia viola sul volto [...] Vai alla recensione »
Un ritorno al futuro, un ritorno e basta, o nemmeno quello? Dopo È solo la fine del mondo, Grand Prix a Cannes 2016 ma giudicato per lo più negativamente, e La mia vita con John F. Donovan, presentato a Toronto 2018, recensito negativamente e da noi non (ancora) distribuito, l'ex enfant prodige québécois Xavier Dolan è tornato a Cannes da figliol prodigo - aveva giurato sarebbe stata l'ultima volta, [...] Vai alla recensione »