Titolo internazionale | The Man Who Bought the Moon |
Anno | 2018 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Paolo Zucca |
Attori | Jacopo Cullin, Stefano Fresi, Francesco Pannofino, Benito Urgu, Lazar Ristovski Angela Molina, Jacopo Cullin, Lazar Ristovski, Pascual Condito, Giovanni Cugusi, Gregory Dayton, Ivan Garau, Giuseppe Lai, Giovanna Manca, Francesco Origo, Amedeo Pagani, Salvetto Pes, Tonino Pintus, Martina Piras, Andrea Prodan, Federico Saba, Sandro Salaris, Cesare Saliu, Luigi Sassu, Hervé Segata, Silvano Vargiu. |
Uscita | giovedì 4 aprile 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Indigo Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,10 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 17 luglio 2019
Un agente segreto deve risolvere un mistero: qualcuno ha comprato la luna in Sardegna. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office L'uomo che comprò la luna ha incassato 623 mila euro .
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martedì 24 settembre 2024 ore 10,55 su SKYCINEMACOMEDY
CONSIGLIATO SÌ
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Una coppia di agenti segreti italiani riceve una telefonata concitata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della luna. Il che, dal punto di vista degli americani, è inaccettabile, visto che i primi a metterci piede, e a piantarci la bandiera nazionale, sono stati loro. I due agenti reclutano dunque un soldato che, dietro lo pseudonimo di Kevin Pinelli e un marcato accento milanese, nasconde un'identità sarda: si chiama infatti Gavino Zoccheddu e la Sardegna ce l'ha dentro. Per portarla in superficie i due agenti ingaggiano un formatore culturale sui generis che, da emigrato nostalgico, trasforma Gavino in un archetipo del vero maschio sardo.
Gavino approda nell'isola, alla ricerca dell'uomo che si è impossessato della luna. E finirà per scoprire molto di più di se stesso.
L'uomo che comprò la luna è una commedia "etnica" completamente imbevuta di quella "sardità" con cui Gavino deve confrontarsi. Alla regia c'è Paolo Zucca, al suo secondo lungometraggio dopo L'arbitro (già corto pluripremiato); alla sceneggiatura ci sono Geppi Cucciari e Barbara Alberti. Insieme confezionano una trama che è giusto definire "lunare", non solo perché vede al centro l'imprendibile Selene, ma anche perché è stralunata e surreale, e contiene eguali parti di poesia e di farsa.
Il punto debole è una trama che privilegia la gag etnica alla progressione della storia, dando molto spazio allo stereotipo sardo e meno all'intreccio degli eventi. Il punto di forza è la conoscenza approfondita che Zucca e Cucciari hanno della loro terra, che dà loro la libertà di prendersi in giro con disinvoltura senza lasciarsi intimidire da alcun tipo di correctness.
Solo alla fine però ci si renderà davvero conto che il film racconta la riappropriazione di un'identità geografica, proponendosi come un'ode a tutti i sardi che le radici se le tengono strette, così come si tengono stretto il diritto di sognare e quei "fondamentali" che privilegiano lealtà e rispetto.
La scena più commovente del film (e inaspettata, in quel contesto comico) è l'incontro fra Gavino e i sardi che, nella storia dell'isola, hanno saputo resistere per portare avanti la loro originale visione del mondo. Spassose invece le gag sulla "camminata del latitante" e l'esame di sardità di Gavino. E Zucca conferma il suo talento registico nella composizione accurata delle inquadrature e nella fluidità con cui la cinepresa accompagna i suoi personaggi, rispettando le caratteristiche individuali di ognuno: la legnosità nuragica del "formatore culturale", assai ben interpretato da Benito Urgu, come l'afflato poetico di Angela Molina, la donna per cui l'uomo che comprò la luna si è appropriato di ciò che gli americani credevano appartenere solo a loro.
L'UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA disponibile in DVD o BluRay |
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Si ride e ci si commuove sempre nei film del geniale Paolo Zucca. Anche questa volta, e forse di più. L’uomo che comprò la Lunasembra la piùclassica commedia d’autore, che diverte e intrattiene, eppure ti accorgi subito che è anche altro. La dimensione favolistica e divertente ti fa sprofondare in un mare magnum di emozioni, suggestioni e toni mistici [...] Vai alla recensione »
La Sardegna(Sa Sardinia, credo.spero si dica in sardo)ha la fortuna di avere un bravissimo regista-autore come Paolo Zucca che, con questo"L'uomo che comprò la luna"(2018, da lui scritto insieme a Barbara Alberti e all'attrice Geppi CUcciari)segna un ulteiore film notevolissimo, dopo il primo che non ho abvuto il piacere di pèoter vedere.
In Sardegna si arriva piangendo e si parte piangendo.Ringrazio e rimpiango i miei meravigliosi otto anni di Sardegna.Questo piccolo,surreale,film é una gran cosa rispetto alla complessiva mediocrità dominante, tra blockbuster marveliani e inesistente cinematografia autoriale nazionale.Sul filo del grottesco il racconto , fruendo di buoni caratteristi del milieu romanesco ( Fresi [...] Vai alla recensione »
Ironico,divertente e mai offensivo. Lo consiglio caldamente, è perfetto per tutte le età, uscirete dalla sala con animo più leggero di quando siete entrati.
Mi chiedo il compositore di quel concerto per violino che accompagna le "danze" che, come intervalli, danno ritmo al film. Non mi sembra sia Andrea Guerra.
Sembra una storiella ironica, molte tante persone nonostante a loro insaputa forse, abbiano esborsato... cifre surreali con metodi non convenzionali, per comprarsi la loro luna..., pensando di avere forse da chissàcchì un complimento, beh, l'ronia potrebbe portare con poco di spesa a presupporre da parte di poche persone di amichevole ironia, cosa abbiano risposto [...] Vai alla recensione »
C'è tutto ciò che fa commuovere, arrabbiare e sorridere chi ha quest'isola è indissolubilmente legato. Sorprendentemente sottile ed autoironico. Da vedere assolutamente.
C'è tutto ciò che fa arrabbiare, sorridere e commuovere chi ha questa terra è indissolubilmente legato. C'è quel filo che rimane malgrado l'esterofilia, malgrado i mille difetti, malgrado la volontà di sfuggire agli stereotipi figli dell'ignoranza. Quel "La Sardegna non si tocca" detto da Badore o quel "Devi scegliere chi sei" detto dal nonno di Kevin, sembrano frasi banali, ma sono l'emblema di un'identità [...] Vai alla recensione »
Va bene che il regista è sardo. Vanno bene gli skatch. Ma su tutto il resto non ci siamo proprio. A un certo punto crolla tutto e si vira su un orgoglio regionale privo di significato quasi autocommiserevole. Gli effetti special sono bruttini. La trama non tiene. Tutti i luoghi hanno delle caratteristiche da lodare ma qui mi pare che si esageri e si vada sulla propaganda. Peccato.
La rissa culturale è un'imponente miniera sfruttata dalla commedia nostrana. Nonché una delle rare sicurezze d'incasso di un settore ormai bisognoso di una defibrillazione a singhiozzo. Il mercato italiano, per questo, ha sempre utilizzato i beni comici di questo tema (Totò, Peppino e... la malafemmina, La ragazza con la pistola, l'adottato Benvenuti al Sud, i vari cinepanettoni) con risposte eccellenti in termini economici. Una regola confermata anche dal recente L'uomo che comprò la luna di Paolo Zucca, che in una settimana di proiezioni nella sola Sardegna ha realizzato 69.903 euro con unicamente 13 copie, ricavando così la miglior media copia nazionale pari a 5.377 euro.
Ma cosa ha il film di Zucca di così speciale? A rendere più maliosa e inopinata l'inimicizia regionale, stavolta, sono le ben ritrovate penne del regista e della scrittrice Barbara Alberti (coppia narrativa già formata in L'arbitro), ai quali si unisce il palpabile brio di Geppi Cucciari.
Il loro inchiostro parte proprio dall'allunaggio dell'Apollo 11, scippando la presuntuosa America della sovranità sul nostro satellite che, a quanto pare, era già proprietà privita di qualcun altro: un sardo. Per questo, un agente segreto milanese (Jacopo Cullin), di rinnegate origini isolane, viene incaricato di scoprire l'identità del misterioso possessore dei diritti territoriali lunari. Per farlo, dovrà prima assimilare (e non certo in maniera accademica!) da un sardo espatriato le piccolezze di usi e costumi da lui perduti e poi confordersi fra la popolazione impiegando al meglio le creative competenze apprese (la posa da osteria, il rigore del gioco della morra sarda, la camminata da latitante, elaborate metodologie di bevuta per evitare le sbronze da vino o filu 'e ferru). Una missione con esiti disastrosi, in cui vengono disseminati gli spicchi di una tonda mos-diversità, ampliata a tutte le larghezze e altezze.
Che il film abbia richiamato la Sardegna nelle sale è cosa facile da spiegare. Dal punto di vista visivo, Zucca ha saturato il grande schermo con una concatenazione di inquadrature seducenti che risaltano la variegata multidimensionalità del territorio, con il massimo rendimento estetico in ogni frangente. Una gioia per gli occhi di chi quei luoghi li conosce e li vive e che vengono esaltati dalla sognante e calda fotografia di Ramiro Civita. E per un popolo che di rado vede i suoi spazi al cinema, qui per di più legati a una lettura comico-folk-fantastica che gli è propria, è motivo di orgogliosa curiosità.
Ma ha fatto da passaparola soprattutto il mood ottimista del film che dialoga con un alternativo repertorio umoristico in grado di estremizzare consuetudini, sfatare cliché e preconcetti per poi confermare ironicamente altre convenzioni. Il doppio viaggio di ritorno a casa, inserito nel cammino spirituale e morale del protagonista e del suo addestratore (interpretato non a caso dal veterano della comicità isolana Benito Urgu), attira proprio perchè ride di se stesso e del suo opposto. A patto che non si lascino mai nella parte in ombra l'ereditata sardità, i suoi valori e il pantheon di uomini e donne che hanno fatto grande l'isola.
Un atterraggio sulle risorse culturali sarde che, alla luce dei risultati ottenuti, si amplia nel resto d'Italia. L'uomo che comprò la luna, che si avvale di Francesco Pannofino, Stefano Fresi e Ángela Molina, sarà infatti distribuito nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Torino e Bologna) dal 2 maggio e dal 16 maggio anche a Firenze.
La questione della luna è una vecchia storia da quando nel 1969 gli astronauti statunitensi vi misero piede. Paolo Zucca la riattualizza con questa divertente commedia stralunata che vede protagonista un milanese-sardo. Kevin Pirelli (Jacopo Cullin) viene ingaggiato da due agenti segreti italiani (Stefano Fresi e Francesco Pannofino) per capire chi in Sardegna si sia appropriato della luna, cosa inaccettabi [...] Vai alla recensione »
Bell'idea, bella partenza, belle gag. Poi tutto si annacqua in un elogio della sarditudine che prima era oggetto di satira (possibile che i film italiani debbano sempre perdersi a metà strada?). Peccato, perché il corso per diventare sardi impartito dal pastore all'agente che dovrà indagare sull'isolano che si è comprato la luna, o almeno un pezzo di luna, è piuttosto divertente (l'agente, da parte [...] Vai alla recensione »
Il capitolo Asterix in Corsica di Goscinny e Uderzo come uno dei modelli ispiratori. In un film che guarda alla Luna ma è sempre legato alla terra, la Sardegna. Come il primo lungometraggio del regista, L'arbitro. Dove il fuoriclasse di quel film, Matzutzi, che ha fatto riemergere la squadra di calcio dell'Atletico Pabarile in L'uomo che comprò la luna si reincarna e in Gavino Zaccheddu, che nasconde [...] Vai alla recensione »
Un sardo diventa proprietario della luna per usucapione, spunto per una commedia con scene esilaranti. Zucca mette in scena l'educazione di un eroe (strepitoso il maestro di «santità» Benito Urgu), il soldato Zoccheddu, che si vergogna delle sue origini e si fa chiamare Kevin Pirelli (un perfetto Jacopo Cullin). Arruolato dai servizi segreti, il suo viaggio al centro della Sardegna si trasforma nella [...] Vai alla recensione »
Quando si diffonde la diceria che un pescatore sardo abbia comprato la luna, si mobilita anche la Casa bianca: i servizi segreti italiani decidono quindi di infiltrare nella provincia remota dell'isola un paracadutista milanese di origine sarda, che si fa chiamare Kevin Pinelli ma in realtà risponde al nome di Gavino Zoccheddu. Per chi conosce il rock'n'roll dei Barrittas o, meglio ancora, per chi [...] Vai alla recensione »