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Ultimo aggiornamento martedì 30 aprile 2019
Dopo la chiusura dell'Envol, le assistenti sociali avranno tre mesi per reintegrare le donne di cui si prendono cura: falsificazioni, bugie... d'ora in poi, tutto è permesso! In Italia al Box Office Le Invisibili ha incassato 453 mila euro .
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Lady D, Édith Piaf, Brigitte Macron, Beyoncé, Salma Hayek e le altre scalpitano davanti al cancello dell'Envol, centro di accoglienza diurno ubicato nel Nord della Francia e destinato a ricevere donne senza fissa dimora. Nascoste dietro agli pseudonimi celebri che si sono scelte per preservare il loro anonimato, cercano e trovano per qualche ora riparo tra quelle mura. Una doccia, un caffè, qualche ora di calore umano le confortano e le rimettono in piedi. Almeno fino al giorno in cui Audrey e Manu, che dirigono con polso e benevolenza il centro, non ricevono lo 'sfratto'. I fondi sono sospesi secondo le disposizioni della municipalità che ritiene il tasso di reinserimento insufficiente e non vuole più dispensare senza risultati. Ma Audrey e Manu con l'aiuto di Hélène, psicologa trascurata dal marito, non si arrendono e decidono di installare clandestinamente un laboratorio terapeutico e un dormitorio.
Con Discount, storia di resilienza di un gruppo di cassiere sottopagate sostituite dalle casse automatiche, e Carole Matthieu, atto di accusa di un medico del lavoro contro un'azienda dalle tecniche manageriali intollerabili, Louis-Julien Petit aveva già dimostrato d'impiegare il cinema come tribuna per affrontare realtà difficili, andando al di là della semplice osservazione sociale. Le invisibili non fa eccezione e orchestra un terzo atto di disobbedienza civile.
Radioso come Discount, il nuovo film di Louis-Julien Petit volge una suggestiva materia documentaria sul quotidiano di donne senza un domicilio fisso in una brillante commedia sociale. E tutto funziona a meraviglia, a partire dal casting condotto da quattro attrici resistenti: Audrey Lamy, Corinne Masiero, Déborah Lukumuena e Noémie Lvovsky. Al loro fianco una dozzina di donne che hanno conosciuto la precarietà e la strada, attrici non professioniste le cui vite hanno in alcuni casi ispirato il loro ruolo.
Dirette con grazia e filmate col cuore, le interpreti si rivelano dentro un film che fronteggia l'incapacità delle civiltà moderne di farsi carico della sorte dei più fragili. In perfetto equilibrio tra cinema impegnato e feel good movie, Le invisibili insinua in maniera sottile la violenza della strada (l'aggressione sessuale) e il terrore come norma quando una donna è fuori nel mondo.
Profondamente toccato dal libro di Claire Lajeunie ("Sur la route des invisibles: Femmes dans la rue"), l'autore francese trascorre un anno nei centri di accoglienza per raccogliere testimonianze e realizza un film che dona voce alle donne dimenticate dal mondo e a quelle che le sostengono, accogliendole 'senza condizioni' e alleviando la loro angoscia quotidiana. Due categorie impercettibili agli occhi della società convergono al centro di una riflessione che trasforma progressivamente la disperazione in un energico gesto di insubordinazione e di solidarietà, la tragedia annunciata in commedia sensibile.
Elusa qualsiasi idea di moralismo o di miserabilismo, Louis-Julien Petit sceglie il sorriso e l'ottimismo, cogliendo il côté solare dei centri di accoglienza, i volti, le persone, le personalità, i caratteri, le traiettorie. Pesca le 'vere invisibili' e le porta sullo schermo, rivelando le donne dietro ai personaggi e trovando insieme a loro la speranza. Nessuna risoluzione miracolosa, la vittoria è quella dei valori, è il processo di rilancio di individui umiliati e dimenticati che ritrovano la propria dignità denunciando un sistema sociale talvolta incoerente.
LE INVISIBILI disponibile in DVD o BluRay |
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Ottimo film, ti diverte tantissimo e ti fa riflettere su un mondo che conosco/conosciamo poco. Attrici meravigliosi, insomma una commedia che solo i francesi sanno fare!
Il film parla di complesse situazioni sociali di degrado irrisolvibili, in un mondo dove giustamente viene calcolato la realizzazione del prodotto vendita ricavo costi benefici e scontato che alcune persone resteranno sempre in panchina, mi auguro che l'incasso del film una percentuale di ricavo andra su loro, sensibilizzare e bello ma non basta.
Raccontare con leggerezza e ironia un tema difficile e attualissimo, questo era stato promesso, ma non si é realizzato. Peccato, perché sarebbe stato utile : riuscire ad avvicinare le persone alle difficoltà delle marginalità. invece c'è grande banalizzazione dei problemi, tutto diventa una macchietta, invece che diventare più concreti, piano [...] Vai alla recensione »
Louis-Julien Petit è sicuramente un degno erede di Ken Loach. Il film diverte e emoziona alla perfezione, solo come un regista francese avrebbe potuto fare. Sono giorni che non riesco a pensare ad altro. Per ora uno dei due film più belli che ho visto quest'anno. Da vedere.
ero indeciso se vedere o no questo film, che invece mi ha sorpreso oltre ogni aspettativa. Il tema è importante ed è affrontato con il sorriso, il film ha un'energia contagiosa e non annoia mai. Secondo me da non perdere
Ma chi ha osato paragonare questo film a Ken Loach? Non bastano gli ultimi per arrivare al primo dei registi...
Film francese in cui avevo creduto molto ( a me piacciono i film francesi ) che purtroppo si è rivelato, ai miei occhi , una commediola di quarta categoria. Parte bene con l'impegno sociale, con la solidarietà tra donne , con il lavoro estenuante delle assistenti sociali, con la vita ai margini di queste povere donne che devono addirittura dormire in strada.
Ha 34 anni, è un entusiasta per natura, e gli piace ridere, di tutto - ad esempio si diverte a inserire informazioni false all'interno della sua pagina Wikipedia, asserendo di essere nato a Salisbury in Inghilterra, quando invece è di Tolone, in Francia. Sarà questa indole umoristica ad aver spinto Louis-Julien Petit a scrivere e dirigere Le invisibili, una storia di persone su cui c'è ben poco da ridere: le donne senza fissa dimora che girano per Parigi cercando di arrivare al giorno successivo.
«L'ispirazione me l'ha data Roberto Benigni con La vita è bella. Subito dopo averlo visto sono corso da mia madre e le ho detto: "Farò il regista, e nient'altro"».
"Il mio primo corto aveva come argomento La vita è bella - ha rimarcato Petit - che era anche al centro della mia tesi sul determinismo alla scuola di cinema. Benigni ha saputo farmi ridere degli eventi più orribili, e io non ho dimenticato la sua lezione". "Ho avuto anche altri esempi però. La commedia anglosassone del periodo post-Thatcher, quella di Ken Loach, Stephen Frears o Peter Cattaneo, che hanno cercato di trovare un po' di humour nella crisi economica dando agli spettatori la sensazione che tutto fosse ancora possibile, e la forza per sperare in un miglioramento. Ma mi sono ispirato anche alla commedia italiana, in particolare quella di Ettore Scola o al Luigi Comencini de Lo scopone scientifico".
Dunque anche per Le invisibili c'è speranza?
"Le mie protagoniste, gran parte delle quali vive davvero in strada in una condizione di sopravvivenza, sono combattenti di una Resistenza contro l'epoca contemporanea che non le vede nemmeno, e che non ha posto per loro".
Come ha risposto la politica al successo di pubblico che il suo film ha riscosso in Francia?
"Lo scorso agosto ho mostrato il film alla sindaca di Parigi che si è impegnata a intervenire per migliorare la situazione delle senza fissa dimora nella capitale francese. Così a dicembre 50 di loro hanno trovato finalmente alloggio e hanno potuto beneficiare di assistenza medica e sostegno sociale. Dopo aver visto Le invisibili ci hanno contattato molte associazioni, come la Abbé Pierre che ha creato un premio per condannare ironicamente quelle aziende che, come si vede nel film, per tenere lontani i senza fissa dimora arrivano a circondare le loro vetrine di spunzoni appuntiti - e infatti il premio ha proprio la sagoma di quello spunzone. Abbiamo fatto girare il film nelle scuole e nelle carceri, e ad accompagnarlo sono state proprio le nostre "non attrici", che in quelle occasioni sono tornate ad essere visibili. Infine il Pesidente Macron ha ospitato una proiezione all'Eliseo e ha approvato la legge 'La casa prima di tutto', che fornisce soluzioni abitative ai senza fissa dimora, a patto che contribuiscano a pagarla per una percentuale anche minima in base al loro reddito".
Un gruppo di donne in strada, di prima mattina, attende. Così si apre Le invisibili. Film immerso, fin da subito, tra le classi meno agiate della Francia contemporanea. Attraverso volti e dettagli di donne senza dimora, donne di strada. La strada è tanto estetica e concreta (l'effettivo marciapiede e i vestiti sciupati), quanto interiore e caratteriale (il linguaggio scurrile e le difficoltà relazionali). [...] Vai alla recensione »
Chantal ripara tutto, dalla lavatrice allo scooter agli apparecchi elettronici: ai colloqui di lavoro però non resiste e lo dice con una certa fierezza: "Ho imparato in prigione, ho ucciso mio marito che mi picchiava". Ha 70 anni, prima di perdersi si chiamava Adolpha van Meerhaeghe: dopo il carcere ha vissuto alla giornata, dormiva in una tendopoli illegale di homeless, ha girato la città portando [...] Vai alla recensione »
L'ispirazione nasce dal libro di Claire Lajeunie dal titolo Sur la route des Invisibles, scritto dopo le ricerche effettuate dall'autrice per un documentario andato in onda su France 5. Su questo patrimonio di informazioni e di racconti il regista Louis-Julien Petit elabora Le invisibili, un progetto semplice ma sufficientemente stratificato da non semplificare la questione che sta al centro di tutto: [...] Vai alla recensione »
Le invisibili di Louis-Julien Petit trascinano con sé dal centro diurno Envol al do-mitorio notturno di una Francia imprecisata carrellini della spesa, valigie obsolete, borse plastificate cariche di vestiti, fotografie, ricordi. Il portamento femminile l'hanno lasciato a chi non ha pesi da scarrozzare quotidianamente, la loro pelle è ispessita dal freddo, i vestiti improntati alla praticità.
Campione d'incassi in Francia con oltre 10 milioni di euro al botteghino, "Le invisibili" è una commedia molto transalpina, che tuttavia ha padri nobili nel cinema inglese, oscillando tra "Full Monty" e il miglior Ken Loach, e che diverte e graffia unendo impegno e divertimento per affrontare un tema quanto mai attuale. Quattro assistenti sociali dell'Envol, che fornisce sostegno diurno alle donne [...] Vai alla recensione »
Louis-Julien Petit, francese nato in Inghilterra, è una specie di incrocio tra Ken Loach e Gilles Lelouche. E con Le invisibili ha creato una specie di via di mezzo tra Full monty e il recente 7 uomini a mollo. Quattro operatrici sociali del nord della Francia si ribellano alla chiusura del loro centro di accoglienza diurno per donne senza fissa dimora e decidono di soccorrere le loro sfortunate assistite [...] Vai alla recensione »
Si fanno chiamare Lady D, Edith Piaf, Salma Hayek. Si nascondono dietro pseudonimi di donne celebri. Preferiscono che il loro vero nome resti sconosciuto, o venga dimenticato. Perché quando non hai un lavoro e non hai una casa, non hai più nemmeno un nome. Non hanno più nulla le "invisibili" protagoniste del film di Louis-Julien Petit che ha ottenuto in Francia un imprevisto successo.
Dice il regista Luis-Julien Petit: «Le donne rappresentano fino al 40% delle persone senza fissa dimora in Francia. Tendiamo a non farci caso perché vivono molto appartate, per proteggersi dalla violenza della strada». A queste "invisibili" è dedicato questo film tenero e pieno di speranza, girato in gran parte con vere Senzatetto che hanno scelto di recitare con i nomi di figure femminili che ammirano [...] Vai alla recensione »
Hanno preso in prestito nomi illustri, da Lady Diana a Beyoncé, da Edith Piaf a Salma Hayek, escamotage tutt'altro che inutile per restare anonime e certo non per darsi un tono: vivono ai margini della società, dimenticate da tutti, la loro casa è la strada. Quattro assistenti dell'Envol, centro diurno che assiste queste donne homeless, se ne prendono amorevolmente cura.
Ispirato a un libro e a un documentario di Claire Lajeunie sulle donne homeless, questo film ha fatto registrare un grande incasso in Francia. Il segreto è stato prendere una forma da dramma sociale, con l'amalgama tra attori professionisti e non professionisti, l'accento sulla responsabilità delle istituzioni e i momenti finto-documentari (ormai un genere nazionale), e piegarlo con astuzia a toni [...] Vai alla recensione »
Una si fa chiamare Brigitte Macron e l'altra Edith Piaf, ma ci sono anche Lady D, Salma Hayek e Beyoncé: sono tutte senza fissa dimora le protagoniste di Le invisibili di Louis-Julien Petit, film campione di incassi in Francia (dove ha totalizzato al botteghino più di 10 milioni di euro). Brigitte, Edith e le altre le incontriamo la prima volta mentre aspettano, impazienti, davanti al cancello ancora [...] Vai alla recensione »
Accidenti che storia, che orgoglio, che film. Les Invisibles/Le invisibili, dal 18 aprile nelle sale italiane con distribuzione Teodora, è un racconto contemporaneo sugli ultimi, pardon sulle ultime della società. Un film corale. Un film di donne, con donne, sulle donne. Un immenso fiume di donne che si unisce, fa fronte comune, e si difende con forza.
Un film su un gruppo di donne senzatetto campione d'incassi. Possibile? In Francia sì. Le invisibili, nelle sale dal 18 aprile, è uno dei casi della stagione in patria. Chiamatelo, appunto, french touch: cinema sociale stemperato nella leggerezza. Con una punta d'Inghilterra: il regista Louis-Julien Petit dichiara tra le ispirazioni Full Monty e Pride.
Quando l'Envol, centro di accoglienza diurno sito nel nord della Francia, viene chiuso per volere della municipalità, le donne senzatetto che lo usano vedono il concreto rischio di tornare sulla strada. Ma le due intraprendenti assistenti sociali che gestiscono il centro hanno un'idea per tener vivo il loro lavoro, e contemporaneamente sfruttare il potenziale delle donne ospitate.
La disobbedienza civile ed il lavoro sono il cardine della cinematografia di Louis Julien-Petit. Come nei suoi titoli precedenti l'autore francese resta su tematiche associabili al disagio sociale, ma per farlo stavolta sceglie tempi e modi della commedia che lasciano più in ombra l'aspetto strettamente politico della faccenda. Nel lungometraggio d'esordio, Discount, raccontava della disfunzione incorporata [...] Vai alla recensione »
Disoccupati e senzatetto saranno anche invisibili nel discorso culturale francese, perché sintomi parlanti dell'ascensore sociale in panne, in una nazione sospesa tra neoliberismo e assistenzialismo, dogma della crescita economica e tradizione statalista. Non lo sono però sullo schermo: il cinema transalpino più acuto e sensibile alle increspature della vita collettiva ha saputo sviscerare, del tema, [...] Vai alla recensione »
Perché andare a vedere Le Invisibili? Prima di tutto perché se non avete idea di come funzioni il sistema dell'accoglienza rivolto ai senza fissa dimora il film di Petit vi offrirà una panoramica essenziale ed onesta in proposito, valida anche per l'Italia. Inoltre, Le Invisibili mette davvero in luce le grandi contraddizioni nel sistema di assistenza sociale con cui gli operatori e i volontari sono [...] Vai alla recensione »
Volete divertirvi? Andate a vedere "Le Invisibili" di Louis-Julien Petit, in sala dal 18 aprile con la distribuzione rigorosamente indipendente di Teodora. Suona strana l'espressione 'divertimento' applicata a un film che racconta l'emarginazione assoluta delle clochardes francesi e la tenacia delle assistenti sociali che se ne prendono cura. Ma il film trabocca di tanta speranza, forza e autoironia [...] Vai alla recensione »
Sono trasparenti per la società. Anche se puzzano, si muovono per la città con le mani occupate da pacchi trasbordanti. O sono assassine o portano il velo come la loro religione propone, impone. Sono senza tetto e senza famiglia, e si presentano ogni giorno, pochi minuti prima delle otto del mattino all'Envol, un centro diurno parigino per donne clochard, dove recuperano la dignità giornaliera nella [...] Vai alla recensione »
La vita e le vicissitudini di quattro assistenti sociali dell'Envol, un centro diurno che fornisce aiuto alle donne che sopravvivono senza fissa dimora. Quando il Comune comunica di chiuderlo per la bassa percentuale di coloro che riescono a reinserirsi nella società, le responsabili si avventurano nell'impresa di trovare un impiego all'eterogeneo gruppo delle loro assistite, ormai inclini alla vita [...] Vai alla recensione »