'Mia madre era una donna delle pulizie, e mio padre un pescivendolo. Mi aspettavo di seguire le sue orme, ma io odiavo l'odore del pesce'. Francesco Buttironi interpreta la recensione di Raffaella Giancristofaro.
Da un'idea di Michael Caine, un'immersione in tre capitoli nello spirito rivoluzionario e libertario della swinging London degli anni Sessanta. Momento unico e seminale non solo in campo musicale, con la british invasion dei gruppi inglesi alla conquista dell'America, ma soprattutto per l'apertura a istanze democratiche, pacifiste, egualitarie (e sì, anche alle porte della percezione, qui rivista criticamente in chiusura). Per l'iconico protagonista di Alfie, che si presenta subito come la guida di questo viaggio, il dato più importante è stato l'improvviso, clamoroso accesso che la classe operaia ha improvvisamente avuto ad ambiti fino ad allora ad essa preclusi: oltre al cinema e alla musica, la moda, il design, l'arte, la grafica.
In My Generation, Michael Caine e altre eccellenze british raccontano la swinging London: tributo al passato e ispirazione per il futuro.
'Mia madre era una donna delle pulizie, e mio padre un pescivendolo. Mi aspettavo di seguire le sue orme, ma io odiavo l'odore del pesce'. In attesa dell'uscita al cinema del 22, 23 e 24 gennaio, Francesco Buttironi interpreta la recensione di Raffaella Giancristofaro.