Moriyama-san

Film 2017 | Documentario 63 min.

Anno2017
GenereDocumentario
ProduzioneFrancia
Durata63 minuti
Regia diIla Bêka, Louise Lemoine
TagDa vedere 2017
MYmonetro 3,21 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Ila Bêka, Louise Lemoine. Un film Da vedere 2017 Genere Documentario - Francia, 2017, durata 63 minuti. - MYmonetro 3,21 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 14 marzo 2023

Un viaggio ipnotico nella vita di un eremita urbano.

Consigliato sì!
3,21/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,91
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema
Trailer
Un documentario quasi spirituale che, partendo dall'architettura, mostra come uno stile di vita diverso sia possibile.
Recensione di Archimede Favini
martedì 14 marzo 2023
Recensione di Archimede Favini
martedì 14 marzo 2023

Ila Beka incontra il signor Moriyama in una torrida giornata di agosto, nel centro di Tokyo. Iniziano a parlare, scoprono di essere entrambi dei fan della musica noise, in particolare di Otomo Yoshihide. Il signor Moriyama trascina così Ila Beka nel seminterrato di casa sua per mostrargli tutta la discografia di Otomo. L'artista colpito da questa complicità e dall'originalità della casa decide di rimanere qualche giorno per documentare lo stile di vita di quest'uomo del tutto fuori dal comune.

Un viaggio ipnotico nella vita di un eremita urbano.

Moriyama Yasuo vive in semi solitudine, ascoltando musica noise e leggendo haiku. Non fa uso né di tatami né di materassi: preferisce dormire per terra. La sua scelta di vita è pressoché eremitica: trascorre la maggior parte del suo tempo da solo, si occupa del suo giardino e soffre per la recente scomparsa del suo cane. Tutto questo nel centro di Tokyo, in un minimalista blocco abitativo realizzato dai famosissimi architetti Sejima e Nishizawa, vincitori del premio Pritzker nel 2010. Ila Beka irrompe gentilmente nella vita di quest'uomo al di fuori del tempo e trascorre con lui una settimana.

Di colpo il film si trasforma in una versione turbo-modernista di Lost in Translation: i due, vittime della barriera linguistica, iniziano a sviluppare un linguaggio tutto loro, resistendo strenuamente al rischio di scivolare nell'incomunicabilità.

Nonostante il regista (e co-protagonista) cerchi di studiarlo, di comprenderlo e di interrogarlo, Moriyama Yasuo resta inesorabilmente un enigma vivente. La sua vita sembra sospesa in una dimensione a-spaziale e a-temporale: vive in una delle più grandi metropoli al mondo, ma la sua casa (come da progetto architettonico) sembra più una dimora immersa in un bosco. I suoni allo stesso modo sono in qualche modo del tutto attutiti, la realtà farsesca di Moriyama Yasuo gli permette in qualche modo di rifuggire dal caos di Tokyo. Infine, la dimensione temporale è ciò che colpisce maggiormente: la vita di quest'uomo è stanca, indolente, dilatata, del tutto al riparo dalla frenesia della società.

Credo che sia questo il punto, Moriyama Yasuo è in qualche modo portatore di un fascino sinistro e misterioso nella misura in cui riesce a vivere agiatamente al di fuori di tutti i canoni sociali. Non ci è dato sapere come faccia a mantenersi, se sia un ereditiere, un possidente di terreni, un imprenditore in pensione o un giocatore d'azzardo ritirato, ma la cosa assolutamente certa è che, a prescindere da tutto, Moriyama Yasuo sia un vero e proprio autarchico, il sogno proibito di Nanni Moretti in versione nipponica.

Moriyama ci dimostra che un altro stile di vita è sempre possibile, perché questa realtà è mutevole, imprevedibile, ingovernabile e dunque essere felici o meno è soltanto una nostra scelta. Non possiamo sapere a quante cose possa aver rinunciato il signor Moriyama per diventare l'uomo che è oggi, ma quando ci scruta l'animo, guardando in macchina, "dritto per dritto", ci rendiamo subito conto che ci troviamo davanti a una persona che ha scelto di essere felice.

Come sempre per la coppia Beka-Lemoine, l'obiettivo è indagare come l'architettura influenzi lo stile di vita delle persone e, a tal scopo, l'intrusione del regista nella privacy domestica diventa il mezzo per "scoprire l'architettura attraverso il normale caos della vita, pieno di persone e delle loro storie personali".

C'è poi in tutto il documentario un senso di profonda spiritualità che anima in qualche modo le inquadrature. Nonostante il signor Moriyama dichiari piuttosto chiaramente di essere ateo, è come se esercitasse sullo spettatore un fascino seducente, quasi profetico. Attraverso le sue frasi sconnesse in un inglese zoppicante traspare quanto in realtà sia assetato di infinito e di colpo tutta la sua quotidianità atipica rivela la sua matrice rituale e spirituale (per quanto personale e scalcagnata). In conclusione, Moriyama San è un magnifico haiku, un fiore mai visto che sboccia celebrando la bellezza della diversità.

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FOCUS
MYMOVIESONE
martedì 14 marzo 2023
Archimede Favini

Un viaggio ipnotico nella vita di un eremita urbano. Moriyama Yasuo è un enigma vivente. La sua vita sembra sospesa in una dimensione a-spaziale e a-temporale: vive in una delle più grandi metropoli al mondo, ma la sua casa (come da progetto architettonico) sembra più una dimora immersa in un bosco. Moriyama ci dimostra che un altro stile di vita è sempre possibile, perché questa realtà è mutevole, imprevedibile, ingovernabile e dunque essere felici o meno è soltanto una nostra scelta.

Come sempre per la coppia Beka-Lemoine, l’obiettivo è indagare come l’architettura influenzi lo stile di vita delle persone e, a tal scopo, l’intrusione del regista nella privacy domestica diventa il mezzo per “scoprire l’architettura attraverso il normale caos della vita, pieno di persone e delle loro storie personali”. Moriyama San è un magnifico haiku, un fiore mai visto che sboccia celebrando la bellezza della diversità.

Moriyama San sarà disponibile gratuitamente in streaming - insieme ad altre due opere in programma - dal 16 al 26 marzo grazie alla collaborazione tra Lo Schermo dell'Arte e Palazzo Grassi. 
 

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NEWS
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martedì 14 marzo 2023
Archimede Favini

Gratuitamente online dal 16 al 26 marzo grazie a Lo Schermo dell'Arte e Palazzo Grassi. Scopri il filmVai all'articolo »

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