ninopellino
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giovedì 5 ottobre 2017
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un sequel a tratti troppo prolisso, ma originale
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Spinto dal ricordo che ho del primo ed indimenticabile capitolo della saga, mi sono tolto la curosità di andarmi a vedere questo sequel diretto da Denis Villeneuve, regista di tutto rispetto per quanto riguarda l'attuale filone dei films di Fantascienza usciti in questi ultimi anni. Il film mi ha lasciato a tratti spiazzato a causa della forse considerevole lungaggine di certe sequenze relative alla sceneggiatura, ma soprattutto perché a differenza del suo predecessore, alquanto essenziale e diretto nella trama, questo sequel si caratterizza soprattutto per una particolare complessità nella narrazione e nelle tematiche. Il regista Villeneuve ripropone, con maestria ed esperienza, lo stile noir del suo collega Ridley Scott e ci delizia con una scenografia futurista che definirei assolutamente magnifica.
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Spinto dal ricordo che ho del primo ed indimenticabile capitolo della saga, mi sono tolto la curosità di andarmi a vedere questo sequel diretto da Denis Villeneuve, regista di tutto rispetto per quanto riguarda l'attuale filone dei films di Fantascienza usciti in questi ultimi anni. Il film mi ha lasciato a tratti spiazzato a causa della forse considerevole lungaggine di certe sequenze relative alla sceneggiatura, ma soprattutto perché a differenza del suo predecessore, alquanto essenziale e diretto nella trama, questo sequel si caratterizza soprattutto per una particolare complessità nella narrazione e nelle tematiche. Il regista Villeneuve ripropone, con maestria ed esperienza, lo stile noir del suo collega Ridley Scott e ci delizia con una scenografia futurista che definirei assolutamente magnifica. Il protagonista di questo secondo capitolo è l'agente K, bene interpretato dall'attore Ryan Gosling, il quale mandato in missione per eliminare un replicante della specie Nexus, dichiarata illegale circa trenta anni fa e dunque da abbattere, scopre un' importante verità, destinata ad avere delle forti ripercussioni sul futuro. Si scopre, infatti, addirittura circa la possibilità degli androidi di poter concepire la vita e ciò fortificherà le ambizioni dei nuovi androidi, costruiti nei tempi più recenti, di poter prendere il sopravvento sulla razza umana, divenendo i padroni della Terra. Il film pertanto si stabilizza sul passato dell'agente K e sulle sue ricerche riguardo questa prodigiosa verità. Per il resto sono da annoverare gli ottimi effetti speciali e, in generale, il messaggio che vuole darci il film circa l'intramontabile desiderio dell'uomo nel rincorrere i suoi sogni, di cibare la mente di ricordi e di realizzarsi in amore, anche se spesso tali traguardi si possono ottenere solo tramite illusioni artificiali che servono in parte ad appagare una vita fatta spesso di solitudine e di frustazioni, soprattutto se vista nell'ottica di una società asettica e futurista come appunto ci viene descritta in questo film. Ma alla fine ciò che mi rimarrà più impresso di questo sequel è il grande interrogativo sul quale inevitabilmente la pellicola vuole farci riflettere: se anche gli androidi sono dotati di sentimenti, alla fine chi sono i veri umani?
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tmpsvita
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domenica 8 ottobre 2017
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tra blockbuster odierno e cinema d'autore
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Dopo 35 anni arriva il sequel che tutti i fan della fantascienza stavano aspettando e, allo stesso tempo, temendo, ovvero Blade Runner 2049.
Nel lontano 1982 il primo capitolo rivoluzionò un'intera generazione di cinema fantascientifico; come Kubrick e Fritz Lang (Metropolis), Ridley Scott, reduce dal successo di Alien, mostra al pubblico come la fantascienza possa essere utilizzata per scopi ben più importanti e profondi, riuscendo addirittura ad avvicinarla alla filosofia.
Un film che stimolò la mente degli spettatori e che ispirò numerosi film negli anni successivi.
Con questo sequel, Dennis Villeneuve riesce a cogliere, con grande maestria, lo spirito, il tono e l'atmosfera del suo predecessore, realizzando un seguito all'altezza se nono addirittura superiore.
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Dopo 35 anni arriva il sequel che tutti i fan della fantascienza stavano aspettando e, allo stesso tempo, temendo, ovvero Blade Runner 2049.
Nel lontano 1982 il primo capitolo rivoluzionò un'intera generazione di cinema fantascientifico; come Kubrick e Fritz Lang (Metropolis), Ridley Scott, reduce dal successo di Alien, mostra al pubblico come la fantascienza possa essere utilizzata per scopi ben più importanti e profondi, riuscendo addirittura ad avvicinarla alla filosofia.
Un film che stimolò la mente degli spettatori e che ispirò numerosi film negli anni successivi.
Con questo sequel, Dennis Villeneuve riesce a cogliere, con grande maestria, lo spirito, il tono e l'atmosfera del suo predecessore, realizzando un seguito all'altezza se nono addirittura superiore.
Naturalmente le domande che questo film si pone sono molto diverse perché figlio di un'epoca del tutto diversa che si affaccia a dei problemi purtroppo sempre più reali e vicini.
Villeneuve, ormai uno dei più promettenti registi degli ultimi anni, realizza un blockbuster come se fosse cinema d'autore, ovvero ciò che aveva già più o meno fatto con Arrival, rendendo, sì sensazionale ma anche molto intimo e profondo.
La sua regia è un mix perfettamente equilibrato tra virtuosismi esaltazionisti e inquadrature controllate, calme e precise.
Un film assolutamente non per tutti, molto lento, pesante, pacato, durante il quale è necessaria un'attenzione elevata, il film spinge lo spettatore a pensare continuamente e a riflettere su ciò che sta guardando e ascoltando.
Da amante dell'estetica e dell'arte sono rimasto a bocca aperta di fronte alla mostruosa componente artistica, per la quale è stato inevitabile molto tempo e denaro. Sicuramente ci hanno lavorato davvero moltissimo e con tanta ma tanta passione.
Al mondo non esistono abbastanza cornici per poter inquadrare tutte le meravigliose immagini che Dennis Villeneuve è riuscito a catturare con la cinepresa e che Roger Deakins ha poi colorato con la sua impeccabile fotografia.
È, infatti, un film che tiene particolarmente alle immagini e alle sensazioni che scaturiscono a causa di esse.
Dopo tutto questo lavoro per quanto riguarda l'impatto visivo, mi sarei dunque aspettato una cura leggermente migliore per una sceneggiatura che, per quanto ottima, non risulta all'altezza di tutto il resto, avrei preferito una trama più accattivante e dei dialoghi più brillanti e incisivi.
Rispetto al primo, però, si presenta molto meno criptico e più semplice da comprendere anche solo dopo una visione (anche se rimane uno dei film più complessi degli ultimi dieci anni), questo aspetto, che rendeva il primo molto affascinante, non aggrava però questo sequel che, come ho detto in precedenza, ha la necessità di adattarsi ad un periodo diverso e ad un pubblico con esigenze diverse; anzi devo dire che hanno comunque avuto molto coraggio ad attribuirgli un ritmo particolarmente denso ed a non influenzarlo con la comicità mainstream che ormai sta caratterizzando la maggior parte dei blockbuster.
A proposito di caratterizzazione impossibile non menzionare i numerosi personaggi presenti all'interno, ovvero uno dei migliori aspetti di questo film, perché, a parte il ritorno nostalgico di Harrison Ford nei panni di Rick Deckard, il resto è del tutto nuovo; il protagonista riesce perfettamente a tenergli testa grazie soprattutto alla grande interpretazione di Ryan Gosling che viene poi appoggiato da un cast esemplare composto da: Robin Wright, Jered Leto e Dave Bautista, tutti svolgono un lavoro incredibile.
Ultime menzioni vanno alle straordinarie scenografie e alla ridondante colonna sonora che gode di una perfetta contestualizzazione.
Insomma un film unico, impossibile da dimenticare e che, se avesse avuto una sceneggiatura leggermente più curata, sarebbe stato uno dei migliori film di sempre, sicuramente però, rimane uno dei migliori film di quest'anno.
VOTO: 9/10
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lucavon95
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venerdì 6 ottobre 2017
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un buon film...ma
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Scrivere una recensione del sequel che porta il nome di uno dei dei miei film preferiti in assoluto ma sopratutto di un film che ha fatto la storia del cinema e che è rimasto impresso nella memoria degli spettatori, non è una cosa facile perciò elencherò da subito i difetti di questo film così mi tolgo il peso.
DIFETTI
- INUTILMENTE COMPLICATO - il primo balde runner faceva della complessità del contensto e della semplicità della trama il suo punto di forza non a caso ha superato alla grande la prova del tempo al punto che ancora oggi appassiona ancora tanti spettatori, il suo sequel invece decide di battere una strada diversa che però non è sorretta da alcuna motivazone infatti la trama di questo film potrebbe essere riassunta in 3 righe ma viene imbottita di scene non necessarie e altri fronzoli come a cercare di coprire la sua semplicità, infatti lo spettatore ha ormai capito come tutto andrà a finire ma il film ritarda la soluzione.
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Scrivere una recensione del sequel che porta il nome di uno dei dei miei film preferiti in assoluto ma sopratutto di un film che ha fatto la storia del cinema e che è rimasto impresso nella memoria degli spettatori, non è una cosa facile perciò elencherò da subito i difetti di questo film così mi tolgo il peso.
DIFETTI
- INUTILMENTE COMPLICATO - il primo balde runner faceva della complessità del contensto e della semplicità della trama il suo punto di forza non a caso ha superato alla grande la prova del tempo al punto che ancora oggi appassiona ancora tanti spettatori, il suo sequel invece decide di battere una strada diversa che però non è sorretta da alcuna motivazone infatti la trama di questo film potrebbe essere riassunta in 3 righe ma viene imbottita di scene non necessarie e altri fronzoli come a cercare di coprire la sua semplicità, infatti lo spettatore ha ormai capito come tutto andrà a finire ma il film ritarda la soluzione.
- ECCESSIVAMENTE LUNGO E PESANTE - non sto scherzando, tutta la prima parte ti fa scendere le balle sotto terra , il film infatti segue continuamente l'indagine del protagonista e questa scelta ci sta anche perchè anche il primo era basato su un indagine ma se nel primo eri letteralmente trasportato dentro la storia e venivi continuamente incuriosito anche solo da una fotografia impolverata o da una luce che entrava dalla finestra, in questo sequel invece il regista tenta di incuriosire e ci riesce in alcuni momenti ma ogni momento viene dilatato in maniera gigantesca rendendo l'indagine pesante da seguire e ,altra mazzata sui piedi, Villeneuve decide di inserire quasi nessun momento action e di riservarlo tutto per la parte finale ,così i nostri testicoli rotoleranno sul pavimento in attesa di qualche sparo, non è assolutamente sbagliato il tipo di approccio utilizzato dal regista infatti il problema è la sceneggiatura che doveva essere più curata e arricchita.
- UN PROTAGONISTA RIUSCITO A METà - il protagonsita interpretato da ryan gosling fin dai primi minuti sembra avere tutte le carte in regola per essere un personaggio memorabile , la sua back story è molto più arricchita del Deckard del primo film , gosling ha il volto giusto epr interpretare questo tipo di ruolo, però quando deve mostrare il lato emotivo del peronaggio non riesce a reggere del tutto la scena e gli manca quel carisma che caratterizzava deckard, non a caso bastano 2 minuti di entrata in scena di harrison ford per rubargli la scena, anche i dialoghi arrancano non sono abbastanza coinvolgenti e d'impatto, ci dovrebbe essere anche un tale jared leto che fa il villan ma probabilmente se ne sono dimenticati in quanto si vede in appena 2 scene, anche lui è fantastico a livello visivo ma non punge ed è anche abbastanza insignificante.
- "MUSICA E FOTOGRAFIA CAPOLAVORI!!"...RESTATE COI PIEDI PER TERRA - ho sentito dalla critica osannare la fotografia di questo film e non lo nego la fotografia è molto bella sopratutto nel ultima parte peccato che anche qui in tutta la prima parte rimane sempre sulle tonalità del grigio sporco risultando bella ma nulla di più, i giochi di luce e ombre sono praticamente ineistenti a differenza che nel primo film che era pieno di queste luci espressioniste molto molto ispirate in quasi ogni scena, qui invece ogni tanto diventa tutto blu o tutto giallo o arancione, non cè tanta ispirazione tranne in alcuni momenti sia chairo, infatti serviva qualcosa di più forte per alzare la monotinia della prima parte ma purtroppo si impegna solo nel ultima parte e fa un buon lavoro ma che non rimane impresso, le musiche invece sono interessanti ma sono anche quelle sempre uguali , tutte sono un arrangiamento di una colonna sonora presente nel primo film composte da vangelis ,quasi dei leggeri richiami ma restano identiche per quasi tutta la durata del film , una nota di organo elettronico ogni tanto e qualche tamburo , nulla di più , una sola mi è rimasta impressa ma anche qui non è sufficiente.
bene ora è il momento dei pregi!
PREGI
ESPANSIONE DEL UNIVERSO - in questo film hanno tentato di ampliare il mondo di balde runner e ci sono riusciti molte trovate sono d'impatto e si legano molto bene alla storia e sorpattuto danno una ventata di aria fresca e nuova al prodotto, certo le trovate spesso non sono così originali però già il fatto di essere riusciti a ricreare quel atmosfera da fantascienza sporca e cyberpunk di una volta è un punto a favore.
LO STILE E LE ATMOSFERE - il regista è riuscito miracolosamente a rendere intatte le atmosfere del primo film riuscendo anche ad aggiugnere quaclosa in più qua e là, nulla di esagerato però già il fatto di essere riuscito ad eguagliarle non è una cosa da poco. sopratutto pensando che ormai la fantascienza sporca e cupa al cinema è quasi del tutto dimenticata ormai tutto è bello, futuristico, abbagliante e sicuro, qui invece è un ritorno al insicurezza, al buio, ai cavi e agli schermi squadrati, alla tecnologia vecchia che si fonde col nuovo, certo si sente comunque l'incombenza della produzion infatti il film poteva fare ancora di più ma questo è un piacevole ritorno di cui avevamo veramente tanto bisogno.
LA OLO FIDANZATA - veramente toccante e interessante è il personaggio dell'ologramma/fidanzata del agente K , unica vera idea che lascia il segno, un ologramma che riesce ad essere più emotivo degli esseri umani pur non riuscendo ad entrare in contatto con la realtà che la circonda, ha molte scene veramente toccanti ed è un personaggio che fa rifrettere e ci rende partecipi del suo desiderio di poter essere reale , di poter essere una persona vera e di poter toccare le cose, anche l'attrice che la interpreta è stata molto brava .
LA FORZA DI DISTACCARSI - molte scelte stilistiche di non sorreggersi sulle spalle del primo balde runner ma di cercare altre strade l'ho apprezzata molto , infatti il fan service era perennemente in agguato ma il regista è stato barvo a schivarlo citando il primo pochissime volte e gli ester eggs presenti sono messi col contagocce e sono solo un modo per ricordarci che gli eventi del primo film fanno parte sempre dello stesso universo.
CONCLUSIONI : non è un brutto film ma è purtroppo un film che sta nella media anzi se dovesse avere un voto io gli darei un bel 6/7 , tutto era al posto giusto, gli intenti erano buoni e il regista era quello giusto per trattare la materia, gli attori pure e l'atmosfera era giusta ma è rimasto scottato da una sceneggiatura poco originale ed eccessivamente complessa , infatti per questo sequel secondo me dovevano rompere il ponte con il primo film e raccontare una storia nuova che non si legasse così tanto al primo blade runner e ironicamente nei primi minuti ci riesce poi però comincia a legarsi con le vicende del primo blade runner e la trama perde originalità,ovviamente raccontandola nello stesso universo, citare ovviamente il primo ma limitandosi a questo ed eliminare il personaggio di deckard, forse non hanno avuto abbastanza coraggio da distaccarsi o magari perchè forse non c'era nulla di nuovo da raccontare segno che ormai il cinema americano vive di vecchie glorie del passato, peccato perchè l'amore per il blade runner del '82 si vede tutta e a livello visivo è sublime e l'atmosfera è sempre quella ma riesce ad avere una sua dignità e una sua forza ma gli manca quel passo in più per distaccarsene totalmente , però questa è la dimostrazione che per ogni buon film non bastano effetti speciali stratosferici, non bastano filosofeggiamenti , serve una buona storia anche la più semplice perchè ormai sia troppo abituati a cercare la complessità in tutte le storie da raccontare perchè siamo convinti che complesso significa originale quando dovremmo raccontare storie più semplici che rimangono veramente impresse e che restano aggrapapte nella mente dello spettatore.
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pietroviola
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sabato 7 ottobre 2017
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grandioso
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I bozzetti, gli abbozzi di blade runner ripresi, ricolorati, presi come spunto per andare ben oltre nel descrivere la vita e l'umano. Se il film di Scott, nella sua fascinazione romantica e postpunk, era un pieno continuo di luci, suoni, movimenti, poco lasciando a qualsivoglia approfondimento su personaggi e situazioni (né, tantomeno, ne abbisognava), il film di Villeneuve fa della rarefazione e del vuoto la cornice in cui i personaggi attuano la ricerca di sé, dell' identità e della definizione del reale, temi già presenti nel primo film, ma qui espansi in una lunga, lenta e stordente cavalcata di stupefacente impatto visivo e sonoro.
Questo nuovo blade runner ha molto di "derivativo", non solo dal capostipite.
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I bozzetti, gli abbozzi di blade runner ripresi, ricolorati, presi come spunto per andare ben oltre nel descrivere la vita e l'umano. Se il film di Scott, nella sua fascinazione romantica e postpunk, era un pieno continuo di luci, suoni, movimenti, poco lasciando a qualsivoglia approfondimento su personaggi e situazioni (né, tantomeno, ne abbisognava), il film di Villeneuve fa della rarefazione e del vuoto la cornice in cui i personaggi attuano la ricerca di sé, dell' identità e della definizione del reale, temi già presenti nel primo film, ma qui espansi in una lunga, lenta e stordente cavalcata di stupefacente impatto visivo e sonoro.
Questo nuovo blade runner ha molto di "derivativo", non solo dal capostipite. A parte l'evidente rimando a She, lei, in alcuni momenti sembra richiamare kubrik, in altri il mondo dei robot, gran film con yul brinner, in altri ancora mi è addirittura venuto in mente tarkovskij (i lentissimi movimenti di macchina di alcune scene); mantiene tuttavia una propria solida coerenza e di stile e di contenuto dall'inizio alla fine e, pur con qualche concessione qua e là alla logica blockbuster, attraverso la storia di questo replicante cacciatore di replicanti, che a un certo punto pensa di poter essere ciò che in realtà non è, avendo sempre subìto la propria condizione (e in questo il film sviluppa ulteriormente la riflessione del film precedente sulla diversità e sul desiderio di "normalità", che poi altro non è che desiderio di appartenenza, a un padre, a un figlio, a relazioni), racconta in modo nuovo e affascinante la storia di ciascuno di noi, costantemente in bilico sull'abisso della dissoluzione se non confermati dai nostri ricordi e dai rimandi di riconoscimento che ci arrivano dalle persone a noi care.
Oltre due ore e mezza di film, volati via come in un sogno.
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azuccoa
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domenica 8 ottobre 2017
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top !
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Sono stato due ore e mezzo col fiato sospeso. Un film che per me è già culto, nonostante avessi aspettative elevatissime, ad alto rischio di delusione. Atmosfere rarefatte, silenzi intensi : nella sala gremita di un pubblico quanto mai variegato non vola una mosca. Tutti incollati alla storia dall’inizio alla fine. Il meccanismo filmico è un orologio svizzero. La L.A. post-atomica che aveva colpito nel primo Blade Runner è ancora al suo posto, ma fa meno folklore : adesso è una marea di umanità varia, variamente perduta. Le citazioni ed i rimandi sono disseminati ovunque ma in modo misurato, sapiente, sempre opportuno e mai gratuito. Fotografia e scenografia di assoluto rilievo. Ma a mio avviso Il trionfo di questo film sta proprio nel soggetto.
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Sono stato due ore e mezzo col fiato sospeso. Un film che per me è già culto, nonostante avessi aspettative elevatissime, ad alto rischio di delusione. Atmosfere rarefatte, silenzi intensi : nella sala gremita di un pubblico quanto mai variegato non vola una mosca. Tutti incollati alla storia dall’inizio alla fine. Il meccanismo filmico è un orologio svizzero. La L.A. post-atomica che aveva colpito nel primo Blade Runner è ancora al suo posto, ma fa meno folklore : adesso è una marea di umanità varia, variamente perduta. Le citazioni ed i rimandi sono disseminati ovunque ma in modo misurato, sapiente, sempre opportuno e mai gratuito. Fotografia e scenografia di assoluto rilievo. Ma a mio avviso Il trionfo di questo film sta proprio nel soggetto. Ancora di più che nel primo film le linee di demarcazione si sovrappongono e alla fine si cancellano. Il replicante programmato per l’obbedienza assoluta è preda di crisi e dubbi morali riguardo agli ordini ricevuti da umani che hanno perduto la loro umanità. La fidanzata-ologramma riesce a compenetrare la prostituta in una sorta di possessione digitale, solo per poter abbracciare davvero il proprio uomo. E poi il climax : da un amore tra un umano ed una replicante viene concepito un figlio, nello scavalcamento definitivo delle barriere, anche quelle biologiche. Un inno contro ogni dogmatismo, contro ogni confine. Stupendo sotto ogni aspetto.
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francescodf
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sabato 7 ottobre 2017
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vivere di rendita
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Fermo restando che, personalmente, non ho approvato l'idea di trasformare Blade runner nell'ennesimo franchising cinematografico che produrrà Dio solo sa quanti seguiti e si risolverà nell'ennesimo conflitto globale tra umani e ciò che loro stessi hanno creato, non posso che ritenere questo singolo film come un’opera discreta ma niente di più. La vicenda, infatti, non è di per sè particolarmente interessante e non stimola più di tanto lo spettatore, che dapprima intuisce facilmente gli sviluppi della trama, poi viene (parzialmente) smentito con trovate narrative che non lasciano il segno e non tolgono l’impressione di un prodotto inutilmente appesantito che avrebbe potuto tranquillamente durare un’ora in meno.
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Fermo restando che, personalmente, non ho approvato l'idea di trasformare Blade runner nell'ennesimo franchising cinematografico che produrrà Dio solo sa quanti seguiti e si risolverà nell'ennesimo conflitto globale tra umani e ciò che loro stessi hanno creato, non posso che ritenere questo singolo film come un’opera discreta ma niente di più. La vicenda, infatti, non è di per sè particolarmente interessante e non stimola più di tanto lo spettatore, che dapprima intuisce facilmente gli sviluppi della trama, poi viene (parzialmente) smentito con trovate narrative che non lasciano il segno e non tolgono l’impressione di un prodotto inutilmente appesantito che avrebbe potuto tranquillamente durare un’ora in meno.
Blade runner 2049 a mio avviso punta prevalentemente sulla suggestione visiva che ispira il suo mondo arido e cupo dove le luci sono perlopiù quelle dei led pubblicitari e dove costruire strutture mastodontiche sembra quasi un imperativo. Sotto questo punto di vista il risultato è sicuramente raggiunto ma la durata si fa comunque sentire e sembra finalizzata solo a dare al film la parvenza della stessa grandezza del capostipite, obiettivo totalmente mancato. E non è solo l’eccessiva dilatazione della trama a nuocere, ma anche la trama stessa sotto diversi aspetti. Le spiegazioni sono troppe e discontinue, alcuni passaggi narrativi sono poco chiari e certi personaggi (Jared Leto su tutti) hanno una caratterizzazione troppo forzata. Anche alcuni rimandi all’originale (vedi la sequenza finale di K) non creano affatto lo stesso pathos e rimangono fini a sé stessi.
In definitiva un film godibile soprattutto per chi ha adorato le atmosfere del primo, qui riproposte in pompa magna con alcuni scenari davvero evocativi, ma chi si aspetta una trama dello stesso spessore rimarrà deluso e, come è successo a me, lo riterrà un mero ponte per successivi capitoli che trasformeranno Blade runner nell’ennesimo prodotto di mercato.
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weachilluminati
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sabato 7 ottobre 2017
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un plagio autorizzato da ridley scott
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Blade Runner 2049
Un plagio autorizzato da Ridley Scott
Un capolavoro è frutto di concomitanze ,spesso imponderabili, sopra a tutto è evento speciale, un dono degli Dei non assemblabile.
Blade Runner 1982 è vero capolavoro di fantascienza
Remake o sequel che sia poco conta Blade runner 2049 parte penalizzato perché non cerca mai una sua via, e quindi implode fragorosamente sprovvisto di una struttura autonoma narrativa .
L’esercizio di riprodurre l’ambientazione di Blade Runner 1982 diviene copia incolla senza anima,leziosa, senza orizzonti.
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Blade Runner 2049
Un plagio autorizzato da Ridley Scott
Un capolavoro è frutto di concomitanze ,spesso imponderabili, sopra a tutto è evento speciale, un dono degli Dei non assemblabile.
Blade Runner 1982 è vero capolavoro di fantascienza
Remake o sequel che sia poco conta Blade runner 2049 parte penalizzato perché non cerca mai una sua via, e quindi implode fragorosamente sprovvisto di una struttura autonoma narrativa .
L’esercizio di riprodurre l’ambientazione di Blade Runner 1982 diviene copia incolla senza anima,leziosa, senza orizzonti.
Con rispetto per chi lavora nel cinema riconosco al film solo un merito estetico innovativo , una scena che entrerà negli annali del cinema di fantascienza : la mirabile scena dell’intelligenza artificiale che si insinua nel corpo umano per agire su piano fisico nel approccio amoroso.
Qui esaurisco il mio breve commento anche perché poco vi è da dire
Cordialmente
weachilluminati
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