geronimostilton
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sabato 21 ottobre 2017
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idee molto buone ma sviluppate male
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È come se fosse un film un po' sospeso in una dimensone tutta sua, non si capisce bene dove la storia abbia inizio e dove abbia fine. Ritengo che si sarebbe potuto lavorare molto meglio sull'uscita di scena di alcuni personaggi sui quali si era lavorato molto per dare spessore e umanità anche a ciò che non è umano. Si nota anche la oresenza di personaggi di un certo spicco che vengono introdotti a fine film o non sono resi particolarmente partecipi come il personaggio del detective decarte interpretato da Harrison Ford.
Inoltre molte sitiazioni critiche non vengono spiegate degnamente e trovano la loro fine in scene frenetiche ma poco coinvolgenti.
Posso dire quindi che mi sarei aspettato di più da questo film, ma è evidente che nonostante gli enirmi passi avanti dap punto di vista tecnico (cast, effetti speciali.
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È come se fosse un film un po' sospeso in una dimensone tutta sua, non si capisce bene dove la storia abbia inizio e dove abbia fine. Ritengo che si sarebbe potuto lavorare molto meglio sull'uscita di scena di alcuni personaggi sui quali si era lavorato molto per dare spessore e umanità anche a ciò che non è umano. Si nota anche la oresenza di personaggi di un certo spicco che vengono introdotti a fine film o non sono resi particolarmente partecipi come il personaggio del detective decarte interpretato da Harrison Ford.
Inoltre molte sitiazioni critiche non vengono spiegate degnamente e trovano la loro fine in scene frenetiche ma poco coinvolgenti.
Posso dire quindi che mi sarei aspettato di più da questo film, ma è evidente che nonostante gli enirmi passi avanti dap punto di vista tecnico (cast, effetti speciali...) difficilmente escono bene dei sequel a così grande distanza dal film originale, ha perso quella particolare magia che aveva nel primo.
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maramaldo
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mercoledì 8 novembre 2017
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"ho visto cose che voi umani..."
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... avete visto. O no? Flash di mezzo secondo, quasi subliminale: un leoncino rampante, stile araldico. Ho pensato ad un'allucinazione da colpo di sonno, indotto dall'atmosfera plumbea. Ma l'Agente K era là, sullo schermo, che vagava per discariche in cerca non so di cosa. Più circostanziata, invece, la presa di coscienza di quel prezioso distillato proveniente dall'universo del precedente episodio. Se al vostro cane piacerà dipende da come l'avete viziato. Assieme, potete gustarne quanto volete tanto ancora al 2049 ne rimangono milioni di bottiglie. Parola di Harrison Ford, altro lascito della saga, più stralunato e malmostoso di sempre.
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... avete visto. O no? Flash di mezzo secondo, quasi subliminale: un leoncino rampante, stile araldico. Ho pensato ad un'allucinazione da colpo di sonno, indotto dall'atmosfera plumbea. Ma l'Agente K era là, sullo schermo, che vagava per discariche in cerca non so di cosa. Più circostanziata, invece, la presa di coscienza di quel prezioso distillato proveniente dall'universo del precedente episodio. Se al vostro cane piacerà dipende da come l'avete viziato. Assieme, potete gustarne quanto volete tanto ancora al 2049 ne rimangono milioni di bottiglie. Parola di Harrison Ford, altro lascito della saga, più stralunato e malmostoso di sempre. Trovo disdicevole il vezzo di utilizzare fino allo spasimo (anche dello spettatore) attori anziani solo perchè hanno un nome. Avete visto il povero Richard Gere, infagottato e depresso come un personaggio gogoliano. Si uccidono così anche le icone degli anni più belli?
Apprezzamenti per il cane: composto, moderatamente curioso, impertubabile tra scoppi, spostamenti d'aria, ruggiti di motori. Attempato anch'esso, forse mezzo cieco, sicuramente sordo. Unico elemento di originalità.
Film così, ormai, li sanno fare tutti. C'è la lezione visionaria dei fumetti; il turbo-potenziamento della fantasia mediante la motion picture e lo stupefacente sviluppo della tecnica degli effetti speciali. Contenuti e messaggi, pretesti per imbastire qualcosa che somigli ad una "storia", bisogna cercarli e trovarli faticosamente. Qui abbiamo il miracolo: due agglomerati di silicone e circuiti integrati si accoppiano (non è chiaro come, e perchè) e generano. Un auspicio quando siamo sommersi da 7 miliardi e passa di miracoli realizzati - questi sì - in modalità primitive da una specie ancora in uno stadio primordiale che scenziati e antropologi illuminati s'ingegnano a far evolvere in una serialità omogenea e regolare. Vi è già un presagio nel film dove vengono privilegiate fattezze asiatiche che già assicurano una buona uniformità.
Si comprende come un autore talentuoso come Villeneuve, pur avendo a disposizione un ampio ventaglio di apocalissi ma dovendo scansare le angosce reali che ci affliggono, non può che orientarsi verso l'opinabile, l'astratto inconsistente. Il vuoto, non quello cosmico ma quello delle idee fresche. Restiamo in attesa, in un Blade Runner 2079, di assistere agli sviluppi di questo nulla. Che gli faremo fare a Harrison Ford? Ancora un goccio di...Taglio del Direttore?
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silver90
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lunedì 20 novembre 2017
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umano troppo umano
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Los Angeles, 2049. In una terra ridotta ad un'estesa superficie desertica, in cui le vie affollate di una folla brulicante sembrano essere state ripulite e riportate all'ordine, l'agente speciale K si occupa di ricercare ex-replicanti ribelli e ucciderli. In una delle sue missioni fa una scoperta sconcertante, che lo porterà ad andare oltre i suoi stessi limiti. Siamo in un'epoca in cui siamo ancora capaci di amare, oppure no? E ancora, qual è la differenza tra uomo e androide? Quale il limite oltre cui può spingersi l'umano? Queste le domande che più di tutti coinvolgevano lo spettatore nel primo Blade Runner, ancor più del fatto se l'agente Rick Deckard fosse o meno un replicante o un'umanoide, e che vengono riprese (in parte) in Blade Runner 2019.
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Los Angeles, 2049. In una terra ridotta ad un'estesa superficie desertica, in cui le vie affollate di una folla brulicante sembrano essere state ripulite e riportate all'ordine, l'agente speciale K si occupa di ricercare ex-replicanti ribelli e ucciderli. In una delle sue missioni fa una scoperta sconcertante, che lo porterà ad andare oltre i suoi stessi limiti. Siamo in un'epoca in cui siamo ancora capaci di amare, oppure no? E ancora, qual è la differenza tra uomo e androide? Quale il limite oltre cui può spingersi l'umano? Queste le domande che più di tutti coinvolgevano lo spettatore nel primo Blade Runner, ancor più del fatto se l'agente Rick Deckard fosse o meno un replicante o un'umanoide, e che vengono riprese (in parte) in Blade Runner 2019. La frase, rimasta ormai leggendaria, "ne ho viste di cose che voi umani non potete nemmeno immaginare" diventa invece un quesito solipsistico ("chi sono e perché esisto?") in un sequel esteticamente raffinato che è un replicante più umano dell'umano. Un confine sempre più sottile divide infatti le due specie - umano e replicante - un limite che nei timori dei dominanti potrebbe anche sfumare lasciando il posto al caos, rendendo insufficiente e del tutto arbitraria l'identificazione tra i due nel possesso dell'anima, che sarebbe propria degli esseri umani. Ma non basta, si pone anche un'altra linea di frattura, più attuale: la relazione con i computer personali e gli assistenti virtuali. Anche se la differenza con l'uomo è a livello tecnico più chiara che per i replicanti, come spiegare il gesto di Joy, l'ologramma che si sacrifica per K? E quando, a questo punto, si può definire la libertà delle macchine, tema proprio della tradizione sci-fi, dato che queste ultime hanno piena consapevolezza di sé e della propria condizione al punto da accettare il giogo imposto dagli uomini? Ciò che conta in un sequel in cui si assottiglia il confine tra umani e replicanti è soprattutto la ricerca e la formulazione di un'identità. La differenza tra i due registi, Ridley Scott e Denis Villeneuve, risiede dunque nello sguardo che pongono su questo mondo e sui loro personaggi. Mentre il primo poggiava su un pessimismo esistenziale e sociale, il secondo si muove alla ricerca di una speranza, nel "miracolo" della vita che si rinnova nonostante tutto, nella figura cristologica, sia essa umana o replicante non conta.
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jennyx
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domenica 10 dicembre 2017
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non mi ha entusiasmato
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Decisamente sopravvalutato, lento, noioso, poco coinvolgente. E non perche' lo paragoni al Blade Runner originario, di cui conosco solo il finale. Ancora aspetto il momento in cui finirá l'abitudine del cinema americano di proporre scazzottate in ogni film. E' un cliche' noiosissimo e prevedibile da quando esiste il cinema e di cui non capisco l'utilitá, dato che e' visto e stravisto. Questo film poteva durare decisamente meno, dal momento che molte scene sono inutilmente allungate e il risultato sarebbe stato un ritmo migliore e tutto sommato gradevole per passare un po' di tempo. Poco spessore, poca empatia per l'algido protagonista che non trasmette molto neanche quando diventa piu' "emotivo".
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Decisamente sopravvalutato, lento, noioso, poco coinvolgente. E non perche' lo paragoni al Blade Runner originario, di cui conosco solo il finale. Ancora aspetto il momento in cui finirá l'abitudine del cinema americano di proporre scazzottate in ogni film. E' un cliche' noiosissimo e prevedibile da quando esiste il cinema e di cui non capisco l'utilitá, dato che e' visto e stravisto. Questo film poteva durare decisamente meno, dal momento che molte scene sono inutilmente allungate e il risultato sarebbe stato un ritmo migliore e tutto sommato gradevole per passare un po' di tempo. Poco spessore, poca empatia per l'algido protagonista che non trasmette molto neanche quando diventa piu' "emotivo". Forse volutamente poco espressivo, essendo un replicante...ma mi chiedo allora come mai la stessa scelta di poca "umanizzazione" non e' stata fatta, e a maggior ragione, per la sua fidanzata-ologramma fatta di soli pixel. Insomma niente per me lascia il segno. Forse solo un colpo di scena merita SPOILER:
quando cio' che credeva il protagonista si rivela infondato.
Pre il dialogo finale deludente....SPOILER quando Decker chiede perche' Kappa facesse tutto questo per lui, risponde evasivo di andare. Poteva rispondere in base al suo flashback ricorrente:-perche' ho visto un miracolo- o una cosa simile, chiudendo quindi il cerchio del suo percorso interiore. Invece poca poesia fino alla fine. Siamo ben lontani dall'espressivo volto sofferto che sotto la pioggia proferisce lo struggente:- ho visto cose che voi umani....-
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paolosalvaro
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giovedì 9 novembre 2017
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un trionfo di fotografia ed atmosfera
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Un film che non manca assolutamente di rispetto e non banalizza il cult da cui prende il nome, l'unico difetto del quale è forse l'essere un po' troppo pesante da digerire, specie nella seconda metà in cui il regista sembra innamorarsi eccessivamente della bellezza delle proprie immagini (non a caso ho trovato illuminante o quantomeno azzeccata l'ultima battuta pronunciata prima dei titoli di coda); immagino che c'è chi ad esempio potrebbe trovarla noiosa o dispersiva da questo punto di vista, per via della sua tendenza a far ostinatamente prevalere le immagini sulla parole, ma non si può negare la quasi totale perfezione visiva e sonora di questa pellicola alla base della quale sta un lavoro svolto in modo scrupoloso, se non addirittura maniacale, anche sui più piccoli dettagli.
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Un film che non manca assolutamente di rispetto e non banalizza il cult da cui prende il nome, l'unico difetto del quale è forse l'essere un po' troppo pesante da digerire, specie nella seconda metà in cui il regista sembra innamorarsi eccessivamente della bellezza delle proprie immagini (non a caso ho trovato illuminante o quantomeno azzeccata l'ultima battuta pronunciata prima dei titoli di coda); immagino che c'è chi ad esempio potrebbe trovarla noiosa o dispersiva da questo punto di vista, per via della sua tendenza a far ostinatamente prevalere le immagini sulla parole, ma non si può negare la quasi totale perfezione visiva e sonora di questa pellicola alla base della quale sta un lavoro svolto in modo scrupoloso, se non addirittura maniacale, anche sui più piccoli dettagli.
L'atmosfera risulta essere talmente intensa e concreta da poterla toccare con mano, la fotografia di Roger Deakins è così bella da dar quasi vita ad ogni colore (13 nominations e ancora nessun Oscar, un vero oltraggio artistico), edificio o ambientazione, ogni effetto sonoro e visivo diventano istantaneamente un classico del genere fantascentifico ed infine la regia di Villeneuve e la colonna sonora di Zimmer sono semplicemente maestose, questi due hanno sensibiliità e bravura da vendere; a non spiccare come gli altri elementi è la sceneggiatura, alla quale viene inevitabilmente riservato un ruolo secondario ma non marginale, oserei anzi definirla ottima e funzionale ma la storia non è chiaramente ciò che più rimane impresso di questo film. Ho trovato molto buone ed azzeccate anche le interpretazioni dei vari attori; spicca a mio avviso la grande affinità tra Ryan Gosling ed Ana de Armas, mentre Leto rimane (letteralmente) un po' troppo in ombra: ruba la scena quando entra in campo, ma ci resta decisamente troppo poco.
Anche analizzandolo a 360° come ho appena fatto non riesco a trovare delle mancanze o debolezze in questo film: è un autentico parco giochi della fantascienza, a cavallo tra il cyberpunk ed il misticismo dei luoghi e delle ambientazioni. Ciò che gli ha impedito di diventare un vero blockbuster, così come non lo era stato il primo Blade Runner, è proprio il fatto di essere non convenzionale ed ostile a tutto ciò sul quale invece si punta nei comuni film commerciali anche dello stesso genere, fin troppo spesso caratterizzati da storie piatte, personaggi vuoti ed ambientazioni senz'anima. Blade Runner 2049 non è niente di tutto questo. E' un piccolo miracolo.
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silver90
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lunedì 20 novembre 2017
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umano troppo umano
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Los Angeles, 2049. In una terra ridotta ad un'estesa superficie desertica, in cui le vie affollate di una folla brulicante sembrano essere state ripulite e riportate all'ordine, l'agente speciale K si occupa di ricercare ex-replicanti ribelli e ucciderli. In una delle sue missioni fa una scoperta sconcertante, che lo porterà ad andare oltre i suoi stessi limiti. Siamo in un'epoca in cui siamo ancora capaci di amare, oppure no? E ancora, qual è la differenza tra uomo e androide? Quale il limite oltre cui può spingersi l'umano? Queste le domande che più di tutti coinvolgevano lo spettatore nel primo Blade Runner, e che vengono riprese (in parte) in Blade Runner 2049, ancor più del fatto se l'agente Rick Deckard fosse o meno un replicante o un'umanoide.
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Los Angeles, 2049. In una terra ridotta ad un'estesa superficie desertica, in cui le vie affollate di una folla brulicante sembrano essere state ripulite e riportate all'ordine, l'agente speciale K si occupa di ricercare ex-replicanti ribelli e ucciderli. In una delle sue missioni fa una scoperta sconcertante, che lo porterà ad andare oltre i suoi stessi limiti. Siamo in un'epoca in cui siamo ancora capaci di amare, oppure no? E ancora, qual è la differenza tra uomo e androide? Quale il limite oltre cui può spingersi l'umano? Queste le domande che più di tutti coinvolgevano lo spettatore nel primo Blade Runner, e che vengono riprese (in parte) in Blade Runner 2049, ancor più del fatto se l'agente Rick Deckard fosse o meno un replicante o un'umanoide. La frase, rimasta ormai leggendaria, "ne ho viste di cose che voi umani non potete nemmeno immaginare" diventa invece un quesito solipsistico ("chi sono e perché esisto?") in un sequel esteticamente raffinato che è un replicante più umano dell'umano. Un confine sempre più sottile divide infatti le due specie - umano e replicante - un limite che nei timori dei dominanti potrebbe anche sfumare lasciando il posto al caos, rendendo insufficiente e del tutto arbitraria l'identificazione tra i due nel possesso dell'anima, che sarebbe propria degli esseri umani. Ma non basta, si pone anche un'altra linea di frattura, più attuale: la relazione con i computer personali e gli assistenti virtuali. Anche se la differenza con l'uomo è a livello tecnico più chiara che per i replicanti, come spiegare il gesto di Joy, l'ologramma che si sacrifica per K? E quando, a questo punto, si può definire la libertà delle macchine, tema proprio della tradizione sci-fi, dato che queste ultime hanno piena consapevolezza di sé e della propria condizione al punto da accettare il giogo imposto dagli uomini? Ciò che conta in un sequel in cui si assottiglia il confine tra umani e replicanti è soprattutto la ricerca e la formulazione di un'identità. La differenza tra i due registi, Ridley Scott e Denis Villeneuve, risiede infine nello sguardo che pongono su questo mondo e sui loro personaggi. Mentre il primo poggiava su un pessimismo esistenziale e sociale, il secondo si muove alla ricerca di una speranza, nel "miracolo" della vita che si rinnova nonostante tutto, nella figura cristologica, sia essa umana o replicante non conta.
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udiego
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giovedì 5 ottobre 2017
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replicante!
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Film che si fa apprezzare soprattutto per l'aspetto visivo dell'opera. Villeneuve riesce a ricreare quelle atmosfere tipiche del primo capitolo, e nonostante la Los Angeles caotica e disordinata del 2019 abbia lasciato spazio ad una città governata dall'ordine e dell'efficienza lo spettatore non può non immergersi e non apprezzare il clima che il regista riesce ad imprimere al suo lavoro. Detto ciò Villeneuve decide dal punto di vista della sceneggiatura di intraprendere una strada complessa, non convenzionale per questo tipo di opere e sinceramente non credo che sia sempre riuscita a dare al film la spinta necessaria per definirlo un ottimo lavoro. Rispetto al primo capitolo qui i tempi sono più dilatati, ed il ritmo incalzante, che quasi metteva in difficoltà il pubblico nel seguire la vicenda, è sostituito da intermenibili e forse eccessi e spiegazioni su quello che ci capita intorno.
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Film che si fa apprezzare soprattutto per l'aspetto visivo dell'opera. Villeneuve riesce a ricreare quelle atmosfere tipiche del primo capitolo, e nonostante la Los Angeles caotica e disordinata del 2019 abbia lasciato spazio ad una città governata dall'ordine e dell'efficienza lo spettatore non può non immergersi e non apprezzare il clima che il regista riesce ad imprimere al suo lavoro. Detto ciò Villeneuve decide dal punto di vista della sceneggiatura di intraprendere una strada complessa, non convenzionale per questo tipo di opere e sinceramente non credo che sia sempre riuscita a dare al film la spinta necessaria per definirlo un ottimo lavoro. Rispetto al primo capitolo qui i tempi sono più dilatati, ed il ritmo incalzante, che quasi metteva in difficoltà il pubblico nel seguire la vicenda, è sostituito da intermenibili e forse eccessi e spiegazioni su quello che ci capita intorno. Questo permette forse di entrare meglio nei personaggi ma sinceramente la gestione dei tempi lascia più di qualche perplessità, forse perchè la sceneggiatura in se non è in grado di sorreggere una struttura così lunga e complessa. Balde runner 2049 è nel complesso un film da andare a vedere, soprattutto per gli amanti del genere e chi ha amato il primo capitolo, solo, non caricatevi di troppe aspettative.
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andrea1234
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lunedì 9 ottobre 2017
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dignitoso e solido.
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Fare il sequel di un film di successo è come essere figli di un uomo famoso: o vivi di rendita sul cognome che ti ha lasciato tuo padre e ne sperperi il patrimonio oppure accetti di non avere il suo talento ma vivi la tua vita dignitosamente cercando una tua strada.
Star Wars VII è stato sicuramente un sequel del primo tipo, una patetica fotocopia del film di 40 anni prima, dove le poche cose non copiate sono semplicemente ridicole.
Scottato da questa esperienza mi sono accostato timoroso al sequel di Blade Runner ma è andata bene.
E’ chiaro che coloro che si aspettano inseguimenti, sparatorie, esplosioni e superpoteri rimarranno delusi, ma come puoi aspettartelo se hai visto il primo film? Come ci si può lamentare che il film è lungo (152 min) e lento? Perché il film dell’82 invece era un “action movie” di 1h e mezza??
Il regista invece ha saputo e voluto mantenere lo stile narrativo del suo illustre padre.
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Fare il sequel di un film di successo è come essere figli di un uomo famoso: o vivi di rendita sul cognome che ti ha lasciato tuo padre e ne sperperi il patrimonio oppure accetti di non avere il suo talento ma vivi la tua vita dignitosamente cercando una tua strada.
Star Wars VII è stato sicuramente un sequel del primo tipo, una patetica fotocopia del film di 40 anni prima, dove le poche cose non copiate sono semplicemente ridicole.
Scottato da questa esperienza mi sono accostato timoroso al sequel di Blade Runner ma è andata bene.
E’ chiaro che coloro che si aspettano inseguimenti, sparatorie, esplosioni e superpoteri rimarranno delusi, ma come puoi aspettartelo se hai visto il primo film? Come ci si può lamentare che il film è lungo (152 min) e lento? Perché il film dell’82 invece era un “action movie” di 1h e mezza??
Il regista invece ha saputo e voluto mantenere lo stile narrativo del suo illustre padre. Ha conservato e potenziato quello visivo che è anche superiore per spettacolarità. Certo la storia non è un capolavoro di innovazione, ma ha una sua dignità. Tra i difetti principali c’è la sottotrama della “love story virtuale” che poteva essere eliminata anche perché completamente copiata dal recente film “Her”.
Inoltre il personaggio di Jared Leto è un po’ troppo “filosofico-visionario”, forse per abuso di oppiacei…
Voto 7+
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carlosantoni
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lunedì 9 ottobre 2017
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una blade che non taglia più come una volta
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Nei confronti dell’originario Blade Runner, sia nella versione “soft” che nella versione “Final Cut”, e al netto di tutte le possibili considerazioni positive, Il giudizio è impietoso. Soprattutto perché “Blade Runner 2049”, al di là degli ammiccamenti inevitabili al capolavoro di Scott, e ai riferimenti esplicitissimi, più che un sequel dell’originario capolavoro assomiglia a uno dei soliti polpettoni fantascientifici, piuttosto farraginosi e confusionari (tipo “Inception” di Nolan, per capirci), in cui l’unica cosa che conta è la straordinaria tecnologia digitale dispiegata massimamente. Ma, appunto per questo, controproducente: una profusione di effetti speciali in dosi così massicce da ammazzare intere scuderie di cavalli, ma non supportata da una sceneggiatura men che degna di tanto sforzo tecnico, anzi diciamola tutta: dolciastra, scontata, gratuita e prevedibile, risulta insopportabile, almeno per me.
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Nei confronti dell’originario Blade Runner, sia nella versione “soft” che nella versione “Final Cut”, e al netto di tutte le possibili considerazioni positive, Il giudizio è impietoso. Soprattutto perché “Blade Runner 2049”, al di là degli ammiccamenti inevitabili al capolavoro di Scott, e ai riferimenti esplicitissimi, più che un sequel dell’originario capolavoro assomiglia a uno dei soliti polpettoni fantascientifici, piuttosto farraginosi e confusionari (tipo “Inception” di Nolan, per capirci), in cui l’unica cosa che conta è la straordinaria tecnologia digitale dispiegata massimamente. Ma, appunto per questo, controproducente: una profusione di effetti speciali in dosi così massicce da ammazzare intere scuderie di cavalli, ma non supportata da una sceneggiatura men che degna di tanto sforzo tecnico, anzi diciamola tutta: dolciastra, scontata, gratuita e prevedibile, risulta insopportabile, almeno per me. Nessun equilibrio tra forma e contenuto. A ciò aggiungo il gusto assai discutibile e furbesco di usare colonne sonore che sono la brutta copia di quella di Vangelis, cui alludono sfacciatamente, Così come furbesche e perciò stucchevoli risultano le connessioni sforzate col B.R. originale, a cominciare dalla comparsa nel lungo finale di un Harrison Ford ormai bolso, di un’attrice quasi-sosia di Rachel-Sean Young, del poliziotto orientale del LAPD specializzato nel B.R originale in piccoli origami, di personaggi femminili che fisicamente richiamano in maniera esplicita alcune Nexus-6; il tutto per richiamare quanto più strettamente possibile un legame tra questo B.R.-2049 e il capolavoro di Scott, così da “giustificare” il prodotto. Ma, soprattutto, l'intero contenuto etico e profondamente politico dell’originario B.R. è qui tranquillamente smarrito, ridotto a mera citazione, e si capisce, dai i tempi cupi che corrono. Infine, e mi dispiace, la recitazione non compassata, ma semplicemente catatonica di Ryan Gosling. No, via, meglio evitare.
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ceresfelipe
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mercoledì 11 ottobre 2017
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al pari del re ♚....se non superiore!
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Ho deciso di iscrivermi qui su mymovies proprio perchè non sopportavo l'idea che questo capolavoro di fantascienza avesse soltanto 2,98 come voto! E' imbarazzante, soprattutto considerando che alcuni film inguardabili, abbiano un voto superiore........
Premesso che Blade Runner (il primo) è -anzi era- il mio film preferito per quanto riguarda la fantascienza, non sono affatto d'accordo con chi afferma che questo sequel sia nettamente inferiore al precedente!
Vi elencherò i motivi per cui non solo Blade Runner 2049 è all'altezza del primo, ma addirittura per certi versi LO SUPERA.... [allert spoiler]:
- A livello di effetti speciali, grazie agli attuali strumenti, se lo mangia vivo.
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Ho deciso di iscrivermi qui su mymovies proprio perchè non sopportavo l'idea che questo capolavoro di fantascienza avesse soltanto 2,98 come voto! E' imbarazzante, soprattutto considerando che alcuni film inguardabili, abbiano un voto superiore........
Premesso che Blade Runner (il primo) è -anzi era- il mio film preferito per quanto riguarda la fantascienza, non sono affatto d'accordo con chi afferma che questo sequel sia nettamente inferiore al precedente!
Vi elencherò i motivi per cui non solo Blade Runner 2049 è all'altezza del primo, ma addirittura per certi versi LO SUPERA.... [allert spoiler]:
- A livello di effetti speciali, grazie agli attuali strumenti, se lo mangia vivo....ricordate la scena del bacio con l'ologramma fuso con la prostituta? Ne cito solo una....andiamo avanti
- La trama ha diversi colpi di scena: il primo figlio di replicante, il cacciatore che si ritrova cacciato, la figlia segreta, l'uccisione a sangue freddo di un replicante appena nato ecc......diamine, SEMPRE SUL PEZZO....ritmo serrato
- Coinvolgimento emotivo superiore: non solo si parla di una love story inverosimile e trascinante tra un replicante e un'ologramma, ma addirttura qui si uccidono esseri "viventi" come fossero scarafaggi e il legame PADRE-FIGLIO è qualcosa di travolgente!!
- Il regista tratta svariate problematiche del mondo odierno che ci portano a riflettere costantemente durante il film: scarsità di cibo, cambiamenti climatici, sovrappopolazione, inquinamento, sfruttamento del lavoro minorile, la donna-oggetti, la degenerazione tecnologica, lo scienzato-dio che fallisce miseramente, la guerra a distanza con i droni ecc....
- I cattivi sono molto ma molto più cattivi e spietati del primo: sia il boss Wallace che l'assistente, hanno un aspetto e una spietatezza che spesso rabbrividisce lo spettatore...e mettono anche tanta ansia (le telecamere volanti sue....lo sguardo agghiacciante della tipa)
- Ogni scena viene curata nei minimi particolari, solo per citarvi alcuni esempi, la scena delle statue giganti "simmetriche" vicino all'alveare con la nebbia arancione che ricorda la scritta "blade runner" , mbè solo quella ragazzi.....VALE IL PREZZO DEL BIGLIETTO
Bene, dopo avervi dimostrato brevemente come blade runner 2049 sia all'altezza del primo, se non superiore sotto alcuni aspetti, ora vi dico anche perchè qui ha un voto così basso....
Molte persone qui, leggendo i commenti, si vede come siano eccessivamente innamorate del primo blade runner, e non riescono a staccarsene, come fosse "il gioco dell'infanzia mai più superabile".... visto che avranno 40-45 e ci sono cresciuti.....e allora giù con i paragoni "questo non si assomiglia per niente" "perso lo stile originale"....bla, bla, bla....questo attaccamento morboso che si ha per il primo film, un film stupendo ma ormai superato, vi annebbia la mente e non vi permette di giudicare oggettivamente blade runner 2049 per quello che è: UN CAPOLAVORO
E' come se uno compra la ferrari e dice: "però caspita, quella uno turbo rossa fiammeggiante che avevo a 20 anni era molto più figa..................."
Dai su, lasciate perde.....staccatevi un attimo dai paragoni, dal primo film.....tornate al cinema la seconda volta se necessario (io lo farò, ne vale la pena)...e poi, solo poi
VOTATE
2,98 non si può vede............................
[-]
[+] rivedere sì, ma il "modello"
(di dariobottos)
[ - ] rivedere sì, ma il "modello"
[+] noioso
(di rudy_50)
[ - ] noioso
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