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La storia è banale, forzatamente tirata per continuare dalla fuga di Blade Runner e Rachel, che chiudeva il precedente. Nella migliore delle ipotesi una buona intenzione, mal sviluppata.
Il mondo descritto dal primo era visionario, e abbracciava la vita quotidiana e quella specifica dei protagonisti: qui no. Il film è clausrofobico, non garda al di la di personaggi piuttosto piatti.
Le intuizioni nel primo blade runner erano geniali. Molte le ritroviamo nel mondo di oggi. Qui non c'è proiezione.
I personaggi, tutti, erano ben delineati: dal "riparatore" di automi, al team dei replicanti. Daryl Hannah e Rutger Hauer avevano personaggi se volete di secondo piano rispetto alla storia, ma erano perfettamente definiti tanto che al secondo viene consegnata una delle battute chiave del film.
Qui siamo molto, molto lontani dall'epica di queste figure ed anche le figure centrali, come quella della "figlia" posta al centro dell'intera storia, sono deboli.
La lentezza del primo (rivedetevelo) era giustificata dai contenuti. In questo rimane solo la lentezza di una liturgia ripetuta senza ricordarsi il motivo.
Ci sono clamorosi incongruenze di sceneggiatura (perchè lo lasciano vivo quando prelevano Harrison Ford, per esempio) che sembrano forzature per consentire la prosecuzione di una storia inconsistente.
La scena della navetta in acqua, che segue un inverosimile attacco di un'utilitaria ad un convoglio militare, rasenta il ridicolo.
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