Anno | 2016 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Emilio Briguglio |
Attori | Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani Guglielmo Pinelli, Giulia Greco, Simona Marchini, Massimo Bonetti, Nadia Rinaldi, Massimo Foschi, Carla Stella, Niccolò Tredese. |
Uscita | giovedì 26 maggio 2016 |
Distribuzione | Moovioole |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 8 febbraio 2017
Le storie e le vite di quanti cadono nella compulsività del gioco d'azzardo.
CONSIGLIATO NÌ
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Gloria, donna con il vizio del gioco, dopo un'esorbitante vincita alla slot machine viene convinta dalla sua famiglia a iniziare un percorso di terapia da uno psicologo specializzato in ludopatia. Il dottor Aloisi, per cercare di farle aprire gli occhi sul problema della dipendenza dal gioco, inizia a raccontare la vicenda del Marchesino Alvise Fantin, un ludopatico che lotta per riuscire a smettere stravolgendo la vita a cui era sempre abituato.
La commedia di Emilio Briguglio si muove su due binari narrativi: la vicenda di Gloria e quella di Alvise, protagonisti accomunati dallo stesso problema, Gloria ancora poco consapevole della sua malattia, Alvise nel baratro del gioco che grazie all'amore intraprende un percorso di rinascita. Il film, man mano che va avanti si apre verso i colpi di scena che rimettono in questione anche il ruolo di alcuni personaggi. In un'escalation di equivoci ed effetti sorpresa, Una nobile causa è un film che mira non solo all'intrattenimento ma anche al discorso su un problema oggi molto attuale, seppur in forma prevalentemente leggera.
Siamo di fronte ad un lavoro che purtroppo non brilla ma tende solo ad avere una luce tremolante, la sceneggiatura è ben articolata e rispetta quei topos di certa commedia sofisticata, come l'equivoco, l'ambiguità, il doppio, il capovolgimento finale, ma cade nelle romanticherie svenevoli e nelle boutade sempre meno argute. Non c'è tensione verso un discorso più articolato su questioni come la dipendenza dal gioco e la presa di coscienza di tale problema, l'ironia non fa da veicolo verso un affondo e la risata non è mai amara, tutto si riduce a mera superficialità, tutto è proprio come appare.
Non aspettatevi raffinatezze con il memorabile Lubitsch' touch ma 90' min di fugace svago. . Spiccano soprattutto i ruoli e le interpretazione di Antonio Catania, che veste i panni del dottor Aloisi e Francesca Reggiani, nel ruolo di Gloria.