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Ultimo aggiornamento venerdì 2 marzo 2018
Il dramma contemporaneo della costante minaccia della violenza nella vita americana, rappresentata dalla diffusione sempre maggiore delle armi da fuoco. In Italia al Box Office Dark Night ha incassato 17,4 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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È un occhio che apre il film, un occhio su cui si riflettono luci blue e rosse, luci che sembrano provenire da uno schermo e invece si rivelano quelle di una volante di polizia. Perché la catastrofe lentamente annunciata per tutto il corso di Dark Night si è consumata (?) proprio in un cinema, luogo che forse più incarna il limbo tra la vita e la morte dove i personaggi sullo schermo sono materia eterea, fantasmi. E come fantasmi si muovono i protagonisti di Dark Night, esistenze vuote e svuotate della periferia americana, storie banali nella loro eccezionalità che andranno tutte a convergere proprio in una sala cinematografica.
L'ultimo film di Tim Sutton, come già suggerisce il titolo, rimaneggia e riflette sulla strage di Aurora, in Colorado, in cui durante la proiezione di The Dark Knight - Il ritorno vennero uccise dodici persone da James Holmes.
Le diverse storie che il film racconta sono immerse in un paesaggio vacuo, quasi desolato, in quella periferia americana dove il sogno sembra gradualmente trasformarsi in un incubo ricorrente. Una ragazza ossessionata dal corpo e dall'immagine, un ragazzo che ha commesso un crimine non ben definito, gli skater, una coppia che ha smesso di amarsi, quegli occhi azzurri del giovane che passeggia con un fucile in mano.
È proprio il senso di vuoto che questo film ci trasmette, il vuoto come germe dell'alienazione e della violenza. Tim Sutton magistralmente medita e fa meditare su tale questione con echi che rimandano sicuramente al cinema di Gus Van Sant ma senza emulazione. Il suo è un lavoro delicato e potente, un crescendo di tensione e tragedia che, pur non mostrando mai la carneficina, diffonde il terrore. I dialoghi diventano secondari, quello che più incanta lo spettatore è accentuato dalla magistrale fotografia curata di Hélène Louvart e, paradossalmente, la sensazione di questo horror vacui perenne viene accarezzata dalle meravigliose musiche di Maica Armata che si ripetono come un dolcissimo leitmotiv.
Dark Night mostra senza mostrare ed è un'opera tutta fondata sulla visione, il regista infatti sembra scrutare da lontano le vite dei protagonisti senza mai andare a fondo, ma rimane volutamente in superficie, quasi a sottolineare quanto la superficialità della realtà contemporanea sia forse una delle cause del disagio più profondo. Cruciale è infatti la sequenza in cui la ragazza, dopo aver incontrato delle donne ex malate di cancro, corre subito a scattarsi dei selfie. Se la visione è l'elemento fondante di Dark Night, il luogo della mattanza, il cinema, il ritrovo americano per eccellenza diventa lo specchio di questa realtà che tende alla superficie, all'epidermico. Dal buco della serratura si osserva l'orrore quotidiano.
Film disturbante e va bene, perchè voleva esserlo, ma anche noiosissimo. Secondo me l'eccessiva sperimentazione toglie il piacere della visione e rimane solo esercizio cinamatografico.
Dark Night racconta i giorni che precedono la stage avvenuta tra il 19 e il 20 luglio 2012 nella cittadina di Aurora in Colorado, dove il ventiquattrenne James Holmes uccise con un'arma da fuoco12 persone durante la proiezione del film Il cavaliere oscuro – Il ritorno (The Dark knight Rises). Il regista del film Tim Suttun racconta questa storia tramite le vite di cinque personaggi [...] Vai alla recensione »
Il ragazzo imbraccia un fucile, attraversa il giardino e si incammina tra le case. Cambio scena. Una ragazza tranquillamente seduta sta facendo lezione di chitarra, dalla finestra alle sue spalle appare la canna di un fucile puntata sulla sua schiena. Lei non se ne accorge neppure la ragazzina che le sta accanto si rende conto di cosa sta succedendo.
Un film che avrebbe potuto essere un buon documentario, e avrebbe messo in luce le capacità della regia in tal senso. La fotografia, i ritmi, i silenzi, mi sono piaciuti, così come la descrizione della normalità delle vite quotidiane di alcuni giovani. Ma come film, è qualcosa di inespresso, che semplicemente non sta al suo posto.
Ragazzi che camminano per strada, che si tingono i capelli di rosso, che vanno in skate board, che sparano in un tiro a segno; ragazze che si fanno i selfie in bagno, con e senza bikini, che si smaltano le unghie, che chiacchierano tra di loro, lunghe inquadrature di lampioni, di strade, di giardini, del sole che filtra tra i rami. Il film è tutto qui.
Dal titolo ho già detto tutto. Se non avessi cercato qualche informazione su questo film, non avrei capito di cosa voleva parlare. Solo che non so di cosa dovrebbe parlare. Noia più totale ai livelli di Avatar se non addirittura peggio. Non capisco se è Horror o un documentario. In entrambi casi è fatto male. Non mi ha messo paura per niente.
Mi e parso un po lento, statico, vuoto, privo di emozioni, in alcuni punti sembrava un lungometraggio, mah? certo che james per distruggere 12 vite e ferirne tante, doveva essere veramente solo un lucido malato di testa, oppure drogato, dal film non si capisce; mentre guardavo il film pensavo, non e che ci sta un emulatore sia in sala? Uscito dal cinema un sospiro di sollievo, [...] Vai alla recensione »
Quando la vita è vuoto la vita non è narrazione, è solitudine immersa in fruscio di sottofondo. La tragedia non è un solo un atto finale La tragedia è durare senza essere La tragedia è incapacità di desiderare Tim Sutton è un Gus Van Sant al quadrato
Quando Dark night uscì nelle sale americane (dopo le presentazioni al Sundance e nella sezione veneziana Orizzonti), mancava ancora un anno alla strage del 14 febbraio scorso in una scuola della Florida. La fenomenologia, l'autore, il numero delle vittime sono simili; invece restano oscure le ragioni profonde dei due terrificanti gesti, genericamente attribuiti a caratteri psicopatici e per i quali [...] Vai alla recensione »
Villette a schiera, un bimbo che gioca con un cane, un uomo tatuato, una radio che parla di ripresa economica, uno studente sospeso dal preside, una tartaruga d'acqua, una graziosa ragazza in bikini davanti allo specchio, una madre e un figlio intervistati, lui nevrotico e ansioso, con problemi a correlarsi agli altri: il suo unico amico è un tipo con cui comunica via internet e non ha mai visto.
Si può fare un film su una strage, realmente avvenuta, per la cronaca il 19 luglio 2012 in un cinema di Aurora in Colorado, calando il sipario prima della sparatoria? È la scommessa del regista Tim Sutton, che immagina solo la vigilia del massacro, pedinando vari personaggi. Tra cui il folle killer, James Holmes, di 24 anni, che durante la proiezione di The Dark Knight fece irruzione nella sala facendo [...] Vai alla recensione »
Viaggio intorno alla comunità di Aurora, Colorado, prima della strage di mezzanotte al cinema (proiettavano il Batman di "The dark knight"). Un ragazzo filosofo solitario, un paio di amici skaters, una ragazza bodybuilder fanatica, vialetti vuoti, scorci freddi di cemento e natura, gli occhi blu abbacinati dell'attore che impersona il killer Holmes (laureato in neuroscienze), chi si ama e si lascia, [...] Vai alla recensione »