Joseph Gordon-Levitt presta il suo volto al celebre funambolo Philippe Petit che, nel 1974, camminò tra le Torri Gemelle. Ora su TIMVISION.
di Giorgio Crico
Il funambolo francese Philippe Petit aveva un sogno: camminare da una all’altra delle due Twin Towers attraverso un filo, realizzando il numero di funambolismo più bello e audace del pianeta, qualcosa si simile a una vera e propria opera d’arte. The Walk - disponibile in streaming su TIMVISION - racconta quella straordinaria impresa.
Il film, diretto da Robert Zemeckis, racconta i primi venticinque anni di vita di Petit, partendo dalla sua infanzia e dal momento in cui si è innamorato dell’idea di camminare su un filo sottile staccato da terra (ma anche della giocoleria e dei giochi di prestigio tipici del circo) fino ad arrivare alla camminata sul filo fatta tra i due torrioni di Notre-Dame a Parigi e, poi, al suo vero capolavoro: il tentativo di traversata dell’abisso che separava le Twin Towers a New York.
The Walk riprende da vicino il racconto di "Toccare le nuvole fra le Twin Towers. I miei ricordi di funambolo", l’autobiografia del protagonista, ma il vecchio lupo di mare Zemeckis da un lato conduce in porto a occhi chiusi la parte più strettamente biografica e lineare del film e dall’altro si esalta nel momento in cui racconta la traversata del filo. Introdotte da dei passaggi più onirici (e a tratti lirici) precedenti che aiutano il film a costruire un’atmosfera romantica e artistica, perfettamente adatta alla storia che si racconta, le scene relative alla “camminata” a cui allude il titolo sono il cuore narrativo e soprattutto emotivo di tutta la narrazione.
«È stato uno di quei ruoli che penso essere particolarmente adatti ai miei talenti personali e ai miei desideri (…) La camminata? Chiunque avrebbe pensato che fosse impossibile ma Philippe ha preso il suo sogno e, semplicemente, lo ha realizzato. È questo che mi ha ispirato».
Il regista è abilissimo a comporre le inquadrature e a giocare con la camera mentre riprende Philippe in maniera da far sentire lo spettatore parte attiva della sua impresa. L’altitudine è resa perfettamente e le evoluzioni della cinepresa sono talmente d’impatto da provocare un’autentica vertigine, di quando in quando: quando Petit è sul filo la tensione è reale, l’ansia cresce e tutti gli elementi statici che circondano il funambolo prendono vita, sembrando a tratti alleati rassicuranti e un momento dopo dei pericolosissimi ostacoli.
Il cast vede sostanzialmente Joseph Gordon-Levitt – che interpreta Philippe – ergersi necessariamente su tutti gli altri interpreti, a cui tocca accontentarsi di ruotare attorno all’attore californiano che, per inciso, ha recitato da sé anche tutte le parti di dialogo in francese senza ricorrere al doppiaggio (Gordon-Levitt parla fluentemente la linga d’Oltralpe ed è un appassionato della cultura francese). Ciò nonostante, accanto al protagonista troviamo Ben Kingsley nel ruolo di Papa Rudy, la canadese Charlotte Lebon nei panni di Annie Allix, il francese Clément Sibony nelle vesti di Jean-Louis e James Badge Dale in quelle di Jean-Pierre.