Titolo internazionale | On the Bride's Side |
Anno | 2014 |
Genere | Docu-fiction, |
Produzione | Italia, Palestina |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry |
Attori | Tasneem Fared, Abdallah Sallam, MC Manar, Alaa Bjermi, Ahmed Abed, Mona Al Ghabr Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, Tareq Al Jabr, Marta Bellingreri, Rachele Masci, Chiara Denaro, Valeria Verdolini, Elena Bissaca, Ruben Bianchetti, Daniele Regoli, Marco Garofalo, Silvia Turati, Gina Bruno. |
Uscita | giovedì 9 ottobre 2014 |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | Cineama |
MYmonetro | 3,03 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 dicembre 2014
Finanziato con il crowdfunding, il film è stato presentato alla 71. Mostra del Cinema nella sezione Orizzonti. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, 1 candidatura a Globi d'oro, In Italia al Box Office Io sto con la sposa ha incassato 344 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Per andare in scena si comincia sempre dal costume, l'abito creato apposta per gli attori e indossato durante la rappresentazione. Ma quello che il documentario di Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro e Khaled Soliman al Nassi racconta è la realtà di uomini e donne che hanno interpretato un ruolo e infilato un costume per beffare il destino e garantire un futuro a chi amano.
Documentario nomade finanziato 'dal basso', Io sto con la sposa mette letteralmente in schermo un matrimonio e il suo corteo di invitati mai così partecipi. Perché i cinque protagonisti di questa avventura sono in fuga dalla guerra e dal loro Paese fiaccato dalla belligeranza. Palestinesi e siriani sopravvissuti ai marosi, sbarcati a Lampedusa e decisi a raggiungere 'creativamente' la Svezia. Ad aiutarli un regista, un giornalista e un poeta sirano-palestinese convinti che nella vita prima o poi bisogna scegliere da che parte stare. Schierati da quella del sogno, disattendono le leggi del Vecchio Continente e arrivano in meta. Non la casa base ma una nuova casa, che alleggerisca a chi ha chiesto loro soccorso, le ragioni per cui hanno rischiato la vita, spaiato i loro affetti e abbandonato tutto quello che avevano costruito. Nel viaggio verso la Svezia, terra promessa e unica 'eccezione' europea che dal settembre 2013 concede il diritto di residenza a tutti i siriani che domandano asilo, i protagonisti si raccontano, rivelandoci chi è veramente un rifugiato e ricordandoci correttamente che nessuno sceglie di esserlo. Il dilemma, la condizione in cui una decisione si impone tra due o più alternative ugualmente indesiderabili, rappresenta in sintesi lo stato del profugo. Dittature, crolli di dittature, guerra, soprusi impongono a uomini e donne risposte immediate al problema, che molto spesso non si risolve poi nel compimento della scelta. Sono decisioni i cui effetti dolenti permangono anche dopo l'espatrio, condizionando la vita futura in diaspora. Così Alaa, partito con suo figlio Manar e lasciato il minore in Palestina senza sapere se lo rivedrà mai o se riuscirà mai a condurlo lontano dal pericolo e vicino al cuore. A non avere dilemmi nel consentire l'accesso al territorio e alla procedura di asilo, dovrebbero essere invece le autorità italiane, francesi o tedesche che siano. Autorità eluse con indocile grazia dagli autori che stanno con la sposa e la scortano per tremila chilometri, tingendo il loro documentario di un tono fiabesco. Una favola di disobbedienza civile che ha abbattuto gli orchi, che confida nel prossimo e che reagisce all'Europa, alle sue forme di contenimento, controllo, detenzione e respingimento. Azione politica in immagini, Io sto con la sposa solleva e risolve con estro il dibattito sul diritto alla mobilità, il diritto delle persone a spostarsi senza impedimenti, sfuggendo guerre o dittature crudeli. A incarnare l'Odissea in costume nuziale, che muove da Milano alla volta di Stoccolma, passando per Marsiglia, Bochum e Copenaghen, due sposi e un solido e solidale contorno di comprimari, che hanno il volto di chi è 'affondato', di chi è riemerso, di chi come Manar 'rappa' la propria vita e i suoi pochi anni per dirsi al mondo e per dire al mondo che non si sente più straniero e che quello che desidera si trova finalmente in questo posto, a questo punto.
Una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013. Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio carico di emozioni che oltre a raccontare le storie e i sogni dei cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un'Europa sconosciuta. Un'Europa transnazionale, solidale e goliardica che riesce a farsi beffa delle leggi e dei controlli della Fortezza con una mascherata che ha dell'incredibile, ma che altro non è che il racconto in presa diretta di una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013.
Sotto lo stesso cielo era la "frase forte" che sottendeva l'architettura di "Hero", un discusso film di Zhang Yimou del 2002, frainteso da alcuni come un bellissimo esercizio stilistico ma in realtà uno dei più ispirati manifesti per la fratellanza cui il cinema abbia dato vita. All'uscita del film in Italia eravamo alla vigilia dell'invasione [...] Vai alla recensione »
Il film mi ha lasciato un nodo in gola e lacrime agli occhi. Il racconto dello sposo in quella casa abbandonata, della sposa che parla della guerra sotto la sua casa le sue lacrime silenziose e dolenti....E poi la vicenda si svolgeva, partiva da Milano dal 14 al 18 novembre 2013: giorni per me pieni di dolore e di disperazione mentre questi sconosciuti partivano pieni di speranza e di paura...Tu [...] Vai alla recensione »
Film in cui si racconta del viaggio intrapreso da un gruppo di emigranti di svariate età che dalla Siria, loro paese d'origine dove c'è la guerra, vuole arrivare sino in Svezia, unico paese europeo dove verrà loro riconosciuto l'asilo politico e la conseguente cittadinanza. Nel corso di questo lunghissimo viaggio che li ha visti partire, appunto, dalla loro terra [...] Vai alla recensione »
Chissà quante persone avranno visto questo toccante film/documentario, e quante di loro alla fine dello spettacolo si saranno rese realmente conto dell’immensa sofferenza e ingiustizia che un’infinità, una marea di esseri umani deve subire e non poter essere libera nemmeno di scappare dai teatri di guerra. Questa è la testimonianza filmata da tre registi molto speciali [...] Vai alla recensione »
Film dalle buone intenzioni ma poco obiettivo. Far passare il messaggio ad esempio - come questo film fa - che solo in Svezia avranno riconosciuto il diritto d'asilo politico, è semplicemente non vero e quindi disonesto. Far passare il messaggio che se le autorità Italiane vogliono adirittura - udite udite - prendere le impronte digitali a chi arriva senza uno straccio di documenti [...] Vai alla recensione »
Come documentario on the road l'opera è apprezzabile, mi ha catturato l'attenzione, risvegliando in me certe sensazioni di brivido/gioia di quei momenti della vita in cui rischi qualcosa ma alla fine ce la fai . Ma non è possibile, a 3 anni di distanza da questo film, non osservare quanto siano cambiate le cose in Europa.
Ho la sensazione che tutti cerchinodi fuggire, anche noi se sapessimo dove andare. Di certo è che se Garibaldi e Mazzini se ne stavano in francia e in argentina ; noi oggi saremo ancora sotto i BORBONI. Fuggendo lasci il territorio a chi ti ha perseguitato. In basilicata naccuero i BRIGANTI non ottennero molto ma non fuggirono. Il ragazzo rap palestinese mi è sembrato il più sincero [...] Vai alla recensione »
la finzione scenica del matrimonio per attraversare indisturbati l'Europa fino alla Svezia è intrigante ma poi il docu film si svolge in modo noioso con il ripetersi degli stessi riti nelle varie tappe obbligate per raggiungere Stoccolma da Milano. Non vorrei essere cinica ma comprendo il grande dolore di questi disgraziati costretti per fuggire e forse morire a pagare somme [...] Vai alla recensione »
un real-doc ben riuscito. Un road movie ai confini delle frontiere d'europa. Il tema dell'immigrazione visto dal di dentro con testimonianze e introspezioni mai banali. Un viaggio della speranza strutturato in più tappe, con le qauli si arricchisce. Un progetto fiannziato da moltissime persone che merita di essere visionato.
Non c'è dubbio che Io sto con la sposa firmato in triplice regia da due italiani e un siriano-palestinese sia uno dei migliori esempi di road-movie-documentary visti negli ultimi mesi. Presentato fuori concorso a Orizzonti all'ultima Mostra veneziana, racconta il viaggio da Milano a Stoccolma realmente "necessario" ma attentamente preparato in modalità di cine-produzione, di alcuni migranti siriani [...] Vai alla recensione »
Ci volevano due italiani sui generis come un giornalista scavezzacollo molto somigliante a Paolo Ruffini (Gabriele Del Grande) e un bravo montatore di Sky (Antonio Augugliaro) per decidere, insieme a un poeta siriano, di filmare e truffare l'arcigna Europa accompagnando cinque siriani e palestinesi da Milano in Svezia. L'idea? Fingere che sia un corteo per un matrimonio.
Malgrado si tratti dell'effettiva cronaca filmata di un fatto reale in Io sto con la sposa circola un'aria quasi fiabesca. Grazie agli sforzi, in particolare, di due palestinesi di Siria già espatriati e di due italiani, e dopo aver raccolto 100 mila euro in due mesi attraverso una campagna on line, tra il 14 e il 18 novembre del 2013 si è svolto il viaggio che vediamo nel film.