snoyze
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venerdì 24 ottobre 2014
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leopardi: ragazzo come tanti, ma poeta come pochi.
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Leopardi fu in vita un illustre poeta, distrutto dalla salute cagionevole e costretto spesso dal padre ad uno studio intenso e senza sosta, che non riuscì mai a sentirsi uno come gli altri...solo perchè la vita gli remava contro, era triste, era depresso, aspettava la morte.
Ma quando "il giovane Leo" ci viene insegnato a scuola, noi impariamo spesso ad odiare le sue poesie finendo per odiare anche lui...Ma in con questo film possiamo perfettamente vedere come le poesie di Giacomo Leopardi scaturivano nella sua testa curva verso il suolo, lui non era altro che un giovane ragazzo che amava scrivere quello che gli passava per la testa, essendo un ragazzo triste e solo ciò che riusciva a produrre era sempre morte e depressione.
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Leopardi fu in vita un illustre poeta, distrutto dalla salute cagionevole e costretto spesso dal padre ad uno studio intenso e senza sosta, che non riuscì mai a sentirsi uno come gli altri...solo perchè la vita gli remava contro, era triste, era depresso, aspettava la morte.
Ma quando "il giovane Leo" ci viene insegnato a scuola, noi impariamo spesso ad odiare le sue poesie finendo per odiare anche lui...Ma in con questo film possiamo perfettamente vedere come le poesie di Giacomo Leopardi scaturivano nella sua testa curva verso il suolo, lui non era altro che un giovane ragazzo che amava scrivere quello che gli passava per la testa, essendo un ragazzo triste e solo ciò che riusciva a produrre era sempre morte e depressione. Mario Martone e la SPETTACOLARE recitazione di Elio Germano portano la storia del giovane Giacomo in un altro punto di vista, molto attuale. Leopardi è parte della nostra storia e tutto ciò che ha scritto è eterno, quindi le sue poesie devono essere sentite per quello che lui sentiva nel momento in cui le scriveva, il film ci porta sempre lì, accanto al povero poeta che guardando fuori dalla finestra compone. Le città in cui il poeta viaggiava sono rappresentate a pieno, grazie a splendide panoramiche con giochi di luce (diurna o notturna) e l'accompagnamento musicale è sempre azzeccato e molte volte anche fuori dalle righe.
Insomma un film che può dare tanto a chi ama poesie o storie di persone che hanno avuto poco dalla vita, ma che sono comunque riuscite a dare tanto. Giacomino uno di noi...
P.S.
Io ho appena finito il liceo, precisamente 4 mesi fa, e sono ancora fresco di Leopardi, ma per coloro che vogliono vedere il film ma non ricordano molto della sua vita o delle sue poesie consiglio di dare una veloce ripassata!
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saint loup
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lunedì 3 novembre 2014
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il favoloso mancato
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Anche Visconti sognava di fare un film su Proust, ma si arrese di fronte all'impotenza di rappresentare in celluloide l'immensita' di un ' anima. Forse anche Martone avrebbe dovuto avere la stessa umilta' con Leopardi. Per quanto il film sia molto dettagliato e attento alla ricostruzione storica e biografica del Poeta, il regista confeziona un prodotto che, tranne i momenti di pura elegia, non emoziona e annoia. L'uomo Leopardi è rappresentato con tratti caratteriali e fisici ai limiti del grottesco: nevrotico, psicotico, e patetico fino al disgusto. Incomprensibili le lunghe carrellate su scene altrettanto incomprensibili come quella delle lupanare o quelle delle infinite passeggiate del Poeta al solo scopo di mettere in bella mostra la sua deformita'.
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Anche Visconti sognava di fare un film su Proust, ma si arrese di fronte all'impotenza di rappresentare in celluloide l'immensita' di un ' anima. Forse anche Martone avrebbe dovuto avere la stessa umilta' con Leopardi. Per quanto il film sia molto dettagliato e attento alla ricostruzione storica e biografica del Poeta, il regista confeziona un prodotto che, tranne i momenti di pura elegia, non emoziona e annoia. L'uomo Leopardi è rappresentato con tratti caratteriali e fisici ai limiti del grottesco: nevrotico, psicotico, e patetico fino al disgusto. Incomprensibili le lunghe carrellate su scene altrettanto incomprensibili come quella delle lupanare o quelle delle infinite passeggiate del Poeta al solo scopo di mettere in bella mostra la sua deformita'. Perfino le sequenze sulla genesi della creazione poetica risultano stucchevoli e artificiose, cosi come lo sono le rappresentazioni del natio borgo selvaggio e quelle del soggiorno napoletano, con tanto di eruzione del Vesuvio scolasticamente computerizzata. E dei riferimenti piu ' che espliciti alla presunta omosessualita' del Poeta che dire? Dopo i turbamenti sessuali alla vista di Ranieri nudo e la camporella agreste col ragazzino napoletano mancava solo un clamoroso outing ad effetto. Senza parlare delle imperdonabili assenze: A Silvia e Il Sabato del villaggio totalmente bypassate. Non ci siamo. La bella fotografia e l'ottima colonna sonora non riescono a compensare un risultato ambizioso ma mancato in pieno.
Anche Visconti sognava di fare un film su Proust, ma si arrese di fronte all'impotenza di rappresentare in celluloide l'immensita' di un ' anima. Forse anche Martone avrebbe dovuto avere la stessa umilta' con Leopardi. Per quanto il film sia molto dettagliato e attento alla ricostruzione storica e biografica del Poeta, il regista confeziona un prodotto che, tranne i momenti di pura elegia, non emoziona e annoia. L'uomo Leopardi è rappresentato con tratti caratteriali e fisici ai limiti del grottesco: nevrotico, psicotico, e patetico fino al disgusto. Incomprensibili le lunghe carrellate su scene altrettanto incomprensibili come quella delle lupanare o quelle delle infinite passeggiate del Poeta al solo scopo di mettere in bella mostra la sua deformita'. Perfino le sequenze sulla genesi della creazione poetica risultano stucchevoli e artificiose, cosi come lo sono le rappresentazioni del natio borgo selvaggio e quelle del soggiorno napoletano, con tanto di eruzione del Vesuvio scolasticamente computerizzata. E dei riferimenti piu ' che espliciti alla presunta omosessualita' del Poeta che dire? Dopo i turbamenti sessuali alla vista di Ranieri nudo e la camporella agreste col ragazzino napoletano mancava solo un clamoroso outing ad effetto. Senza parlare delle imperdonabili assenze: A Silvia e Il Sabato del villaggio totalmente bypassate. Non ci siamo. La bella fotografia e l'ottima colonna sonora non riescono a compensare un risultato ambizioso ma mancato in pieno.
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ollipop
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lunedì 17 novembre 2014
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perfezione stilistica a discapito della profondita
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Ineccepibile dal punto di vista tecnico ottima recitazione altrettanto efficace ambientazione ma di Leopardi non ho visto nulla di originale : Poeta struggente in lotta con una natura avversa ma nessuna modernità : una stereotipata biografia perfetta in stile sceneggiato senza alcun slancio o sussulto ; tutto e' perfetto ma troppa preoccupazione nella ricerca del particolare che sfiora appena la profondità del poeta e il suo travaglio nella ricerca di una felicita ' mai raggiunta se pur velatamente agognata
film tuttavia da vedere per lo sforzo comunque encomiabile nell'affrontare una difficile impresa perche' Leopardi resta un poeta di non facile interpretazione
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elgatoloco
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lunedì 24 novembre 2014
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l'unico modo per mettere in scena leopardi
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Film di grande intelligenza e cultura(non ne dubitavamo, conoscendo Martone come regista teatrale, prima che cinematografico), con evidenti echi anche e soprattutto mozartiani, ben rilevati, "Il giovane favoloso"è, quasi certamente, l'unico modo per fare un film su Leopardi. Senza ripercorrerne pedissequamente le linee-guida della vita, Martone ci mostra sia lo studio matto e disperatissimo, sia l'aspirazione ad altro(Silvia, ma non solo, la vita, la sensualità), sempre, però, frustrata dalla salute, anche indotta dalla rigida educazione paterna. Contro una visione scolastica di un Leopardi"risorgimentale"(dove in primis bisognerebbe chiarire il lemma, l'aggettivo)Martone ci mostra il Leopardi"mezzo filosofo"(così si definiva Giacomo stesso), in realtà pensatore e poeta(un'endiadi totale)profondissimo.
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Film di grande intelligenza e cultura(non ne dubitavamo, conoscendo Martone come regista teatrale, prima che cinematografico), con evidenti echi anche e soprattutto mozartiani, ben rilevati, "Il giovane favoloso"è, quasi certamente, l'unico modo per fare un film su Leopardi. Senza ripercorrerne pedissequamente le linee-guida della vita, Martone ci mostra sia lo studio matto e disperatissimo, sia l'aspirazione ad altro(Silvia, ma non solo, la vita, la sensualità), sempre, però, frustrata dalla salute, anche indotta dalla rigida educazione paterna. Contro una visione scolastica di un Leopardi"risorgimentale"(dove in primis bisognerebbe chiarire il lemma, l'aggettivo)Martone ci mostra il Leopardi"mezzo filosofo"(così si definiva Giacomo stesso), in realtà pensatore e poeta(un'endiadi totale)profondissimo. Da considerare e da valutare con grande attenzione, anche nelle singole scene, che contengono sempre una produzione di senso assolutamente unica e irripetibile. Anche quando ci mostra l'aspetto meno gradevole della vita del poeta(scene del lupanare napoletano, con la prostituta che si rivela un ermafrodita, unitamente ai lazzi di cui Leopardi diviene bersaglio), "Il giovane favoloso"è film capace di catturarci, mostrandoci la vita di un pensatore "prigioniero dell'esistenza", dopo essere cresciuto in un ambiente chiuso, colto ma pieno di pregiudizi, come quello del conte Monaldo Leopardi, contestualizzato nella Recanati piccola e opprimente, specchio di un'"Italietta"che, nonostante le grandi spinte culturali, tendeva a chiudersi in sé. El Gato
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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il lato umano del grande poeta
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Ci troviamo a Recanati e la gioventù di Giacomo Leopardi (Elio Germano) non è delle più felici. Il ragazzo ha un’intelligenza fuori dal comune, vive a stretto contatto con i libri della biblioteca familiare, ma non ha un buon rapporto con il padre Monaldo (Massimo Popolizio), di ideali molto conservatori. Ben presto la situazione comincia a star stretta a Leopardi e la voglia di libertà presto prende il sopravvento, spingendo il giovane ad allontanarsi dalla casa paterna. Provato da una salute cagionevole, Giacomo si reca a Firenze, dove conosce Antonio Ranieri (Michele Riondino) e Fanny Targioni Tozzetti (Anna Mouglalis), di cui si innamora. Dopo diverse vicissitudini, si trasferisce con l’amico a Napoli, alle pendici del Vesuvio, a causa dell’epidemia di colera che attanaglia la città.
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Ci troviamo a Recanati e la gioventù di Giacomo Leopardi (Elio Germano) non è delle più felici. Il ragazzo ha un’intelligenza fuori dal comune, vive a stretto contatto con i libri della biblioteca familiare, ma non ha un buon rapporto con il padre Monaldo (Massimo Popolizio), di ideali molto conservatori. Ben presto la situazione comincia a star stretta a Leopardi e la voglia di libertà presto prende il sopravvento, spingendo il giovane ad allontanarsi dalla casa paterna. Provato da una salute cagionevole, Giacomo si reca a Firenze, dove conosce Antonio Ranieri (Michele Riondino) e Fanny Targioni Tozzetti (Anna Mouglalis), di cui si innamora. Dopo diverse vicissitudini, si trasferisce con l’amico a Napoli, alle pendici del Vesuvio, a causa dell’epidemia di colera che attanaglia la città.
La breve vita del poeta e scrittore Giacomo Leopardi, amato e odiato dagli studenti di tutta Italia, viene trasposta sul grande schermo dal coraggioso Mario Martone. Coraggioso perché non è facile effettuare una trasposizione cinematografica di un grandissimo autore italiano senza cadere nello stile della fiction. Il regista ha invece la capacità di far rivivere il Leopardi, trasportandolo nel nostro tempo e abbandonando la dimensione letteraria. Lo stile del film è quasi teatrale ed evoca un realismo inquieto. La colonna sonora ricalca perfettamente lo struggente orrore interiore che prova il protagonista, egregiamente interpretato da Elio Germano. L’attore riesce ad affrontare ed estraniare il complesso animo del poeta, mostrando allo spettatore la sensibilità leopardiana e, allo stesso tempo, effettuando un percorso emotivo crescente, sempre sopra le righe. Un Leopardi raccontato con grande tenerezza, senza scendere nella pietà per i suoi difetti fisici e anzi evidenziando la sua forza d’animo e la voglia di rivalsa attraverso un intelletto fuori dal comune. Un film che tutti dovrebbero vedere, una biografia scorrevole ed appassionante che riporta il grande poeta nel nostro secolo, invitando a guardare oltre le apparenze e a sentirsi parte dell’infinito.
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jayan
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domenica 29 marzo 2015
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l'opera "favolosa" di mario martone!
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Lo considero il miglior film di Mario Martone, senza togliere valore agli altri. Un'opera "favolosa", "Il Giovane Favoloso" offre un'interpretazione unica e originale del Leopardi. Elio Germano offre il massimo come interprete del poeta. Gli altri attori, la fotografia, la sceneggiatura e principalmente la regia sono eccellenti. Un film da vedere assolutamente... e da rivedere. Martone riesce a penetrare nell'animo sensibile di Leopardi e lancia il suo urlo di dolore al mondo e la sua ricerca di un mondo veramente felice, al di là dei rigidi schemi in cui versava la società di allora. Un grido rivoluzionario per quell'epoca, un messaggio ancora valido ai giorni nostri.
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Lo considero il miglior film di Mario Martone, senza togliere valore agli altri. Un'opera "favolosa", "Il Giovane Favoloso" offre un'interpretazione unica e originale del Leopardi. Elio Germano offre il massimo come interprete del poeta. Gli altri attori, la fotografia, la sceneggiatura e principalmente la regia sono eccellenti. Un film da vedere assolutamente... e da rivedere. Martone riesce a penetrare nell'animo sensibile di Leopardi e lancia il suo urlo di dolore al mondo e la sua ricerca di un mondo veramente felice, al di là dei rigidi schemi in cui versava la società di allora. Un grido rivoluzionario per quell'epoca, un messaggio ancora valido ai giorni nostri. Molti non hanno compreso che il cosiddetto "pessimismo" di Leopardi è la ricerca di una fuga dal dolore in cui versa il mondo, solo che lui non ne ebbe gli strumenti per uscirne.
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mauro
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domenica 21 giugno 2015
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leopardi non si racconta si emoziona.
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Leopardi era un uomo, non era un Dio pur nella sua estrema sapienza ha sempre mescolato nelle proprie opere, come tutti fanno del resto acciacchi, sogni, debolezze e contraddizioni, com'è naturale che sia per un essere umano e dimostrare che questo non sia vero attraverso la presentazione di un Giacomo trasfigurato e quanto mai di più falso ci possa essere è ciò che viene insegnato nelle scuole, quello che la gente vuole credere: nell'artista iconico schiavo e padrone del proprio genio e della propria arte, non è mai così, ripeto, abbiamo sempre di fronte un uomo, per quanto grande sia. Elio Germano è bravissimo ed è insieme alla fotografia è l'unica cosa che salvo del film.
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Leopardi era un uomo, non era un Dio pur nella sua estrema sapienza ha sempre mescolato nelle proprie opere, come tutti fanno del resto acciacchi, sogni, debolezze e contraddizioni, com'è naturale che sia per un essere umano e dimostrare che questo non sia vero attraverso la presentazione di un Giacomo trasfigurato e quanto mai di più falso ci possa essere è ciò che viene insegnato nelle scuole, quello che la gente vuole credere: nell'artista iconico schiavo e padrone del proprio genio e della propria arte, non è mai così, ripeto, abbiamo sempre di fronte un uomo, per quanto grande sia. Elio Germano è bravissimo ed è insieme alla fotografia è l'unica cosa che salvo del film. Il resto è noia, inutilità, ritagli di biografie scolastiche poco interessanti. Paradossalmente con la pellicola si è dimostrato quanto sia impossibile fare un film su Giacomo leopardi, è il caso tipico nel quale la ricerca dell'uomo nell'artista non abbia molto senso se non soddisfacimento di un gusto voyeristico per qualcosa di diverso, come si faceva con i fenomeni da circo. Il poeta bisogna accontentarsi di studiarlo e godere di ciò che la sua mente sapesse fare, credo che anche lui avrebbe voluto così ed avrebbe trovato molto sciocco perdere tempo in antologiche biografie. A noi rima l'infinito, A Silvia, la ginestra, lo zibaldone ecc... il resto è la storia di un uomo sfortunato, molto sfortunato che sarebbe potuto essere stupido od intelligente, ricco o povero, muratore od alto prelato, non avrebbe avuto molta importanza. Diciamolo, il film pur ben fatto non è proponibile è una tortura alla quale ci si sottopone solo per curiosità e dalla quale non si vede l'ora di scappare. Il cinema deve essere intrattenimento, anche drammatico s'intende e di Leopardi non si può fare intrattenimento, merita di più, da una parte e non riesce a soddisfare certi requisiti dall'altra. Le stellette sono solo per la fattura del film che è impeccabile, per il resto è da bocciare.
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mario nitti
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domenica 19 ottobre 2014
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un film che raggiunge i suoi obiettivi
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Volete un film allegro, per passare una serata serena, distensiva, senza troppi pensieri? Allora lasciate perdere, “Il Giovane favoloso” non fa per voi. Del resto come potrebbe? La storia è quella di di Giacomo Leopardi e, come gli rinfacciano durante il film molti interlocutori, i suoi testi sono un concentrato di pessimismo e non certo un inno alla speranza. Il regista Mario Martone imprime un ritmo lento, quasi solenne alla narrazione di una'avventura umana che un po’ tutti conoscono, utilizzando al meglio Elio Giordano, che incarna in modo efficace il protagonista, e tutti gli altri attori. La musica riesce a sottolineare, senza ricerca di eccessiva enfasi, sguardi, dialoghi ed eventi: la lettura di alcune poesie e pensieri di Leopardi è sapientemente distribuita così che il film non ne resta appesantito, ma arricchito.
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Volete un film allegro, per passare una serata serena, distensiva, senza troppi pensieri? Allora lasciate perdere, “Il Giovane favoloso” non fa per voi. Del resto come potrebbe? La storia è quella di di Giacomo Leopardi e, come gli rinfacciano durante il film molti interlocutori, i suoi testi sono un concentrato di pessimismo e non certo un inno alla speranza. Il regista Mario Martone imprime un ritmo lento, quasi solenne alla narrazione di una'avventura umana che un po’ tutti conoscono, utilizzando al meglio Elio Giordano, che incarna in modo efficace il protagonista, e tutti gli altri attori. La musica riesce a sottolineare, senza ricerca di eccessiva enfasi, sguardi, dialoghi ed eventi: la lettura di alcune poesie e pensieri di Leopardi è sapientemente distribuita così che il film non ne resta appesantito, ma arricchito. Ciascuno di questi frammenti sembra fatto apposta per essere proposto domani, con le nuove tecnologie, in un'aula scolastica. Nel complesso le quasi due ore e mezza delle pellicola non praticano sconti, richiedno concentrazione e attenzione, ma Martone riesce nella sfida, difficilissima, di illuminare qualche frammento del mistero di un’anima.
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natadiluglio
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domenica 19 ottobre 2014
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titolo da soap opera
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Mi dispiace se non sono in linea, e forse troppo critica, ma il film, visto poco fa, non mi è piaciuto affatto. Da un punto di vista di utilità culturale, benvenuto, dato che rianima una società caduta in una palude di ignoranza da far piangere ulteriormente il già afflitto Giacomo Leopardi. Soltanto sentire leggere, mormorare, declamare, le meravigliose poesie del nostro secondo Poeta ( qualcuno lo mette alla pari con il divino Dante), smuove quel macigno di indifferenza cinica, di ignoranza stratificata, e mi auguro che lo stesso turbamento che ho provato io, che potevo ripetere quei versi e continuarli, sia trasmesso anche agli sfortunati che non hanno conosciuto la Scuola "opprimente e nozionistica" che per mia fortuna ho conosciuto io.
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Mi dispiace se non sono in linea, e forse troppo critica, ma il film, visto poco fa, non mi è piaciuto affatto. Da un punto di vista di utilità culturale, benvenuto, dato che rianima una società caduta in una palude di ignoranza da far piangere ulteriormente il già afflitto Giacomo Leopardi. Soltanto sentire leggere, mormorare, declamare, le meravigliose poesie del nostro secondo Poeta ( qualcuno lo mette alla pari con il divino Dante), smuove quel macigno di indifferenza cinica, di ignoranza stratificata, e mi auguro che lo stesso turbamento che ho provato io, che potevo ripetere quei versi e continuarli, sia trasmesso anche agli sfortunati che non hanno conosciuto la Scuola "opprimente e nozionistica" che per mia fortuna ho conosciuto io. Leopardi andrebbe riscoperto, non "scoperto", andrebbe riconosciuto, non dovrebbe destare sorpresa, meraviglia, ma familiiare comprensione, e in un film proprio questa splendida opportunità ci deve essere data: di rivivere partecipando alla vicenda umana di un Grande. Purtroppo chi lo ha pensato e realizzato, ha perso di vista il senso della misura (anche nelle lungaggini, nel compiacimento delle pose e nell'esibizionismo formale), cucinando un Leopardi nevropatico, isterico, molto compreso nel roteare occhi e nel divagare in una mimica fantasiosa e oleografica. Non ci siamo. Benissimo che si ricostruisca una realtà che il grande poeta ci ha donato per sempre sia nelle opere che nella biografia, peraltro assai documentata storicamente. Malissimo che si faccia di questa sua vita un polpettone grondante querimonie e patetismo. Ben altro era Leopardi. Malato, gobbo, ma che si trascinasse carponi, che tremolasse e sbavasse, ma via!! Le sceneggiate napoletane al lupanare: ma che pessima idea, che cattivo gusto, che cosa inutile! Quante cose inutili, che mi hanno annoiata a morte, cosa più di tutte imperdonabile. La scelta degli aneddoti, dei fatti storici, potevano dirci che quel malato non era un piagnone, era un intellettuale stimato e dalle vaste frequentazioni, anche se ovviamente limitate dai noti fattori. Ed infine, in tutto il tempo che ci si è presi per fargli fare eterne camminate esteticamente pietistiche, smofie e dialoghi senza succo, dov'è finito l'atteso scenario del "sabato del villaggio", dove il rilevo all'icona Silvia, ridotta a qualche inquadratura e a una scena pesantemente mortuaria? Dove sono finite le ispirazioni, la vitalità del luogo, la vitalità stessa di uno dei maggiori creativi della nostra letteratura e storia? Un mortorio che non si meritava e non ci meritavamo. Sono dispiaciuta che i commenti siano encomiastici, sono dispiaciuta del successo, non di quello di botteghino: questo dimostra quanta fame di cultura questo popolo italico ancora porta dentro e quanto poca gliene sia stata fornita negli ultimi decenni. Mi dispiace che il successo venga dai critici, ne sono anzi costernata, come della conferma di una piaggeria ormai cieca e cronica, nonchè di un danno che temo irreversibile.
Anna Maestri
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joker 91
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martedì 21 ottobre 2014
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un giovane favoloso
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Il film di Martone è un grandissimo racconto storico letterario come non se ne vedevano da anni nel nostro cinema. Mario Martone mette la sua mano nei ricordi della nostra grande cultura oggi un po persa per strADA parlandoci del poeta forse più grande della storia(assieme a Dante) con un Germano mai cosi convincente come in questa pellicola,Il dolore e il realismo più che il pessimismo sono ben rappresentati nella pellicola attraverso un montaggio un ambientazione e una colonna sonora da capogiro. Il rapporto padre-figlio è senza sbavature con un Popolizio cattivivone ai livelli del murray abraham-salieri di Amadeus nelle espressioni. Il film nella seconda parte (dopo il racconto del rapporto famigliare nella prima) scorre via veloce raccontandoci la poesia,la poetica e la sofferenza mista a voglia di vita del poeta più grande di tutti i tempi,tuttavia il finale mi lascia con l'amaro in bocca.
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Il film di Martone è un grandissimo racconto storico letterario come non se ne vedevano da anni nel nostro cinema. Mario Martone mette la sua mano nei ricordi della nostra grande cultura oggi un po persa per strADA parlandoci del poeta forse più grande della storia(assieme a Dante) con un Germano mai cosi convincente come in questa pellicola,Il dolore e il realismo più che il pessimismo sono ben rappresentati nella pellicola attraverso un montaggio un ambientazione e una colonna sonora da capogiro. Il rapporto padre-figlio è senza sbavature con un Popolizio cattivivone ai livelli del murray abraham-salieri di Amadeus nelle espressioni. Il film nella seconda parte (dopo il racconto del rapporto famigliare nella prima) scorre via veloce raccontandoci la poesia,la poetica e la sofferenza mista a voglia di vita del poeta più grande di tutti i tempi,tuttavia il finale mi lascia con l'amaro in bocca.... avrei di gran lunga preferito osservarne la morte attraverso una musica soave con fuori campo la sua idea e i suoi messaggi al mondo. Un grande film con un grande attore,merita la visione
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