Anno | 2013 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia, Slovenia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Matteo Oleotto |
Attori | Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Prasnikar, Marjuta Slamic, Roberto Citran Riccardo Maranzana, Jan Cvitokovic, Ariella Reggio. |
Uscita | giovedì 31 ottobre 2013 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Tucker Film |
MYmonetro | 3,07 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 febbraio 2014
L'oziosa e pigra routine di Paolo verrà interrotta da un ospite inatteso. Sarà un'ottima occasione di svolta nella sua vita. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 2 candidature a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, a 8 ½ Cinema Italiano, In Italia al Box Office Zoran, il mio nipote scemo ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 592 mila euro e 95,7 mila euro nel primo weekend.
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Paolo Bressan è un uomo cinico col vizio del vino e della menzogna, con cui mette in difficoltà il prossimo e prova a riconquistare la sua ex moglie. Occupato presso una mensa per anziani, è svogliato e sgraziato con gli amici del paese che gli danno ricovero nelle difficoltà, contenendone l'incontinenza e la boria. Tra un bicchiere di vino e un piatto di gulash, 'eredita' un nipote da una lontana zia slovena, a cui dovrà dare ospitalità il tempo necessario perché la burocrazia faccia il suo corso e il ragazzo si stabilisca in una casa-famiglia. Zoran, adolescente naïf nascosto dietro un paio di grandi occhiali, è un ragazzino colto che parla un italiano aulico e gioca bene a freccette. Accortosi molto presto del talento del nipote nel lanciare e colpire sempre il centro, Paolo è deciso a sfruttarne la disposizione, iscrivendolo al campionato mondiale di freccette. Spera in questo modo di vincere sessantamila euro e di sistemarsi per sempre lontano dalla provincia friulana. Niente andrà come previsto e Paolo farà finalmente i conti con se stesso e coi sentimenti degli altri.
Opera prima di Matteo Oleotto, Zoran, il mio nipote scemo si svolge in un piccolo paese della provincia friulana che, come quella di Andrea Molaioli contempla 'lo scemo del villaggio' ma declina la storia in commedia. 'Alterato' da uno sguardo etilico, Zoran, il mio nipote scemo descrive un territorio e un soggetto che il regista goriziano conosce bene, dedicandosi alle vigne e al vino nel tempo libero. E il vino è senza dubbio la materia di cui è fatto il film di Oleotto e il sogno del suo protagonista.
Praticando leggerezza e sorriso, Zoran, il mio nipote scemo gravita intorno a due nodi narrativi, il caso e l'occasione. Il caso, la morte improvvisa di una zia dimenticata e forse mai conosciuta, offre al Bressan di Giuseppe Battiston l'occasione di dare una svolta alla propria vita, trasformandola, nell'epilogo, in esperienza di vita. A innescare il gioco è un ragazzino che riuscirà a 'invischiare' uno zio ruvido e ubriacone in qualcosa che Paolo Bressan non aveva previsto e che ha a che fare con la riscoperta dei sentimenti e dell'amore.
Punteggiata da siparietti, risate grasse e gomiti alzati, la commedia di Oleotto si muove al ritmo di una canzone popolare, zeppo di "buone cose di pessimo gusto". Libero e svagato, poggia come tralcio alla vite sulle spalle larghe di Giuseppe Battiston, a cui Oleotto affida un personaggio bisbetico, che conferma e rinnova all'attore il consenso del proprio pubblico. Rok Prašnikar, efficace e intenso alla sua prima prova, resiste a un personaggio fuor di misura e a uno zio cialtrone, che infila osterie e scorciatoie. La scrittura caricaturale e l'eccessivo buonismo annullano tuttavia la candida percezione della vita del nipote Prašnikar, che tutt'altro che scemo riassorbe e in qualche occasione neutralizza la sfacciata (e villana) piacioneria dello zio Battiston. Come un buon vino friulano, Zoran, il mio nipote scemo si beve e lascia nel finale in bocca un sapore amabile e rotondo.
Sarà perché il vino lo produce che Matteo Oleotto, 37 anni di Gorizia, dedica questo suo primo film a quel Friuli dove l'osteria è il centro sociale dei paesi e il vino spesso il solo compagno dei vecchi rimasti soli. Zoran, il mio nipote scemo di produzione italo-slovena (il 3 settembre alla Settimana della critica), è uno di quei film che inneggiano all'innocenza degli esclusi con una grazia ironica e raffinata, malgrado i suoi personaggi, dalla dolce pronuncia friulana, siano in gran parte alcolizzati, del tipo naturalmente simpatico e innocuo. Giuseppe Battiston, sempre più massiccio e dai capelli sudici è grande come quarantenne di pessimo carattere, abbarbicato al vino e al suo amaro destino di scapolo. Per la morte di una zia slovena si vede affibbiare un timido sedicenne che ha imparato L'italiano forbito della cattiva letteratura. Lo detesta naturalmente, fino a quando il timido ragazzino si rivelerà un campione di freccette. Gli attori sono sloveni e italiani e, come per L'arbitro, si pensa che non sarebbe stato insensato inserirlo nella mostra principale, tanto più che pare finito il tempo dei capolavori e forse certi piccoli film ben fatti, poveri Davide dei tempi di penuria, potrebbero tener testa ai Golia delle mastodontiche produzioni americane.
Da La Repubblica, 28 agosto 2013
Cinque anni di lavoro «per raccontare il mio mondo, fra Friuli e Slovenia, fatto di botti, gulasch, vino e personaggi legati alla realtà. Ho parlato del progetto con Giuseppe Battiston, che ha collaborato a farlo crescere, abbiamo shakerato tutto perbene ed è nato Zoran, il mio nipote scemo». Lo dice il regista Matteo Oleotto, unico italiano in gara alla Settimana della Critica e in sala con Tucker Film («speriamo esca a novembre» dice il produttore Igor Princie).
Protagonista della storia è Paolo (Giuseppe Bat tiston), 40enne amante del buon vino e ancora innamorato dell'ex moglie che continua a «tampinare». L'uomo, un giorno, si ritrova un'eredità inattesa: ll nipote sedicenne Zoran (Rok Prasnikar), un po' strano, ma che si rivela un imbattibile campione di freccette. Una qualità che lo zio pensa di sfruttare, ma le cose non andranno come immagina...
«Il mio personaggio, Paolo Bressan - dice Giuseppe Battiston - si è impossessato di me e fa fatica a abbandonarmi ogni tanto. Tipologie umane come lui non sono diffusissime, ma ce ne sono. ll nostro obiettivo principale era raccontare personaggi veri e credibili. Abbiamo cercato di evitare in tutti i modi gli aspetti macchiettistici e grotteschi, anche attraverso le miserie, la violenza fisica e verbale di Paolo verso gli altri. È un personaggio di cui si ride, ma che non è autoironico. Sta da solo non perché ama la solitudine, ma perché è egoista, si è giocato la partita della propria esistenza. Interroga ogni giorno il proprio futuro dal fondo di un bicchiere vuoto di vino».
Rok Prasnikar al suo debutto sul grande schermo, che il regista ha trovato dopo aver visto nei provini 650 ragazzi fra Italia e Slovenia, è rimasto conquistato da Zoran: «E un adolescente diverso da tutti altri, originale, con un proprio mondo. Con Matteo abbiamo provato a raccontarlo».
Da La Gazzetta del Mezzogiorno, 28 agosto 2013
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Sul cinema italiano un po' troppo "romanocentrico" finalmente soffia un po' di vento da nordest. Divertente, ironico, ad alto tasso alcolico, velato di sofferenza e di quella apparente tristezza della provincia (che forse non salverà il mondo, ma oggi è la vera zattera che ci tiene a galla nella crisi), ZORAN è un piccolo gioiello grezzo, quasi fatto "a mano" [...] Vai alla recensione »
“El vin xè la salute, l'acqua xè el funeral. Chi lassa chi lassa il vin furlan xè proprio un fiol de un can” (Vin e acqua) Perbacco, chi l’avrebbe mai detto ! Si può far ridere in maniera spassosa e intelligente anche senza scomodare Checco Zalone e i comici televisivi affini. Senza investire budget milionari o utilizzando costose location [...] Vai alla recensione »
Film in cui si racconta di un uomo di nome Paolo (interpretato da Giuseppe Battiston) alquanto cinico, misogino e fortemente dedito al bere a cui un giorno una vecchia zia slovena morta lascia in affidamento un giovane ragazzo di nome Zoran. Questi ad un primo impatto sembra ritardato o, comunque, vivere in un suo mondo tutto particolare e, venendo a contatto con Paolo gli sconvolge alquanto [...] Vai alla recensione »
Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto Paolo Bressan (il bravo Giuseppe Battiston), un omone friulano prepotente e con una incredibile faccia tosta, lavora come cuoco in una cooperativa che si occupa di assistenza sociale, grazie ad Alfio (Roberto Citran), compagno della sua ex moglie, Stefania (Marjuta Slamic). Tra un dispetto e l’altro, giocati a Ernesto (Riccardo Maranzana), un compagno di [...] Vai alla recensione »
Ma dove lo avevano nascosto? Finalmente é riapparso,lo credevamo estinto.Una specie nobile,che vanta innumerevoli tentativi di imitazione: il cialtrone cinico della commedia all'italiana,grottesco e cattivo quanto basta,perfido e vendicativo,senza alcuna remora morale, ma alla fine con un cuore d'oro,pardòn di ceramica.Illustri ed estinti predecessori il Manfredi di Brutti,sporchi [...] Vai alla recensione »
Il tema dello sfruttamento, per fini più o meno opportunistici, del talento di chi è in condizione di minorità (anagrafica o mentale), non è nuovo nel cinema; basti pensare a due esempi, pur lontani nel tempo e nello sviluppo narrativo, come Bravissimo di D’Amico con Sordi e Rainman di Levinson con Crouise. In entrambi i casi l’occasione imprevista di occuparsi [...] Vai alla recensione »
Fare un film sul vino battendo le strade della veritas contestualizzando l’azione in un paesino della provincia di Gorizia al confine con la Slovenia. Sembra un assunto strano eppure la frontiera della nuova commedia italiana è in questo piccolo ma deciso film uscito in sordina a Venezia durante la passata settantesima mostra del cinema.
La vicenda si svolge nel Nord Italia, in una zona poco distante dalla Slovenia ed ha come soggetto dominante un uomo di nome Paolo, egli è una persona volgare , maleducata ed ha problemi di alcolismo, come se non bastasse, quando non è in servizio, egli si comporta come un vandalo di quartiere periferico, perché danneggia l' abitazione del nuovo compagno [...] Vai alla recensione »
In un paese friulano ai confini con la Slovenia vive una comunità che ha nel consumo di vino il maggior punto di aggregazione. Molti ne abusano e tra questi c’è Paolo Bressan, uomo solo e cinico, che tira avanti tra bugie ed espedienti. La sua vita cambia quando in occasione della morte di una zia alla lontana slovena riceve in “eredità” l’affido di suo [...] Vai alla recensione »
Friuli. Paolo Bressan è un disastrato uomo di mezza età bugiardo e senza scrupoli che però non ha rinunciato alla speranza di riconquistare l'ex moglie. Un giorno però riceve una comunicazione dalla Slovenia che gli reca la notizia della morte della zia. La donna accudiva da tempo il giovane nipote rimasto orfano che per alcuni giorni dovrà trasferirsi da Bressan [...] Vai alla recensione »
"Zoran il mio nipote scemo" non è nè un documentario, nè una commedia, nè un film che fa riflettere. E' tutte e tre le cose. Vita friulana nel fondo dell'ennesimo bicchiere di vino,personaggi rustici ma veri "bloccati" in una realtà che la loro quotidianità non osa contraddire. Individui mossi, inconsciamente o meno, da turbamenti,storie non dimenticate.
Siamo andati al cinema pensando di vedere un altra pellicola, vincitrice della Palma d'Oro a Cannes; per qualche motivo inspiegabile abbiamo cambiato idea e con piacevole sorpresa ci siamo imbattuti in questo carinissimo film. Senza fama e senza gloria ma ben fatto, ben recitato ed anche divertente.
La pellicola in sé e per sé non dice molto, scorre via senza troppe emozioni, ma la prova di Battiston é superba e da sola vale il prezzo del biglietto. Da vedere.
Altro che i film di Checco Zalone, quà siamo su un altro pianeta!! Ho riso per quasi tutto il film,fino a quando viene rivelata in maniera superlativa la vera faccia dell'alcolismo, la piaga in assoluto più subdola. Vorrei dare la mano a tutti gli attori di questo piccolo capolavoro e dire loro complimenti; i personaggi mi sono rimasti nel cuore: da Paolo il protagonisata a [...] Vai alla recensione »
Drugo Lebowski incontra Rain man nel bel mezzo delle campagne friulane. Al posto di poker e bowling, le freccette. Si respira un'aria mazzacurattiana. Un buon film, a tratti un po' lento. Meraviglioso Battiston in una versione cattiva inedita e molto lontana dai personaggi orsacchiottosi a lui solitamente riservati. Di una misura deliziosa e talvolta spaesante il giovane protagonista.
personaggi, ambienti e culture che rispecchiano, quasi dimenticandomi si tratti di un film, la cultura e le radici della ruralita' friulana. Coinvolgente, divertente ed avvolgente. Un immenso Battiston, non una novità, ottimo cast, ambientazioni e dialoghi che trasudano realtà rurale.
Paolo Bressan, un uomo estremamente egoista a ripiegato su se stesso, senza alcun interesse se non il bere, abitante della campagna friulana, "eredita" per qualche giorno il nipote Zoran, che si dimostra non solo campione di freccette, ma anche campione nel permettere a Paolo di guardare il mondo cho occhi nuovi. Il film si segnala per l'ottima interpretazione di Battiston e Celio, con quello sguardo [...] Vai alla recensione »
Un bel brindisi ad un film che intrattiene piacevolmente, ma niente più. La sceneggiatura, forse, avrebbe avuto bisogno di dialoghi più incisivi. NB: Battiston gran personaggio!
Ieri sera ho avuto il piacere di godermi questo film e una piccola presentazione di Oleotto. Consiglio a tutti di andarlo a vederle, sono stata piacevolmente sorpresa dalla geniale semplicità della storia! Cinico, ironico e allo stesso tempo troppo tenero.
grande prova di cinema di Battiston si vede che ha studiato oppure ha un talento naturale,non conosco la sua biografia. Il film è lento nell'azione, la fotografia indugia su alcuni primi piani però significativi, pone all'attenzione del pubblico il problema dell'etilismo, sia maschile che femminile, nelle sue varie gradazioni. nel complesso è un film gradevole, non drammatico, intimista e minimalista [...] Vai alla recensione »
È un film carino, molto realistico e senza" effetti spettacolari" ma un buon film, con prrsonaggi ben definiti e credibili. Forse delle volte è un pò lento ma fa parte del genere. Io consiglio di vederlo anche perché la trama è molto originale.
Mi aspettavo di più. Il personaggio negativo di Battiston alla fine scopre di avere dei sentimenti (forse).
E' un gran Battiston, non c'è nient'altro da aggiungere. Ricordo di averlo visto più volte recitare al di fuori dello schermo, genio di simpatia e comicità che a parer mio si colloca indubbiamente ai primi posti nella lista dei nostri illustri attori italiani. Nel film è Paolo Bressan, uomo ancorato al paese dove vive in cui alterna l'attività di cuoco [...] Vai alla recensione »
Un film di cui si è parlato fin troppo bene. Modesto.
un film banale,prevedibile e pieno di luoghi comuni,i pessimi attori,dalla ragazzina scialba e slavata al grasso ubriacone,rendono ancora peggiore un film terribilmente noioso
Un piccolo gioiello, tenero, profondo e poetico, un film che ti rimane dentro. Battiston superlativo, come sempre. Da guardare e riguardare!
Bella storiella ma neanche tanto. Battiston mattatore, riempie letteralmente la scena in tutti i sensi, uno che sa rendersi perfettamente odioso, un lavativo da caricatura, despota del nipote 16enne Zoran così compìto ed educato, che proviene dalla Slovenia ed ha imparato un italiano aulico da due libri letterari. Sembra quasi impossibile che questo zio "impossibile", apostrofato [...] Vai alla recensione »
Un filmettino, ino-ino. Troppo poco, anzi nulla, per 8 euro 50. Chi me li ridarà? Rachitico e buonista.
Film decisamente sopravvalutato, con qualche gag all'interno di una trama piatta che non ispira neanche un divertimento malinconico; molto giocato su Battiston, che suona la sola corda della sua origine veneta, senza dare molto di più. Da vedere=NO.
Solo la scena iniziale merita la visione di questa opera. La dissolvenza della luce sul tavolo che si tramuta nella strada dove inizia il racconto. Ottima fotografia , montaggio colonna sonora e scelta delle musiche. Non faccio il riassuntino e non sono parente del regista. La storia si limita a due baci che cambiano il destino di due persone. Zoran immediatamente trova la normalita, paolo deve attendere [...] Vai alla recensione »
Proprio come in Rain Man in Zoran c'è un uomo sgradevole che scopre di avere un parente. Proprio come in Rain Man il parente ha dei problemi psichici ma ha anche un lato geniale. E, proprio come in Rain Man, il protagonista sgradevole cerca di approfittare di questo aspetto geniale del parente per fare soldi. Poi però capisce che in fondo la cosa più importante è [...] Vai alla recensione »
E' opportuno quando si scrive una recensione informarsi meglio: la vicenda non si svolge certo in Friuli ma nella Venezia Giulia e più' precisamente a Doberdo' paese italiano in cui vivono molte famiglie che parlano sloveno. L'ambientazione e' quindi tutt'altro che friulana ma delle terre giuliane di confine, e non è una differenza da poco!!
La potente figura di Battiston domina (ben "contrastato" dal ragazzo coprotagonista) la curiosa scena del piccolo ma non trascurabile film ambientato (e coprodotto) tra Italia e Slovenia. Bressan è un cialtrone, alcolista dissacratore e senza rispetto per niente, lavoricchia in una mensa, si fa invitare a pranzo dall'ex moglie che si è messa con un pesce lesso tutto chiesa e hobby (Roberto Citran) [...] Vai alla recensione »
Un film da osteria. Nel senso calorico del termine: «el vin xè la salute, l'acqua xè il funeral», come intona il coro del paese di confine tra l'Italia e la Slovenia dove «Zoran» è ambientato. Il deb Oleotto v'insedia un personaggio «smisurato» per la stazza, la sgradevolezza che sarebbe piaciuta a Dino Risi e la bravura dell'interprete Battiston. Ci vogliono classe e coraggio, in effetti, per dare [...] Vai alla recensione »
Per quasi un secolo il territorio di Gorizia ha assistito a frizioni e scontri tra italiani e sloveni. La città divisa in due dal confine paragonata a Berlino tra rancori e risentimenti mai sopiti. Ora anche la Slovenia fa parte dell'Unione europea, il confine è solo un ricordo. Tutto tranquillo, se non ci fosse Paolo Bressan. Paolo si presenta come un alcolista corpulento, con un passato da sciupafemmine [...] Vai alla recensione »
Dopo i mariti violenti di Groning, i nonni carcerieri di "Miss violence" e, in generale, l'impietosa rappresentazione di famiglie frantumate, i vincoli parentali regalano un sorriso: al Festival è il momento di "Zoran, il mio nipote.scemo", film d'esordio del regista goriziano Matteo Oleotto, inserito nel programma della Settimana della Critica. Siamo in un piccolo paese sul confine italo-sloveno: [...] Vai alla recensione »