Titolo originale | Mittsommernachtstango |
Anno | 2013 |
Genere | Documentario |
Produzione | Germania, Argentina, Finlandia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Viviane Blumenschein |
Attori | Markus Allan, Pablo Greco, Diego Kvitko, Chino Laborde, Kari Antero Lindqvist Amadeus Lundberg, Maarit Niiniluoto, M.A. Numminen, Anneli Sari, Reijo Taipale, Aki Kaurismäki, Pedro Hietanen, Riku Niemi, Sanna Pietiäinen, Elsi Mattila, Selina Mattila, Hannu Mattila. |
MYmonetro | 2,72 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 novembre 2015
Un documentario racconta l'avventura di tre musicisti argentini che cercano di scoprire la vera origine del tango.
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CONSIGLIATO SÌ
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Da sempre orgogliosi di essere nati nella patria del tango, tre musicisti argentini non riescono proprio a tollerare la provocazione del regista Aki Kaurismäki quando afferma che la paternità di quella musica dell'anima sia, invece, finlandese. Scettici e un po' irritati, partono verso il paese nordico per capire quale sia la verità. O meglio per affermare la superiorità di Buenos Aires su Helsinki riguardo a quel ballo del cuore e della sofferenza.
Non è una storia del tango il bel documentario diretto da Viviane Blumenschein, né un'indagine sulle sue origini e il suo sviluppo come si potrebbe credere. Piuttosto un placido cammino che ha come solo porto la musica vista come condivisione e scambio reciproco al di là di ogni malinteso e primato. Un po' road movie e un po' documento informativo su due diverse concezioni di intendere il medesimo genere, Midsummer's Night Tango ha la fortuna di poter contare su tre protagonisti - il cantante Chino Laborde, il chitarrista Diego "DIPI" Kvitko e Pablo Greco, con il suo bandoneón - che sono già personaggi di per sé, un trio naturalmente assortito in cui s'incontrano saggezza, simpatia e calore. Nei dialoghi degli affiatati musicisti, nelle pause del viaggio, nelle battute, negli scambi, nelle risate e nelle molte esibizioni, non di rado segnate dalla freschezza dell'estemporaneità, si avverte un grado di attendibilità che allontana la sofisticazione della regia.
Quasi sempre sul binario della necessità, nei cambi di campo, nei pochi scorci forzatamente pittoreschi e nei movimenti, la macchina da presa segue l'andamento del racconto, si fa da parte, osserva discretamente. Allo stesso modo, come guidato dalle note delle melodie che lo accompagnano, il film lascia presto il campo dell'iniziale duello Argentina-Finlandia per aprirsi al piacere dell'incontro, attraverso improvvisazioni, ricordi personali e chiacchiere a tutto tondo ("La musica è una specie di silenzio. Anche quando è a volume molto alto. È una specie di silenzio estremo" dice Riku Niemi). La terra dei mille laghi e delle giornate senza notti è dunque una scoperta per i caldi argentini, finanche un bacino di ispirazioni e di lezioni, magari impartite dopo un pasto tradizionale a base di tortine di riso.
Per chi fosse interessato alla teoria di Kaurismäki è presto riassunta: il tango sarebbe nato al confine orientale della Finlandia dai pastori che lo cantavano sia per tenere lontani i lupi dal bestiame sia per solitudine. Intorno al 1850, poi, si cominciò a sentirlo nelle sale da ballo nei pressi dei laghi, e nel 1880 era già arrivato nella costa occidentale. Da lì i marinai lo avrebbero portato a Buenos Aires.