Titolo originale | The Pervert's Guide To Ideology |
Anno | 2012 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Gran Bretagna, Irlanda |
Durata | 134 minuti |
Regia di | Sophie Fiennes |
Uscita | giovedì 30 gennaio 2014 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,20 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 ottobre 2014
Una nuova riflessione intelligente e provocatoria sulla natura delle ideologie nella società contemporanea.
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CONSIGLIATO SÌ
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Seconda alla "Guida perversa al Cinema" arriva, rispettosa del medesimo format, la Guida perversa all'Ideologia, vero e proprio trionfo del personaggio Slavoj Žižek, filosofo logorroico, magnetico e provocatore, che in queste scorribande nella settima arte ha inventato un modo nuovo (o per lo meno contemporaneo) di fare innanzitutto critica cinematografica.
"Se vuoi capire chi siamo, guarda un film". È il cinema che, meglio di qualunque altro fenomeno, ci racconta in quanto società, che inscena le migliori e più complesse narrazioni ideologiche grazie alle quali il sistema capitalistico si rigenera e perpetua e il nostro desiderio si conferma solo e soltanto desiderio di desiderare, da cui la perversione del titolo. Con la complicità di Sophie Fiennes alla regia, introdotto da una sequenza di credits hitchcockiani (che stabiliscono anche la continuità con il primo capitolo, di cui sir Alfred era figura di spicco), Žižek passeggia tra numerosissimi titoli, tessendo una tela solo apparentemente a maglie larghe, nella quale s'innestano le nozioni lacaniane di godimento e piacere, d'isteria, di desiderio e di Grande Altro. Quest'ultimo concetto, in particolare, sintetizza al meglio il metodo e il fascino del pensatore sloveno: sinonimo di ordine costituito, il Grande Altro - che spiega la menzogna finale di Batman (The Dark Knight), che deresponsabilizza Stalin dai crimini di guerra, che santifica il legame tra burocrazia e godimento in Brazil, che muore, come illusione, sulla croce di Scorsese (L'Ultima tentazione di Cristo)- contiene già al suo interno il proprio opposto. Come la Coca Cola, che più si beve e più si ha sete di lei, il Sistema è allo stesso tempo la Legge e la sua faccia corrotta, afferma Žižek. Mescolando dialettica hegeliana, marxismo e psicanalisi, lo studioso e istrione di Lubiana smaschera per noi quell'ideologia che ci permea al punto da impedirci di vedere che ne siamo schiavi, ma allo stesso tempo ci dice del nostro bisogno di questo filtro, della spontaneità della nostra relazione con esso, poiché la verità è dolorosa e l'esperienza della liberazione di una violenza estrema.
Le maglie del suo discorso sono solo apparentemente larghe perché quando, alla fine, dal mare ghiacciato del Titanic, emerge un pugno chiuso, sintomo di un sogno che non vuole morire nonostante tutto, il filosofo ci riporta a quell'idea(le) di sinistra che non coincide con un sonno ideologico ma con un drammatico risveglio della volontà. Žižek, insomma, vorrebbe fornirci quegli occhiali carpenteriani che hanno inaugurato il suo discorso e che ci consentirebbero di vedere criticamente, al di là dell'ideologia insita nella nostra visione "naturale" delle cose. Se vorremo salire con lui sulla zattera di Kate Winslet o sull'aereo della Caduta di Berlino, se lo seguiremo nei gabinetti del sergente di Full Metal Jacket, sul Golgota, nella stanza di Travis Bickle o in quella della madre superiora di Tutti insieme appassionatamente, avvertiremo un umano senso di vertigine, ma ne sarà valsa la pena.
Divertente ed intelligente analisi critica psico sociologica dell’ideologia nella moderna società di massa, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, e della sua funzione di collante sociale, soprattutto nell’odierna società dello spettacolo, attraverso l’interpretazione originale dei significati nascosti nel consumo di noti prodotti di mercato e di alcuni film, fatta da [...] Vai alla recensione »