luca scialo
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domenica 6 giugno 2021
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anderson ci mostra le origini di scientology senza emettere giudizi
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Freddie Quell (Joaquin Phoenix) è un reduce americano della Seconda guerra mondiale. Che come tanti, ha maturato un forte esaurimento nervoso che sfocia spesso in comportamenti violenti o ossessivo-compulsivi. Dopo varie peripezie, finisce per caso sulla nave di Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), il quale professa una filosofia di vita che cerca di sfruttare appieno i sensi umani. E di elevarne l'anima oltre la mera vita tangibile. Nel tentativo di salvare Freddie dal suo problema, essendo di fatto diventato un reietto della società, cerca anche di sperimentare le sue idee. E, nel frattempo, sta creando un vero e proprio culto religioso. Che qualcuno bolla come setta. Paul Thomas Anderson scrive e dirige una pellicola che, seppur non ufficialmente, ci mostra le origini di Scientology.
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Freddie Quell (Joaquin Phoenix) è un reduce americano della Seconda guerra mondiale. Che come tanti, ha maturato un forte esaurimento nervoso che sfocia spesso in comportamenti violenti o ossessivo-compulsivi. Dopo varie peripezie, finisce per caso sulla nave di Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), il quale professa una filosofia di vita che cerca di sfruttare appieno i sensi umani. E di elevarne l'anima oltre la mera vita tangibile. Nel tentativo di salvare Freddie dal suo problema, essendo di fatto diventato un reietto della società, cerca anche di sperimentare le sue idee. E, nel frattempo, sta creando un vero e proprio culto religioso. Che qualcuno bolla come setta. Paul Thomas Anderson scrive e dirige una pellicola che, seppur non ufficialmente, ci mostra le origini di Scientology. Filosofia di vita che alcuni etichettano come religione, altri come setta. E lo fa dalla prospettiva che sovente troviamo nella sua filmografia: la psiche e l'inconscio. Ottima l'idea di far incontrare il fondatore di Scientology, che nel film ha un altro nome, così come la stessa religione che ha creato non viene mai citata, con un personaggio inventato. Il quale, con la sua follia, inflittagli da un'altra follia umana, la guerra, mette a dura prova i suoi dettami teorici. Creando scetticismo anche tra gli stessi familiari di Dodd. Ma quest'ultimo preferisce perseverare, facendo in modo che Freddie riesca a creare una realtà parallela e a sopravvivere ad un mondo che non lo accetta più. Il regista riesce nel difficile compito di non emettere sentenze su Scientology, né di limitarsi al mero racconto dei fatti. Con personaggi di fantasia, si pone dei quesiti. Anzi, la vera condanna la emette nei confronti di quella società che genera mostri e poi li ripudia. Straordinari, ovviamente, i due protagonisti. Joaquin Phoenix, che sembra quasi anticipare ciò che anni dopo gli riuscirà in The Joker. E il compianto Philip Seymour Hoffman, andatosene via troppo presto.
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mr.rizzus
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lunedì 19 aprile 2021
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capolavoro
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mr.rizzus
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lunedì 15 febbraio 2021
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bellissimo
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mr.rizzus
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mercoledì 10 febbraio 2021
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capolavoro
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onufrio
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mercoledì 1 luglio 2020
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la causa
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Le immense interpretazioni dei due attori protagonisti non bastano a salvare nel complesso un'opera perennemente sospesa a metà. Un confronto psichico fra due personaggi totalmente opposti, ma attratti. Il film presenta un'accozzaglia di varie storie, scene scartate da Il Petroliere, racconti dell'esperienza in Marina dell'attore Jason Robards, e altre varie vicende reali che portano, per forza di cose, ad una macedonia talmente assortita da perderne il succo del sapore. Appare curiosa la prova di Joaquin Phoenix che per certi atteggiamenti e postura richiama il più moderno e brillante Joker di T.Phillips.
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giorgio postiglione giorpost
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mercoledì 1 maggio 2019
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sbalorditiva prova recitativa di due grandi attori contemporanei
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Freddy Quell è un ex marinaio veterano di guerra, fortemente traumatizzato dall'esperienza militare; rimasto solo e con il sistema nervoso a pezzi, al suo ritorno in patria (dopo averla servita nel secondo conflitto mondiale) non riesce ad integrarsi nella società, incontrando seri problemi nel rapportarsi ai suoi simili: egli cova una rabbia repressa che si palesa nel suo modo di parlare e nel suo comportamento aggressivo, che sfocia spesso in impulsi sessuali incontrollati. Freddy non supera i test psico-attitudinali, fa fatica a trovare lavoro ed allora si dedica alla produzione di una bevanda alcolica da lui concepita; accusato di aver avvelenato un veterano più anziano di lui all'interno di una comunità nella quale era stato accolto, riesce a scappare giusto in tempo da un sicuro linciaggio, trovando rifugio in un battello ormeggiato nei pressi di San Francisco.
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Freddy Quell è un ex marinaio veterano di guerra, fortemente traumatizzato dall'esperienza militare; rimasto solo e con il sistema nervoso a pezzi, al suo ritorno in patria (dopo averla servita nel secondo conflitto mondiale) non riesce ad integrarsi nella società, incontrando seri problemi nel rapportarsi ai suoi simili: egli cova una rabbia repressa che si palesa nel suo modo di parlare e nel suo comportamento aggressivo, che sfocia spesso in impulsi sessuali incontrollati. Freddy non supera i test psico-attitudinali, fa fatica a trovare lavoro ed allora si dedica alla produzione di una bevanda alcolica da lui concepita; accusato di aver avvelenato un veterano più anziano di lui all'interno di una comunità nella quale era stato accolto, riesce a scappare giusto in tempo da un sicuro linciaggio, trovando rifugio in un battello ormeggiato nei pressi di San Francisco. Quel panfilo era occupato e preso a noleggio da una setta denominata La Causa, che proprio in quelle ore era impegnata in una festa sul ponte superiore: imbarcatosi completamente ubriaco ed addormentatosi a terra, al suo risveglio (il giorno seguente) Freddy fa la conoscenza di Lancaster Dodd, capo spirituale e leader della suddetta organizzazione. Le condizioni psicofisiche di Freddy spingono Dodd ad accoglierlo nel suo movimento nella convinzione di riuscire a recuperarlo o, quantomeno, per sottoporlo a nuovi esperimenti. Tra i due si instaurerà ben presto un rapporto di reciproca fiducia, tale da far divenire Fred uomo di punta della congregazione, al punto da scatenare dubbi e gelosie tra i familiari di Dodd, che si scopre essere quasi succube di una moglie (Sue) assetata di potere ed ambigua più dello stesso marito.
The Master (USA, 2012) è un film uscito quasi in sordina in Italia, probabilmente per un soggetto poco attinente alla nostra cultura cattolicizzata. L' opera di Anderson è infatti un chiaro richiamo alla nota setta americana Scientology, da cui trae più di qualche semplice spunto. Tuttavia, nonostante l'argomentazione piuttosto pesante e malgrado il periodo di ambientazione (un dopo-guerra vale un altro e ne abbiamo visti anche troppi di film del genere) in questa pellicola ciò che si palesa fin dalla prima sequenza è la straordinaria bravura dei due attori, il protagonista Joaquin Phoenix, alias Freddie Quell ed il co-protagonista Philip Saymour Hoffman, nei panni di Lancaster Dodd. La loro performance è a dir poco sbalorditiva, e non esagero nel definire questo un capolavoro della recitazione contemporanea. La postura curvata di Phoenix durante tutto il film, la sua bocca perennemente serrata per metà, è qualcosa di sconvolgente; di fronte a lui un mostro sacro del Cinema USA, quel Saymour Hoffman che avrebbe dovuto ricalcare ancora per anni i set cinematografici, allietandoci con le sue magnifiche interpretazioni. Bravissimo il regista a valorizzare entrambi allestendo una sorta di ring nel quale i due combattono alla pari, in un ping pong superlativo e senza pause; efficace anche la solita Amy Adams. Il plot, come dicevo, è complicato, per certi versi onirico seppur realisticamente introduttivo in un mondo ambiguo ma esistente, come quello dei movimenti pseudo-religiosi o di coercizione della mente. The Master va visto in un' ottica diversa rispetto agli anglosassoni: meglio limitarsi all'efficacia recitativa.
Voto: 8,5
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ennio
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lunedì 1 aprile 2019
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ottimi attori per un soggetto debole
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Il personaggio di Freddie Quell rimarrà come uno dei più marginali visti di recente al cinema. Un mezzo disadattato debole di volontà, isterico e dedito all'alcool, diventa immeritatamente il protagonista di una vicenda che avrebbe dovuto incentrarsi sulla figura del "maestro" Lancaster Dodd, alias Ron Hubbard, alias Scientology.
Proprio per questo "The master" è un film che risulta incompiuto e alla fine anche noioso, chi cercasse di approfondire la figura e le tematiche di Scientology rimarrà deluso. Probabilmente la produzione non ha voluto sobbarcarsi il rischio di vedersi intentare cause milionarie e si è tenuta molto sul vago.
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Il personaggio di Freddie Quell rimarrà come uno dei più marginali visti di recente al cinema. Un mezzo disadattato debole di volontà, isterico e dedito all'alcool, diventa immeritatamente il protagonista di una vicenda che avrebbe dovuto incentrarsi sulla figura del "maestro" Lancaster Dodd, alias Ron Hubbard, alias Scientology.
Proprio per questo "The master" è un film che risulta incompiuto e alla fine anche noioso, chi cercasse di approfondire la figura e le tematiche di Scientology rimarrà deluso. Probabilmente la produzione non ha voluto sobbarcarsi il rischio di vedersi intentare cause milionarie e si è tenuta molto sul vago. Molto meglio rifarsi al documentario "Going clear", che narra le reali vicende di Scientology.
Le buone interpretazioni degli ottimi attori del cast risultano così sprecate per una storia inutile e fintamente "psicanalizzata".
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martinp
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venerdì 17 febbraio 2017
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per altri motivi
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Premetto che non mi reputo più intelligente o superiore a tutti gli altri, sostenitori di una posizione o di un'altra.
Il motivo principale che porta il pubblico ad allontanarsi dal film è l'idea che il film sia su Scientology, che possa esserne una critica. Che sia una critica della società che non sa prendersi cura dei reducidi guerra. Che parli di problemi mentali. Oppure (l'interpretazione che preferisco) che sia una storia d'amore tra i due protagonisti.
Si può dire che il film parli di tutti questi argomenti, e di nessuno di questi in particolare. Poi c'è chi cerca la storia del film, dice che non c'è la storia perché non riesce a riassumere il film in due righe.
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Premetto che non mi reputo più intelligente o superiore a tutti gli altri, sostenitori di una posizione o di un'altra.
Il motivo principale che porta il pubblico ad allontanarsi dal film è l'idea che il film sia su Scientology, che possa esserne una critica. Che sia una critica della società che non sa prendersi cura dei reducidi guerra. Che parli di problemi mentali. Oppure (l'interpretazione che preferisco) che sia una storia d'amore tra i due protagonisti.
Si può dire che il film parli di tutti questi argomenti, e di nessuno di questi in particolare. Poi c'è chi cerca la storia del film, dice che non c'è la storia perché non riesce a riassumere il film in due righe.
Per me il film è basato sul personaggio di Freddie Quell. Potrebbe avere una storia, ma raccontare un personaggio in particolare è più che sufficente, e raccontando una storia il personaggio finirebbe in secondo piano. Paul Thomas Anderson ha fatto la stessa cosa con "Il Petroliere". Racconta un personaggio, utilizzando di tanto in tanto le convenzioni della narrazione. Ma questo non è un libro, è un film, e Paul Thomas Anderson usa saggiamente gli strumenti a sua disposizione per creare significati con immagini, le interpretazioni e le situazioni. Non spetta alla storia dirci di cosa parla il film. Semmai spetta alla storia (intesa come semplice successione di eventi) con le immagini, il sonoro, il montaggio, la recitazione, la regia. Tutti questi elementi, realizzati e messi insieme nel miglior modo possibile creano un significato più profondo di quanto lo possa fare "una storia" da sola. Tutto ciò che serve è li, sullo schermo, perché chiunque possa vederlo e trarne le proprie conclusioni. Il motivo per cui credo che l'interpretazione migliore del film sia che quello della storia d'amore tra i due protagonisti, una relazione destinata a fallire, é perché mi suona più vera delle altre. Non è assolutamente un'interpretazione che impongo agli altri, però, né penso sia quella più giusta, ma è semplicemente quella che più mi aiuta a comprendere la natura del film.
È per me un capolavoro per una regia straordinaria che dà spazio agli attori come raramente si vede: non li confina in una rapida successione di tagli di montaggio tra inquadrature poco ponderate, ma da il tempo a ciascun attore, in ogni scena (trattasi un attore principale o secondario), di creare il proprio personaggio, di farlo agire ma anche di farlo riposare, semplicemente di farlo vivere. Il film non è lento, ha i tempi della vita reale perché i personaggi possano essere reali.
Per un abbinamento perfetto di immagini col sonoro, sia musica che sound design: la colonna sonora di Greenwood entra perfettamente in sintonia con lo stato d'animo di Freddie Quell.
Le ragioni non si fermano qui, ma ci metterei troppo ad elencarle ed esporle. Per me è sufficente aggiungere che il film è un insieme di emozioni e sensazioni che mi colpiscono e lasciano il segno, che poche altre opere riescono a fare. Se solo si è disposti ad avere un po' di pazienza.
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pie9701
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lunedì 5 ottobre 2015
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unico e complesso
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Molto difficile da comprendere, specialmente se lo si guarda una sola volta. Non penso abbia una vera e propria morale ma semplicemente vuole narrare la vita di Freddie e dei suoi continui sbalzi e problemi psicologici e non solo. Ad ogni modo sono convinto che non per forza un film ne debba vere una , l'importante è che sia almeno una bella storia, e avere qualcuno a cui raccontarla.
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mokujohn
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lunedì 28 settembre 2015
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il cinema che mi fa sentire una persona migliore
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E' questa una delle mie prime sensazioni dopo aver visto un lavoro di questo tipo, privo di arguzia, di spunti, di originalità. Un lavoro anonimo che cerca di reggersi su due volti, su due interpretazioni, perchè, effettivamente, non c'è altro. La trama debole e senza particolare attrattiva è in grado di incuriosire solo per pochi minuti. Una vita quella di Freddie interpretato da Joaquin Phoenix che potrebbe essere raccontata in mille modi ma trova in questo film un'espressione piatta e di scarso interesse, ai limiti della noia. D'altro canto può forse essere compresa la scelta di far procedere la "trama" senza sussulti o scene di particolare rilievo storico nel trattare questa vicenda di libertà illogica, tanto immune da sensi di colpa quanto segnata da traumi indelebili.
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E' questa una delle mie prime sensazioni dopo aver visto un lavoro di questo tipo, privo di arguzia, di spunti, di originalità. Un lavoro anonimo che cerca di reggersi su due volti, su due interpretazioni, perchè, effettivamente, non c'è altro. La trama debole e senza particolare attrattiva è in grado di incuriosire solo per pochi minuti. Una vita quella di Freddie interpretato da Joaquin Phoenix che potrebbe essere raccontata in mille modi ma trova in questo film un'espressione piatta e di scarso interesse, ai limiti della noia. D'altro canto può forse essere compresa la scelta di far procedere la "trama" senza sussulti o scene di particolare rilievo storico nel trattare questa vicenda di libertà illogica, tanto immune da sensi di colpa quanto segnata da traumi indelebili. Molto più difficile è trovare criterio alle piccole, irrilevanti -e per altro senza alcun seguito- scene di violenza e "follia" (scontata per lo spettatore) sparse nel film. Ogni azione decade al passaggio successivo, quasi non lascia memoria, e viene rimpiazzata dalla seguente come le stesse esperienze del protagonista durante l'arco della sua vita. Se in definitiva possiamo dire che questa in scena non è altro che una storia come tante, prive di logica ma non di una propria caparbia dignità, cosa si può dire invece dell'opera che ci gira intorno? Probabilmente che lacia ben poco se non la sensazione di poter fare di meglio.
Occasione sprecata per almeno uno dei talenti recitativi coinvolti.
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