m.barenghi
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martedì 19 febbraio 2013
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ma è fiction o documentario?
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E' da sempre buona abitudine di Hollywood usare il cinema per "riscrivere" la storia e ripulire i propri armadi dai numerosi scheletri che vi albergano. Così per decenni è stata scritta la storia nazionale a base di neri subumani (Griffith!!) e indiani cattivi. In politica estera il film "di guerra" ha sempre esaltato le doti di altruismo ed eroismo yankee, anche quando i tempi (Vv. "berretti verdi") conducevano irrimediabilmente a risultati penosi.
Quello che spiazza nel pur ottimo film della Bigelow è proprio il fatto che la storia, in questo caso, venga addirittura SCRITTA: si tratta delle operazioni di intelligence (torture comprese) che hanno condotto allo snidamento e annientamento di Osama Bin Laden, ricostruite con una precisione documentaristica della quale però, data la assoluta segretezza e prevalente illegalità delle stesse, a noi spettatori non verrà mai dato di sapere quanto veritiera.
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E' da sempre buona abitudine di Hollywood usare il cinema per "riscrivere" la storia e ripulire i propri armadi dai numerosi scheletri che vi albergano. Così per decenni è stata scritta la storia nazionale a base di neri subumani (Griffith!!) e indiani cattivi. In politica estera il film "di guerra" ha sempre esaltato le doti di altruismo ed eroismo yankee, anche quando i tempi (Vv. "berretti verdi") conducevano irrimediabilmente a risultati penosi.
Quello che spiazza nel pur ottimo film della Bigelow è proprio il fatto che la storia, in questo caso, venga addirittura SCRITTA: si tratta delle operazioni di intelligence (torture comprese) che hanno condotto allo snidamento e annientamento di Osama Bin Laden, ricostruite con una precisione documentaristica della quale però, data la assoluta segretezza e prevalente illegalità delle stesse, a noi spettatori non verrà mai dato di sapere quanto veritiera.
La riflessione della Bigelow verte proprio su questi temi scottanti: a quanti di noi hanno gridato allo scandalo ai tempi di Abu Ghraib viene mostrato con assoluta credibilità che, se non fai così, tanto vale non mettercisi nemmeno! Il fine giustifica i mezzi, machiavellicamente; e se devi raggiungere il RISULTATO (cioè liberare l'occidente dal proprio incubo più che vendicare i 3.000 morti delle Torri Gemelle) ogni mezzo è lecito. Quanto poi al fatto che l'incubo sia realmente finito ce lo dirà la storia (se Al Qaida è stata realmente decapitata e messa allo scoperto, la sua attività terroristica dovrebbe cessare più o meno del tutto, come successe per le Brigate Rosse negli ultimi anni '70) ma ora è ancora troppo presto: perchè ricordiamoci che in fin dei conti il cadavere in questione, di cui la CIA dice di essersi prontamente sbarazzata, è stato visto soltanto dagli autori dell'operazione. Ed il suo proprietario era il rampollo di una straricchissima casata di arabi, amici intimi per giunta -oltre che soci in affari - della famiglia Bush.
Il senso di vuoto assoluto che attanaglia la protagonista nella scena finale è stretto parente dell'incapacità del protagonista di "Hurt locker" di vivere senza l'adrenalina a mille, e costituisce il vero nucleo poetico del film. Vicino come non mai alle incertezze dello spettatore che non saprà mai fino a che punto credere a questo "documentario"
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giopesa
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lunedì 25 febbraio 2013
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effetti di tensione perfetti
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In questo film spiccano imperiosamente imprevidibilità e tensione.
La Bigelow dopo il grande The hurt locker dirige un film con gli stessi elementi(appunto tensione e imprevedibilità) ma questa volta molto più romanzato. Le sequenze delle torture sono assolutamente discutibili ma secondo me è stato giusto rappresentarle essendo parte della vera storia. Da vedere!!!
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flyanto
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mercoledì 13 febbraio 2013
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la cattura e l'uccisione di bin laden narrata con
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Film sull'intero resoconto delle lunghe e complesse indagini che gli ufficiali della CIA hanno condotto dopo il crollo delle due Torri Gemelle a New York l' 11 Settembre 2001 al fine di rintracciare Osama Bin Laden ed il suo nascondiglio. Il personaggio femminile di Maya, interpretato da Jessica Chastain, è quello di un ufficiale donna di fantasia a cui va il maggior merito delle ricerche, colei che per prima intuisce e poi scopre i diretti legami con Osama ed infine il suo ben nascosto rifugio in Pakistan. Molto ben narrato e girato, con il solito stile adrenalinico ed asciutto che è tipico della Bigelow, questa pellicola risulta un fedele documento storico dell'importante operazione di cattura ed uccisione del terribile artefice delle numerosi stragi nel mondo.
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Film sull'intero resoconto delle lunghe e complesse indagini che gli ufficiali della CIA hanno condotto dopo il crollo delle due Torri Gemelle a New York l' 11 Settembre 2001 al fine di rintracciare Osama Bin Laden ed il suo nascondiglio. Il personaggio femminile di Maya, interpretato da Jessica Chastain, è quello di un ufficiale donna di fantasia a cui va il maggior merito delle ricerche, colei che per prima intuisce e poi scopre i diretti legami con Osama ed infine il suo ben nascosto rifugio in Pakistan. Molto ben narrato e girato, con il solito stile adrenalinico ed asciutto che è tipico della Bigelow, questa pellicola risulta un fedele documento storico dell'importante operazione di cattura ed uccisione del terribile artefice delle numerosi stragi nel mondo. Si discosta completamente dalle altre sue produzioni precedenti in cui, sia pure calate in un contesto ed avvenimento storico ben preciso (vedi "The Hurt Locker"), Kathryn Bigelow tesse una vicenda estremamente particolare, all'insegna dell'estrema originalità e suspense. Qui, invece, si limita appunto solo ai fatti reali. In ogni caso il valore della regista è ugualmente riscontrabile e, forse, l'unico "difetto" da attribuirgli è l'eccessiva lunghezza della pellicola, dove alcuni passaggi potevano essere un pò più sfrondati. Da menzionare ed apprezzare, particolarmente, invece, l'intera scena (questa affatto eccessiva in tempistica) in cui viene rappresentata la cattura e l'uccisione di Bin Laden che tiene lo spettatore a lungo con il fiato sospeso. Personalmente non condivido troppo la candidatura all'Oscar dell'attrice Jessica Chastain che, seppure brava, non mi sembra qui avere raggiunto altissime vette d'interpretazione. Forse, è stato un modo per ricompensarla di quella sua migliore in "Help".
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il poponzimo
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giovedì 14 febbraio 2013
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kathryn begalow regina del nostro cinema
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Quando nel 2008 nelle sale di tutto il mondo uscì The Hurt Locker,si pensò che arrivata quasi a 60 anni e con altri 7 film alle spalle Kathryn Begalow non sarebbe mai riuscita a ripetersi ne tantomeno a superarsi.Le sono bastati solo 4 anni e una storia che sembrava non poter offrire nulla ad un pubblico cinematografico per stupire ancora una volta il mondo.Zero Dark Thirty è la maturazione del processo conoscitivo che la Begalow ha intrapreso nei confronti della psiche umana e dei suoi aspetti piu tetri e complessi.Rinnovandosi poco,per non dire affatto,dal punto di vista registico,almeno per quanto riguarda i tecnicismi,riescie ad affrontare un tema delicato con il solito tocco impersonale,ma allo stesso tempo ravvicinato alle vicende sia dei protagonisti in scena sia di quelli che sulla scena non compaiono mai (Bin Laden).
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Quando nel 2008 nelle sale di tutto il mondo uscì The Hurt Locker,si pensò che arrivata quasi a 60 anni e con altri 7 film alle spalle Kathryn Begalow non sarebbe mai riuscita a ripetersi ne tantomeno a superarsi.Le sono bastati solo 4 anni e una storia che sembrava non poter offrire nulla ad un pubblico cinematografico per stupire ancora una volta il mondo.Zero Dark Thirty è la maturazione del processo conoscitivo che la Begalow ha intrapreso nei confronti della psiche umana e dei suoi aspetti piu tetri e complessi.Rinnovandosi poco,per non dire affatto,dal punto di vista registico,almeno per quanto riguarda i tecnicismi,riescie ad affrontare un tema delicato con il solito tocco impersonale,ma allo stesso tempo ravvicinato alle vicende sia dei protagonisti in scena sia di quelli che sulla scena non compaiono mai (Bin Laden).La magia di questo film consiste proprio in questo.Anche chi ha sempre rifiutato di interessarsi a questi argomenti (il sottoscritto) è costretto a prenderne parte nel vedere il film,ma senza che questo per lo spettatore diventi un peso.Ci si sente partecipi e qualche volta anche responsabili di ciò che accade,quasi Bin Laden fosse diventata anche la nostra ossessione.Le immagini crude e reali sono quelle che giorno dopo giorno attraversano gli occhi di coloro che quelle scene le hanno vissute davvero.La Begalow ci riporta di nuovo sulla scena della guerra e ce ne mostra il lato piu crudele,quello dietro la scrivania.In The Hurt Locker il sangue e le bombe fanno da collante per mostrarci quello che accade davvero sul campo di battaglia,dove la gente rischia la vita,ma senza timore perche coscenti del proprio destino,qui il mondo che scrutiamo è quello piu infimo e subdolo della guerra,quello fatto di strategie,sotterfugi,tattiche e tranelli all'interno del proprio ufficio tranne per qualche sporadica scena in cui ci viene mostrato che anche queste persone facendo quello che fanno rischiano la vita per le decisioni che prendono.Simbolo di questa duplice lotta è la protagonista di questa storia,Maya,interpretata magistralmente da Jessica Chastain.Donna forte,decisa e coraggiosa decisa a fare della lotta al terrorismo la sua unica ragione di vita.La trama ripercorre un arco di tempo lungo 10 anni,dal 2001 al 2011,in cui vengono narrate le indagini e le ricerche che porteranno alla cattura del temuto Bin Laden.Forse qualcuno si aspettava un film piu politico,piu propagandistico,piu patriottico,me compreso,ma,con piacere,mi sono trovato di fronte un film duro,emozionante e intrinsecamente significativo,lontano dal solito buonismo filoamericano che esalta le qualità e i valori del popolo statunitense in opposizione alla depravazione morale portata dagli "infedeli" arabi.Il film dura molto,quasi 3 ore,e in certi momenti non si può dire che fluisca troppo velocemente,ma nonostante tutto mantiene bene la tensione fino alla fine particolarmente nel finale per tutta la scena della cattura al terrorista.Diversamente dall'ultimo lavoro della Begalow questo film oltre ad avere un cuore ha anche un corpo,una sceneggiatura avvincente e intelligente che una volta arrivati ai titoli di coda fa anche riflettere.I dialoghi cadenzati e usati alla perfezione sopratutto nelle scene a tavolino e la colonna sonora inglobante confezionano un film che non mi vergogno a definire capolavoro,ma che non ne ha del tutto i connotati.Il vero momento clou del film arriva però all'ultima inquadratura.Quando in quel aereo,vuoto,viene inquadrata Maya in primo piano,che inizia a piangere.Non esiste esemplificazione migliore per descrivere tutto il film e i messaggi morali che esso vuol dare allo spettatore.La caccia è finita.Maya,ora la tua ossessione è finita.Ora sei libera.Eppure questa libertà per lei sarà sempre una prigione.Dopo aver dedicato una vita intera ad un obiettivo cosa ne sarà della sua vita ora che non ha piu un obiettivo.Le lacrime quindi prendono il doppio significato di felicità e di tristezza in un animo contrastato e combattuto dalla natura del proprio essere.Candidato a 5 Oscar tra cui miglior film,miglior attrice e miglior sceneggiatura,sicuramente merita di essere premiato in qualche modo,sta all'academy decidere come.La Begalow ha sorpreso ancora il mondo e sicuramente non riuscirà a ripetersi,o a superarsi.Beh.....dicevano cosi anche l'ultima volta....
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jacopo mancini
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martedì 31 maggio 2016
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capolavoro
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Zero Dark Thirty è un film diretto da Kathryn Bigelow.
È la storia della ricerca di Osama Bin Laden da parte dei servizi segreti americani. Il film ripercorre le indagini, che sono durate dal 2001 al 2011, e vede come protagonista Maya Lambert, agente della CIA, interpretata da un’eccellente Jessica Chastain.
Film di questa levatura si vedono raramente: Zero Dark Thirty è un’opera decisamente fuori dall’ordinario.
La sceneggiatura curata da Mark Boal documenta il lavoro della CIA in modo puntuale, sintetico e suggestivo.
Lo stile della Bigelow racconta questa storia splendidamente: c’è un realismo forte, giusto, mai eccessivo.
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Zero Dark Thirty è un film diretto da Kathryn Bigelow.
È la storia della ricerca di Osama Bin Laden da parte dei servizi segreti americani. Il film ripercorre le indagini, che sono durate dal 2001 al 2011, e vede come protagonista Maya Lambert, agente della CIA, interpretata da un’eccellente Jessica Chastain.
Film di questa levatura si vedono raramente: Zero Dark Thirty è un’opera decisamente fuori dall’ordinario.
La sceneggiatura curata da Mark Boal documenta il lavoro della CIA in modo puntuale, sintetico e suggestivo.
Lo stile della Bigelow racconta questa storia splendidamente: c’è un realismo forte, giusto, mai eccessivo. La telecamera non ama la fissità e la staticità: si muove, è viva, palpita. È un linguaggio adottato oggi da molti registi, ma la Bigelow riesce ad usarlo con tocco molto equilibrato. In linea con la visione della regista c’è la fotografia eccezionale di Greig Fraser.
C’è poi il lavoro di talenti smisurati del cinema come i montatori, William Goldenberg e Dylan Tichenor, e il compositore della colonna sonora, Alexandre Desplat.
In questo film non ci sono leggerezze, sbavature, note stonate. È tutto orchestrato in modo corretto.
La Bigelow riesce a narrare una vicenda complessa e spinosa con un linguaggio essenziale e stimolante. La durata del film arriva quasi a tre ore, ma nemmeno un secondo risulta pesante. La nostra storia recente scorre sullo schermo: noi possiamo riflettere su quanto accaduto, sulle dinamiche reali dello spionaggio. Anche se l’atmosfera è decisamente seria e drammatica, non sentiamo la gravità della narrazione. Ci lasciamo semplicemente conquistare dal piacere della visione.
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gustibus
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venerdì 10 settembre 2021
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come saper fare cinema..quello vero
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Ce'talmente cosi'poco o nulla da recensire che ogni tanto rispolvero la visione di Cinema serie AAA..Prima di scrivere mi piace rileggere una ad una le democratiche recensioni date gia'dal 2013 al film.Zero dark thirty..della bravissima kathryn Bigelow che fa una regia perfetta su un soggetto apparentemente semplice che con Jessica Chastain ti incollano alla visione di 150minuti su come scovare "Osama Bin Laden"e ucciderlo.Non ce'spoiler nelle mie parole.Voi sapete che non politizzo mai un film.Leggendo i 60/70giudizi espressi sia da noi pubblico che dal giornalista che fa recensione per lavoro.Anche scandendo poco il fattore di un personaggio antiamericano,che nel bene o nel male e'entrato nella storia.
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Ce'talmente cosi'poco o nulla da recensire che ogni tanto rispolvero la visione di Cinema serie AAA..Prima di scrivere mi piace rileggere una ad una le democratiche recensioni date gia'dal 2013 al film.Zero dark thirty..della bravissima kathryn Bigelow che fa una regia perfetta su un soggetto apparentemente semplice che con Jessica Chastain ti incollano alla visione di 150minuti su come scovare "Osama Bin Laden"e ucciderlo.Non ce'spoiler nelle mie parole.Voi sapete che non politizzo mai un film.Leggendo i 60/70giudizi espressi sia da noi pubblico che dal giornalista che fa recensione per lavoro.Anche scandendo poco il fattore di un personaggio antiamericano,che nel bene o nel male e'entrato nella storia.Si molti(credo??)abbiamo dato 1/2 stelle e anche con qualche fastidio di alcuni giornalisti..non MYmovies ne Morandini per il racconto troppo americano o che Osama quasi,quasi sembrava una vittima...Non discuto su questo,io parlo di cinema.Il montaggio sonoro da Oscar(meritatissimo!)Gli ultimi 30minuti tutti raccontati alla perfezione.Ho letto,che non poteva cadere un elicottero o era impossibile la storia.Ma ce'molta realta'dei fatti nel racconto.Il personaggio di Maya e'di pura fantasia ma e'stato la punta di diamante del film.Non e'un documentario..e'una narrazione che non finisce mai.Ci potrebbe essere un parallelo di JFK(di O.Stone) In quello c'era maestria nel montaggio,qui nell'immagine filmica e ossessionante del racconto.Chiudo con una mia riflessione..noi in Italia un film cosi'non saremmo mai riusciti a farlo.Su questo non farei mai un passo indietro.Questo e'un film tra i migliori 100al mondo.
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gustibus
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venerdì 10 settembre 2021
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come saper fare cinema..quello vero
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Ce'talmente cosi'poco o nulla da recensire che ogni tanto rispolvero la visione di Cinema serie AAA..Prima di scrivere mi piace rileggere una ad una le democratiche recensioni date gia'dal 2013 al film.Zero dark thirty..della bravissima kathryn Bigelow che fa una regia perfetta su un soggetto apparentemente semplice che con Jessica Chastain ti incollano alla visione di 150minuti su come scovare "Osama Bin Laden"e ucciderlo.Non ce'spoiler nelle mie parole.Voi sapete che non politizzo mai un film.Leggendo i 60/70giudizi espressi sia da noi pubblico che dal giornalista che fa recensione per lavoro.Anche scandendo poco il fattore di un personaggio antiamericano,che nel bene o nel male e'entrato nella storia.
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Ce'talmente cosi'poco o nulla da recensire che ogni tanto rispolvero la visione di Cinema serie AAA..Prima di scrivere mi piace rileggere una ad una le democratiche recensioni date gia'dal 2013 al film.Zero dark thirty..della bravissima kathryn Bigelow che fa una regia perfetta su un soggetto apparentemente semplice che con Jessica Chastain ti incollano alla visione di 150minuti su come scovare "Osama Bin Laden"e ucciderlo.Non ce'spoiler nelle mie parole.Voi sapete che non politizzo mai un film.Leggendo i 60/70giudizi espressi sia da noi pubblico che dal giornalista che fa recensione per lavoro.Anche scandendo poco il fattore di un personaggio antiamericano,che nel bene o nel male e'entrato nella storia.Si molti(credo??)abbiamo dato 1/2 stelle e anche con qualche fastidio di alcuni giornalisti..non MYmovies ne Morandini per il racconto troppo americano o che Osama quasi,quasi sembrava una vittima...Non discuto su questo,io parlo di cinema.Il montaggio sonoro da Oscar(meritatissimo!)Gli ultimi 30minuti tutti raccontati alla perfezione.Ho letto,che non poteva cadere un elicottero o era impossibile la storia.Ma ce'molta realta'dei fatti nel racconto.Il personaggio di Maya e'di pura fantasia ma e'stato la punta di diamante del film.Non e'un documentario..e'una narrazione che non finisce mai.Ci potrebbe essere un parallelo di JFK(di O.Stone) In quello c'era maestria nel montaggio,qui nell'immagine filmica e ossessionante del racconto.Chiudo con una mia riflessione..noi in Italia un film cosi'non saremmo mai riusciti a farlo.Su questo non farei mai un passo indietro.Questo e'un film tra i migliori 100al mondo.
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boffese
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mercoledì 13 febbraio 2013
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kill bin laden
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Kathryn Bigelow con Zero Dark Thirty firma il suo capolavoro .
Dopo il buonissimo Hurt Locker confeziona una pellicola ancora superiore che la rende a pieno titolo come la miglior regista della storia del cinema (ahime' , non e' alta la concorrenza ).
Pellicola bellissima ,gia' a partire dal titolo, che letteralmente nel gergo militare sta ad una qualsiasi ora compresa tra la mezzanotte e le quattro del mattino , operativamente la fascia oraria in cui si fanno le incursioni.
Come non mai , spicca la bravura della Bigelow , abilissima nel comporre una regia spietata e travolgente ,che riesce a mantenere lo spettatore in tensione e lo inchioda davanti allo schermo per quasi tre ore ,tenendo per tutto il film uno stato alto di suspance , nonostante lo spettatore sappia gia' cosa succedera'.
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Kathryn Bigelow con Zero Dark Thirty firma il suo capolavoro .
Dopo il buonissimo Hurt Locker confeziona una pellicola ancora superiore che la rende a pieno titolo come la miglior regista della storia del cinema (ahime' , non e' alta la concorrenza ).
Pellicola bellissima ,gia' a partire dal titolo, che letteralmente nel gergo militare sta ad una qualsiasi ora compresa tra la mezzanotte e le quattro del mattino , operativamente la fascia oraria in cui si fanno le incursioni.
Come non mai , spicca la bravura della Bigelow , abilissima nel comporre una regia spietata e travolgente ,che riesce a mantenere lo spettatore in tensione e lo inchioda davanti allo schermo per quasi tre ore ,tenendo per tutto il film uno stato alto di suspance , nonostante lo spettatore sappia gia' cosa succedera'. Si supera' nei trenta minuti finali , quando "spalleggiata " da un montaggio vibrante , "ci porta" direttamente dentro il covo di Osama Bin Laden.
Zero Dark Thirty , poggia su una solidissima sceneggiatura di Mark Boal,e' musicato egregiamente da Alexandre Desplat e stilisticamente e' un film che rasenta la perfezione.
Confeziona un ottimo cast , capeggiato da una straripante Jessica Chastein che ci regala una nuova magnifica performance.
Nonostante le polemiche , ho trovato questo cine-documento , molto aperto di vedute e l'ho trovata estremamente brava nel sintetizzare 10 anni di spy-story internazionale senza essere mai retorica e di parte.
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catcarlo
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martedì 19 febbraio 2013
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zero dark thirty
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E’ vero: sono partito prevenuto. Non lo si dovrebbe fare, lo so, ma un film che narra la caccia e l’uccisione di Osama Bin Laden uscito a ridosso delle elezioni negli Stati Uniti (per quanto io abbia tifato Obama) qualche cattivo pensiero lo suscita. La visione non smentisce i sospetti, anche se le qualità cinematografiche della pellicola consentono per un lunghissimo tempo di passarci sopra. Dopo un prologo con le voci dell’undici settembre, l’agente della CIA Maya – cui Jessica Chastain offre un’interpretazione monolitica in cui le emozioni faticano a filtrare a parte la bella scena finale – viene catapultata sul ‘fronte orientale’ e, grazie a un’intuzione, trova fra l’immensa mole di dati e di piste il bandolo della matassa che conduce al nemico pubblico numero uno.
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E’ vero: sono partito prevenuto. Non lo si dovrebbe fare, lo so, ma un film che narra la caccia e l’uccisione di Osama Bin Laden uscito a ridosso delle elezioni negli Stati Uniti (per quanto io abbia tifato Obama) qualche cattivo pensiero lo suscita. La visione non smentisce i sospetti, anche se le qualità cinematografiche della pellicola consentono per un lunghissimo tempo di passarci sopra. Dopo un prologo con le voci dell’undici settembre, l’agente della CIA Maya – cui Jessica Chastain offre un’interpretazione monolitica in cui le emozioni faticano a filtrare a parte la bella scena finale – viene catapultata sul ‘fronte orientale’ e, grazie a un’intuzione, trova fra l’immensa mole di dati e di piste il bandolo della matassa che conduce al nemico pubblico numero uno. Ovviamente, all’inizio nessuno le dà retta ed è solo grazie a una cocciuta testardaggine, ai limiti dell’ossessione, che l’Agenzia si decide a seguire le sue indicazioni: si deve però muovere il direttore in persona – James Gandolfini in una parte piccola ma efficace. Lo sviluppo dell’investigazione è narrato in circa due ore in cui dominano i caratteri del cinema di spionaggio, tra false piste, errori fatali – ci va di mezzo la Jessica di Jennifer Ehle, assai più empatica della protagonista – tanta pazienza e un pizzico di inevitabile corruzione. La sceneggiatura di Mark Boal procede attraverso una serie di capitoletti, in apparenza poco legati fra loro ma che consentono uno spostamento progressivo che avvicina sempre più al bersaglio: Bigelow inquadra il tutto in maniera fredda, quasi documentaristica, ma le belle scene di colorata vita quotidiana in Pakistan non evitano la rigida divisione fra buoni e cattivi. In tutto questo si inserisce anche una questione troppo presto abbandonata: presenti quasi solo nel segmento iniziale – quindi riferite alla prima metà dello scorso decennio – le scene di tortura sono brutali, ma la condanna non è proprio chiarissima, lasciando la non gradevolissima impressione che le sevizie, pur non essendo una bella cosa, a volte, servano. In esse si distingue l’agente Dan impersonato da un bravo Jason Clarke, che dà vita a un personaggio interessante diviso com’è tra bisogno di normalità e compiti violenti. Finito il suo lavoro e tornato a casa, però, sparisce quasi dal radar: uno dei pregi del film è il fatto che il punto di vista e il motore della storia siano prettamente femminili, ma a volte questo ha come conseguenza l’eclissarsi delle figure maschili. Dopo centoventi minuti di robusto intrigo internazionale –che non spiegano i peana della critica e le nomination multiple, ma sanno comunque avvincere – inizia la missione notturna destinata a stanare Bin Laden dalla sua casa-fortino: quasi tre quarti d’ora di visori a infrarossi, porte fatte saltare e colpi di grazia a corpi già cadaveri che sembrano non finire mai. A parte la bella sequenza del volo notturno in elicottero, per il resto i tempi potevano venir tranquillamente dimezzati senza perdita di informazioni e con un notevole guadagno di ritmo narrativo. Qualcuno, forse appassionato di tattiche di commando, considera questa la parte migliore del film, ma per me finisce per danneggiarne il giudizio complessivo: ‘Zero dark thirty’ è un buon lavoro, anche coraggioso nell’affrontare una materia ancora viva, ma che non riesce a essere all’altezza delle aspettative.
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enzo70
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lunedì 5 gennaio 2015
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la bigelow racconta la cattura di bin laden
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L’attentato delle torri gemelle ha cambiato, per sempre, la storia degli Stati Uniti d’America. Gli americani non lasciano mai le cose a metà e così come il vile attacco a Pearl Harbour si è concluso con la resa incondizionata del Giappone. La cattura di Bin Laden era una necessità per riscattare l’onta di un attacco al cuore del Paese delle libertà. In “Zero Dark Thirty” Kathryn Bigelow riprende il discorso avviato con l’ottimo “The hurt locker” e torna a raccontare con uno stile quasi documentaristico per il livello di dettaglio le attività che portarono dopo dieci anni alla cattura ed all’uccisione di Bin Laden.
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L’attentato delle torri gemelle ha cambiato, per sempre, la storia degli Stati Uniti d’America. Gli americani non lasciano mai le cose a metà e così come il vile attacco a Pearl Harbour si è concluso con la resa incondizionata del Giappone. La cattura di Bin Laden era una necessità per riscattare l’onta di un attacco al cuore del Paese delle libertà. In “Zero Dark Thirty” Kathryn Bigelow riprende il discorso avviato con l’ottimo “The hurt locker” e torna a raccontare con uno stile quasi documentaristico per il livello di dettaglio le attività che portarono dopo dieci anni alla cattura ed all’uccisione di Bin Laden. In risalto la determinazione di una giovane agente della Cia, Maya, ottimamente interpretata da Jessica Chastain, che attraverso un’approfondita analisi deli risultati degli interrogatori ai terroristi man mano catturati riesce ad individuare il covo del capo di Al Queda. E’ un film crudo perché è la storia che richiede essenzialità, non c’è spazio né tempo per buonismi o indugi: la libertà passa per la tenacia con cui è necessario condurre la resistenza contro una guerra feroce mossa da nemici spietati.
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