amici del cinema (a milano)
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giovedì 2 febbraio 2012
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regia convenzionale
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A me questo il film (a parte la grande interpretazione della Streep) e' piaciuto veramente poco.
Una regia molto convenzionale che riesce ad affossare una sceneggiatura che si sofferma giustamente sugli aspetti piu' umani del personaggi, lasciando (molto) sullo sfondo la parte politica.
Molte scelte di Phyllida Lloyd sono veramente banali, cito ad esempio il parallelo della cena iniziale nel presente e nel passato, il dettaglio delle scarpe della Thatcher e delle sue odiose amiche di gioventu' oppure la scena della guerra delle Falkland nella quale il ricordo viene scatenato dalla sua caduta in casa su una statua con due soldati.
Anche l'utilizzo dei flashback fatti in questo modo mi sono sembrati un cliche e non sempre dettati da una idea forte di film (vedi ad esempio Fincher che in "The social network" fa un lavoro splendido da questo punto di vista).
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A me questo il film (a parte la grande interpretazione della Streep) e' piaciuto veramente poco.
Una regia molto convenzionale che riesce ad affossare una sceneggiatura che si sofferma giustamente sugli aspetti piu' umani del personaggi, lasciando (molto) sullo sfondo la parte politica.
Molte scelte di Phyllida Lloyd sono veramente banali, cito ad esempio il parallelo della cena iniziale nel presente e nel passato, il dettaglio delle scarpe della Thatcher e delle sue odiose amiche di gioventu' oppure la scena della guerra delle Falkland nella quale il ricordo viene scatenato dalla sua caduta in casa su una statua con due soldati.
Anche l'utilizzo dei flashback fatti in questo modo mi sono sembrati un cliche e non sempre dettati da una idea forte di film (vedi ad esempio Fincher che in "The social network" fa un lavoro splendido da questo punto di vista).
Mi e' piaciuto invece molto il personaggio della Thatcher, una donna forte e fragile allo stesso tempo, una persona con una visione (giusta o sbagliata che sia, è lasciato al giudizio di ognuno di noi). E questo e' quello che distingue i grandi personaggi.
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giorgiolaporta
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giovedì 2 febbraio 2012
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troppo lento
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La storia è bella, l'attrice è da Oscar e il personaggio è grandioso, ma proprio perchè le premesse ci sono tutte viene meglio fuori l'incapacità della regia. Il film è lento, la gente sbadiglia in sala. Ci srtrono tempi totalmente morti e non è chiaro il filo conduttore. Troppo confuso, lento poco chiaro, purtroppo una bella occasione sprecata.
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fablic83
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giovedì 2 febbraio 2012
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uno sguardo sotto la corazza della lady di ferro
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Dopo "Il discorso del Re" e "Anonymous", entrambi del 2011, ecco un altro film che tratta un pezzo di storia inglese. "The Iron Lady" si apre con la "Lady di ferro" (questo il soprannome che le fu dato all'epoca in cui fu il primo, e finora unico, Premier donna inglese) ormai vecchia e fuori dal giro della politica, che prepara due "boiled eggs" per lei e il marito Denis che la attende seduto al tavolo della piccola cucina. Scopriamo però immediatamente che questa scenetta così tenera e familiare si sta svolgendo solo nella mente dell'anziana donna. Da qualche tempo, infatti, Margaret Thatcher soffre di demenza senile, una malattia che la sta portando lentamente a perdere il contatto con la realtà.
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Dopo "Il discorso del Re" e "Anonymous", entrambi del 2011, ecco un altro film che tratta un pezzo di storia inglese. "The Iron Lady" si apre con la "Lady di ferro" (questo il soprannome che le fu dato all'epoca in cui fu il primo, e finora unico, Premier donna inglese) ormai vecchia e fuori dal giro della politica, che prepara due "boiled eggs" per lei e il marito Denis che la attende seduto al tavolo della piccola cucina. Scopriamo però immediatamente che questa scenetta così tenera e familiare si sta svolgendo solo nella mente dell'anziana donna. Da qualche tempo, infatti, Margaret Thatcher soffre di demenza senile, una malattia che la sta portando lentamente a perdere il contatto con la realtà. Le allucinazioni si mescolano ai ricordi ancora vivi nella sua mente, che appaiono sullo schermo sotto forma di flashback. La donna torna indietro col pensiero agli anni del dopoguerra, quando ascoltava estasiata i comizi del padre droghiere che trasmette alla giovane Margaret (interpretata dalla giovane Alexandra Roach, che non sfigura affatto di fronte alla “grande” Meryl Streep) la passione per la politica. Seguendo l'esempio dal padre, della sua vita fatta di sacrifici e duro lavoro, la Thatcher trasferisce questi ideali nel suo pensiero politico: niente pappa pronta, ogni cittadino deve rimboccarsi le maniche e contribuire al bene del Paese. In questo caso parliamo dell'Inghilterra della fine degli anni 70, colpita da un forte declino economico, che la Thatcher cercò di curare con delle misure molto impopolari che provocarono scontri sociali, proteste dei lavoratori e dei sindacati (represse spesso con la violenza dalla polizia). Il suo carattere forte e deciso, provoca contrasti anche all'interno del partito conservatore che nei primi anni 90, a seguito delle proteste per contro la poll tax, decide di non riconfermarle l'appoggio, decretando così la fine del suo terzo mandato. Il film ci mostra una donna forte che con determinazione si fa strada in un mondo, quello politico, fino a quel momento appannaggio esclusivo degli uomini. La scena del suo ingresso nella Camera dei Comuni in tailleur e tacchi a spillo, tra gli sguardi sorpresi dei suoi colleghi, unica macchia di colore tra tanti abiti grigi, rende bene l'idea di quanto contasse fino a quel momento la figura femminile nella vita politica inglese. La donna ottantenne, nonostante la malattia le impedisca di essere quella di un tempo, non perde però il suo orgoglio e la sua fermezza. Tenta inizialmente di combattere da sola contro questo nemico sleale, perché invisibile, e sceglie di affrontare questa nuova impresa nello stesso modo in cui fece altre volte in passato: senza arretrare di un passo. Dovrà però infine cedere e riconoscere, prima di tutto a se stessa, che tutto è cambiato, che lei non è più la stessa di un tempo e che questa è la prima battaglia in cui, per vincere, non le basterà affidarsi esclusivamente alle sue forze. Nell'ultima scena la sentiamo pronunciare due sole parole che hanno il suono della resa: "Non lasciarmi!". Scopriamo, dunque, che sotto la corazza di ferro si nasconde una donna fragile e impaurita che comprende soltanto adesso come la sua scelta di donarsi completamente alla vita politica, abbia pregiudicato irrimediabilmente la sua vita privata. Una donna che, di fronte all'evidenza di non avere più le capacità fisiche e mentali per riprendere il controllo della sua vita, scoppia in un urlo disperato.
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stefano pariani
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giovedì 2 febbraio 2012
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grande streep, ma il film annoia
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Dopo lo scanzonato musical "Mamma mia!", la regista Phyllida Lloyd riprende l'egregia protagonista, che in quel film aveva fatto cantare e ballare sulle note degli Abba, e la imbarca in un film biografico-politico su una delle donne più discusse dello scenario internazionale degli anni '80. Vestita in tailleur, fila di perle al collo, i capelli impeccabilmente cotonati e i denti sporgenti, la somiglianza di Meryl Streep con la Tatcher è straordinaria, specialmente quando la ritrae da anziana, tormentata da voci, ricordi e immagini. La regista ne fa quasi un personaggio da tragedia classica che passa i suoi ultimi giorni in solitudine, circondata da pochi assistenti e dalla figlia, che tendono a isolarla dall'esterno, rendendola quasi prigioniera in una casa di lusso.
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Dopo lo scanzonato musical "Mamma mia!", la regista Phyllida Lloyd riprende l'egregia protagonista, che in quel film aveva fatto cantare e ballare sulle note degli Abba, e la imbarca in un film biografico-politico su una delle donne più discusse dello scenario internazionale degli anni '80. Vestita in tailleur, fila di perle al collo, i capelli impeccabilmente cotonati e i denti sporgenti, la somiglianza di Meryl Streep con la Tatcher è straordinaria, specialmente quando la ritrae da anziana, tormentata da voci, ricordi e immagini. La regista ne fa quasi un personaggio da tragedia classica che passa i suoi ultimi giorni in solitudine, circondata da pochi assistenti e dalla figlia, che tendono a isolarla dall'esterno, rendendola quasi prigioniera in una casa di lusso. Qui passa in rassegna gli eventi fondamentali della sua vita: le modeste origini, la sua famiglia, la volontà di affermarsi in politica, in un ambiente tradizionalmente in mano a soli uomini, l'amore per il marito e i figli. Tra un flashback e l'altro, il film mostra un pezzo di storia britannica e non solo: le tensioni e gli episodi di violenza degli anni '70 e '80, la guerra delle Falkland, la caduta del muro di Berlino. Più efficace nel delineare la quotidianità dell'anziana Tatcher, il film non decolla nelle altre parti: convenzionale e piattamente narrativo quando descrive gli anni giovanili dell'ex premier, confuso e retorico quando mostra un po' sbrigativamente le tappe della sua politica. Un film poco coinvolgente e poco omogeneo, che tende a fare della Tatcher un'icona e che pare, in alcuni momenti, innalzarle un monumento. Resta la magistrale prova della Streep, come sempre impeccabile e impagabile. Puntuale la nomination all'Oscar.
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renato volpone
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mercoledì 1 febbraio 2012
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crescita e caduta di una leader
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Come nel caso di J. Edgar è difficile trattare la vita e le emozioni di personaggi così importanti e così forti senza rischiare di cadere nel banale o di andare oltre ciò che "la storia" ha tracciato. Per quanto brava la streep non riesce ad esprimere il personaggio se non nella sua caducità di anziana malata e demente. Questo modo di vedere la leader inglese commuove si, compassiona addirittura, ma non rende, anzi, distrugge la forza caratteriale di questa grande donna. E non bastano le decisioni importanti o le discussioni in parlamento per tracciarne il piglio e la determinazione: da vedere, scorre veloce, si ripassa un po' di storia, ma resta il gusto amaro della vecchiaia, della caduta di un idolo, ma le persone cadono, gli idoli no.
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luise
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mercoledì 1 febbraio 2012
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streep superlativa
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Grande Streep , grandissima attrice , sei riuscita a rendere umana una grande donna della politica inglese degli anni 80, che non era sicuramente amata in patria ma che ora viene rivalutata e guardata sotto una luce diversa. Andrò a rivedere il film una seconda volta perchè credo che ci siano sfacettature che non si percepiscono completamente la prima volta,e penso che avrò conferma nella predilezione della Thatcher in età avanzata, dove si alternano ricordi , vita, politica , battaglie ma anche piccoli segnali di una donna che ha sofferto le scelte fatte da Primo Ministro. Mi sarebbe piaciuto sentire il film in lingua originale.
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Grande Streep , grandissima attrice , sei riuscita a rendere umana una grande donna della politica inglese degli anni 80, che non era sicuramente amata in patria ma che ora viene rivalutata e guardata sotto una luce diversa. Andrò a rivedere il film una seconda volta perchè credo che ci siano sfacettature che non si percepiscono completamente la prima volta,e penso che avrò conferma nella predilezione della Thatcher in età avanzata, dove si alternano ricordi , vita, politica , battaglie ma anche piccoli segnali di una donna che ha sofferto le scelte fatte da Primo Ministro. Mi sarebbe piaciuto sentire il film in lingua originale.... vi assicuro che risulta tutto molto più bello. ciao e buona visione
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terrybrizio
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mercoledì 1 febbraio 2012
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una lady di glassa.
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Un BioPic grossolano e stucchevole senza veri slanci e una visione lucida della materia che si propone di affrontare. Una regia e una sceneggiatura (di Abi Morgan la stessa di The Hour e Shame!!!!!!) che si preoccupa di unicamente di coccolare e tessere le lodi del suo personaggio, senza nemmeno sforzarsi di descriverlo e raccontarlo.
Una Meryl Streep che più sopra le righe non si può, e invece un ottimo sobrio Jim Broadbent che è probailmete l'unica nota positiva di un film così mal riuscito. Una Lady di glassa dolciastra, più che di ferro!!
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terrybrizio
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mercoledì 1 febbraio 2012
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una lady di glassa.
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Un BioPic grossolano e stucchevole senza veri slanci e una visione lucida della materia che si propone di affrontare. Una regia e una sceneggiatura (di Abi Morgan la stessa di The Hour e Shame!!!!!!) che si preoccupa di unicamente di coccolare e tessere le lodi del suo personaggio, senza nemmeno sforzarsi di descriverlo e raccontarlo.
Una Meryl Streep che più sopra le righe non si può, e invece un ottimo e sobrio Jim Broadbent che è probailmete l'unica nota positiva di un film così mal riuscito. Un Lady di glassa, più che di ferro!!
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pepito1948
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martedì 31 gennaio 2012
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ferro e fuoco
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Un'anziana donna vive nell'ombra dell'Alzheimer, esce da sola per comprare il latte, parla con il fantasma del marito di cui non riesce a liberarsi, origlia per intercettare le preoccupate conversazioni della figlia sulla sua salute. Prendendo spunto dalla solitudine e dagli oggetti carichi di storia ed affetti disseminati in casa, rievoca il suo passato pieno di intraprendenza, dinamismo, caparbia volontà di affermarsi, fino all'ascesa al massimo del potere ed al successivo crollo, quindi ad una mesta vecchiaia segnata dalla malattia. Già da questa descrizione si evince che siamo di fronte ad un biopick, basato sulla vita di Margaret Thatcher, prima donna assurta al ruolo di capo del governo di un Paese europeo.
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Un'anziana donna vive nell'ombra dell'Alzheimer, esce da sola per comprare il latte, parla con il fantasma del marito di cui non riesce a liberarsi, origlia per intercettare le preoccupate conversazioni della figlia sulla sua salute. Prendendo spunto dalla solitudine e dagli oggetti carichi di storia ed affetti disseminati in casa, rievoca il suo passato pieno di intraprendenza, dinamismo, caparbia volontà di affermarsi, fino all'ascesa al massimo del potere ed al successivo crollo, quindi ad una mesta vecchiaia segnata dalla malattia. Già da questa descrizione si evince che siamo di fronte ad un biopick, basato sulla vita di Margaret Thatcher, prima donna assurta al ruolo di capo del governo di un Paese europeo. Non una biografia in senso stretto ma un racconto che, nel seguire per grandi linee alcune tappe della vita di "Maggie", ne rappresenta (e in parte reinventa) lo svolgimento secondo una tesi precostituita. Che non è la ricostruzione storica della sua carriera politica ma l'intento di dare risalto all'aspetto prettamente femminile e femminista del personaggio; mettere in luce cioè come una donna figlia di un droghiere sia riuscita in una società ed in partito spietatamente dominati dagli uomini a farsi largo, a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio in un mondo dove i pregiudizi, i complotti, la competitività taglierebbero le gambe a chiunque non fosse adeguatamente corazzato. E la Thatcher lo era, tanto da farsi accettare -anche se non amare- dalla grande maggioranza degli inglesi e camminare sulle braci del potere per 11 anni, sconfitta solo da una congiura interna della sua parte. Come ci riuscì? Dimostrando l'improduttività dell'atteggiamento di prudenza e di conciliante attesa che allora attanagliava la classe dirigente dei Tories davanti alle montanti agitazioni sociali di quegli anni '70-80. Dimostrando altresì una grinta decisionista che, alimentata da uno sfrenato liberismo in cui ciecamente credeva, la portò ad assumere provvedimenti tanto drastici quanto impopolari, ma dai più ritenuti necessari in quella congiuntura economica e sociale. Di tutto questo il film evidenzia ben poco, incentrato com'è sulla lotta tra le sue incrollabili idee e le resistenze dei suoi avversari, di parte avversa ma spesso anche della sua parte politica. L'obiettivo della regista Phillida Lloyd è anche quello di rappresentare la difficoltà di detenere il potere senza che questo degeneri in un puro autoritarismo esclusivo ed avulso dagli apparati di sostegno. Quando tale svoltà si concretizzò, fu la fine di un'avventura, e l'inizio di un mito che qua e là ancora serpeggia negli ambienti conservatori, inglesi e non solo. Pertanto appaiono ingiustificate -perchè agganciate ad un'interpretazione politica che non c'è- le contestazioni in patria venute da una parte e dall'altra, che hanno visto nel film un taglio troppo edulcorativo o al contrario "una fantasia di sinistra ed un insulto alla sua immagine", anche se sono comprensibili le rimostranze dei tanti minatori o operai licenziati in tronco nei terribili anni ottanta. Il film, in un'ottica conforme alle tesi degli autori, deve considerarsi riuscito; mentre palesa alcuni limiti, come lo stare troppo addosso alla protagonista trascurando tutto ciò che vi orbita intorno (l'analogia con J.Edgar è inevitabile), e l'indugiare in qualche caso fino alla noia sugli aspetti privati (e talvolta onestamente impietosi). Inutile sottolineare la splendida prova della Streep (e dei truccatori).
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flyanto
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lunedì 30 gennaio 2012
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la biografia di margareth thatcher
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Film sulla biografia del ex-Primo Ministro inglese Margareth Thatcher. Puro e semplice ritratto di una donna al potere e nulla di più. Molto ben ricostruito dal punto di vista dell'epoca e dei costumi e molto brava, come sempre, Meryl Streep che qui, accuratamente vestita e truccata, risulta essere molto somigliante alla vera Thacher.
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