vadamary93
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mercoledì 30 gennaio 2013
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la (solita) grande attrice: meryl streep
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Non c'è niente da fare. Meryl Streep è sicuramente una delle più grandi attrici di tutti i tempi, e forse la prima grande tra le contemporanee e viventi. La sua interpretazione nei panni di Margaret Thatcher è a dire poco fantastica (meritatissimo è il premio oscar!). Il film, nel suo complesso, è un buon film. Il resto del cast è composto da bravi attori che danno buona prova di sé e la struttura che combina realtà e immaginazione, presente con il passato rende il film interessante. Film che ha come protagonista una figura come quella della Thatcher assolutamente discutibile per operato e umanità, ma che sicuramente ha fatto la storia dei nostri tempi.
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Non c'è niente da fare. Meryl Streep è sicuramente una delle più grandi attrici di tutti i tempi, e forse la prima grande tra le contemporanee e viventi. La sua interpretazione nei panni di Margaret Thatcher è a dire poco fantastica (meritatissimo è il premio oscar!). Il film, nel suo complesso, è un buon film. Il resto del cast è composto da bravi attori che danno buona prova di sé e la struttura che combina realtà e immaginazione, presente con il passato rende il film interessante. Film che ha come protagonista una figura come quella della Thatcher assolutamente discutibile per operato e umanità, ma che sicuramente ha fatto la storia dei nostri tempi.
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misesjunior
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mercoledì 25 luglio 2012
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da vedere, però...
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Margaret Tatcher, tra altre cose, ha salvato l'economia inglese da sprofondare nell'abisso cui decadi di riforme fatte dai governi laburisti l'avevano portata. Tre volte eletta, ha fatto una rivoluzione e salvato il paese.
Margaret Tatcher non partiva da idee "conservatrici" (il Partito Conservatore inglese era succube dell'ideologia della sinistra e non era più né carne né ciccia). L’appellativo di “conservatrice” per la Tatcher è quindi fuorviante e si limita a applicare (furbescamente da parte delle sinistre stataliste) il nome del suo partito a un pensiero che conservatore non era. Il film è al di sotto del compito proprio per non avere chiarito questo.
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Margaret Tatcher, tra altre cose, ha salvato l'economia inglese da sprofondare nell'abisso cui decadi di riforme fatte dai governi laburisti l'avevano portata. Tre volte eletta, ha fatto una rivoluzione e salvato il paese.
Margaret Tatcher non partiva da idee "conservatrici" (il Partito Conservatore inglese era succube dell'ideologia della sinistra e non era più né carne né ciccia). L’appellativo di “conservatrice” per la Tatcher è quindi fuorviante e si limita a applicare (furbescamente da parte delle sinistre stataliste) il nome del suo partito a un pensiero che conservatore non era. Il film è al di sotto del compito proprio per non avere chiarito questo.
Basta pensare al trascurato rapporto formativo tra la Tatcher e Friedrich von Hayek. Basta leggere "Perché non sono un conservatore", di Hayek, per capirlo. Mi auguro che un giorno si faccia un film su di lei che rispecchi veramente la sua complessità di pensiero e la sua implacabile difesa dei principi di libertà.
Ha fatto bene a contrastare i dittatori argentini che invasero le Malvinas: ciò determinò la loro caduta e il ritorno di un tentativo di democrazia in Argentina.
Il film è cmq tecnicamente discreto e con momenti apprezzabili, anche per chi non idolatra particolarmente la Streep.
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misesjunior
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mercoledì 25 luglio 2012
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tatcher conservatrice?!
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Margaret Tatcher, tra altre cose, ha salvato l'economia inglese da sprofondare nell'abisso cui decadi di riforme fatte dai governi laburisti l'avevano portata. Tre volte eletta, ha fatto una rivoluzione e salvato il paese.
Margaret Tatcher non partiva da idee "conservatrici" (il Partito Conservatore inglese era succube dell'ideologia della sinistra e non era più né carne né ciccia). L’appellativo di “conservatrice” per la Tatcher è quindi fuorviante e si limita a applicare (furbescamente da parte delle sinistre stataliste) il nome del suo partito a un pensiero che conservatore non era. Il film è al di sotto del compito proprio per non avere chiarito questo.
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Margaret Tatcher, tra altre cose, ha salvato l'economia inglese da sprofondare nell'abisso cui decadi di riforme fatte dai governi laburisti l'avevano portata. Tre volte eletta, ha fatto una rivoluzione e salvato il paese.
Margaret Tatcher non partiva da idee "conservatrici" (il Partito Conservatore inglese era succube dell'ideologia della sinistra e non era più né carne né ciccia). L’appellativo di “conservatrice” per la Tatcher è quindi fuorviante e si limita a applicare (furbescamente da parte delle sinistre stataliste) il nome del suo partito a un pensiero che conservatore non era. Il film è al di sotto del compito proprio per non avere chiarito questo.
Basta pensare al trascurato rapporto formativo tra la Tatcher e Friedrich von Hayek. Basta leggere "Perché non sono un conservatore", di Hayek, per capirlo. Mi auguro che un giorno si faccia un film su di lei che rispecchi veramente la sua complessità di pensiero e la sua implacabile difesa dei principi di libertà.
Il film è cmq tecnicamente discreto e con momenti apprezzabili, anche per chi non idolatra particolarmente la Streep
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g_andrini
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sabato 26 maggio 2012
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meryl streep è favolosa.
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Complimenti alla protagonista, mi ha fatto dimenticare di essere davanti ad una attrice. Il film, in sé, è in effetti un po' lento, ma apprezzabile. Le due trame parallele scorrono via senza indugi, entrambe interessanti, anche se quella storica, che parla dei momenti più salienti del governo Thatcher, è certamente più ritmata e viva.
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gianleo67
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mercoledì 9 maggio 2012
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ritratto sfocato di vecchia signora
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Brillante e ambiziosa figlia di un bottegaio politicante di Grantham riesce in una luminosa carriera che la porterà a divenire l'unico Primo ministro donna che il Regno Unito abbia mai avuto. Dalla giovinezza ad una decadente senilità. Biopic che alterna necessariamentela la dimensione pubblica e quella privata della più celebre statista britannica. Lo fa in verità in modo furbetto e disorganico, non riuscendo a miscelare in modo equilibrato gli ingredienti di una pietanza comunque difficile da digerire. L'aspetto della vita pubblica non viene adeguatamente circoscritto alla realtà socio-economica di un paese (l'Inghilterra degli anni '80) che affrontava i grandi cambiamenti e le difficili sfide di un'epoca improntata al liberismo selvaggio e ad una affermazione internazionale con forti tentazioni nazionalistiche.
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Brillante e ambiziosa figlia di un bottegaio politicante di Grantham riesce in una luminosa carriera che la porterà a divenire l'unico Primo ministro donna che il Regno Unito abbia mai avuto. Dalla giovinezza ad una decadente senilità. Biopic che alterna necessariamentela la dimensione pubblica e quella privata della più celebre statista britannica. Lo fa in verità in modo furbetto e disorganico, non riuscendo a miscelare in modo equilibrato gli ingredienti di una pietanza comunque difficile da digerire. L'aspetto della vita pubblica non viene adeguatamente circoscritto alla realtà socio-economica di un paese (l'Inghilterra degli anni '80) che affrontava i grandi cambiamenti e le difficili sfide di un'epoca improntata al liberismo selvaggio e ad una affermazione internazionale con forti tentazioni nazionalistiche. Passaggi fondamentali come la crisi occupazionale e industriale, il terrorismo interno e le tensioni internazionali sono rappreserntati con un distacco documentaristico da viodeoclip che rende la materia astratta e frammentata, ovvero calata in una visione soggettiva che sembra sminuirli in un formalismo da ordinaria amministrazione (dello Stato).L'aspetto della vita privata invece appare sfocato e poco coinvolgente seppur nella lodevole intenzione di descriverne gli aspetti cogliendo una personalità complessa e minata dal progredire inesorabile della malattia senile. L'interpretazione della Streep è volutamente e adeguatamente misurata e sottotono e questo attenua la naturale tendenza all'agiografia.Che il pubblico possa premiare operazioni del genere (vedi 'The King's speech') è il frutto dell'indefesso ottimismo di un sistema produttivo e promozionale miope e a corto di idee. Nel complesso un'opera scialba che lascia freddi e distaccati, a riconferma che il grande cinema non si nutre necessariamente di grandi storie.
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erostrato
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lunedì 23 aprile 2012
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disturbante
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Se l'intento del film era quello di rendere visibile a tutti la follia di questa donna, lo scopo è stato pienamente raggiunto. La totale mancanza di rispetto per il prossimo e il delirio di onnipotenza, hanno fatto di questa donna un'icona del liberismo a tutti i costi e a qualsiasi prezzo, anche in termini di vite umane. Il film è davvero noioso, l'uso del rallentatore è disturbante, viviamo tempi difficili e siamo, ahimè, un po' tutti figli di Margaret Hilda Thatcher nata Roberts
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alemrg
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mercoledì 28 marzo 2012
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noioso
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Brava la Streep ma il film è noioso.
Vorrei poi fare una considerazione che comunque non va ad incidere sul giudizio del film.
Ormai l' 80% dei film inizia nel presente, continua con il personaggio principale che ricorda il suo passato, per poi finire di nuovo nel presente.
Questa è una moda che ormai ha sfinito da un bel pezzo. E' possibile che nessun regista al mondo sia più capace, come si faceva una volta, di raccontare storie in modo lineare, partendo dal passato per arrivare al presente?
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rongiu
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domenica 25 marzo 2012
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“milk snatcher”?
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Certamente non è un biopic. Non lo è perché quanto visivamente presentato allo spettatore, non è tutto, oggettivamente, storico. Tra l’altro, molti eventi importanti sono appena accennati. La narrazione, ruota intorno ad alcune vicende di una delle donne più influenti di qualche decennio fa. E’, questa narrazione, raccontata dal punto di vista del leader. Premesso che da cittadino inglese non mi sognerei mai e poi mai di votare per i conservatori \ The tories /, né per la Baronessa di Kesteven, contea del Lincolnshire \ Margaret Hilda Thatcher nata Roberts /, c’è comunque un dato di fatto certo, inconfutabile. La signorina Roberts, ha sempre dimostrato, fin da adolescente, che le parole scritte anni dopo per un suo discorso, siamo nell’ottobre del 1980 \ Conferenza del partito conservatore / dal famoso drammaturgo Sir Ronald Graeme Millar, \ speechwriter / “ … The Lady’s not for turning”, sono la sintesi di una vita e di un’idea politica, mai nascosta agli elettori ed ai colleghi di partito.
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Certamente non è un biopic. Non lo è perché quanto visivamente presentato allo spettatore, non è tutto, oggettivamente, storico. Tra l’altro, molti eventi importanti sono appena accennati. La narrazione, ruota intorno ad alcune vicende di una delle donne più influenti di qualche decennio fa. E’, questa narrazione, raccontata dal punto di vista del leader. Premesso che da cittadino inglese non mi sognerei mai e poi mai di votare per i conservatori \ The tories /, né per la Baronessa di Kesteven, contea del Lincolnshire \ Margaret Hilda Thatcher nata Roberts /, c’è comunque un dato di fatto certo, inconfutabile. La signorina Roberts, ha sempre dimostrato, fin da adolescente, che le parole scritte anni dopo per un suo discorso, siamo nell’ottobre del 1980 \ Conferenza del partito conservatore / dal famoso drammaturgo Sir Ronald Graeme Millar, \ speechwriter / “ … The Lady’s not for turning”, sono la sintesi di una vita e di un’idea politica, mai nascosta agli elettori ed ai colleghi di partito. Una onestà intellettuale, difficilmente riscontrabile nei politici del giorno d’oggi; in particolare quelli italiani, sempre pronti al compromesso spicciolo, sempre pronti all’apparire e mai all’essere. Piaccia o no, il nomignolo affibbiatole da un giornalista sovietico “la lady di ferro”, siamo negli anni della guerra fredda, l’accompagnerà per tutta la vita. E, mi par di capire che la Thatcher, Prime Minister, non lo ha mai disdegnato, disprezzato, aborrito. Quanta gente in Gran Bretagna la ama ancora? Non so, probabilmente metà prega per lei; l’altra metà spera in un più alto ascenso. Ha ricevuto critiche infinite per la scelta presa quando decise di dare il via immediato al conflitto contro l’Argentina \ 1982 Guerra Falkland / un conflitto che è costato alle parti in causa, in vite umane, tantissimo: più di 1000 morti e circa 2000 feriti. Domanda – Quanti ne ha fatti Anthony Charles Lynton Blair ovvero Tony Blair \ laburista / in Iraq?
Threesome – La triade
Phyllida Lloyd \ regista / - Abi Morgan \ sceneggiatura / - Meryl Streep \ Margaret Thatcher /
Questa triade è un team work collaudato e tutto femminile. Scelta causale? Non direi e vado a motivare quanto espresso dando uno sguardo al recente passato. Phyllida Lloyd \ grande esperienza teatrale / con un curriculum tutto da leggere e Meryl Streep hanno lavorato insieme in Mamma mia! Abi Morgan, minuta fisicamente, ma fluida nel pensiero è figlia d’arte nata per il teatro, con il teatro, nel teatro. Ancora adolescente, i genitori decidono di separarsi. Inizia così, suo malgrado, a mulinare per la nazione. Scuole diverse, amici diversi, ma sempre con un obiettivo da raggiungere; diventare attrice o scrittrice per il teatro. Ci riesce. \ Nuffield Theatre Southampton; Royal Exchange Studio Theatre Manchester, Royal Lyceum Theatre Edinburgh / e via di questo passo. Ma perché mi sono dilungato un pochino su questo personaggio? Perché la Abi Morgan è una persona attenta ai dettagli. Ed il film in questione è pieno, zeppo, stracolmo di dettagli e di tutti i tipi. Ci son voluti mesi per delineare il tipo di scrittura successiva all’idea, nulla è stato lasciato al caso. La scelta di Meryl Streep non è stata, infatti, un caso. Phyllida Lloyd ed Abi Morgan durante i colloqui di lavoro, hanno impiegato pochissimo tempo per individuare nella Streep l’attrice idonea allo scopo, al film. Solo la Streep, può dare vita al Leader fino ad allora “imprigionato” in pagine piene zeppe del migliore astrattismo grafico. E la Streep non delude, anzi, vince un Academy Awards. Addirittura alla prima statuetta se ne aggiungono altre due; Mark Coulier e J. Roy Helland si aggiudicano l’oscar per il trucco.
Consiglio di vedere il film perché è “umano” , la fredda politica nei ricordi nebulosi del Primo Ministro avanti negli anni ed ammalata, diventa un racconto piacevole da vedere ed ascoltare. E’ chiaro che dovrà essere l’attento spettatore, come sempre e se gli va, ad approfondire le tematiche che una vita così politicamente impegnata ha trattato. Cito solo alcune delle iniziative prese dalla più longeva inquilina del n° 10 di Downing Street \ via il latte gratuito nelle scuole, la permanenza o meno nella comunità europea, la politica di austerity, riforma dei sindacati, riforma fiscale, il progetto di risanamento per le aziende pubbliche dissestate, riforma dei sindacati, far fronte allo sciopero più lungo della storia dei lavoratori, gli accordi con Ronald Reagan, la guerra delle Falkland, la Poll Tax e così via /.
Lord Charles Powell – consigliere politico di M. Thatcher dice di lei – “La T. aveva un’energia politica fenomenale, non dormiva molto, magari 3 ore di notte, non si interessa di vacanze, non si interessa di weekend, lavorava 7 giorni per sette e 20 ore per giorno. Era molto duro, ma era un tipo che voleva sempre capire tutto, voleva essere maestra di tutti i problemi del geverno.”
C’è altro da aggiungere? Credo proprio di no.
Luckiness!
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tiamaster
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mercoledì 14 marzo 2012
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meryl streep:la più grande attrice mai esistita.
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Meryl streep è di fatto la più granda attrice mai vissuta,che con questo film si è guadagnata il suo terzo oscar.Però una straordinaria interpretazione non vuol dire che il film sia altrettanto bello,infatti il film non sfrutta bene la straordinaria figura del interprete e si rivela poco coerente,anche nella regia.Di sicuro ci sono fattori positivi,come il trucco (anhe quello vincitore del oscar),ma per il resto il film si rivela gradevole,ma tutto fuorchè un capolavoro.Bel soggetto mal sfruttato....ma carino!!!
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angelo umana
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mercoledì 7 marzo 2012
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una vita deve avere uno scopo più alto
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E’ un film buio e opprimente, come la demenza senile che ha colto Margareth Thatcher, spazia continuamente tra l’intimo di casa sua, con la faccia scenicamente “imbambolata” di Meryl Streep che riempie in tutti i sensi lo schermo e l’epopea della carriera pubblica della lady di ferro. Più che il suo ferro nel film risaltano la tenerezza di un’anziana e i suoi principi, quelli a cui fu educata, l’ambizione e più ancora il senso del dovere far qualcosa per la sua nazione. “Se vuoi cambiare il Paese guidalo!” le dissero i consiglieri del partito conservatore. Il buio e l’oppressione derivano da tutti i ricordi di vita pubblica che la assalgono nel chiuso di casa sua, la perseguitano anche, ha tutto il passato addosso, così da sembrare altro rispetto ad avvenimenti di successo.
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E’ un film buio e opprimente, come la demenza senile che ha colto Margareth Thatcher, spazia continuamente tra l’intimo di casa sua, con la faccia scenicamente “imbambolata” di Meryl Streep che riempie in tutti i sensi lo schermo e l’epopea della carriera pubblica della lady di ferro. Più che il suo ferro nel film risaltano la tenerezza di un’anziana e i suoi principi, quelli a cui fu educata, l’ambizione e più ancora il senso del dovere far qualcosa per la sua nazione. “Se vuoi cambiare il Paese guidalo!” le dissero i consiglieri del partito conservatore. Il buio e l’oppressione derivano da tutti i ricordi di vita pubblica che la assalgono nel chiuso di casa sua, la perseguitano anche, ha tutto il passato addosso, così da sembrare altro rispetto ad avvenimenti di successo. Il reportage delle apparizioni pubbliche sembra del tutto macchiettistico, con quegli abiti e acconciature che pure sono propri di quegli anni e del personaggio, ma quel portamento da generale col nugolo di followers ... ?! I ricordi sembrano pure voler essere delle ancore a cui la povera mente si affida, come è un’àncora la presenza immaginaria di suo marito che continua a consigliarla con aria scanzonata e del quale si ostina a tenere i vestiti e le scarpe. Eppure è lui o il suo ricordo a dirle “Cosa fai? Non è da te ricordare”. A condurla in questo stato potrebbero essere stati “tutti gli anni passati a prendere decisioni forti … da sola come hai sempre fatto”.
Non è ben chiaro, ed è il limite del film, se la regista Phyllida Lloyd voleva raccontarci la Thatcher politica oppure una storia intima di un’anziana stanca (dovrebbe avere oggi 77 anni): non è documentario, non è romanzo e nemmeno biografia. E’ positivo che ne risulti una persona che entrò in politica per i suoi sani principi (“Quelli che hanno un vantaggio sono obbligati a rimboccarsi le maniche” o “Non conta ciò che si è stati ma quello che si può diventare”) e per le qualità che sapeva di avere, per il fegato (“gli uomini non ce l’hanno…”), e perché “una vita deve avere uno scopo più alto”, cose non tutte riscontrabili nei politici a noi vicini. Non risulta liberatorio dal buio e dall’oppressione, e forse è una fantasia della regista, che nel finale la Thatcher-Streep (attrice di smisurata bravura, che deve aver tenuto la massima disciplina a stare nei panni che la regia le ha imposto) metta in sacchi della spazzatura tutti gli indumenti del marito e ne scacci l’immagine: è inverosimile che una mente prostrata si liberi così facilmente dei suoi pesi.
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