The Iron Lady |
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Un film di Phyllida Lloyd.
Con Meryl Streep, Jim Broadbent, Olivia Colman, Roger Allam, Susan Brown (II).
continua»
Biografico,
durata 105 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 27 gennaio 2012.
MYMONETRO
The Iron Lady ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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ferro e fuoco
di pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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martedì 31 gennaio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un'anziana donna vive nell'ombra dell'Alzheimer, esce da sola per comprare il latte, parla con il fantasma del marito di cui non riesce a liberarsi, origlia per intercettare le preoccupate conversazioni della figlia sulla sua salute. Prendendo spunto dalla solitudine e dagli oggetti carichi di storia ed affetti disseminati in casa, rievoca il suo passato pieno di intraprendenza, dinamismo, caparbia volontà di affermarsi, fino all'ascesa al massimo del potere ed al successivo crollo, quindi ad una mesta vecchiaia segnata dalla malattia. Già da questa descrizione si evince che siamo di fronte ad un biopick, basato sulla vita di Margaret Thatcher, prima donna assurta al ruolo di capo del governo di un Paese europeo. Non una biografia in senso stretto ma un racconto che, nel seguire per grandi linee alcune tappe della vita di "Maggie", ne rappresenta (e in parte reinventa) lo svolgimento secondo una tesi precostituita. Che non è la ricostruzione storica della sua carriera politica ma l'intento di dare risalto all'aspetto prettamente femminile e femminista del personaggio; mettere in luce cioè come una donna figlia di un droghiere sia riuscita in una società ed in partito spietatamente dominati dagli uomini a farsi largo, a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio in un mondo dove i pregiudizi, i complotti, la competitività taglierebbero le gambe a chiunque non fosse adeguatamente corazzato. E la Thatcher lo era, tanto da farsi accettare -anche se non amare- dalla grande maggioranza degli inglesi e camminare sulle braci del potere per 11 anni, sconfitta solo da una congiura interna della sua parte. Come ci riuscì? Dimostrando l'improduttività dell'atteggiamento di prudenza e di conciliante attesa che allora attanagliava la classe dirigente dei Tories davanti alle montanti agitazioni sociali di quegli anni '70-80. Dimostrando altresì una grinta decisionista che, alimentata da uno sfrenato liberismo in cui ciecamente credeva, la portò ad assumere provvedimenti tanto drastici quanto impopolari, ma dai più ritenuti necessari in quella congiuntura economica e sociale. Di tutto questo il film evidenzia ben poco, incentrato com'è sulla lotta tra le sue incrollabili idee e le resistenze dei suoi avversari, di parte avversa ma spesso anche della sua parte politica. L'obiettivo della regista Phillida Lloyd è anche quello di rappresentare la difficoltà di detenere il potere senza che questo degeneri in un puro autoritarismo esclusivo ed avulso dagli apparati di sostegno. Quando tale svoltà si concretizzò, fu la fine di un'avventura, e l'inizio di un mito che qua e là ancora serpeggia negli ambienti conservatori, inglesi e non solo. Pertanto appaiono ingiustificate -perchè agganciate ad un'interpretazione politica che non c'è- le contestazioni in patria venute da una parte e dall'altra, che hanno visto nel film un taglio troppo edulcorativo o al contrario "una fantasia di sinistra ed un insulto alla sua immagine", anche se sono comprensibili le rimostranze dei tanti minatori o operai licenziati in tronco nei terribili anni ottanta. Il film, in un'ottica conforme alle tesi degli autori, deve considerarsi riuscito; mentre palesa alcuni limiti, come lo stare troppo addosso alla protagonista trascurando tutto ciò che vi orbita intorno (l'analogia con J.Edgar è inevitabile), e l'indugiare in qualche caso fino alla noia sugli aspetti privati (e talvolta onestamente impietosi). Inutile sottolineare la splendida prova della Streep (e dei truccatori).
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