hidalgo
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sabato 28 gennaio 2012
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una lady di ferro, una meryl streep d'oro
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Biografia della Lady di Ferro raccontata tramite i ricordi della stessa, anziana signora affetta da demenza senile, con continui flashback tra presente e passato, tra vita privata e politica. Phyllida Lloyd sceglie di incentrare il suo film più sulla donna Margaret che sul Primo Ministro Thatcher, approfondendo bene il personaggio ma narrando gli eventi in modo non sempre ottimale e coinvolgente. La politica fa da contorno alla persona, il film vive della straordinaria, immensa bravura di Meryl Streep e del "marito" Jim Broadbent, figura fondamentale nella vita della Thatcher e presenza fissa delle sue allucinazioni attraverso le quali si muove la pellicola. Portare sul grande schermo la biografia di un personaggio discusso e discutibile come La Iron Lady non era facile e probabilmente i centocinque minuti di durata sono pochi per dire tutto quello che c'era da dire.
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Biografia della Lady di Ferro raccontata tramite i ricordi della stessa, anziana signora affetta da demenza senile, con continui flashback tra presente e passato, tra vita privata e politica. Phyllida Lloyd sceglie di incentrare il suo film più sulla donna Margaret che sul Primo Ministro Thatcher, approfondendo bene il personaggio ma narrando gli eventi in modo non sempre ottimale e coinvolgente. La politica fa da contorno alla persona, il film vive della straordinaria, immensa bravura di Meryl Streep e del "marito" Jim Broadbent, figura fondamentale nella vita della Thatcher e presenza fissa delle sue allucinazioni attraverso le quali si muove la pellicola. Portare sul grande schermo la biografia di un personaggio discusso e discutibile come La Iron Lady non era facile e probabilmente i centocinque minuti di durata sono pochi per dire tutto quello che c'era da dire. Meryl Streep si cala nella parte in maniera divina, Lloyd traccia il profilo di una donna fuori dal comune ma troppo piena si se, troppo diretta e intransigente. Un bulldozer che non si ferma davanti a niente, pronta a mandare la sua gente a morire e a tagliare, tagliere e tagliere in nome di un futuro migliore. Una Donna di Ferro, appunto. Ma il ferro è un metallo povero e, sotto questo punto di vista, anche il film è un pò di ferro. La Streep invece è tutta d'oro.
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tristanodetrabail
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lunedì 30 gennaio 2012
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biografia dell'anima della lady di ferro
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La storia della donna che ha contribuito a cambiare il destino di un paese, che non si è mai piegata davanti alla logica del consenso. Guidata da un forte senso di appartenenza ai valori conservatori la giovane Margaret intraprende la carriera politica, in nome di suoi principi. Il film, piuttosto che dell'ascesa e del declino fine a se stesso della Thatcher, si addentra nei sottili meccanismi emotivi dell'imponente figura della ex statista, oramai giunta alla fine della sua vita. Ne viene fuori un personaggio carico di passione, sentimenti di attaccamento alla patria. Sublime l'interpretazione di Meryl Streep che riesce a trasmettere tutta l'intensità di una trama ben scritta. Per tutto il film non si riesce a odiare la Thatcher, l'immagine che se ne ha è di una incontenibile lealtà.
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La storia della donna che ha contribuito a cambiare il destino di un paese, che non si è mai piegata davanti alla logica del consenso. Guidata da un forte senso di appartenenza ai valori conservatori la giovane Margaret intraprende la carriera politica, in nome di suoi principi. Il film, piuttosto che dell'ascesa e del declino fine a se stesso della Thatcher, si addentra nei sottili meccanismi emotivi dell'imponente figura della ex statista, oramai giunta alla fine della sua vita. Ne viene fuori un personaggio carico di passione, sentimenti di attaccamento alla patria. Sublime l'interpretazione di Meryl Streep che riesce a trasmettere tutta l'intensità di una trama ben scritta. Per tutto il film non si riesce a odiare la Thatcher, l'immagine che se ne ha è di una incontenibile lealtà. Eccellente il momento in cui i suoi alleati le voltano le spalle e chiede ad uno dei suoi ministri se conosce il prezzo del burro, rimproverandolo di non vivere calato nella realtà. Le musiche accompagnano in modo sublime tutto il film. L'ultima scena, forse la più toccante, fa uscire dalla sala del cinema con un grande senso di empatia verso colei che è stata amata e odiata dal popolo di tutto il mondo.
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pepito1948
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martedì 31 gennaio 2012
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ferro e fuoco
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Un'anziana donna vive nell'ombra dell'Alzheimer, esce da sola per comprare il latte, parla con il fantasma del marito di cui non riesce a liberarsi, origlia per intercettare le preoccupate conversazioni della figlia sulla sua salute. Prendendo spunto dalla solitudine e dagli oggetti carichi di storia ed affetti disseminati in casa, rievoca il suo passato pieno di intraprendenza, dinamismo, caparbia volontà di affermarsi, fino all'ascesa al massimo del potere ed al successivo crollo, quindi ad una mesta vecchiaia segnata dalla malattia. Già da questa descrizione si evince che siamo di fronte ad un biopick, basato sulla vita di Margaret Thatcher, prima donna assurta al ruolo di capo del governo di un Paese europeo.
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Un'anziana donna vive nell'ombra dell'Alzheimer, esce da sola per comprare il latte, parla con il fantasma del marito di cui non riesce a liberarsi, origlia per intercettare le preoccupate conversazioni della figlia sulla sua salute. Prendendo spunto dalla solitudine e dagli oggetti carichi di storia ed affetti disseminati in casa, rievoca il suo passato pieno di intraprendenza, dinamismo, caparbia volontà di affermarsi, fino all'ascesa al massimo del potere ed al successivo crollo, quindi ad una mesta vecchiaia segnata dalla malattia. Già da questa descrizione si evince che siamo di fronte ad un biopick, basato sulla vita di Margaret Thatcher, prima donna assurta al ruolo di capo del governo di un Paese europeo. Non una biografia in senso stretto ma un racconto che, nel seguire per grandi linee alcune tappe della vita di "Maggie", ne rappresenta (e in parte reinventa) lo svolgimento secondo una tesi precostituita. Che non è la ricostruzione storica della sua carriera politica ma l'intento di dare risalto all'aspetto prettamente femminile e femminista del personaggio; mettere in luce cioè come una donna figlia di un droghiere sia riuscita in una società ed in partito spietatamente dominati dagli uomini a farsi largo, a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio in un mondo dove i pregiudizi, i complotti, la competitività taglierebbero le gambe a chiunque non fosse adeguatamente corazzato. E la Thatcher lo era, tanto da farsi accettare -anche se non amare- dalla grande maggioranza degli inglesi e camminare sulle braci del potere per 11 anni, sconfitta solo da una congiura interna della sua parte. Come ci riuscì? Dimostrando l'improduttività dell'atteggiamento di prudenza e di conciliante attesa che allora attanagliava la classe dirigente dei Tories davanti alle montanti agitazioni sociali di quegli anni '70-80. Dimostrando altresì una grinta decisionista che, alimentata da uno sfrenato liberismo in cui ciecamente credeva, la portò ad assumere provvedimenti tanto drastici quanto impopolari, ma dai più ritenuti necessari in quella congiuntura economica e sociale. Di tutto questo il film evidenzia ben poco, incentrato com'è sulla lotta tra le sue incrollabili idee e le resistenze dei suoi avversari, di parte avversa ma spesso anche della sua parte politica. L'obiettivo della regista Phillida Lloyd è anche quello di rappresentare la difficoltà di detenere il potere senza che questo degeneri in un puro autoritarismo esclusivo ed avulso dagli apparati di sostegno. Quando tale svoltà si concretizzò, fu la fine di un'avventura, e l'inizio di un mito che qua e là ancora serpeggia negli ambienti conservatori, inglesi e non solo. Pertanto appaiono ingiustificate -perchè agganciate ad un'interpretazione politica che non c'è- le contestazioni in patria venute da una parte e dall'altra, che hanno visto nel film un taglio troppo edulcorativo o al contrario "una fantasia di sinistra ed un insulto alla sua immagine", anche se sono comprensibili le rimostranze dei tanti minatori o operai licenziati in tronco nei terribili anni ottanta. Il film, in un'ottica conforme alle tesi degli autori, deve considerarsi riuscito; mentre palesa alcuni limiti, come lo stare troppo addosso alla protagonista trascurando tutto ciò che vi orbita intorno (l'analogia con J.Edgar è inevitabile), e l'indugiare in qualche caso fino alla noia sugli aspetti privati (e talvolta onestamente impietosi). Inutile sottolineare la splendida prova della Streep (e dei truccatori).
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leonardo malaguti
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mercoledì 11 gennaio 2012
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meryl, margaret e tutto il resto
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Margaret Tatcher, ormai anziana e sola, preda della demenza senile, fa i conti col passato ripercorrendo la sua carriera dagli albori, ad essere la prima donna al 10 di Downing Street al declino.
Più di un semplice biopic, meno di un dramma, ‘The Iron Lady’ di Phyllida Lloyd è il tentativo di raccontare una donna che fu cruciale nella storia inglese ( e mondiale) del secondo Novecento attraverso il suo privato di cui possiamo solo ipotizzare la veridicità , riuscendoci solo a metà. Provando ad approfondire la parte più intima della Tatcher per darne un ritratto meno convenzionale, viene messa troppo in disparte la parte pubblica, l’importanza capitale che, nel bene e nel male, questa donna ha avuto a livello internazionale e la sua influenza sulle politiche che hanno seguito la sua, calcando eccessivamente sulla demenza senile della donna e mantenendo un tono indeciso tra la critica e la neutralità.
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Margaret Tatcher, ormai anziana e sola, preda della demenza senile, fa i conti col passato ripercorrendo la sua carriera dagli albori, ad essere la prima donna al 10 di Downing Street al declino.
Più di un semplice biopic, meno di un dramma, ‘The Iron Lady’ di Phyllida Lloyd è il tentativo di raccontare una donna che fu cruciale nella storia inglese ( e mondiale) del secondo Novecento attraverso il suo privato di cui possiamo solo ipotizzare la veridicità , riuscendoci solo a metà. Provando ad approfondire la parte più intima della Tatcher per darne un ritratto meno convenzionale, viene messa troppo in disparte la parte pubblica, l’importanza capitale che, nel bene e nel male, questa donna ha avuto a livello internazionale e la sua influenza sulle politiche che hanno seguito la sua, calcando eccessivamente sulla demenza senile della donna e mantenendo un tono indeciso tra la critica e la neutralità. Per quanto la regia sia buona e a volte capace di invenzioni interessanti, spesso si avverte una certa confusione nell’insieme, la mancanza di basi veramente solide; per quanto la Lloyd abbia fatto certamente del suo meglio questo film avrebbe necessitato di un respiro più imponente, sicuro, di una regia capace di sostenere il carisma del personaggio.
Ma tutto ciò salta agli occhi solamente dopo una buona riflessione una volta usciti dalla sala, durante il film è impossibile concentrarsi troppo su queste incongruenze perché tutta l’attenzione è catalizzata dalla performance straordinaria di Meryl Streep. Impossibile giudicare se questa possa essere l’interpretazione che corona la sua carriera data la mole di film dove la Streep eccelle, ma sicuramente resta un’interpretazione magnifica che lascia senza fiato per intensità e meticolosità nell’aderire al personaggio: la voce, i gesti, gli sguardi, sono studiati nel minimo dettaglio e non falliscono un’inquadratura. Quella che vediamo in scena è Margaret Tatcher, non un’attrice che la impersona. Si piange, si ride, si provano rabbia e pietà completamente rapiti da una performance magistrale. Possiamo dire che in Meryl Streep il film riesce e fallisce: per tutto il tempo si ha l’impressione che l’insieme sia troppo piccolo per una bravura tanto grande.
In generale, comunque, dal punto di vista della recitazione il film è completamente riuscito, con un cast di prim’ordine guidato da un grande Jim Broadbent e anche, a sorpresa, da Alexandra Roach che nell’interpretare la Tatcher da giovane non si lascia intimorire dal ruolo dando una performance carismatica, credibile e perfettamente in linea con quella della Streep, lasciando il segno.
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luciacinefila
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venerdì 24 febbraio 2012
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"cura le tue parole che diventeranno le tue azioni
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Indiscutibilmente una delle migliori interpretazioni di Meryl Streep.Il film è sin dai primi fotogrammi avvolto da una profonda tristezza che aleggerà durante tutto il lungometraggio...Anche una grande donna una donna di ferro purtroppo deve fare i conti con la vecchiaia e con le malattie ad essa conseguenti.In alcuni tratti la sceneggiatura è davvero straziante e al tempo stesso di una tenerezza indicibile in particolar modo nella scena che vede la protagonista e il marito(ormai defunto) danzare sulle note del film io ed il re in un alternarsi di flaschback ripresi dalla gioventù della Donna di ferro.Una biografia che trae ispirazione dal trascorrere degli ultimi anni di vita del Primo Ministro e che invirtù di tale escamotage diviene maggiomente interessante.
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Indiscutibilmente una delle migliori interpretazioni di Meryl Streep.Il film è sin dai primi fotogrammi avvolto da una profonda tristezza che aleggerà durante tutto il lungometraggio...Anche una grande donna una donna di ferro purtroppo deve fare i conti con la vecchiaia e con le malattie ad essa conseguenti.In alcuni tratti la sceneggiatura è davvero straziante e al tempo stesso di una tenerezza indicibile in particolar modo nella scena che vede la protagonista e il marito(ormai defunto) danzare sulle note del film io ed il re in un alternarsi di flaschback ripresi dalla gioventù della Donna di ferro.Una biografia che trae ispirazione dal trascorrere degli ultimi anni di vita del Primo Ministro e che invirtù di tale escamotage diviene maggiomente interessante.Uno spaccato di storia visto con gli occhi di una signora in là con l'età che ha diretto le sorti di un paese con piglio da sovrano indiscusso ma che rimane pur sempre una madre ed una moglie devota.Trovo quantomai originale e profondo questo alternarsi di sfaccetttature nella rappresentazione di uno dei personaggi più discussi e più ammirati degli ultimi tempi.Lo consiglio vivamente e mi auguro che venga attribuito giusto premio alla protagonista per la sua ineguagliabile interpretazione.Da vedere ASSOLUTAMENTE.
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annu83
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domenica 19 febbraio 2012
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meno male che c'è meryl streep...
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Meno male che c'è Meryl Streep...
La storia e il giudizio di questo film tanto atteso devono passare imprescindibilmente da questa, tanto vera quanto amara, premessa.
Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, è un personaggio conosciuto. Primo Ministro inglese per ben 3 mandati, divise l'opinione pubblica con le sue scelte, il suo carisma, la sua visione a volte monocromatica della vita reale e di quella politica, scegliendo sempre la via più diretta in tutte le questioni che affrontava, nel bene e nel male.
Al contrario, la pellicola comincia con il dilemma di una scelta personale mai presa: decidersi una volta per tutte a gettare gli abiti appartenuti al defunto marito Denis, suo compagno di vita per più di mezzo secolo.
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Meno male che c'è Meryl Streep...
La storia e il giudizio di questo film tanto atteso devono passare imprescindibilmente da questa, tanto vera quanto amara, premessa.
Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, è un personaggio conosciuto. Primo Ministro inglese per ben 3 mandati, divise l'opinione pubblica con le sue scelte, il suo carisma, la sua visione a volte monocromatica della vita reale e di quella politica, scegliendo sempre la via più diretta in tutte le questioni che affrontava, nel bene e nel male.
Al contrario, la pellicola comincia con il dilemma di una scelta personale mai presa: decidersi una volta per tutte a gettare gli abiti appartenuti al defunto marito Denis, suo compagno di vita per più di mezzo secolo.
Da qua comincia un delicato e intimo ritratto di Margaret, ormai vecchia e preda della solitudine, dei ricordi, della solitudine dei ricordi, dell'Alzheimer e di una senilità sempre più ingombrante e ricca di angoscia. Un'angoscia magnificamente rappresentata da un'attrice a sua volta magnifica, capace di dire con lo sguardo ben più di quello che altre colleghe riuscirebbero a fare parlando per decine di minuti.
Tratteggiato molto bene questo aspetto, si passa a un vorticoso susseguirsi di flashback, che porteranno a ripercorrere la gioventù di M, dalla laurea ad Oxford passando per i primi interessi politici, il matrimonio, il primo incarico come Ministro dell'Istruzione e la definitiva consacrazione come Primo Ministro. Sullo sfondo una vita matrimoniale color pastello, al limite della superficialità, frenata da un'ambizione smodata; un rapporto coi figli spesso difficile e discutibile in contrapposizione a una smisurata e irrefrenabile voglia di far carriera. Un lungo lamento sull'inconciliabilità tra determinazione e mediazione, fino quasi a far sentire blasfema, grazie anche alla mimica facciale della protagonista, la parola "compromesso".
Il film, in effetti, è tutto qua, semplice e lineare. Si potrebbe dire banale. Quello che sbalordisce è la differenza di emozioni che una stessa attrice è in grado di regalare interpretando due età differenti di una stesso personaggio. Da questo scontro tra forza (carriera politica) e debolezza (la frustrante vecchiaia di una donna che fu in grado di comandare un paese come la Gran Bretagna) ne esce una Streep stupenda nella seconda parte, e ridimensionata nella prima. Ed è un bene, perché le emozioni sono preferibili alla fredda narrazione. Le scene finali, dove viene finalmente rappresentata una "cognizione di demenza", sono le migliori di un film che parte e continua su un binario troppo retto e talvolta monocorde, reso migliore soltanto da buone interpretazioni degli attori che circondano la protagonista.
Una Streep, dicevano, ridimensionata da un personaggio fin troppo povero di sfumature, con contorni troppo netti e comportamenti fin scontati. Non può, questa interpretazione, non richiamare alla mente Miranda Priestly. Due personaggi simili, carismatici e accentratori, ma con una differenza fondamentale a livello interpretativo: Miranda era un personaggio di fantasia, e come tale permetteva una flessibilità maggiore sotto questo punto di vista. E questo rese quell'interpretazione, a mio parere, epica.
Ciò che non sarà mai questa, ma almeno.... meno male che c'è Meryl Streep che ha salvato un film un po' banale.
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big85
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giovedì 16 febbraio 2012
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non un film per tutti
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La trama è facile, per chi conosce la storia, la vita di Margaret Tatcher. Per chi non è arrivato a questo capitolo di storia al liceo il film racconta in maniera suggestiva e con ritmo serrato un periodo caldo per la Gran Bretagna con un occhio alla vita privata del suo primo ministro inglese: povertà,scioperi, scontri tra disoccupati e forze dell'ordine, terrorismo, guerra, crisi economica. Tutto ciò dimostra che la storia non cambia, anzi si ripete.
Attraverso flashback causati dalla senilità della ormai 80enne Iron Lady entriamo ed usciamo dal presente e vediamo le conseguenze di una vita così particolare ed estrema fatta di lotte per emergere e per farsi rispettare in una società maschilista.
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La trama è facile, per chi conosce la storia, la vita di Margaret Tatcher. Per chi non è arrivato a questo capitolo di storia al liceo il film racconta in maniera suggestiva e con ritmo serrato un periodo caldo per la Gran Bretagna con un occhio alla vita privata del suo primo ministro inglese: povertà,scioperi, scontri tra disoccupati e forze dell'ordine, terrorismo, guerra, crisi economica. Tutto ciò dimostra che la storia non cambia, anzi si ripete.
Attraverso flashback causati dalla senilità della ormai 80enne Iron Lady entriamo ed usciamo dal presente e vediamo le conseguenze di una vita così particolare ed estrema fatta di lotte per emergere e per farsi rispettare in una società maschilista.
Il tema della umile protagonista che grazie alla sua determinazine e perseveranza raggiunge le vette più alte della sua professione che la porterà ad allontanarsi dai suoi cari e affetti è una trama già vista mille volte. Questo è il suo punto più debole.
Dal punto di vista visivo, con montaggi e footage originali, è molto emozionante; la cura prestata al suono è massima ed efficacissima nel suo intento di ricordarci che siamo dentro un flashback e non dentro un documentario sulla Tatcher. Questi gli unici punti forti.
Quindi per chi è un addetto ai lavori il film lo troverà interessante, ma per gli altri si tratterrà di fare uno sforzo in più. Meryl Streep è sempre bravissima e lascia perfettamente trasparire la mentalità e la personalità della prima Prrimo Ministro donna della Gran Bretagna.
Ripeto, non un film per tutti.
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gianleo67
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mercoledì 9 maggio 2012
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ritratto sfocato di vecchia signora
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Brillante e ambiziosa figlia di un bottegaio politicante di Grantham riesce in una luminosa carriera che la porterà a divenire l'unico Primo ministro donna che il Regno Unito abbia mai avuto. Dalla giovinezza ad una decadente senilità. Biopic che alterna necessariamentela la dimensione pubblica e quella privata della più celebre statista britannica. Lo fa in verità in modo furbetto e disorganico, non riuscendo a miscelare in modo equilibrato gli ingredienti di una pietanza comunque difficile da digerire. L'aspetto della vita pubblica non viene adeguatamente circoscritto alla realtà socio-economica di un paese (l'Inghilterra degli anni '80) che affrontava i grandi cambiamenti e le difficili sfide di un'epoca improntata al liberismo selvaggio e ad una affermazione internazionale con forti tentazioni nazionalistiche.
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Brillante e ambiziosa figlia di un bottegaio politicante di Grantham riesce in una luminosa carriera che la porterà a divenire l'unico Primo ministro donna che il Regno Unito abbia mai avuto. Dalla giovinezza ad una decadente senilità. Biopic che alterna necessariamentela la dimensione pubblica e quella privata della più celebre statista britannica. Lo fa in verità in modo furbetto e disorganico, non riuscendo a miscelare in modo equilibrato gli ingredienti di una pietanza comunque difficile da digerire. L'aspetto della vita pubblica non viene adeguatamente circoscritto alla realtà socio-economica di un paese (l'Inghilterra degli anni '80) che affrontava i grandi cambiamenti e le difficili sfide di un'epoca improntata al liberismo selvaggio e ad una affermazione internazionale con forti tentazioni nazionalistiche. Passaggi fondamentali come la crisi occupazionale e industriale, il terrorismo interno e le tensioni internazionali sono rappreserntati con un distacco documentaristico da viodeoclip che rende la materia astratta e frammentata, ovvero calata in una visione soggettiva che sembra sminuirli in un formalismo da ordinaria amministrazione (dello Stato).L'aspetto della vita privata invece appare sfocato e poco coinvolgente seppur nella lodevole intenzione di descriverne gli aspetti cogliendo una personalità complessa e minata dal progredire inesorabile della malattia senile. L'interpretazione della Streep è volutamente e adeguatamente misurata e sottotono e questo attenua la naturale tendenza all'agiografia.Che il pubblico possa premiare operazioni del genere (vedi 'The King's speech') è il frutto dell'indefesso ottimismo di un sistema produttivo e promozionale miope e a corto di idee. Nel complesso un'opera scialba che lascia freddi e distaccati, a riconferma che il grande cinema non si nutre necessariamente di grandi storie.
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[+] manca il nocciolo
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misesjunior
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mercoledì 25 luglio 2012
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da vedere, però...
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Margaret Tatcher, tra altre cose, ha salvato l'economia inglese da sprofondare nell'abisso cui decadi di riforme fatte dai governi laburisti l'avevano portata. Tre volte eletta, ha fatto una rivoluzione e salvato il paese.
Margaret Tatcher non partiva da idee "conservatrici" (il Partito Conservatore inglese era succube dell'ideologia della sinistra e non era più né carne né ciccia). L’appellativo di “conservatrice” per la Tatcher è quindi fuorviante e si limita a applicare (furbescamente da parte delle sinistre stataliste) il nome del suo partito a un pensiero che conservatore non era. Il film è al di sotto del compito proprio per non avere chiarito questo.
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Margaret Tatcher, tra altre cose, ha salvato l'economia inglese da sprofondare nell'abisso cui decadi di riforme fatte dai governi laburisti l'avevano portata. Tre volte eletta, ha fatto una rivoluzione e salvato il paese.
Margaret Tatcher non partiva da idee "conservatrici" (il Partito Conservatore inglese era succube dell'ideologia della sinistra e non era più né carne né ciccia). L’appellativo di “conservatrice” per la Tatcher è quindi fuorviante e si limita a applicare (furbescamente da parte delle sinistre stataliste) il nome del suo partito a un pensiero che conservatore non era. Il film è al di sotto del compito proprio per non avere chiarito questo.
Basta pensare al trascurato rapporto formativo tra la Tatcher e Friedrich von Hayek. Basta leggere "Perché non sono un conservatore", di Hayek, per capirlo. Mi auguro che un giorno si faccia un film su di lei che rispecchi veramente la sua complessità di pensiero e la sua implacabile difesa dei principi di libertà.
Ha fatto bene a contrastare i dittatori argentini che invasero le Malvinas: ciò determinò la loro caduta e il ritorno di un tentativo di democrazia in Argentina.
Il film è cmq tecnicamente discreto e con momenti apprezzabili, anche per chi non idolatra particolarmente la Streep.
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cintar
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venerdì 17 febbraio 2012
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la "lavatazze" margaret thatcher
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Una regista, una (comunque) strepitosa Meryl Streep e la bioagrafia di una donna (comunque) straordinaria.
Metti tutto insieme e cosa vien fuori? un film che inizia con lei che copre il burro (sotto i bombardamenti!!) e finisce con lei che lava tazze... in mezzo è "solo" la prima donna primo Ministro in Occidente (oltre che in UK).
Odioso poi il personaggio del fantasma del marito, "Ghost" in salsa nobiliare inglese...
Peccato davvero peccato!!
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