The Iron Lady |
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Un film di Phyllida Lloyd.
Con Meryl Streep, Jim Broadbent, Olivia Colman, Roger Allam, Susan Brown (II).
continua»
Biografico,
durata 105 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 27 gennaio 2012.
MYMONETRO
The Iron Lady
valutazione media:
2,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Thatcher a metà
di Roberto Escobar L'Espresso
C 'è più d’un modo di guardare "The Iron lady” (Gran Bretagna e Francia, 2011, 105’). lI primo, e il più gratificante, è lasciarsi andare alla bravura di Meryl Streep. La sua Margaret Thatcher non è solo la signora di ferro" che ha governato la gran Bretagna per una dozzina d’anni, dal l979 al 1990. È anche una donna fragile, almeno nelle relazioni private. Ormai lontana dal numero 10 di Downing Street, rivive il passato attraverso un’angoscia segnata da vuoti di memoria. I suoi interlocutori ora non sono i potenti della Terra, ma gli uomini e le donne che la accudiscono e la proteggono, anche da lei stessa. E poi ci sono al suo fianco due fantasmi. Il primo, allucinatorio. è quello di Denis (Jim Broadhent), il marito morto. L’altro, ben più lontano nel ricordo, è quello del padre, Alfred Roberts (Iain Glen). Piccolo borghese e ferocemente conservatore, Alfred le ha trasmesso, anzi le ha imposto una durezza psicologica e una cocciutaggine ideologica che l’hanno portata al successo politico, ma che ora - ormai vecchia - la condannano a un doloroso senso di colpa nei confronti del marito e dei figli. Di tutto questo, appunto, la Streep ci dà conto sul suo viso e nel suo corpo stanco.
Ma il film può anche esser visto come un tentativo di leggere le scelte politiche della Thatcher alla luce della sua storia di vita. E qui la narrazione di ‘The Iron Lady” si ferma alle intenzioni, buone o cattive che siano. Non basta sapere che il padre prerendesse da lei un successo che egli stesso non aveva avuto, ne che la impegnasse a dimostraglielo sia negli studì sia in politica («Non mi deludere», le dice quando è ammessa all’università di Oxford. Per dare senso biografico alla sua durezza distruttiva nei confronti dello Stato sociale britannico sarebbe occorsa una sottigliezza di scrittura che la sceneggiarrice Aby Morgan non ha, e che la regia di Phyllida Lloyd non riesce a compensare.
E infine all’una e all’altra, alla Morgan e alla Lloyd, si potrebbe chiedere un giudizio, non importa se positivo o negativo, sulla statista Thatcher, sul suo liberismo senza regole e senza solidarietà, sul suo attacco ai sindacati, sulla sua politica interna e sulla sua politica estera, dal boicottaggio dell'Unione europea alla guerra nelle Falklands/Malvinas. Ma su questo giudizio “The lron Lady” si astiene. E a noi non resta che riandare con la memoria a quello esplicito, generoso e talvolta geniale del cinema di Ken Loach: di parte, certo, ma forse non della parte sbagliata.
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