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A proposito di Bobby Fischer, il miglior scacchista di sempre

Parla Francesco Gervasio dell'Accademia degli Scacchi.
di Nicoletta Dose

In foto lo scacchista Bobby Fischer.
Bobby Fischer 9 marzo 1943, Chicago (Illinois - USA) - 17 Gennaio 2008, Reykjavik (Islanda). Interpreta Se stesso nel film di Liz Garbus Bobby Fischer Against the World.

venerdì 20 gennaio 2012 - Incontri

La Morte, il computer, il mondo intero. Il cinema, sul piccolo tavolo degli scacchi, ha disputato grandi partite memorabili. L'uomo da una parte, la Morte dall'altra ne Il settimo sigillo (1956), la mente umana da un lato e quella meccanica del supercomputer dalla parte opposta in 2001: Odissea nello spazio (1968). Bergman e Kubrick sapevano bene che, tra le mosse di due scacchisti, entrano in gioco, non solo razionali e ponderate tattiche di gioco, ma anche l'impegno a dimostrare il proprio valore, un riscatto umano e sociale che passa attraverso torri e regine. Il grande match, reale e sofferto del 1972, tra Bobby Fischer e Boris Spasskij, sarà al centro del film Bobby Fischer Against the World di Liz Garbus, che uscirà, a partire dal 23 gennaio, sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! In palio la vittoria sul mondo intero. L'uscita del documentario crea l'occasione per scoprire qualcosa di più sul mondo degli scacchi: il presidente dell'Accademia degli Scacchi di Milano Francesco Gervasio risponde così ad alcune domande sul personaggio di Bobby Fischer e su quanto la sua figura sia ancora tenuta in considerazione tra i giovani che si avvicinano al mondo degli scacchi.

Qual è stato il suo personale percorso nel mondo degli scacchi? Com'è arrivato alla carica di presidenza di un luogo prestigioso come l’Accademia degli Scacchi di Milano?
Chiunque può fondare un circolo, davvero. Sono maturato con la passione per gli scacchi, ci sono cresciuto insieme e così, da adulto, quando mi sono accorto che mancava una certa organizzazione in questo mondo, ho pensato, insieme ad altri soci ovviamente, di dare vita all'Accademia.

A proposito della figura di Bobby Fischer, genio degli scacchi, così rigoroso durante i match, quanto sregolato nella vita privata... Come viene percepita la sua figura mitica tra gli scacchisti italiani?
Bobby Fischer è stato un mito. Ma solo le persone di una certa età se lo ricordano bene. I giovani lo conoscono ma non hanno potuto vivere quel momento memorabile del 1972, quando disputò il match con Boris Spasskij. Per cui lo adorano come scacchista ma non conoscono il suo lato umano, le sue stranezze, le originali richieste che aveva durante i campionati. C'è da dire anche che, tra quelli di una generazione più adulta, il nome di Spasskij si fa fatica a ricordare, mentre quello di Fischer non si dimentica così facilmente...

Quando Bobby Fischer divenne campione mondiale nel 1972, battendo il rivale Boris Spasskij, fu la prima volta che un americano sconfisse un russo sul 'tavolo degli scacchi'. Pensa che quella battaglia fu una sorta di metafora politica della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica?
Sì, quel match fu una metafora della guerra fredda. Ma sul tavolo degli scacchi si combatteva solo per far emergere una filosofia. La cosa paradossale era che Fischer si era formato sulla scuola sovietica, parlava il russo perché la madre aveva vissuto in Russia durante la prima guerra mondiale. Ma in quel match la gente comune ci vide, senza dubbio, anche uno scontro politico.

In Italia abbiamo avuto grandi protagonisti esemplari, sia in passato che negli ultimi anni, come Michele Godena o il giovanissimo Fabiano Caruana. Secondo lei quali sono i modelli da tenere in considerazione per i più giovani che si accostano a questa passione?
Godena è stato per diversi anni il numero uno ma ora appartiene alla squadra olimpica più vecchia. I nomi di riferimento oggi sono quelli di Daniele Vocaturo e Sabino Brunello, entrambi giovanissimi.

La vittoria di Fabiano Caruana del campionato italiano del 2007, quando allora aveva appena 14 anni, ha risvegliato l'interesse dei giovani per il mondo degli scacchi?
Caruana è geniale. Ed è un personaggio fuori dal comune ma la sua passione per gli scacchi ha riavvicinato i giovani a questo mondo che spesso è visto come un circolo chiuso in se stesso.

Gli scacchi sono fondamentalmente un gioco ma quand'è che diventa una vera e propria passione? E poi una forma di agonismo? Quante ore al giorno si dedicano allo studio di tattiche e strategie?
A certi livelli si applicando diverse ore al giorno. È necessario giocare a scacchi continuamente, se vuoi migliorarti e diventare un campione. Vale la regola dell'allenamento, come in qualsiasi altro sport. Ovviamente poi, da un approccio iniziale in cui il gioco degli scacchi ha un'importanza anche come momento socializzante, soprattutto nel caso delle 'partite amichevoli', può diventare qualcosa di molto serio, dove lo studio di tattiche e strategie è indispensabile.

Generalmente, nell'immaginario collettivo di chi non conosce bene il mondo degli scacchi, lo scacchista professionista appare come un tipo solitario che vive isolato, intento a studiare le tattiche di gioco per il prossimo match. Nella sua esperienza di presidente dell'Accademia di Scacchi, che tipo di personaggi ha incontrato? È così predominante la presenza di geni solitari o è solamente uno stereotipo diffuso tra i non adepti?
In parte è vero, in parte è esagerato. Molti dei nostri più assidui scacchisti sono persone normali, che hanno una propria famiglia, un mestiere e conducono una vita ricca, fatta di tanti interessi. L'ossessione per gli scacchi è caratteristica predominante solo in coloro che dedicano al circolo molte ore al giorno. Ma questo vale per qualsiasi sport o altra passione. Nel momento in cui fai parte di un circolo, hai poi sicuramente l'interesse a partecipare attivamente. Ma questo non vuol dire isolarsi forzatamente dalla vita sociale. I casi come quello di Bobby Fischer sono, tutto sommato, casi rari.

Selezionato da Mario Sesti per l’ultima edizione del Festival del Film di Roma, Bobby Fischer Against the World di Liz Garbus, in collaborazione con Feltrinelli Real Cinema, sarà il primo film in programma su MYMOVIESLIVE!, tutte le sere alle 21.30 da lunedì 23 gennaio a domenica 5 febbraio.

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