Blackthorn

Film 2011 | Western 102 min.

Regia di Mateo Gil. Un film con Sam Shepard, Pádraic Delaney, Daniel Aguirre, Luis Bredow, Nikolaj Coster-Waldau. Cast completo Genere Western - Spagna, USA, Bolivia, Francia, 2011, durata 102 minuti. - MYmonetro 2,46 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 4 febbraio 2014

Butch Cassidy è riuscito a sopravvivere alle centinaia di proiettili che gli sono stati sparati contro e decide di tentare un'ultima rapina. Al Box Office Usa Blackthorn ha incassato 190 mila dollari .

Consigliato nì!
2,46/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 2,92
CONSIGLIATO NÌ
Lo sceneggiatore di Amenábar timidamente alle prese con il western e il mito intramontabile di Butch Cassidy.
Recensione di Emanuele Sacchi
Recensione di Emanuele Sacchi

Butch Cassidy non è morto come tutti credevano. Vive isolato in Bolivia - sotto il nome di James Blackthorn - con la compagna Yana, ma sta preparando il suo ritorno negli Stati Uniti, dove lo attende un figlio che non ha mai conosciuto. Sulla sua strada incontra Eduardo, uno spagnolo in fuga: un po' per necessità, un po' perché attirato dal denaro che Eduardo dice di aver nascosto in una miniera, Blackthorn decide di seguirlo.
Difficile comprendere se il motore dell'insolito secondo film da regista dello sceneggiatore abituale di Alejandro Amenábar (Mare dentro, Agora) sia costituito dall'icona Butch Cassidy, oppure se questi non rappresenti che il pretesto per girare in Bolivia e valorizzarne lo scenario naturale come mai prima d'ora. Il contrasto di deserto caldo e gelo dell'altitudine rende infatti la terra boliviana un set cinematografico ideale, che Mateo Gil sfrutta appieno: l'orizzonte remoto e sterminato permette di intravedere ombre minacciose e giocare sul senso della vista, agevolato dai contrasti climatici. Inseguendo Ford, naturalmente, nonché il capolavoro di George Roy Hill, Butch Cassidy, a cui Gil guarda con deferenza mista a venerazione. Sam Shepard, in un'interpretazione che sa di Kris Kristofferson (pregevole l'esecuzione di Wayfaring Stranger), si confronta con l'ingombrante modello mantenendo un profilo basso, lavorando sul non detto per trasmettere la sensazione di un uomo il cui passato vale vite intere di anonime persone qualunque. Il rispetto per la materia e la conseguente timidezza autoriale, uniti ai limiti di una produzione inequivocabilmente "televisiva" (il film è uscito prima su iTunes che in sala cinematografica), minano alla base le ambizioni, seppur modeste, del film di Gil.
Troppo spazio all'intreccio e al tentativo di ricreare ambientazioni e situazioni che rendano credibile la mitopoiesi di Butch Cassidy, quando sarebbe occorso lavorare di più sulle atmosfere. Oggi che il western è genere morto e nostalgico per definizione, la forza necessaria per infondergli nuovamente vita appartiene agli Eastwood e agli Hill (o allo Harris del sottovalutato Appaloosa), a chi curi con la macchina da presa il particolare, anziché darlo per scontato. I flashback del giovane Cassidy, in compagnia di Sundance Kid e Etta Place, sono clamorosamente privi dell'aura mitica da cui dovrebbero essere avvolti: affidandosi a volti estratti da Game of Thrones e girando nella maniera più convenzionale, si smarrisce irreparabilmente il transfert, sprecando la tela che Shepard aveva faticosamente tessuto. La presenza di Butch Cassidy, icona cinematografica prima ancora che del western o della frontiera americana (quanto della sua fama è dovuto a Paul Newman e alla colonna sonora di Burt Bacharach?), finisce per diventare quasi un fardello; il fuorilegge con un cuore e un codice d'onore, che un fine intellettuale engagé come Sam Shepard non può fare a meno di rendere socialmente sensibile, come dimostra il sorprendente (ma non troppo) epilogo.
Butch deve uscire di scena nella maniera più degna: è quello che vuole il pubblico, ancor prima di Shepard e Mateo Gil, e l'opera dello spagnolo è una lunga anticamera che conduce all'inquadratura di Shepard/Cassidy/Blackthorn a cavallo. con la Bolivia del dolore alle spalle e l'America della speranza di fronte a sé. Ma il ricordo dell'altro frame finale, virato seppia, resta irrimediabilmente lontano.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 29 novembre 2020
figliounico

 E’ un western anomalo, lento, malinconico, introspettivo, girato tra gli altipiani andini boliviani, ultimo rifugio di Butch Cassidy, che nostalgicamente ricorda, nei flashback, i bei tempi della giovinezza, trascorsi avventurosamente tra rapine in banca e rocambolesche fughe dalla legge, in compagnia dell’amante e dell’amico fraterno, morti oramai entrambi, rispettivamente, [...] Vai alla recensione »

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