Anno | 2010 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Canada |
Durata | 57 minuti |
Regia di | Nadia Dalle Vedove, Lucia Stano |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 2 marzo 2012
CONSIGLIATO SÌ
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Joshua, Sara e Federico hanno due mamme: Elena e Giuliana. Una è medico, l'altra vigile, vivono a Milano e stanno insieme da 17 anni. Per sposarsi debbono andare,con i figli, negli Stati Uniti senza però rinunciare, al loro ritorno, a una festa con parenti e amici. Luca e Francesco, che convivono da 15 anni, desiderano avere un figlio. Hanno trovato sia una donatrice di ovuli che una donna disposta a gestire la gravidanza ma ripetuti tentativi falliscono fino a quando, finalmente, l'esito è positivo.
Nadia Dalle Vedove e Lucia Stano hanno seguito per tre anni i protagonisti di questo interessante documentario che tocca un tema considerato ancora scabroso dai più: quello del divenire genitori quando si è una coppia gay. Non è stato un lavoro produttivamente facile e si è reso possibile grazie al contributo attivo di 550 sostenitori.
Ne emerge un ritratto in parallelo che porta alla luce come il pregiudizio che colloca l'omosessualità nel girone sociale delle perversioni possa essere facilmente smontato. Le due coppie vivono una dinamica di relazione simile a quella di molti con una spiccata vocazione per la genitorialità che emerge con grande evidenza nei ripetuti tentativi che Luca e Francesco mettono in atto per cercare di avere un figlio. Risulta evidente come la legislazione in Italia sia ancora estremamente inerte in materia quasi che la problematica venisse cancellata semplicemente ignorandola. Ciò che però lascia perplessi è il ritratto che viene fatto delle due coppie. Mentre si fa comprendere come la società crei ostacoli al desiderio di genitorialità dei gay non si affronta la specificità della diversità della dinamica familiare specifica.
Proporre due mamme o due papà come 'uguali' a coppie etero è anche questo cercare di occultare delle dinamiche che non possono essere identiche. Elena e Giuliana, Luca e Francesco sono poi personalità così brillanti e culturalmente avanzate che viene da pensare che se vedessero delle coppie etero descritte come le loro (magari in un documentario americano che decantasse i 'valori' della famiglia tradizionale) non potrebbero trattenere un sorriso lievemente ironico.
Non è proponendo il ritratto di coppie ideali (mai uno screzio, grandissima comprensione reciproca, sentimento e sensualità vivi come il primo giorno), per di più seguite nel corso di alcuni anni, che si promuove una causa sociale così importante. Un po' più di realismo e un po' meno di agiografia sarebbero stati utili se non addirittura necessari.