cenox
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venerdì 8 luglio 2011
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buon remake
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Un remake di un buon western, in cui spicca nettamente il ruolo della 14enne Mattie, sulla cui vendetta ruota tutto il film. La determinatezza e la testardaggine della ragazzina saranno fondamentali per la cattura del bandito, reo di averle ucciso il padre. Ottima la sua interpretazione da parte della Steinfeld, che nel film si affiderà allo sceriffo, alcolizzato e violento, Cogburn (Bridges) e al ranger texano sulle tracce dello stesso criminale (Damon). I due, inizialmente restii a far partecipare la ragazza alla caccia all'uomo si dovranno arrendere alla sua cocciutaggine. Il finale poteva essere sviluppato in maniera più accurata ma il film si mantiene su buoni livelli.
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folignoli
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venerdì 1 luglio 2011
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i coehn ancora sottotono?
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la mia è una domanda: i Coehn ancora sottotono? Il film è bello, piacevole, ritmato.... ma è fiacco, dal punto di vista della storia. Qual'è il plot del film? Ad una bambina viene ucciso il padre e lei ingaggia un killer, per rintracciare gli assassini. Un film on the road per le distese deserte degli stupendi scenari paesaggistici: un inseguimento che vede da una parte la bambina ed il killer buono, dall'altra i cupi delinquenti, responsabili dell'uccisone del padre della bambina. Troppo poco per fare la differenza. Storia banale e fin troppe volte sentita: non c'è nulla di innovativo, non c'è profondità del messaggio. Non ci sono le stesse atmosfere che i Coehn erano riusciti a ricreare ne Non è un paese per vecchi.
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la mia è una domanda: i Coehn ancora sottotono? Il film è bello, piacevole, ritmato.... ma è fiacco, dal punto di vista della storia. Qual'è il plot del film? Ad una bambina viene ucciso il padre e lei ingaggia un killer, per rintracciare gli assassini. Un film on the road per le distese deserte degli stupendi scenari paesaggistici: un inseguimento che vede da una parte la bambina ed il killer buono, dall'altra i cupi delinquenti, responsabili dell'uccisone del padre della bambina. Troppo poco per fare la differenza. Storia banale e fin troppe volte sentita: non c'è nulla di innovativo, non c'è profondità del messaggio. Non ci sono le stesse atmosfere che i Coehn erano riusciti a ricreare ne Non è un paese per vecchi. Ma in quel film, le atmosfere erano state dipinte da Cormac McCarthy nel libro da cui è stato tratto il film.... in Il Grinta, i fratelli registi, peccano di superficialità e non sanno imprimere contenuti importanti al lavoro.
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dario
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mercoledì 29 giugno 2011
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fiacco
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I rifacimenti sono quasi sempre dei flop. Spiace per i bravi Coen. Qui si sono presi un a vacanza e hanno reso un omaggio al grande Hathaway, regista del precedente Grinta. La storia, si sa, è azzeccata, ma poi si perde in una specie di spaghetti-western che la deprime. Era così anche con John Wayne, ma là c'era più brio. Jeff Bridges non sfigura affatto, tuttavia è servito da una regia lenta e involuta, stranamente indecisa. Non è un film da Coen perchè è troppo lineare e scontato.
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ams80
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giovedì 16 giugno 2011
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wester anomalo e ben riuscito
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E' la storia di una ragazzina che vuole vendicarsi dell'assassino del padre ed ingaggia uno sceriffo/cacciatore di taglie non più giovane e spesso ubriaco soprannominato "Il Grinta" per i suoi modi duri.
Il film scorre via veloce e senza intoppi, i personaggi sono ben approfonditi come anche i dialoghi. Non si tratta infatti del classico western incentrato su chi spara più veloce ma si approfondisce soprattutto la storia, le vicissitudini ed i caratteri dei personaggi.
Jeff Bridges interpreta Il Grinta in maniera esemplare e si immedesima perfettamente nel personaggio (molto meglio di Matt Damon).
Il film è molto piacevole.
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E' la storia di una ragazzina che vuole vendicarsi dell'assassino del padre ed ingaggia uno sceriffo/cacciatore di taglie non più giovane e spesso ubriaco soprannominato "Il Grinta" per i suoi modi duri.
Il film scorre via veloce e senza intoppi, i personaggi sono ben approfonditi come anche i dialoghi. Non si tratta infatti del classico western incentrato su chi spara più veloce ma si approfondisce soprattutto la storia, le vicissitudini ed i caratteri dei personaggi.
Jeff Bridges interpreta Il Grinta in maniera esemplare e si immedesima perfettamente nel personaggio (molto meglio di Matt Damon).
Il film è molto piacevole. Bravi ancora una volta i Coen a tirar fuori un'altra bella pellicola.
Consigliato.
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dano25
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mercoledì 15 giugno 2011
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western d’altri tempi
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Mattie Ross è una ragazzina 14enne a cui Tom Chaney, un lavorante della famiglia, ammazza il padre. Spinta dalla vendetta, la piccola ingaggia quello che da tutti è considerato il miglio sceriffo in circolazione, “il grinta” Rooster Cogburn, vecchio e alcolizzato “guercio” tutto fatti e poco fumo.
Ai due si unisce il Texas Ranger LaBoeuf, da tempo sulle tracce di Chaney per l’assassinio di un giudice texano. Tra inevitabili incomprensioni e sperduti nella natura selvaggia dei territori indiani, i tre condividono le loro avventure e i loro difetti crfeando comunque un legame che però nessuno vuole ammettere.
Jeff Bridges è il Grinta, ottimo interprete di un personaggio che ricalca le orme di grandi del passato (John Wayne su tutti), Matt Damon è il fiero ranger Texano dal ciuffo ribelle e Johs Brolin è il cattivo di turno.
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Mattie Ross è una ragazzina 14enne a cui Tom Chaney, un lavorante della famiglia, ammazza il padre. Spinta dalla vendetta, la piccola ingaggia quello che da tutti è considerato il miglio sceriffo in circolazione, “il grinta” Rooster Cogburn, vecchio e alcolizzato “guercio” tutto fatti e poco fumo.
Ai due si unisce il Texas Ranger LaBoeuf, da tempo sulle tracce di Chaney per l’assassinio di un giudice texano. Tra inevitabili incomprensioni e sperduti nella natura selvaggia dei territori indiani, i tre condividono le loro avventure e i loro difetti crfeando comunque un legame che però nessuno vuole ammettere.
Jeff Bridges è il Grinta, ottimo interprete di un personaggio che ricalca le orme di grandi del passato (John Wayne su tutti), Matt Damon è il fiero ranger Texano dal ciuffo ribelle e Johs Brolin è il cattivo di turno. Ottima Hailee Steinfeld capace di una interpretazione sopra le righe nonostante la tenera età (13 anni); Sicuramen te ne sentiremo parlare.
I fratelli Coen dirigono con la solita maestria un ottimo film western moderno che conserva tutti gli stereotipi dei grandi classici; un omaggio ben riuscito ad un genere cinematografico ormai difficile da realizzare in maniera così eccellente.
Nominato a 10 premi Oscar fra cui miglior film,regia,attore, attrice non prot, il film non ottiene premi forse perche il genere non è alla portata di tutti e comunque la concorrenza era molto alta.
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francesco2
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martedì 24 maggio 2011
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non sono i migliori coen
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Ci posso fare nulla se questo film non mi ha appassionato come altro cinema dei Coen? I quali, in un remake di un originale che sconosco, (ri) propongono soluzioni che un tempo sarebbero parse innovative e trasgressive, ma che oggi sanno di
ammuffito se non addirittura di politicamente corretto: parlo della ragazzina che affronta gli adulti, che ne sa più di loro.
Qualcuno ha detto che il western è un parziale o totale pretesto per affrontare il mondo dei Coen, o la realtà in generale tramite la loro sensibilità ed i loro temi. Certo che questo, secondo me, avveniva molto di più con "Fargo", giallo o antigiallo al contempo, per non parlare dell "Uomo che non c'era".
Qui i personaggi appaiono stilizzati quando vorrebbero tra(sgre) dire i canoni (Ho già detto della ragazzina, ma anche il personaggio di Bridges appare il classico duro dal cuore tenero).
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Ci posso fare nulla se questo film non mi ha appassionato come altro cinema dei Coen? I quali, in un remake di un originale che sconosco, (ri) propongono soluzioni che un tempo sarebbero parse innovative e trasgressive, ma che oggi sanno di
ammuffito se non addirittura di politicamente corretto: parlo della ragazzina che affronta gli adulti, che ne sa più di loro.
Qualcuno ha detto che il western è un parziale o totale pretesto per affrontare il mondo dei Coen, o la realtà in generale tramite la loro sensibilità ed i loro temi. Certo che questo, secondo me, avveniva molto di più con "Fargo", giallo o antigiallo al contempo, per non parlare dell "Uomo che non c'era".
Qui i personaggi appaiono stilizzati quando vorrebbero tra(sgre) dire i canoni (Ho già detto della ragazzina, ma anche il personaggio di Bridges appare il classico duro dal cuore tenero). Nella non eccelsa magia del film, qualcuno ha notato argomentazioni come la contrapposizione tra morale giuridica e morale autentica( Lo so che non è detto proprio così), altri hanno visto (A ragione?) come una metafora il gruppo di serpenti che alla fine aggredisce la ragazzina. Sarà anche così, ma io avrei preferito un film algido ed essenziale come l'ultima scena, dove l'ormai donna torna a casa dopo avere mancato, per poco, l'incontro con un uomo, che, anni prima, l'aveva accompagnata in un'esperienza tanto formativa.
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pensionoman
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domenica 24 aprile 2011
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un post it...
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ah dimenticavo... uno splendido Jeff Bridges.... veramente bello...
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pensionoman
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domenica 24 aprile 2011
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la "mano" dei coen e l'intima essenza del western
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qualcuno ha ritenuto che il film non sia un vero e proprio "western" per l'assenza dei topoi classici del genere, mentre in realtà si è in presenza di un'opera che rappresenta l'essenza più vera e intima del filone, che viene rivisitato in chiave moderna attraverso la lente intimista dei fratelli coen. infatti, la parte più vera e più profonda del film, la sua ossatura portante, è rappresentata dall'inseguimento nelle lande desolate e selvagge di un criminale assassino scampato alla forca. è questa un'icona per così dire classica del film western, che però, e questa è la novità, viene vista attraverso gli occhi non tanto dello sceriffo ubriacone (s'era già visto nel mitico "Un dollaro d'onore" che forse lo rievoca) ma di una ragazzina che con la forza di un dialogo socratico e una ferrea determinazione (splendida la scena dell'attraversamento del fiume senza il traghetto) fa emergere la vera indole dei due "eroi" della pellicola (lo sceriffo e il ranger) che da personaggi apparentemente cinici e sgradevoli si rivelano per quello che sono, ovverosia uomini eccezionali che fondano il rispetto di sè e degli altri sul valore, coraggio e determinazione.
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qualcuno ha ritenuto che il film non sia un vero e proprio "western" per l'assenza dei topoi classici del genere, mentre in realtà si è in presenza di un'opera che rappresenta l'essenza più vera e intima del filone, che viene rivisitato in chiave moderna attraverso la lente intimista dei fratelli coen. infatti, la parte più vera e più profonda del film, la sua ossatura portante, è rappresentata dall'inseguimento nelle lande desolate e selvagge di un criminale assassino scampato alla forca. è questa un'icona per così dire classica del film western, che però, e questa è la novità, viene vista attraverso gli occhi non tanto dello sceriffo ubriacone (s'era già visto nel mitico "Un dollaro d'onore" che forse lo rievoca) ma di una ragazzina che con la forza di un dialogo socratico e una ferrea determinazione (splendida la scena dell'attraversamento del fiume senza il traghetto) fa emergere la vera indole dei due "eroi" della pellicola (lo sceriffo e il ranger) che da personaggi apparentemente cinici e sgradevoli si rivelano per quello che sono, ovverosia uomini eccezionali che fondano il rispetto di sè e degli altri sul valore, coraggio e determinazione. e sarà questo a convincerli del valore della ragazza apprezzandola come loro pari e sviluppando un legame quasi familiare che poi durerà tutta la vita (commento esemplare del film, il ranger rivolto alla ragazzina "ti sei guadagnata gli speroni, questo ormai è chiaro"). un'opera basata molto sui dialoghi e sul rapporto personale tra lo sceriffo, il ranger e la ragazzina, che sviscerano i personaggi e pongono l'accento sull'intima essenza degli uomini e donne di un mondo ostile e brutale e sui valori e forza di volontà che fanno prevalere su avversità apparentemente insormontabili. in sostanza, l'intima consistenza dello stesso concetto di western. un'opera matura, nuova, moderna, eppure classica. ottimo. quattro stelle da rivedere. un saluto e sempre buona visione
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john fast
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mercoledì 20 aprile 2011
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si rimpiange leone.
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I fratelli Coen hanno deciso di cimentarsi anche sul western ma,stavolta,senza successo.
A parte la "robotica"interpretazione della protagonista qui ci appare anche un "boy scout da parrocchia"come Matt Damon.E' stupefacente come gli americani riescano a far bene anche i film più scialbi. Tutto è affidato alle fregole della ragazzina ed alla faccia inquadrata ,a volte male,di un buon Bridges.Per le scene si ricorre spesso al quasi buio,imitando i film di Eastwood,o alle giornate invernali con la neve... facendo intuire al pubblico che forse è la vecchiaia che sta braccando il protagonista.Finale a sorpresa non male ma in questa fase lo spennacchiato Henry Hataway decise diversamente con il Duke Wayne.
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I fratelli Coen hanno deciso di cimentarsi anche sul western ma,stavolta,senza successo.
A parte la "robotica"interpretazione della protagonista qui ci appare anche un "boy scout da parrocchia"come Matt Damon.E' stupefacente come gli americani riescano a far bene anche i film più scialbi. Tutto è affidato alle fregole della ragazzina ed alla faccia inquadrata ,a volte male,di un buon Bridges.Per le scene si ricorre spesso al quasi buio,imitando i film di Eastwood,o alle giornate invernali con la neve... facendo intuire al pubblico che forse è la vecchiaia che sta braccando il protagonista.Finale a sorpresa non male ma in questa fase lo spennacchiato Henry Hataway decise diversamente con il Duke Wayne. A proposito che fine ha fatto"generale" il gatto della precedente pellicola(1969)?
P.S.: Caro Sergio Leone quanto ci mancano le tue inquadrature perfette,i tuoi primi piani,gli sguardi,i silenzi e la musica di Ennio Morricone. Con John Ford sei rimasto nel cuore degli americani.
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solversrf
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domenica 17 aprile 2011
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un film quasi inute a mio avviso
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Eh, dopo lebowsky a Jeff Bridge non gli avrei dato
due centesimi... eppure
i f.lli coen sono forse riusciti a raddrizzare la
pellicola di wayne..., la storia della ragazzina è solo
un esile pretesto per poter sostituire un inseguimento
con le utomobili... è una pellicola strana certo come tutte
le storie dei due coen..., stavolta però addirittura
sotto della media, e
che non fanno parte di certo all'Holliwood migliore.
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