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annalisa80
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domenica 20 febbraio 2011
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bello!
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Bel film! La ragazzina è all'altezza,tenace, sicura di sè, spero proprio che le vada l'oscar come migliore attrice non protagonista, un ruolo femminile degno di nota finalmente!
In quanto a Jeff Bridges, tra i miei attori preferiti, non dimenticherò presto il suo sguardo interito ogni volta che si trovava a tu per tu con la ragazza... (Tra l'altro il suo personaggio Cogburn mi ricorda molto Drugo di Il grande Lebowsky). Fotografia degna di Oscar, stupenda la cavalcata dei suddetti di notte fra la neve... Incantata da questa scena. E nel finale, ascoltando il monologo della donna, i Coen alla grande!
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wtarantino
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domenica 20 febbraio 2011
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l'implacabile forza del giusto
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l'America che nasce faticosamente dal selvaggio mondo del west; l'affermarsi del diritto come barriera alla violenza, alla giustizia fai-da-te; la capacità di rendere con la parola la forza interiore che spinge al progresso; la fame di costruire un nuovo mondo superando le resistenze e le inettitudini del vecchio. L'adolescente impersona quindi un'intera società in cambiamento, forte di un'incrollabile fede nei principi di legalità e giustizia che sono le fondamenta di una nazione civile. La giovane lotta con parole di disarmante semplicità e immediatezza contro la volgarità, la sopraffazione, la violenza. Ha paura di questo mondo eppure lo affronta a testa alta, con la sfrontatezza tipica dell'età, riuscendo a rimanere delicata, sensibile e pulita nel contesto marcio e decadente nel quale si muove.
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l'America che nasce faticosamente dal selvaggio mondo del west; l'affermarsi del diritto come barriera alla violenza, alla giustizia fai-da-te; la capacità di rendere con la parola la forza interiore che spinge al progresso; la fame di costruire un nuovo mondo superando le resistenze e le inettitudini del vecchio. L'adolescente impersona quindi un'intera società in cambiamento, forte di un'incrollabile fede nei principi di legalità e giustizia che sono le fondamenta di una nazione civile. La giovane lotta con parole di disarmante semplicità e immediatezza contro la volgarità, la sopraffazione, la violenza. Ha paura di questo mondo eppure lo affronta a testa alta, con la sfrontatezza tipica dell'età, riuscendo a rimanere delicata, sensibile e pulita nel contesto marcio e decadente nel quale si muove. Il resto è cornice, necessaria ad enfatizzare col suo buio la luce del futuro.
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writer58
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domenica 20 febbraio 2011
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non è un western...
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I fratelli Cohen sono maestri nel decontestualizzare i generi e nell'attraversarli col loro sguardo che ne altera e disordina gli stilemi. L'hanno fatto con "Fargo", thriller atipico e stralunato, con "Barton Fink", che mescola in modo potente la commedia e l'horror, con "Non è un paese per vecchi", noir violento e insieme apologo morale, solo per citare alcune delle loro produzioni.
Anche in questo ultimo lavoro, "Il grinta" (che onestamente non mi è parso tra le loro migliori proposte), l'ambientazione western costituisce solo lo scenario, l'involucro della narrazione. Mancano l'epopea western, le simbologie, i miti che hanno caratterizzato il genere.
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I fratelli Cohen sono maestri nel decontestualizzare i generi e nell'attraversarli col loro sguardo che ne altera e disordina gli stilemi. L'hanno fatto con "Fargo", thriller atipico e stralunato, con "Barton Fink", che mescola in modo potente la commedia e l'horror, con "Non è un paese per vecchi", noir violento e insieme apologo morale, solo per citare alcune delle loro produzioni.
Anche in questo ultimo lavoro, "Il grinta" (che onestamente non mi è parso tra le loro migliori proposte), l'ambientazione western costituisce solo lo scenario, l'involucro della narrazione. Mancano l'epopea western, le simbologie, i miti che hanno caratterizzato il genere.
Innanzi tutto, la protagonista è una ragazza di 14 anni che va alla ricerca dell'assassino del padre. Ha una determinazione ferrea e una lucidità da adulta. Riesce a imporsi persino allo sceriffo Rooster Cogburn (un ottimo Bridges) e a convincerlo a mettersi sulle tracce dell'assassino. Le scene di azione sono secondarie rispetto ai dialoghi e alla caratterizzazione dei personaggi. I personaggi appaiono a volte "fuori fuoco", per nulla sterotipi, in quaslche caso goffi e verosimili nelle loro Imperfezioni. Per esempio, quando la ragazza s'imbatte in Tom Chaney, la persona che cerca per consegnarlo alla giustiza, e gli spara goffamente ferendolo, questi reagisce dicendo "Ma sei matta? Mi hai rotto una costola". Mi è venuto in mente in quel frangente la detective incinta di "Fargo" e gli squinternati criminali che finirà per assicurare alla giustizia.
Nel "Grinta" la violenza è rappresentata in modo esplicito e crudo, sia quella legata alla caccia all'uomo, sia quella "legale" (la scena dell'impiccagione). Tuttavia, la cifra del film - al di là della sua ambientazione nell'Ovest americano del 1875- è il senso di perdita, il tempo che passa e rende stabili le ferite e gli abbandoni, la difficoltà a vivere sotto un cielo troppo vasto.
A ben vedere, questa è la cifra stilistica dell'intera opera dei fratelli Cohen: uno sguardo che disorganizza e rimette insieme i pezzi in modi nuovi e originali, mai prevedibili o scontati.
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hollyver07
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domenica 20 febbraio 2011
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un western a più facce, forse... troppe!
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Salve a tutti. Dov'è finito il Grinta...??!! Probabilmente non in questa pellicola mi viene spontaneo affermare come prima considerazione. Il film, Western ma non troppo, racchiude troppi e disparati argomenti (aperti e tali restano... ma non per stimolare riflessione) apparendo vagamente provocatorio nei confronti di alcune tipiche, ancorchè attuali, realtà statunitensi, rispetto a quelle di originale riferimento della pellicola (per es. la perseverante aleatorietà e pretestuosa efficacia del sistema legale americano, avvocati in primis - la morte come spettacolo ecc. ecc.
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Salve a tutti. Dov'è finito il Grinta...??!! Probabilmente non in questa pellicola mi viene spontaneo affermare come prima considerazione. Il film, Western ma non troppo, racchiude troppi e disparati argomenti (aperti e tali restano... ma non per stimolare riflessione) apparendo vagamente provocatorio nei confronti di alcune tipiche, ancorchè attuali, realtà statunitensi, rispetto a quelle di originale riferimento della pellicola (per es. la perseverante aleatorietà e pretestuosa efficacia del sistema legale americano, avvocati in primis - la morte come spettacolo ecc. ecc.) - . Strano a dirsi ma in tutto ciò non vedo proprio la connotazione tipica dei film Western ( quelli a ragù e spaghetti sono compresi). Ritengo valide la fotografia, la scenografia i costumi; in misura minore mi è garbata la colonna sonora, forse non abbastanza coinvolgente. Inoltre, penso sia stato corretto dare più importanza e risalto al personaggio di Mattie Ross (in fondo il suo sentimento di rivalsa e giiustizia è all'origine della storia, no?!)Recitazione.... (avendo visto il film anche in inglese) - Il migliore? Per me non c'e ombra di dubbio: Barry Pepper..!! Si, mi e davvero sembrato il personaggio più azzeccato e convincente del cast. A seguire, Halle Steinfield, non male per il "piglio" ma troppo statica nelle pose (non la vedo proprio brandire una statuetta dell'Oscar al massimo.... un... fermacarte). La parziale delusione, Jeff Bridges, belli il costume, la "visione monoculare" e l'aspetto esteriore in generale ma.... questo film non era "il grande Lebowski". Se ne sarà reso conto da solo, oppure era proprio così che lo volevano i Coen??? Oscar...?! Non credo proprio ma non si può mai sapere. Altresì, a parziale discolpa, mi sovviene l'idea che sia stato il tentativo di non fare il verso a John Wayne (peraltro impossibile per chiunque). La conferma, Matt Damon... ancora non ha appreso cosa significhi recitare, voi direte - prima o poi...! - Si, credo di sì, certo non in questo film...!!! La delusione! Josh Brolin. Sarà pur vero che ha fatto circa cinque minuti scarsi di comparsa (e giù che muore ovviamente) ma per come ha recitato.... mi è parso non si fosse rianimato e abbia continuato a fare il cadavere da quando aveva partecipato a "non è un paese per vecchi" (ben altra storia e ben altro livello interpretativo). In conclusione... film valido per molti aspetti, deludente in altri e con poco pathos; direi sovrastimato e non poco. Certo è sicuramente gradevole da vedere ma difficilmente lo considererei tra le pellicole meiritorie di caterbe di Oscar.
Ciao
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fabiooo12
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sabato 19 febbraio 2011
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tanti fumo e poco arrosto
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Premetto che il film resta sicuramente buono e godibile, ma viste le premesse che avevano accompagnato 'Il Grinta' (addirittura ben 10nomination agli Accademy Awards) mi aspettavo molto molto di più..
La storia è lenta e prevedibile e si sbadiglia fino a metà film poi migliora nettamente ma non entusiasma fino in fondo; inoltre il grande Jeff Bridges cerca in ogni modo di dare credibilità ad un personaggio che semplicemente non ne ha e che a mio avviso non convince, non trascina e soprattutto non ci porta dentro al contesto western, peraltro, perfettamente ricreato dai fratelli Coen. Convince molto di più la ragazzina che, non a caso, riceve una delle nomination. Insomma un film non male siamo chiari ma non il film tanto atteso e osannato dalla critica e dagli Accademy stessi.
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Premetto che il film resta sicuramente buono e godibile, ma viste le premesse che avevano accompagnato 'Il Grinta' (addirittura ben 10nomination agli Accademy Awards) mi aspettavo molto molto di più..
La storia è lenta e prevedibile e si sbadiglia fino a metà film poi migliora nettamente ma non entusiasma fino in fondo; inoltre il grande Jeff Bridges cerca in ogni modo di dare credibilità ad un personaggio che semplicemente non ne ha e che a mio avviso non convince, non trascina e soprattutto non ci porta dentro al contesto western, peraltro, perfettamente ricreato dai fratelli Coen. Convince molto di più la ragazzina che, non a caso, riceve una delle nomination. Insomma un film non male siamo chiari ma non il film tanto atteso e osannato dalla critica e dagli Accademy stessi..
Buona Visione
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zampi100
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sabato 19 febbraio 2011
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non come avevo immaginato
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delusione per come era stato presentato mi aspettavo un film molto più bello! Non dico che sia un brutto film, ma si poteva fare di meglio! bella la scenografia ben curata anche la recitazione del grinta e della ragazza molto bella, ma damon non mi è piaciuto e a brolin hanno affidato un ruolo limitatissimo . Il finale poi non mi è assolutamente piaciuto e neppure l inizio troppo lento pieno di dialoghi da vero film dei fratelli coen!
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pinodeluca
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sabato 19 febbraio 2011
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la grinta dell'eroina del west
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Western con la w maiuscola, fotografia con la f maiuscola e poi su tutto e tutti la grinta (l'unica vera GRINTA) della giovane protagonista.
La sceneggiatura appare a tratti esilissima, anche la trama e per molte scene il ritmo del film, ma la protagonista non cade mai di tono: lei è l'eroina indiscussa; incredibili i dialoghi della splendida Steinfeld quando tiene testa al poderoso Bridges (superlativo), allo strozzino commerciante o agli altri malcapitati personaggi della vicenda.
Bellissima ed evanescente con un sogno la galoppata finale, l'esplosione della forza del vecchio scriffo ubriacone sul viale del tramonto. Bella e come al solito sottodimensionata la figura del ranger texano Matt Damon (visto di recente anche in Hereafter, sembra che reciti sempre con il freno a mano tirato.
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Western con la w maiuscola, fotografia con la f maiuscola e poi su tutto e tutti la grinta (l'unica vera GRINTA) della giovane protagonista.
La sceneggiatura appare a tratti esilissima, anche la trama e per molte scene il ritmo del film, ma la protagonista non cade mai di tono: lei è l'eroina indiscussa; incredibili i dialoghi della splendida Steinfeld quando tiene testa al poderoso Bridges (superlativo), allo strozzino commerciante o agli altri malcapitati personaggi della vicenda.
Bellissima ed evanescente con un sogno la galoppata finale, l'esplosione della forza del vecchio scriffo ubriacone sul viale del tramonto. Bella e come al solito sottodimensionata la figura del ranger texano Matt Damon (visto di recente anche in Hereafter, sembra che reciti sempre con il freno a mano tirato...).
Se si vuole rivivere l'epopea del west, il film ne è uno spaccato furente e a tratti noir o gruignol, ma indicativo dell'epopea western a metà tra l'orrido calderone di una nazione in fermento di novità (bellissimo il tribunale open space con tutte le figure del processo moderno), pure a tratti paragonabile alle sordide astmosfere di vita di frontiera (di periferia) dei vecchi continenti.
I Cohen rendono un tributo enorme all'americanità e agli americani, alla loro indole forte e decisa, rendendo forse anche più omaggio a certe manie tipicamente statunitensi (la passione per le armi ad esempio) che alla risolutezza dei caratteri e delle personalità (talvolta anche misogini: ulteriore omaggio a John Wayne?).
A fine proiezione un dubbio assale lo spettatore: se una simile donna come la giovane attrice (sicuro premio Oscar) fosse vissuta al giorno d'oggi sarebbe divenuta una grande top manager, una principessa del foro, o una senatrice segretaria di stato alla Illary Clinton? O forse era una sua progenitrice?
Il film è un cult movie: da acquistare assolutamente in dvd per la propria cineteca di tutti i tempi.
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andaland
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sabato 19 febbraio 2011
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bello
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Una regia e sceneggiatura senza sbavature, un Jeff Bridges immenso, con tanta azione e ironia. Degno della fama che lo sta pubblicizzando. Bravi i fratelli Coen a riproporre in modo adeguato un classico rivisitato.
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algernon
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sabato 19 febbraio 2011
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western raffinato
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davvero un bel film, che introduce lo spettatore in un'ambientazione coinvolgente del vecchio West, con i villaggi gli hotel i tribunali e i personaggi dell'epoca, come tanti altri film del genere certo, ma con quella maestria che ad altri manca. la fotografia è fine, con visioni da vecchia cartolina nei villaggi e grandiosi scenari naturali. gli attori sono splendidi, Matt Damon, Jeff Bridges, e la notevolissima esordiente Hailee Steinfeld. ottima la musica.
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dado1987
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sabato 19 febbraio 2011
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che delusione!
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Il Grinta aveva i numeri per poter essere un capolavoro: i Coen come registi, una storia western collaudata, tre solidi interpreti, Bridges, Damon e Brolin, ma è stata un'occasione pienamente sprecata. E' un film dal ritmo lento, che non convince per niente, i personaggi di Damon e Bridges sono superficiali, degli stereotipi, per non parlare di Brolin che interpreta il cattivo, che nel film risulta essere un'idiota colossale. Mi aspettavo un film profondo, di spessore... Ma mi sono dovuto ricredere, Il Grinta è profondo come una pozzanghera, ed è spesso quanto una sottiletta. Unica nota positiva è la fotografia.
Nonostante quest'orribile film, devo dire che il genere western non è per niente morto, anzi.
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Il Grinta aveva i numeri per poter essere un capolavoro: i Coen come registi, una storia western collaudata, tre solidi interpreti, Bridges, Damon e Brolin, ma è stata un'occasione pienamente sprecata. E' un film dal ritmo lento, che non convince per niente, i personaggi di Damon e Bridges sono superficiali, degli stereotipi, per non parlare di Brolin che interpreta il cattivo, che nel film risulta essere un'idiota colossale. Mi aspettavo un film profondo, di spessore... Ma mi sono dovuto ricredere, Il Grinta è profondo come una pozzanghera, ed è spesso quanto una sottiletta. Unica nota positiva è la fotografia.
Nonostante quest'orribile film, devo dire che il genere western non è per niente morto, anzi.. Penso ad Appaloosa, agli Spietati, a Quel treno per Yuma, All'assassinio di Jasse James per mano del codardo Robert Ford, come anche nei videogiochi per il bellissimo Red Dead Redemption.
Il western è vivo eccome, semmai bisogna dire che i fratelli Coen stavolta hanno toppato di brutto.
Voto 4
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